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Hegel

Hegel. “Fenomenologia dello Spirito”. La “Fenomenologia dello Spirito” è la storia romanzata della coscienza, che attraverso erramenti, contrasti e scissioni esce dalla sua individualità riconoscendosi come ragione che è realtà e realtà che è ragione.

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Presentation Transcript


  1. Hegel

  2. “Fenomenologia dello Spirito”

  3. La “Fenomenologia dello Spirito” è la storia romanzata della coscienza, che attraverso erramenti, contrasti e scissioni esce dalla sua individualità riconoscendosi come ragione che è realtà e realtà che è ragione Un lungo e spesso drammatico viaggio che Hegel compie attraverso la storia dell’umanità, per giungere alla conclusione che solo in una istituzione ben determinatalo Statola coscienza trova piena realizzazione Vediamo come

  4. Il punto di partenza è naturalmentela Coscienzaintesa come“certezza sensibile”che appare all’uomo come quella più ricca e sicura, ma in realtà è la più povera Possiamo infatti essere certi di qualche cosa solamente in quanto presente davanti a noi: un albero, una casa, un libro, esistono poiché noi li percepiamo qui ed ora. Si tratta, dunque, di una certezza particolare, grazie alla quale noi sappiamo che cos’èquesta cosama non la cosa,questo albero che si innalza davanti a noi, ma non l’albero in quanto tale

  5. Per capire i passaggi successivi occorre non dimenticare mai che Hegel avanza per triadi dialettiche E così, dopo la certezza sensibile (tesi)sopraggiunge lapercezione (antitesi) Come la certezza sensibile non stabilisce la realtà di una determinata cosa, così la percezione non riesce a determinare l’oggetto se non sintetizzando le sue diverse qualità (oggettive o soggettive). E così, invece di un verde, di un cilindro e di altre numerose qualità dell’albero, noi percepiamo l’albero che ci è davanti, che tuttavia continua a non essere l’albero ma solamente questo albero

  6. La terza fase èl’intelletto (sintesi) Il quale tuttavia è in grado di determinare solamente la “forza” dell’oggetto in questione, il fatto cioè che risponde a determinate leggi. Il riferimento è a Kant:l’intelletto vede l’oggetto come mero “fenomeno”, al quale si contrappone l’essenza vera dell’oggetto, il suo “noumeno”, che è ultrasensibile Poiché il fenomeno è soltanto nella coscienza e ciò che è al di là del fenomeno o è un nulla o è qualcosa per la coscienza, la coscienza ha a questo punto risolto l’intero oggetto in se stessa ed è diventata coscienza di sé, cioèAUTOCOSCIENZA

  7. Riassumendo Certezza sensibile (tesi) COSCIENZA (tesi) Percezione (antitesi) Intelletto (sintesi) AUTOCOSCIENZA (antitesi)

  8. Naturalmente anche l’Autocoscienza avrà i suoi momenti triadici.È questa la parte più interessante di tutta l’opera, quella in cui sono contenute le figure più celebri L’attenzione si sposta oradall’oggetto al soggettocioè all’attività concreta dell’Io considerato nei suoi rapporti con gli altri La figura più nota è senza dubbio quella del Rapporto servo/padrone

  9. Il presupposto dell’autocoscienza è che essa si metta in rapporto con altre autocoscienze che la possano riconoscere.Insomma, l’autocoscienza non può limitarsi a trovare il proprio appagamento negli oggetti sensibili (come l’albero dell’esempio precedente), ma ha – per costituzione biologica – necessità di rapportarsi con i propri simili “L’autocoscienza raggiunge il suo appagamento solo in un’altra autocoscienza” Ma il rapporto tra le autocoscienze non avviene attraverso l’amore come sostengono i romantici e come Hegel stesso aveva scritto nelle sue opere giovanili, bensì attraversoil conflitto

  10. E tuttavia l’idea stessa del conflitto si ispira al Romanticismo. Il conflitto, infatti, rimanda al carattere drammatico della storia, alla sfide che questa pone quotidianamente di fronte all’uomo. Hegel considera la pace (cioè l’amore) pericolosa per l’umanità. Esattamente come accade all’acqua del mare, la quale, se non purificata dalla mareggiata, rischia di imputridirsi e, di conseguenza, di morire e di fare morire tutte le sue creature Il rapporto servo/padrone rende bene l’immagine di una vita in cui la lotta, lo scontro e non il confronto o l’amore dominano incontrastate: è grazie a loro se esiste la vita. Non è affatto un paradosso. Già gli antichi greci (prima di tutto Eraclito) avevano pensato alla guerra come condizione della vita. Sarà poi Charles Darwin (lontano mille miglia dal pensiero di Hegel) a confermare comela lotta per la vita è il segreto della vita stessa

