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PEEP Piani per l ’ edilizia economica popolare

PEEP Piani per l ’ edilizia economica popolare.

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PEEP Piani per l ’ edilizia economica popolare

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Presentation Transcript


  1. PEEP Piani per l’ edilizia economica popolare • Viene adottato dall'Amministrazione comunale il Piano per l'Edilizia Economica e Popolare (PEEP), prima trasformazione radicale del Piano Regolatore del 1958. Sono selezionate le aree inedificate più prossime al centro. Il piano di espropri riguarda la maggior parte dei terreni previsti per l'espansione urbana dal PRG in vigore, però con una densità abitativa drasticamente ridotta. Per scongiurare la segregazione sociale, si concentra nelle aree periferiche del PEEP l'intervento comunale in servizi, verde e impianti sportivi. L'occasione della legge 167 (18 aprile 1962), che consente all'Amministrazione comunale di cedere a prezzo politico aree demaniali (3.600 lire al mq, senza oneri di urbanizzazione), stimola un positiva risposta delle cooperative d'Abitazione e di Produzione e Lavoro, che rapidamente sviluppano le loro capacità d'impresa. Il più noto dei primi quattro insediamenti programmati è il quartiere Fossolo, particolarmente ricco di verde. Tra il 1968 e il '72 si raggiungerà quella completa rappresentazione di aspetti urbani (soprattutto verde e servizi in favorevole rapporto con le abitazioni: circa 40 mq a persona) che consente a Bologna di avere un'immagine di qualità, di città moderna. La "Terza Bologna" si caratterizzerà per la quantità eccezionale del verde, vero "tessuto connettivo che unisce la molteplicità architettonica della nuova periferia bolognese" (Campos Venuti). Tra i servizi in periferia si distingueranno soprattutto gli edifici scolastici, veri modelli di attrezzature per l'istruzione in Italia. All'inizio degli anni '80 saranno oltre 16.000 gli alloggi costruiti attraverso l'attività dei PEEP, alla Beverara, Filanda, Corticella, Fossolo, Casteldebole, ecc. • prima i salubri e piccolo-borghesi rioni giardino pedecollinari, subito dopo la Bolognina operaia, con i palazzoni del Risanamento e dell'Istituto Case Popolari. Il fascismo si misura con la nuova periferia e, assieme alle Popolarissime (sette piani senza ascensore), edifica, con l'onnipotente Arpinati, il grande complesso polisportivo del Littoriale. La guerra sconvolge la città, distrugge il 40% dei vani abitabili. La ricostruzione, poi, vuole ridare in fretta case e lavoro. Ci si affida alla speculazione privata e al sogno della grande metropoli con un milione di abitanti (accolti dalla montagna e dalle campagne spopolate dalla guerra e dalla miseria). I quartieri INA Casa sorgono lontani, ai limiti estremi, "là dove c'era l'erba", prima che una nuova politica faccia sorgere i rioni del PEEP, a maggior vantaggio della gente comune: più verde, infatti, e più servizi (soprattutto scuole, simbolo di un epoca) e meno rendita. • "Ho fatto la mia città. Mi è dolce pensare che dopo di me, grazie a me, gli uomini vi si riconosceranno più felici, migliori e più liberi. Per il bene dell'umanità futura ho fatto la mia opera. Ho vinto"  (Teseo, fondatore di Atene) cit. da: Bologna dall'autarchia al boom, a cura di F. Varigana, Bologna 1997, p. XVI Una norma del piano regolatore (del 1955) consente di realizzare l'edilizia popolare anche in zona agricola, allo scopo di espropriare i terreni a prezzi più bassi. Il risultato è la disseminazione delle residenze sociali nelle località più lontane della periferia: il villaggio Due Madonne sulla via Emilia Levante e quello di Foscherara ai confini orientali e sud-orientali con San Lazzaro, il quartiere in fondo a via Massarenti verso Castenaso con il suo ingiustificabile grattacielo, i primi insediamenti del quartiere Barca verso Casalecchio e alla fine di via Emilia Ponente il villaggio INA Case di Borgo Panigale. Un dura segregazione territoriale, che i lavoratori inquilini pagano pur d'avere un alloggio a prezzi sociali. (G. Campos Venuti, Storia illustrata di Bologna, Milano 1990, vol. V, pp. 83-84)

  2. LA FOTOGRAFIA immagini di periferia Bologna: superluoghi in trasformazione, a cura di Provincia di Bologna … , Bologna, Tipografia Moderna, stampa 2007 Matteo Alvisi, Gianni Schicchi, L'altra faccia di Bologna, Bologna, Bononia University Press, 2007 Bologna: la metropoli rimossa, Roma, Meltemi, 2004 Roberto Scannavini, Raffaello Scatasta, Paesaggi bolognesi. Immagine del paesaggio contemporaneo e recupero del paesaggio storico, Carpi, APM, 2002 Il rovescio della città, introduzione di Andrea Emiliani, fotografie di Marco Baldassari, Bologna, Comune. Assessorato all'ambiente e all'energia, quartieri Borgo Panigale-Navile-Reno-Savena, 1987 I segni del sociale. Ipotesi su Bologna periferica minore, a cura di Paolo Guidicini, Milano, Angeli, 1980 Piero Dall'Occa, Piero Orlandi, Altrove in città, fotografie: Vanna Rossi, Riccardo Vlahov, Bologna, Age, 2000 L. Leonardi, F. Morelli, C. Vietti, La storia del Peep. Politica, urbanistica ed edilizia a Bologna dagli anni Sessanta al Piano strutturale comunale, Bologna, Edizioni Tempinuovi, 2008 Vieri Quilici, Armando Sichenze, Costruttori di architetture. Bologna 1960-1980, Roma, Officina, 1985 Giuseppe Campos Venuti, La terza generazione dell'urbanistica, 2. ed., Milano, Angeli, 1988 Francesco Ceccarelli, Maria Angiola Gallingani, Bologna: decentramento, quartieri, città, 1945-1974, Bologna, Istituto per la Storia di Bologna, 1984 I quartieri e il decentramento. Bologna 1956-1975, a cura di Manuela Goldoni ... e altri, Bologna, Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, 2004 http://informa.comune.bologna.it/iperbole/psc/ambiti/2503/3930/#Energia

