1 / 28

AZIENDA ULSS 20 DI VERONA Dipartimento di Prevenzione

AZIENDA ULSS 20 DI VERONA Dipartimento di Prevenzione. Evidenze di efficacia dell’attività fisica dott.ssa Susanna Morgante – Dipartimento di prevenzione Ulss 20 Tel 0458075969 email smorgante@ulss20.verona.it. Graduatoria di importanza delle diverse cause di malattia cronica.

Download Presentation

AZIENDA ULSS 20 DI VERONA Dipartimento di Prevenzione

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. AZIENDA ULSS 20 DI VERONA Dipartimento di Prevenzione Evidenze di efficacia dell’attività fisica dott.ssa Susanna Morgante – Dipartimento di prevenzione Ulss 20 Tel 0458075969 email smorgante@ulss20.verona.it

  2. Graduatoria di importanza delle diverse cause di malattia cronica Fonte: Stefania Salmaso, presentazione orale, Convegno nazionale Guadagnare Salute, Venezia, 2012 Metodi da: Simoes EJ, Mariotti S, Rossi A, Heim A, Lobello F, Mokdad AH, Scafato E., Int J Public Health, 2012

  3. Analisi internazionali e nazionali concordano La lotta alla sedentarietà è da considerarsi una priorità almeno al pari di quella contro il fumo morti/anno rischio attribuibile diffusione rischio Fonte: Chi Pang Wen, Xifeng Wu, Stressing harms of physical inactivity to promote exercise, The Lancet, Volume 380, Issue 9838, Pages 192 - 193, 21 July 2012

  4. Sottolineare i danni della sedentarietà Nonostante i "colossali danni" della sedentarietà questa non è sufficientemente percepita come patologica. Molte campagne di promozione basate sui benefici di una vita attiva trasmettono il messaggio che l'attività è utile ma non essenziale per la salute. Secondo gli autori è necessario sviluppare un approccio alla sedentarietà analogo a quello impiegato nelle strategie di lotta contro il fumo: • fare in modo che lacomunità medica intervenga efficacemente su questo fattore di rischio • sottolineare i rischi oltre che i benefici • offrire ai sedentari trattamenti efficaci per lo stile di vita • proteggere la sicurezza intervenendo sull'ambiente urbano • trovare finanziamenti Lancet 21.7.2012

  5. Sottolineare i danni della sedentarietà • il 30% delle morti premature totali sono correlate con il sovrappeso e l'inattività • un terzo delle morti per cancro dipendono da cattiva alimentazione, sedentarietà e sovrappeso • la sedentarietà riduce l'aspettativa di vita mediamente di 4 anni • anche praticare attività fisica al di sotto dei livelli raccomandati (30 minuti 5 volte alla settimana per gli adulti) ha un effetto comunque benefico - 3 anni in più di vita • la sedentarietà ha superato il fumo come causa di patologia: infatti uccide 5,3 milioni di persone all'anno rispetto ai 5 milioni di morti del fumo

  6. Importanza del movimento per la salute • Il movimento riduce: • Mortalità per tutte le cause • Malattie cardiovascolari • Ipertensione • Ictus • Sindrome metabolica • Diabete di tipo II • Cancro al seno • Cancro al colon • Depressione • Cadute • Inoltre è importante per: • Rafforzamento osseo • Miglioramento funzioni cognitive • Perdita di peso, soprattutto se associato alla riduzione di calorie • Miglioramento della fitness cardiovascolare e muscolare Fonti: I-Min Lee, Eric J Shiroma, Felipe Lobelo, Pekka Puska, Steven N Blair, Peter T Katzmarzyk, for the Lancet Physical Activity Series Working Group, Effect of physical inactivity on major non-communicable diseases worldwide: an analysis of burden of disease and life expectancy, The Lancet, Volume 380, Issue 9838, Pages 219 - 229, 21 July 2012 U.S.Department of Health and Human Services (2008): Physical Activity Guidelines Advisory Committee Report, pagina 9