  11. Dunque, il rapporto tra le autocoscienze è uno scontro al termine del quale uno dei due contendenti deve soccombere, asservendosi al vincitore Ma come avviene lo scontro?Come accade che uno dei due contendenti si trova asservito all’altro? Ancora una volta molto romanticamente, Hegel introduce il concetto dimorte Infatti, il Signore sarà colui che avrà messo a repentaglio la propria esistenza pur di rimanere indipendente, di vincere la battaglia nei confronti dell’altro. È colui che ha avuto coraggio, che ha resistito una frazione di secondo in più dell’avversario, conquistando in tal modola vittoria

  12. È quanto accade in uno dei film cult della rivoluzione giovanile del dopoguerra“Gioventù bruciata”I giovani si sfidano in una folle gara con le proprie automobili. Ma la vittoria non consiste nel tagliare il traguardo per primi, bensì nel lanciarsi fuori dalla macchina per ultimi, prima di precipitare in una scarpata.Chi vince diventa leader del gruppo e asservisce lo sconfitto La teoria del conflitto di Hegel, il rapporto coraggio/morte troveranno fortuna nella storia della filosofia. La faranno propria intellettuali del calibro di Karl Marx, Arthur Schopenauer, Charles Darwin, Herbert Spencer e Martin Heidegger, solo per fare i nomi più noti, tutti o quasi piuttosto lontani dai cardini della sua filosofia

  13. E tuttavia il rapporto dialettico non si esaurisce con l’asservimento del più vile, mettendo capo invece ad una paradossale inversione di ruoli Il padrone, infatti, sarà destinato a godere dei frutti della propria vittoria, adagiandosi sul lavoro del servo, declinando ogni impegno e delegando ogni fatica allo sconfitto. Alla fine sarà proprio lui a dipendere dal servo e ad essere da questi asservito Lo schiavo è tale perché ha avuto paura della morte, ma trova nellavorola strada per il proprio riscatto “Il lavoro rende liberi”

  14. Ma la coscienza non ha terminato il suo errare. Hegel analizza con la stessa forza con la quale ha dato vita ad una delle figure più affascinanti della storia della filosofia, la storia dell’uomo occidentale attraverso diverse epoche. Liberato dalla servitù, l’uomo si ritrova in epoca STOICA, una visione del mondo che celebra la completa autosufficienza e la libertà del saggio nei confronti di tutto ciò che lo circonda. Ma si tratta di un passaggio che non appaga la sua coscienza, una mera ed astratta libertà interiore.Ecco allora insorgere l’epoca SCETTICA, in cui l’uomo sospende l’assenso su tutto ciò che lo circonda. Ma lo scetticismo è contraddittorio: dichiarando infatti che tutto è vano e non vero, afferma qualcosa di vero, il che è impossibile.Una contraddizione che viene risolta dall’EBRAISMO, in cui l’Assoluto, la verità, la certezza viene sentita lontana dalla coscienza, proiettata in un Dio trascendete e padrone assoluto della vita come della morte. L’uomo torna dunque ad essere servo. È necessaria una nuova liberazione

  15. E la liberazione arriva, con CRISTO, un Dio incarnato, che risolve la scissione ebraica. Dio, ovvero le certezze, l’Assoluto, le verità, tornano all’uomo, grazie al sacrificio del Salvatore.Ma anche il Cristianesimo si rivela illusorio e fallimentare, come mostrano le CROCIATE, una guerra partita alla ricerca dei luoghi santi e conclusasi con la scoperta di un … sepolcro vuoto.Il Cristianesimo a questo punto evolve verso una devozione che ricorda quella ebraica: è il CRISTIANESIMO MEDIEVALE. L’uomo torna a vedere Dio come qualcosa di lontano, trascendente e a prostrarsi ai suoi piedi: una nuova forma di servitù che trova le sue più appariscenti manifestazioni nelle varie pratiche di mortificazione dell’epoca, monaci che si autoflagellano, suore di clausura etc.Ma, come accade spesso con la dialettica hegeliana, il punto più basso è destinato a trapassare in quello più alto. È quanto accade con il RINASCIMENTO e L’ETA’ MODERNA, allorquando la coscienza, nel suo vano sforzo di unificarsi a Dio, si rende conto di essere essa stessa Dio, l’Assoluto

  16. Riassumendo Certezza sensibile (tesi) COSCIENZA (tesi) Percezione (antitesi) Intelletto (sintesi) AUTOCOSCIENZA (antitesi) RAGIONE(sintesi)

