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Politiche pubbliche: la sfida della partecipazione

Politiche pubbliche: la sfida della partecipazione. Convegno Cittadinanza digitale e politiche pubbliche 8 aprile 2013 Villa Cambiaso Mauro Palumbo Università di Genova. I presupposti della partecipazione. La crisi della democrazia rappresentativa (legittimazione e rappresentatività)

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Politiche pubbliche: la sfida della partecipazione

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Presentation Transcript


  1. Politiche pubbliche: la sfida della partecipazione Convegno Cittadinanza digitale e politiche pubbliche 8 aprile 2013 Villa Cambiaso Mauro Palumbo Università di Genova

  2. I presupposti della partecipazione • La crisi della democrazia rappresentativa (legittimazione e rappresentatività) • La complessità sociale • La sussidiarietà • Dal governo alla governance Mauro Palumbo

  3. 1. Rappresentantività e legittimazione Istituzioni democratiche meno rappresentative (crisi dei partiti) Dunque meno legittimate a decidere Anche per la maggiore complessità sociale Mauro Palumbo

  4. 2. La complessità sociale: • - aumento delle variabili "in gioco" nel determinare i comportamenti • - diminuzione della capacità esplicativa delle "variabili strutturali" • - aumento del numero degli (e delle relazioni tra) operatori "istituzionali" • - maggiore velocità con cui si diffonde il cambiamento (dentro e delle regole) = realtà sociale a più basso tasso di prevedibilità Mauro Palumbo

  5. quindi • più attori sulla scena, • più opzioni possibili per i singoli attori, • meno regole del gioco stabili su cui basarsi, • più vincoli da rispettare Mauro Palumbo

  6. Di qui la crisi dei tre attori tradizionali A) Decisori/Assemblee degli eletti (non rappresentano e non conoscono abbastanza i problemi) B) Esperti (non hanno più saperi tecnici, di contenuto o di procedure, univoci e accettati) C) Organizzazioni rappresentative (i cittadini non delegano integralmente neanche a loro) E la richiesta di coinvolgimento diretto dei cittadini (sui temi che li toccano direttamente) Mauro Palumbo

  7. 3. La sussidiarietà • Gli interventi debbono essere progettati ed effettuati dall’istituzione più vicina ai soggetti interessati • Le istituzioni pubbliche intervengono solo quando i cittadini o i gruppi locali non sono in grado di affrontare autonomamente una certa situazione (e non sostituendosi ma affiancando-integrando la loro azione) • . Mauro Palumbo

  8. 4. Dal governo alla governance • Meccanismo di coordinamento diverso sia dal mercato che dalla gerarchia formale • Legata al passaggio dal rowing (remare) allo steering (timonare) • Attività di coordinamento tra i diversi attori interessati ad un risultato in un contesto di rete con capacità di gestione di partnership • Ossia regia di un soggetto pubblico di azioni di pubblici e privati o terzo settore coordinati in base a titolarità prevalente di politica o di accordo Mauro Palumbo

  9. I 5 principi della governance • Apertura (include trasparenza) • Partecipazione • Responsabilità (chiarezza ruoli – accountability) • Efficacia (obiettivi chiari e valutabili) • Coerenza (delle politiche) (da Libro bianco europeo sulla governance, 2001) Mauro Palumbo

  10. L’attore pubblico: • Fissa obiettivi e standard (di qui centralità di valutazione del conseguimento dei risultati) • Lascia l’operatività ad altri attori • Diventa coordinatore e facilitatore dell’attività degli altri La processualità è l’essenza della governance Mauro Palumbo

  11. Il modello • modello della governance, presuppone «l’apertura dei processi di policy making ad una pluralità di attori e organizzazioni, pubblici e privati, e la diffusione conseguente di stili negoziali delle azioni pubbliche e strutture di tipo partenariale» (Bifulco, 2005: 27). Mauro Palumbo

  12. Da Giovanni Moro • gli ingredienti più importanti della governance sono «i seguenti: • - il processo di decisione è la risultante di una interazione tra diversi soggetti che condividonoresponsabilità di governo con la stessa intensità; • - a prendere le decisioni sono gli stessi soggetti che hanno responsabilità diretta nella messa in opera; • - i soggetti nei confronti dei quali il processo di formazione delle politiche è compiuto vi partecipano a pieno titolo» (Moro, 1998: 32). Mauro Palumbo

