1 / 12

La PAC dopo l’Health Check: una riflessione sul futuro dei pilastri

La PAC dopo l’Health Check: una riflessione sul futuro dei pilastri Fabrizio De Filippi s e Roberto Henke Roma, 29-30 gennaio 2009. Genesi del lavoro. Riflessione sul futuro della PAC dal punto di vista della struttura dei due pilastri:

aileen
Download Presentation

La PAC dopo l’Health Check: una riflessione sul futuro dei pilastri

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. La PAC dopo l’Health Check: una riflessione sul futuro dei pilastri Fabrizio De Filippi s e Roberto Henke Roma, 29-30 gennaio 2009

  2. Genesi del lavoro • Riflessione sul futuro della PAC dal punto di vista della struttura dei due pilastri: • Il I pilastro costituito ormai quasi esclusivamente dai pagamenti diretti, sempre più “lontano” dalla politica dei mercati da cui nasceva; • Il II pilastro che riguarda le politiche di sviluppo rurale, imperniato su tre assi (settoriale, ambientale, territoriale) • Si è avviato un percorso di superamento della logica di distinzione tra pilastri. Ha ancora senso la distinzione netta tra queste due tipologie di interventi?

  3. Il I pilastro • Cosa rappresenta oggi, a chiusura del processo di disaccoppiamento degli aiuti diretti? • Rete di sicurezza (residuo degli strumenti di intervento sui mercati); • Riconoscimento di tipi specifici di agricoltura (aiuti accoppiati ma selettivi); • Pagamento unico disaccoppiato (compensazione per produzione di beni pubblici? Condizionalità sufficiente a giustificare il sostegno e la sua entità? Valore di esistenza dell’agricoltura?)

  4. Il II pilastro • Nasce dalla vecchia politica strutturale della PAC ed ingloba progressivamente “nuove tematiche”: agroambiente, qualità, diversificazione dell’economia rurale. • “Doppia anima” delle politiche di sviluppo rurale: • Componente settoriale (ancora dominante); • Componente territoriale (non indirizzata in modo esclusivo a beneficiari agricoli). • Health Check: “nuove sfide” (cambiamenti climatici, energie rinnovabili, risorse idriche, biodiversità, misure di accompagnamento per il settore lattiero-caseario); aumento dell’eterogeneità.

  5. Le “anime” del II pilastro (1) • Politica strutturale: a livello europeo l’eterogeneità da cui si era partiti negli anni ’70 è ancora molto evidente, e rafforzata dagli ultimi allargamenti. • Agroambiente: capacità di “tiraggio” della spesa e accettabilità sociale ne hanno fatto una politica “di successo” ma poca evidenza della sua reale efficacia. • La condizionalità ha indebolito il sistema di controllo delle misure agroambientali (sostituendosi alle “buone prassi”); • Relazione tra condizionalità (obbligatoria) e programmi agroambientali (volontari) non sempre ben definita.

  6. Le “anime” del II pilastro (2) • Diversificazione: componente finanziariamente più debole, anche se ha messo in moto dinamiche interessanti nelle aziende e nelle aree rurali. • La diversificazione si lega ad aziende multifunzionali che mettono in atto processi di sopravvivenza e di miglioramento della competitività • Diversi gradi di combinazione delle funzioni secondarie con l’attività primaria vera a propria: deepening, broadening, re-grounding. • Agricultura monofunzionale superata come modello, non più proponibile come chiave di lettura dello sviluppo agricolo e rurale.

  7. Tra primo e secondo pilastro • Insieme di misure vecchie e nuove che interagiscono con i due pilastri, ponendosi a cavallo tra di essi o per aspetti finanziari o per obiettivi: • Modulazione (riequilibrio risorse); • Articolo 68 (sostegno a tipi specifici di agricoltura); • Interventi strutturali nelle OCM (quel che resta di esse dopo le recenti riforme).

  8. La modulazione (1) • Agendo sui pagamenti diretti con l’obiettivo di trasferire risorse al II pilastro, la modulazione si combina meglio con gli aiuti disaccoppiati: • Il taglio viene percepito come riduzione degli aiuti diretti indipendentemente dai settori che li hanno originati; • Allo stesso modo, il rafforzamento del II pilastro perde il suo legame con le OCM che rappresentava una distorsione di base nella logica dello strumento.

  9. La modulazione (2) • Una parte delle risorse movimentate dalla modulazione viene legata in modo esclusivo alle “nuove sfide” nell’ambito dello sviluppo rurale: • L’ammontare di risorse cambia da paese a paese; • Le priorità vengono definite a livello comunitario, ma le risorse dipendono da quanto la modulazione genera a livello locale. • UE, SM e regioni hanno tutti buoni motivi per non essere più così a favore della modulazione.

  10. Articolo 68 • Assume le caratteristiche delle vecchie misure di accompagnamento: • E’ finanziato dal FEAGA; • Necessita programmazione; • Alcune misure sono co-finanziate; • Le misure sono molto eterogenee tra loro. • Rispetto al vecchio articolo 69 (considerato un fallimento), si crea una envelope nazionale che può essere utilizzata per le priorità individuate; inoltre, potenzialmente le risorse sono maggiori (quota del massimali nazionali non spesa).

  11. Le OCM • Alcune OCM contengono misure non secondarie di carattere strutturale, per cui è richiesta una certa attività di programmazione. • Si tratta per lo più delle OCM mediterranee (ortofrutta, vino, tabacco, olio d’oliva) che hanno sempre avuto misure specifiche a carattere strutturale. • Ha senso che vi sia questa componente in quel che resta oggi delle OCM? • Difficoltà di gestire l’integrazione e le sovrapposizioni tra primo e secondo pilastro.

  12. Quesiti di ricerca • Difficile immaginare che i due pilastri continuino ad esistere tal quali. Necessità di un ripensamento. Da cosa si parte e dove si può arrivare? • Una rassegna del processo di evoluzione dei pilastri, con particolare attenzione alla differenziazione in termini di obiettivi e strumenti; • Punti nodali che hanno portato alla differenziazione ma anche all’avvicinamento dei due pilastri; giustificazioni teoriche ed empiriche della coesistenza; • Ricostruzione del sostegno assicurato dall’uno e dall’altro ad obiettivi prioritari della PAC; eventuali rischi di sovrapposizione e possibilità di integrazione. • Qual è la struttura desiderabile e sostenibile della PAC per il futuro?

More Related