  7. Movimento e durata della vitaBlair et al. JAMA 1995;273:1093 Studio prospettico su 9.777 persone. Follow up medio tra le 2 misurazioni della fitness 4.9 anni tra la II misurazione e la verifica dello stato in vita 5.1 anni. La mortalità è espressa in numero di morti/10.000 persone-anno 7

  8. Associazione tra attività fisica e alcune patologie compresa la mortalità per tutte le cause Fonte: Karim M Khan, Angela M Thompson, Steven N Blair, James F Sallis, Kenneth E Powell, Fiona C Bull, Adrian E Bauman, Sport and exercise as contributors to the health of nations, The Lancet, Vol 380, July 7, 2012

  9. Esercizio fisico e trattamenti farmacologici e chirurgici a confronto Fonte: Rod Jaques, Mike Loosemore, Sports and exercise medicine in undergraduate training, The Lancet, Vol 380, July 7, 2012

  10. Walking compared with vigorous exercise for the prevention of cardiovascular events in womenManson JAE, N Engl J Med 2002;347:716 Lo studio, su 73.743 donne di 50-79 anni, confronta l’influenza dell’esercizio fisico intenso, del cammino e delle attività sedentarie sulla comparsa di eventi cardiovascolari (follow-up medio di 3.2 anni e fino a un massimo di 5.9 anni). Risultati: l’aumento del punteggio per l’attività fisica presentava una forte associazione inversa col rischio di eventi coronarici e cardiovascolari totali (rischio relativo per eventi coronarici 1.00, 0.73, 0.69, 0.68, 0.47). La riduzione del rischio è risultata simile per il cammino e l’es. fisico intenso; anche un passo rapido (3-7 km/ora) è risultato predittore di un rischio più basso. Il cammino veloce è efficace quanto l’attività intensa in palestra

  11. Bicicletta e cardiopatieCopenhagen Heart Study - Arch Int Med 2000;160:1621 Studio su 13.000 donne e 17.000 uomini tra i 20 e i 93 anni Andare in bicicletta ha una forte funzione protettiva sulle cardiopatie e riduce la mortalità globale Anche dopo aver controllato gli altri fattori di rischio, compresa l’attività fisica nel tempo libero,i soggetti che andavano al lavoro in bicicletta avevano un tasso di mortalità prematura più basso del 40% circa rispetto agli altri

  12. La prevenzione delle coronaropatie Domanda:l’attività fisica riduce il rischio di incidenti cardiovascolari nella popolazione asintomatica? Risposta:la pratica di attività fisica riduce il rischio di incidenti cardiaci mortali e non. Nella popolazione fisicamente attiva - che pratica attività fisica moderata tutti i giorni o quasi - si evidenzia una riduzione del 30-50% del rischio relativo di malattie coronariche rispetto alla popolazione sedentaria, a parità di altri fattori di rischio. (Clinical Evidence Vol.4° pag. 54 )

  13. Riduzione dell’incidenza del diabete di tipo 2 con intervento sullo stile di vita o metforminaDiabetes prevention program research group. N.Engl J Med, vol 346, 2002. 3.234 persone con intolleranza al glucosio, suddivise in 3 gruppi trattati con: • Placebo. • Metformina. • modifica degli stili di vita (alimentazione, attività fisica). Sono divenuti diabetici l’11.0 % dei soggetti trattati con placebo, il 7,8 % dei trattati con metformina e il 4,8% dei soggetti sottoposti a intervento sugli stili di vita. L’incidenza è stata ridotta del 58% attraverso la modifica degli stili di vita contro il 31% ottenuto dalla metformina. 7

  14. Perdita di peso contro metformina Se utilizziamo l’NNT per valutare l’efficacia comparata dell’approccio farmacologico contro quello del mutamento dello stile di vita vediamo che: • per evitare un diabete bisogna trattare con metformina 14 soggetti. • Con la riduzione di peso basta “trattare” 7 soggetti. Fonte: I due dogmi Vineis, Satolli, Feltrinelli 2009