  3. EVOLUZIONE DEL PEEP 1971 1989 2011

  4. SISTEMA VIARIO VIA GORKI VIA VERNE VIA GOETHE VIA BYRON VIA SANT’ANNA DESTINAZIONI D’USO SUPERMERCATO CENTRO CIVICO DAY HOSPITAL SCUOLA MATERNA CENTRALE TERMICA PALESTRA ASILO

  5. VIA GORKI

  6. VIA GORKI

  7. VIA VERNE

  8. VIA VERNE

  9. VIA GOETHE

  10. VIA GOETHE

  11. VIA BYRON

  12. VIA BYRON

  13. VIA BYRON Per la prima volta in Italia fu utilizzata la banda 5° in diffusione. Era l’inizio della televisione a colori in Italia.Forte di una sentenza della Corte Costituzionale favorevole alla A.N.T.R.E.(nata nella primavera 1972), il gruppo degli antennisti e tecnici della Provincia di Bologna aprì di fatto la strada alle TV private a alla diffusione della TV a colori.Dopo alcuni anni di volontariato, le pressanti richieste di assistenza tecnica che provenivano dai nuovi soggetti che andavano via via affacciandosi sul nuovo scenario della televisione privata, portarono alcuni elementi del gruppo originario a costituirsi in s.r.l. con il nome di Tecnantre.Nel 2001, Tecnantre ha festeggiato i 20 anni della sua attività.Si segnala che in una notte di fine agosto 1990 a Bologna...in tempo per la scadenza della Mammì le conversioni dei ripetitori ex Svizzera e Capodistria, in Rete 4 e Telemilano ch 58 che poi divenne Canale 5. Riceviamo e pubblichiamo In via Byron, il trasmettitore della Svizzera era da 3,2 W a transistor, CH 54, quello di Capodistria 2,8, CH 52 ..confesso che non ricordo quello di Montecarlo CH 55 (chiederò a Barbacini ) ed erano montati a parete. Quando li riportarono, dopo il sequestro, vennero riattaccati al muro direttamente dall'Escopost. L'antenna, di 10 pali, con due pannelli in cima ed un trespolo fatto fare dal Sig. Pelliccioni per bilanciare il peso, ovviamente non fu sequestrata. (avrebbero dovuta smontarla !!!) Fu montata da un gruppo nutrito di antennisti dell'epoca. 2 per ogni tirante (acciaio di 6 mm.) 4 alla scala e al paranco ed il sottoscritto col sig. Pelliccioni, al centro dei due lati, per guidare il tiraggio, in modo che salisse diritta. Era tirantata come un albero da nave, oltre ai 4 tiranti già menzionati, con varie crociere a 4 bracci. Occorsero due giorni, ed alla fine era alta 21 mt. Il trasmettitore della svizzera, nei primi tempi, andava qualche volta in blocco, allora si doveva muovere un trimmer collegato al quarzo oscillatore, per farlo ripartire. Dalla sede di allora dell'ANTRE, a San Lazzaro, tutte le sere, a turno, previo compenso di una pizza dal ristorante confinante, un tecnico spegneva la pubblicità, come disponeva allora la legge sulle TV estere, con un impulso radio, che metteva in funzione a Brunate, una telecamera in b/n che inquadrava un cartello esplicativo, illuminato da due lampadine. (metti che una si bruciasse..) Per fortuna la Svizzera era molto puntuale nei suoi palinsesti....quindi poche volte sforavamo con gli spegnimenti.

  14. VIA SANT’ANNA

  15. SUPERMERCATO

  16. E' inaugurato il Centro civico del quartiere Corticella. Si tratta di un complesso costruito su progetto dell'arch. Carlo Salomoni appositamente al centro di un grosso insediamento PEEP da poco edificato. Comprende gli uffici di quartiere, l'anagrafe, una sala per il consiglio capace di 100 posti, un auditorium di 600 posti, la biblioteca, il poliambulatorio, il bar, una palestra. In fasi successive saranno aggiunti un grande supermercato Coop e scuole elementari e medie. I vari servizi sono collegati tra loro da passaggi pedonali coperti. CENTRO CIVICO

  17. LA NUOVA GORKI sglab

  18. SCUOLA MATERNA

  19. ASILO

  20. ASILO

  21. PALESTRA

  22. PALESTRA

  23. VERDE

  24. VERDE

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