  17. La Coscienza è finalmente divenutaRagione e come tale ha assunto in sé ogni realtà “La ragione è la certezza di essere ogni realtà” A questo punto si tratterebbe di vedere in che modo la ragione giunge alla piena consapevolezza di sé, ma, per chiarezza espositiva ed esaustività, è meglio rifarsi ad altre opere

  18. Dopo la storia romanzata della coscienza, Hegel costruisce la sua monumentale opera filosofica, la “Enciclopedia delle Scienze filosofiche”così ripartita LOGICA (tesi)FILOSOFIA DELLA NATURA (antitesi)FILOSOFIA DELLO SPIRITO (sintesi) Spirito soggettivo Spirito oggettivo Spirito assoluto

  19. LOGICA

  20. La Logica èscienza dell’idea puracioè l’Idea nell’elemento astratto del pensiero.Si tratta dell’impalcatura del suo pensiero e, di conseguenza, del mondo, della storia, di tutto. Il punto di partenza deve essere il concetto più vuoto ed astratto di tutti, quello deL’ESSEREun essere assolutamente indeterminato, privo di qualsivoglia contenuto Ma un tale essere, così astratto e indeterminato, sarà identico alNULLA E il passaggio dall’essere al nulla o dal nulla all’essere non sarà cheDIVENIRE

  21. ESSERE (tesi) NULLA (antitesi) DIVENIRE (sintesi) Ecco l’esordio della Logica, che altri non è se non l’esordio stesso della Filosofia, delle infinite diatribe dell’antica Grecia tra i filosofi dell’Essere (come Parmenide) e quelli del nulla (come Eraclito), risolta da Platone e, soprattutto, da Aristotele con la teoria del divenire. Anche questo è uno dei passaggi destinati a passare alla storia

  22. Le fasi successive sono decisamente complesse e sicuramente meno affascinanti. Riassumendo: Il divenire dell’essere come pura astrazione e come tale indeterminato lo porta gradualmente ad essere un essere determinatoe come tale ESSENZA (tesi) Dall’essenza, l’essere giunge, attraverso complessi passaggi, al CONCETTO (antitesi) Il passaggio finale sarà quello di pervenire alla IDEA (sintesi), la quale è la totalità della realtà in tutta la ricchezza delle sue determinazioni

  23. La logica è importante per mostrare come Hegel intende muoversi, cioè dialetticamente, in un ritmo incessante (ma non infinito) di passaggi da una triade a quella successiva, in cui –sempre in maniera sofferta – il protagonista, che sia l’essere, l’idea, l’assoluto o l’uomo concreto, va alla ricerca di appagamento, di determinazioni che ne specifichino il proprio ruolo nella storia dell’umanità. Partito dall’essere come nulla, attraverso un graduale arricchimento di determinazioni, lo spirito è finalmente giunto ad un grado di determinazioni completo ed è dunque pronto al grande salto verso ilFUORI DI SE’cioè verso l’emblema dell’antitesi che è LA NATURA

  24. FILOSOFIA DELLA NATURA

  25. La natura è per Hegel un problema serio.È sicuramente una necessità, ma anche qualcosa di profondamente diverso dallo spirito. Un impiccio dal quale tirarsi fuori al più presto.E infatti le pagine dedicate alla natura sono di spessore sicuramente inferiore rispetto alle altre La natura è sostanzialmenteL’IDEA NELLA FORMA DELL’ESSERE ALTROdunque pura ESTERIORITA’Considerata in sé è sicuramente divina (e non potrebbe non esserlo se in ogni cosa si manifesta l’Infinito, l’Assoluto), ma nel modo in cui essa è, il suo essere non corrisponde certamente al concetto. Insomma, la natura èPURA CONTRADDIZIONEè la decadenza dell’Idea, inadeguata al suo potenziale

  26. E tuttavia è un passaggio necessario, affinché l’Idea possa fare ritorno a se stessa ulteriormente arricchita, anche se è difficile immaginare come, vista la scarsa considerazione di cui la gode presso il filosofo tedesco. Per Hegel, infatti, risulta a dir poco inconcepibile voler conoscere Dio attraverso le opere naturali.La natura, dunque, non è altro chePATTUMIERA DEL SISTEMAun luogo ove relegare tutte le contraddizioni insolute Si farebbe dunque torto ad Hegel soffermarsi ulteriormente su un passaggio che presenta spesso anche tratti di pura “illogicità”.Accontentiamoci dunque di sapere che l’Idea fa ritorno a se stessa dopo un difficile errare tra le cose naturali e viene premiata per questo sforzo con il titolo diSPIRITO

