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SVT Supporto Vitale al Traumatizzato

SVT Supporto Vitale al Traumatizzato. Maurizio Cecchini Scuola di Specializzazione in Medicina di Emergenza ed Urgenza Universita’ di Pisa. EPIDEMIOLOGIA DEL TRAUMA. La morte a seguito di un evento traumatico può essere descritta da un andamento

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SVT Supporto Vitale al Traumatizzato

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Presentation Transcript


  1. SVTSupporto Vitale al Traumatizzato Maurizio Cecchini Scuola di Specializzazione in Medicina di Emergenza ed Urgenza Universita’ di Pisa

  2. EPIDEMIOLOGIA DEL TRAUMA La morte a seguito di un evento traumatico può essere descritta da un andamento trimodale, ovvero con tre picchi di mortalità Circa il 50% dei pazienti muore subito dopo il trauma PREVENZIONE Circa il 30% muore nelle prime ore dopo il trauma le morti possono in parte essere evitate mediante trattamenti corretti, atti a stabilizzare i parametri vitali del paziente

  3. Circa il 20% muore dopo giorni o settimane dall’evento traumatico in seguito a complicanze soprattutto infettive insorte durante la degenza un corretto trattamento pre-ospedaliero contribuisce a diminuire queste morti GOLDEN HOUR: la prima ora dopo il trauma, nella quale i trattamenti attuati sul paziente, incidono in maniera rilevante sulla riduzione della mortalità e sugli esiti invalidanti.

  4. DANNO SECONDARIO Nel soccorso al traumatizzato dobbiamo riconoscere e trattare i danni primari cioè quelli legati al trauma ed impedire l’instaurarsi di danni secondari che peggiorano i già presenti danni primari • I più comuni danni secondari sono: • Ipossia • Ipercapnia • Ipotermia • Ipotensione/ipovolemia (emorragie) • Danni conseguenti a manovre scorrette

  5. CATENA DI SOPRAVVIVENZA NEL TRAUMATIZZATO Trattamento preospedaliero Triage sul posto Centraliz- zazione Trattamento ospedaliero Allarme precoce

  6. DIFFICOLTA’ CONNESSE AL TRAUMA • figure con caratteristiche professionali e • tecniche non omogenee • impossibilità di standardizzare tutti gli interventi • sul trauma adattandoli ad ogni situazione perseguire obiettivi primari conosciuti da tutti i soccorritori ed acquisire le conoscenze teoriche e la manualità frequentando corsi,“non sul campo”.

  7. DIFFICOLTA’ CONNESSE AL TRAUMA • Il soccorritore che opera sulla scena di un trauma si può trovare ad affrontare problemi di varia natura: • luogo dell’intervento non agevole o pericoloso • paziente non collaborante • variabilità degli scenari (tipologia, gravità delle • lesioni, numero di feriti) • coinvolgimento emotivo sia dei soccorritori • che degli astanti

  8. IL POLITRAUMATIZZATO Si definiscepolitraumatizzatoun soggetto che ha subito due o più lesioni a carico di organi vitali, almeno una delle quali tale da metterne in pericolo la vita. Il primo trattamento al traumatizzato è una delle emergenze più complesse da trattare poiché la gravità delle lesioni riportate va a sommarsi ad eventuali patologie preesistenti.

  9. VALUTAZIONE DELLO SCENARIO La regola principale è quella di compiereuna attenta valutazione dello scenarioprima di intervenire e compiere qualunque manovra, per non esporre arischisia i soccorritori che gli astanti Nel caso in cui lo scenario non sia stabilizzabile dalla squadra di soccorso, essa dovrà allertare tramite il 118 le competenze adatte a rendere lo scenario sicuro prima di intervenire sui pazienti.

  10. LA DINAMICA DELL’EVENTO Il desumere ladinamica dell’evento, può orientare sulla reale energia entrata in gioco nell’evento e, di conseguenza, suipossibili danni presentinel paziente anche se apparentemente incolume La vittima di un trauma a dinamica maggiore è da considerarsi come un politraumatizzato e in quanto tale deve essere centralizzato.

  11. LA DINAMICA DELL’EVENTO • Sono considerati traumi a dinamica maggiore: • caduta da altezza > 5 metri • auto contro pedone • necessità di estricazione prolungata • presenza di persone decedute nello stesso mezzo • deformazioni gravi della carrozzeria del veicolo con rientramenti > 20 cm • ferito sbalzato dall’abitacolo o • pedone o motociclista proiettato a distanza CENTRALIZZAZIONE

  12. IL TRIAGE Con il termineTRIAGE si definisce l’identificazione delle priorità di trattamento di ogni ferito rispetto agli altri coinvolti nell’evento, in modo da ottimizzare le risorse per il soccorso. Tale attività è di pertinenza medica o comunque sanitaria in quanto può prevedere anche la decisione di non trattare feriti gravi per dedicare le scarse risorse a chi ha più chance di sopravvivere.

  13. IL TRIAGE Talvolta il soccorritore in assenza di un sanitario sulla scena potrebbe dover effettuare triage su un numero basso di feriti solo per individuare le priorità di trattamento dei diversi feriti.