  15. Riduzione media della pressione sistolica (mmHg) • Calo di peso 5-20/10 kg persi • Dieta 8-14 • corretta • Riduzione 2-8 • sodio • Att. Fisica 4-9* • =/> 30’ x 4 • Riduzione 2-4 • consumo • di alcolici totale 21-55 • >frutta e verdura, < grassi • animali *dopo una sessione di esercizio la riduzione della pressione dura 12-14 ore

  16. Riduzione dei valori pressori con i farmaci Am J Cardiovasc Drugs 2005; 5:131

  17. Attività fisica e tumori Possibili meccanismi biologici Fonte: Inger Thune, Cancer, in: Physical Activity in the Prevention and Treatment of Disease, Professional Associations for Physical Activity, Sweden, 2010

  18. L’attività fisica è utile per ridurre il desiderio di fumareFairchild DG. Exercise useful in curbing craving for cigarettes. 2007 L’attività fisica è utile per ridurre il desiderio acuto della sigaretta (craving) nelle persone che hanno smesso di fumare. Il craving è un vero e proprio sintomo da astinenza e si riduce significativamente con una breve sessione di esercizio fisico. 15’ di cammino veloce fa sparire il desiderio anche per 50 minuti. Si tratta di un tempo di esercizio alla portata praticamente di tutti quelli che smettono di fumare

  19. Sexual function in men older than 50 years of age: results from the health professionals follow-up studyBacon CG et al.JAMA, 2004;29:3011 Lo studio effettua un’analisi trasversale su 31.742 sanitari partecipanti a uno studio prospettico Il questionario indagava fra l’altro su funzione sessuale, abitudini di vita e altri aspetti sanitari La prevalenza della disfunzione erettile (escludendo gli affetti da CR della prostata) è risultata inversamente proporzionale all’attività fisica praticata (p < 0.001 per il trend), con un effetto particolarmente accentuato (riduzione del 30% del rischio relativo) sopra i 32 MET-h/sett, equivalenti a 3 ore di corsa o 5 di tennis/sett

  20. I rimedi: • Smettere di fumare! • AF in generale: esercizi di forza; cammino, corsa leggera, ginnastica; anche esercizi di equilibrio, per non cadere: ballo, Thai Chi… • Sana alimentazione: apporto di calcio (latticini ma anche rucola, soia, mandorle, cavolo…) e vitamina D (pesce); moderare gli alcolici • Esposizione al sole • Rivalutare periodicamente con il medico i farmaci assunti: quali sono indispensabili? • Le cause: • Fumo, alcool • Sedentarietà • Magrezza e carenze nutrizionali • Da farmaci (es. cortisone) Prevenzione dell’osteoporosi – gli stili di vita NB: l’osso subisce uncontinuo rimodellamento, a tutte le età, e si rinforza quanto più è sottoposto a trazione da parte del muscolo e a carico (forza di gravità) Modificato da: Inger Thune, Physical Activity in the Prevention and Treatment of Disease, Svezia 2010

  21. Il versante collettivo Independent Inquiry into Inequalities in HealthChairman: Sir Donald Acheson, 1998

  22. Sir Michael Marmot, UK,2010Fair Society, Healthy Lives Il Rapporto Marmot è la più recente revisione indipendente sulle strategie per ridurre le disuguaglianze di salute in Inghilterra - In Inghilterra ladifferenza nell’aspettativa di vita fra chi è più povero e chi è più benestante è mediamente di 7 anni - Se poi si valuta l’attesa di vita libera da disabilità questa differenza raggiunge i 17 anni - Queste disuguaglianze causano, ogni anno, fra 1.3 e 2.5 milioni di anni di vita persi. - Se tutte le persone di età superiore ai 29 anni avessero l’attesa di vita dei laureati, vi sarebbero 202.000 morti premature in meno ogni anno.