  27. FILOSOFIA DELLO SPIRITO

  28. È lo studio dell’Idea che, dopo essersi estraniata da sé, sparisce come natura, cioè come pura esteriorità, per farsi finalmente soggettività e libertà, auto-creazione e auto-produzione.Anche in questo caso Hegel procede in maniera dialettica SPIRITO SOGGETTIVO (tesi)SPIRITO OGGETTIVO (antitesi)SPIRITO ASSOLUTO (sintesi)

  29. LO SPIRITO SOGGETTIVO

  30. Lo Spirito Soggettivo è lo spirito individuale considerato nel suolento e progressivo emergere dalla naturaattraverso un processo che va dalle forme più elementari di vita psichica alle più elevate e complesse attività conoscitive e pratiche Riassumendo, il viaggio dello Spirito Soggettivo si compie principalmente attraverso i seguenti momenti ANTROPOLOGIA (tesi)FENOMENOLOGIA (antitesi)PSICOLOGIA (sintesi)

  31. L’ANTROPOLOGIA Studia lo spirito come anima, che si identifica con quella fase aurorale della vita cosciente che rappresenta una sorta diDORMIVEGLIA DELLO SPIRITOSi tratta cioè di tutto quel complesso di legami che lega lo spirito alla natura, come il carattere, il temperamento, le diverse disposizioni psicofisiche eccetera.

  32. Nella sezione dedicata all’Antropologia si trova anche una interessante suddivisione delle età della vita che anticipa tutti gli studi di psicologia: INFANZIA: il momento in cui l’individuo si trova in armonia con il mondoGIOVINEZZA: il momento in cui l’individuo, con i suoi ideali e le sue speranze, si trova in contrasto con il mondo MATURITA’: il momento in cui l’individuo si riconcilia con il mondo Nel periodo infantile (tesi) il fanciullo vive in totale armonia con il mondo circostante, da cui dipende per potere continuare a vivere.Nel periodo dell’adolescenza (antitesi) avviene la frattura: il giovane rompe i legami con la famiglia e afferma la propria identità.L’età adulta (sintesi) rappresenta la ricomposizione della scissione adolescenziale: il giovane ha messo su famiglia ed è dunque in grado di comprendere tutte le difficoltà inerenti al suo nuovo ruolo e quindi anche quella dei genitori da cui si è distaccato

  33. LA FENOMENOLOGIA Studia lo Spirito in quanto “coscienza”, “autocoscienza” e “ragione”, di cui si è già detto in occasione dell’analisi della “Fenomenologia”

  34. LA PSICOLOGIA Studia lo Spirito in senso stretto, cioè nelle sue manifestazioni universali come il conoscere teorico, l’attività pratica e il volere libero CONOSCERE: si tratta della totalità di tutte quelle determinazioni – come l’intuizione, la rappresentazione e il pensiero – che costituiscono il processo concreto attraverso il quale la ragione trova se stessa nel suo contenuto ATTIVITA’ PRATICA: è l’unità di quelle manifestazioni – come il sentimento pratico, gli impulsi e la felicità – attraverso le quali lo spirito giunge in possesso di sé divenendo in tal modo libero VOLERE LIBERO o SPIRITO LIBERO: è la volontà di libertà, grazie alla quale lo Spirito può finalmente “oggettivarsi” nelle realtà concrete del mondo nel suo sviluppo storico

  35. LO SPIRITO OGGETTIVO

  36. È nello Spirito Oggettivo che si trova il nucleo del pensiero filosofico di Hegel. Nonostante si tratti di un momento “negativo”, cioè di una antitesi, siamo in presenza di un passaggio decisivo, quello in cui lo Spirito si trova a fare i conti con leISTITUZIONI SOCIALI CONCRETEquell’insieme di determinazioni sovra-individuali che il filosofo raccoglie sotto il concetto diDIRITTO

  37. la partizione dello Spirito Oggettivo DIRITTO ASTRATTO (tesi) Proprietà (tesi) Contratto (antitesi) Illecito/pena (sintesi) MORALITA’ (antitesi) Proponimento (tesi) Benessere (antitesi) Bene e male (sintesi) ETICITA’ (sintesi) Famiglia (tesi) Società Civile (antitesi) Stato (sintesi)