  14. APPROCCIO AL POLITRAUMATIZZATO • Riconoscimento deirischi dello scenario • Richiesta di altre competenzeVV.FF, CC, VV.UU. ecc • Messa in sicurezzadello scenario • VALUTAZIONE PRIMARIA • Comunicazione con la C.O. • Se possibileVALUTAZIONE SECONDARIA • Copertura delle ferite penetranti • Immobilizzazionee riscaldamento del pz. • Ospedalizzazione(CENTRALIZZAZIONE)

  15. METODOLOGIA DI APPROCCIO STANDARD AL TRAUMATIZZATO Sicurezza ambientale Valutazione primaria Paziente stabilizzabile NO SI SCOOP Valutazione secondaria A N D R U N Immobilizzazione Trasporto/Centralizzazione

  16. METODOLOGIA DI APPROCCIO AL TRAUMATIZZATO INCARCERATO Sicurezza ambientale Valutazione primaria Estricazione rapida o convenzionale Paziente stabilizzabile? NO SI SCOOP Valutazione secondaria A N D R U N Immobilizzazione Trasporto/Centralizzazione

  17. IL SUPPORTO VITALE AL TRAUMATIZZATO Come per il BLS,l’SVTsi avvale di unalgoritmo detto VALUTAZIONE PRIMARIA. Esso si compone di 5 punti identificati per semplicità conA B C D E che prevedono sempre 2 momenti VALUTAZIONE AZIONE

  18. VALUTAZIONE RAPIDA Può precedere la Valutazione Primaria nei casi di paziente prono e sopratutto in quello incarcerato per poter decidere subitoquale tipo di estricazione utilizzare. Si esegue valutando la coscienza, il respiro con una mano sul diaframma e il polso radiale. Nel caso che una o più di queste valutazioni diano esito negativo è consigliabile eseguire una estricazione rapida.

  19. VALUTAZIONE PRIMARIA A = vie aeree • VALUTAZIONEdello stato di coscienza • chiama e tocca • allertamentodel 118 se non cosciente • mantenere laposizione neutra  C spine • posizionare ilcollare cervicale • controllo delle vie aeree • pervietà delle vie aeree  sollevamento della • mandibola • Intubazione oro-tracheale (IOT)?

  20. B = respirazione • VALUTAZIONE del respiro: • se non respira, 2 ventilazioni • se respiraO2 10-12 l/min • OPACS: • osserva: movimenti del torace • palpa: la gabbia toracica • conta: gli atti respiratori al minuto: allarme se • > 25-30 min. • ascolta: i rumori respiratori (medico) • saturimetria: connettere il pulsossimetro • allarme se SpO2 < 90% con O2 (IOT ?)

  21. C = circolo BLOCCA LE EMORRAGIE (già al punto A) VALUTAla presenza di circolo con il polso radiale: se assente polso carotideo: se assente MCE se presente P.A. sistolica< 80 mmHg Calcola la Frequenza cardiaca allarme se > 100 - 120/min Monitoraggio Accessi venosi (?) fluidoterapia

  22. D = disabilità neurologica Valuta il livello di coscienza medianteAVPU A: allerta, sveglio  fare semplici domande V:verbale P: dolore (pain) U: non risponde (unresponsive)

  23. E= esposizione • Spoglia completamenteil paziente tagliando i vestiti. • Ispeziona e palpa brevemente il paziente procedendo Testa  Piedialla ricerca di ferite, fratture o segni diemorragie interne • Sfrutta il caricamento su asse spinale per ispezionare il dorso • Ricopri il paziente per proteggerlo dalla perdita di calore con metalline e coperte • Report al 118dei problemi riscontrati nel ABCDE

  24. E= esposizione • ATTENZIONE A:TRIADE DELLA MORTE • Acidosi/Ipossia  O2 e ventilazione • Ipotermia • Disturbi coagulativi • Compito delsoccorso extraospedaliero è quello di prevenire almeno i primi due punti della Triade della morte. Fluidi riscaldati e metalline

  25. VALUTAZIONE SECONDARIA • Eseguita dal medicodopo la primariasolo se il paziente èstabilizzato. • Ha lo scopo di individuare le successive necessità diagnostiche e terapeutiche e la destinazione ospedaliera • CENTRALIZZAZIONE ? • Rivalutazione continua dell’ ABCDE • Rivalutazione accurata testa  piedi • Valutazione della dinamica del trauma • Anamnesi (patologie, farmaci, allergie)

  26. IMMOBILIZZAZIONE • L’immobilizzazione è parte essenziale del soccorso • al traumatizzato e deve sempre essere eseguita. • Unica eccezioneè laferita penetranteal torace (al di sotto delle clavicole) o all’addome in cui è imperativo il rapido trasferimento in ospedale. • L’immobilizzazione deve prevedere: • immobilizzazione del rachide cervicale • immobilizzazione di tutto il corpo

  27. IMMOBILIZZAZIONE • I presidi attualmente più adeguati per l’immobilizzazione del traumatizzato sul territorio sono: - Collare cervicale bivalva • Asse spinale lunga con sistemi di fissaggio (cunei, lacci fermacapo, ragno) • Materasso a depressione • Corsetto estricatore • Laricopertura con metallineè parte integrante • dell’immobilizzazione prima del trasporto.

  28. TRASPORTO - CENTRALIZZAZIONE • Durante il trasporto del ferito, i soccorritori devono continuare la valutazione primaria soprattutto per i puntiA B  C D • Qualsiasi variazione in senso peggiorativo dei • parametri vitali deve essere immediatamente • riferita al 118 e deve essere ripresa dall’inizio la • Valutazione Primaria.

  29. GRAZIE PER L’ATTENZIONE

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