  13. Tipi di partecipazione • Movimenti sociali nati in reazione a politiche pubbliche decise in modo troppo autoreferenziale  prospettiva conflittuale tra cittadini e decisori • Associazioni, gruppi o reti informali che producono spesso servizi ed attività di rilievo pubblico  sussidiarietà • Partecipazione sollecitata dagli stessi decisori per migliorare o legittimare le policy  tentativo di inserire nei processi decisionali la voce dei cittadini Mauro Palumbo

  14. Dall’approccio DAD all’approccio SON (Cantone 2008 in Pastore, 2010) Mauro Palumbo

  15. Partecipazione come fine e come mezzo Espressiva, identitaria, di empowerment, per rafforzare la democrazia = performance democratica Strumentale, per incrementare la qualità delle decisioni e la loro appropriatezza = performance operativa Sfida: conciliare i due aspetti (democraticità/ efficacia ed efficienza) Mauro Palumbo

  16. Da linee guida OECD per un policy making inclusivo Impegno (dei policy makers: crederci!) Diritti (dei cittadini e obblighi delle istituzioni: non è un optional ma un diritto!) Chiarezza (obiettivi e limiti: realismo!) Tempo (da subito e con tempo adeguato: chi ben comincia/ ma non sprechiamo tempo!) Inclusione (coinvolgere tutti e non i soliti noti) Mauro Palumbo

  17. segue Risorse (sia finanziarie che di competenze: formare cittadini e operatori!) Coordinamento (all’interno dei livelli di governo: dare uno sbocco!) Responsabilità (sapere in anticipo effetti e controllare il processo: non è un gioco!) Valutazione (deve accompagnare il processo) Cittadinanza attiva (da rafforzare) Mauro Palumbo

  18. Finalità e funzioni della partecipazione(Palumbo e Congiu, 2009)

  19. 1 - Informazione possedere o condividere l’informazione: è necessario che i cittadini e gli stessi operatori abbiano informazioni adeguate su ciò che un’amministrazione pubblica intende realizzare (o ha realizzato) Spesso informazione presuppone formazione

  20. 2 - Ascolto • l’ascolto dei cittadini: l’ingresso “forzato” nel deposito informativo del potere delle categorie di lettura della realtà dei cittadini • creare un ambiente che incorpori i codici comunicativi dei cittadini all’interno delle azioni di programmazione e valutazione • manifestare una capacità di ascolto che accetta e dà anzi per scontato che la stessa situazione possa essere definita altrimenti, con conseguenze diverse sia in termini analitici che propositivi

  21. 3 - Deliberazione • partecipazione inclusiva, ovvero fornire ai cittadini e loro organizzazioni la possibilità di essere parte del processodi formazione delle decisioni, protagonisti dell’attivazione, gestione e realizzazione del processo: dall’informarsi all’essere attivo e consapevole della propria partecipazione e del peso che potrà avere per la presa di decisioni • valutazione partecipata strumento di democratizzazione delle politiche “tradizionali”: partecipazione attraverso la valutazione.

  22. Partecipazione: continuum e strumenti (adattata da International Associationfor Public Participation in Pastore 2010)

  23. Alcune sfide I cittadini non sono solo elettori o utenti Abbassare le barriere all’ingresso Accettare/gestire il conflitto Non sprecare l’investimento dei cittadini in tempo e fiducia Recepire nel policy making formale la partecipazione Forme e modalità diverse per livelli decisionali e temi diversi Mauro Palumbo

  24. Ovvero…(Pastore, 2010:86) Perché? (finalità) Quali obiettivi si pone? Chi partecipa? (soggetti) Individui, gruppi, loro rappresentanti? Cittadini generici o stakeholder (decisori, operatori, ecc.)? Quando? (Momento) nella fase decisionale o di programmazione di una policy? Nell’implementazione? Nella valutazione ex post? Quanto tempo si ha a disposizione? Quanto? (Livello) che livello di coinvolgimento è più adatto? Per chi? Quanto incide sulla decisione finale? A cosa? (oggetto) è un argomento conosciuto? Esistono già opinioni a riguardo? Servono competenze tecniche per affrontarlo? È un tema particolarmente controverso? Quali risorse e vincoli (della partecipazione)? Di quali fondi si dispone? Di quali competenze? Quali gli ostacoli e i vincoli prevedibili?  Come? (tecniche e strumenti): quali tecniche o strumenti sono più adatti?

  25. Le soluzioni • A) a ogni decisione la sua partecipazione • B) partecipazione in ogni fase dei processi • C) inclusa la valutazione, che produce apprendimento per nuovo ciclo decisionale • D) coordinando partecipazione stakeholder e cittadini • E) garantendo trasparenza e responsiveness Mauro Palumbo

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