  23. Aree verdi e malattieJECH 2009;63:967 • Studio su 350.000 pazienti di medici di famiglia olandesi • In 15 delle 24 patologie esaminate la frequenza delle malattie croniche era inferiore in chi viveva a meno di 1 km di distanza da parchi o aree verdi: • Cardiopatia coronarica (angina, infarto) • Disturbi scheletrici (colonna cervicale, lombare) • Disturbi scheletrici (arto sup: polso, gomito, mano) • Ansia, depressione • Infezioni respiratorie • Cefalea • Vertigini • Infezioni delle vie urinarie • Diabete • Condizioni patologiche e sintomi non spiegati

  24. Urban residential environments and senior citizens’ longevity in megacity areas: the importance of walkable green spaces Takano T et al. J Epidemiol Community Health. 2002;56:913-8 Gli autori hanno studiato l’associazione tra presenza di aree verdi vicino alla casa di residenza e la sopravvivenza di 3.144 anziani di Tokio. • Metodi: studio prospettico mediante questionari postali. • La probabilità di sopravvivenza a 5 anni era direttamente proporzionale a • spazio disponibile per camminare (p<0.01) • numero di parchi e di strade alberate (p<0.05) vicino al domicilio • ore di esposizione al sole della casa (p<0.01) • affermazione di voler continuare a vivere nello stesso quartiere (p<0.01)

  25. Graffiti, greenery, and obesity in adults: secondary analysis of European cross sectional survey A. Ellaway, S. Macintyre and X. Bonnefoy”-BMJ 2005;331;611-612 “I residenti in quartieri con molto verde, rispetto ai residenti in quartieri degradati, hanno probabilità di eseguire una significativa attività fisica tre volte più alta e hanno probabilità di essere sovrappeso o obesi del 40 % in meno. Al contrario, i residenti in quartieri altamente degradati, rispetto ai residenti in quartieri con molto verde, hanno probabilità di avere una una significativa attività fisica del 50 % in meno e probabilità di essere sovrappeso o obesi del 50 % in più.”

  26. Effect of exposure to traffic on lung development from 10 to 18 years of age: a cohort study.The Lancet Early Online 26 January 2007 I bambini residenti entro una fascia di 500 metri da una strada ad elevato traffico presentano sostanziali deficit nella funzionalità respiratoria rispetto a quelli residenti a più di 1.500 metri.

  27. Living Near Major Traffic Roads and Risk of Deep Vein ThrombosisCirculation 2009;119:3118 859 controlli e 663 pazienti con trombosi venose profonde (TVP) che abitavano in città lombarde >15 000 abitanti. Il rischio di TVP è risultato significativamente maggiore* in chi viveva vicino ad un’arteria stradale a flusso elevato (distanza indice: 3 metri, 10o centile) rispetto a chi viveva più lontano (distanza indice: 245 metri, 90o centile). Trend lineare per le distanze osservate (da 0 a 718 metri), che non si modificava aggiustando per i livelli di fondo di particolato

  28. Stroke Mortality Associated With Living Near Main Roads Stroke. 2003;34:2776 Gli autori hanno esaminato 189 966 morti per stroke avvenute in Galles e Inghilterra, misurando la distanza fra il domicilio e la più vicina arteria stradale. Risultati - La mortalità per stroke è risultata maggiore del 7% (intervallo di confidenza al 95% 4 - 9) negli uomini e del 4% (IC 95% 2 - 6) nelle donne che vivevano entro 200 m da una strada principale rispetto a chi viveva ad almeno 1000 m di distanza. Il rischio per uomini e donne insieme è stato del 5% (IC95% 4-7). Conclusioni -vivere vicino ad una strada principale è associato con un maggior rischio di morte da stroke; se assumiamo un rapporto causa-effetto, 990 morti per stroke all’anno sarebbero attribuibili l’inquinamento dovuto al traffico

More Related