  38. IL DIRITTO ASTRATTO

  39. La volontà libero, lo spirito libero, si manifesta innanzitutto comeVOLERE DEL SINGOLO INDIVIDUOconsiderato alla maniera del Diritto Romano, cioè comepersona fornita di capacità giuridiche Si tratta dunque di concepire i singoli comepuri soggetti astratti di dirittoindipendentemente dai caratteri specifici e dalle condizioni concrete che li diversificano tra di loro.In questo senso, il Diritto Astratto coincide essenzialmente con ilDIRITTO PRIVATO

  40. La persona trova il suo primo compimento in una “cosa esterna” che diventa di suaPROPRIETA’ (tesi)Ma la proprietà diviene effettivamente tale soltanto in virtù del reciproco accordo tra le persone giuridiche, ossia attraverso l’istituto delCONTRATTO (antitesi)Ma è ovvio che l’esistenza del diritto rende possibile anche il suo contrario, cioè l’illecito, il quale tuttavia richiede sempre una pena:ILLECITO / PENA (sintesi)La pena rappresenta la ri-affermazione potenziata del diritto cioè una negazione dell’illecito stesso (che a sua volta era negazione del diritto). Insomma – secondo Hegel – l’illecito è una necessità in quanto, conferendo la pena, la persona risulta “onorata” come essere razionale. Ma la pena, per essere efficace, non deve presentarsi mai come vendicativa, ma venire assolutamente introiettata dal colpevole, fatta sua, consentendogli in tal modo di aprirsi alla fase successiva, la moralità

  41. LA MORALITA’

  42. La moralità è la sfera della volontà soggettiva quale si manifesta nellaazione Il fine a cui mira l’azione individuale è ilbene Ma si tratta di una idea astratta.La moralità – secondo Hegel – è caratterizzata dalla scissione tra una soggettività che deve realizzare il bene e il bene che deve essere realizzato. È la secolare problematica traEssere e Dover esseretipica soprattutto della morale kantiana. Dunque, la morale individuale non può appagare lo Spirito, non può portare ad alcuna felicità.Occorre di conseguenza passare ad un’altra e più elevata fasel’Eticità

  43. ETICITA’

  44. L’eticità risolve la contraddizione della moralità, quella tra la soggettività e il bene, tra l’essere e il dover essere.Se la moralità è volontà soggettiva, interiore e privata, l’eticità èmorale socialecioè realizzazione del bene in quelle forme istituzionali che sono Famiglia (tesi) Società Civile (antitesi) Stato (sintesi) L’eticità rappresenta il superamento della spaccatura tra interiorità ed esteriorità, di fatto la fine dell’errare infelice della coscienza

  45. LA FAMIGLIA Nella famiglia, il rapporto naturale tra i sessi assume la forma di unaunità spiritualefondata sull’amore e la fiducia reciproche.La famiglia si articola inmatrimonio, patrimonio, educazione dei figli Il pensiero di Hegel è dunque chiaro: alla base dell’eticità, necessario sbocco di una moralità individuale del tutto inadeguata, c’è la famiglia. E dato che al culmine dell’Eticità c’è lo Stato, significa che lo Stato poggia sulla famiglia.Famiglia e Stato “etici” daranno luogo ad aspre polemiche e dibattiti negli anni e secoli successivi, di cui si farà menzione più avanti Una volta educati, i figli possono uscire dalla famiglia per formare altri nuclei famigliari.

  46. SOCIETA’ CIVILE

  47. La società civile è un momento “antitetico”, dunque per definizione contraddittorio. E infatti, con la formazione di nuovi nuclei famigliari, il sistema unitario e concorde della famiglia si frantuma nelsistema atomistico della Società Civileche si identifica sostanzialmente con la sfera economico-sociale-giuridica-amministrativa del vivere insieme.La società civile èluogo di scontrotra interessi particolari e divergenti, che si trovano a dovere coesistere. Insomma, la Società Civile non può rappresentare che un passaggio, necessario come sempre ma pur sempre negativo, verso la vera eticità, che troverà il suo culmine nello Stato. E tuttavia la Società Civile è pur sempre compresa nell’Eticità, dunque considerata in maniera tutto sommato positiva. Il concetto di Società Civile è propria di un passaggio epocale, quello verso la società borghese moderna, dove a dominare sono gli interessi particolari.

  48. Anche la Società Civile si articola in tre momenti IL SISTEMA DEI BISOGNI (tesi)Gli individui, dovendo soddisfare i propri bisogni mediante la produzione della ricchezza e la divisione del lavoro, danno origine a differenticlassiEcco allora spiegato il perché di un sistema “atomistico”: essendoci bisogni differenti, nasce la differenziazione in classi sociali, che per Hegel sono sostanzialmente tre: CLASSE SOSTANZIALE O NATURALE: gli agricoltori, che hanno il patrimonio nei prodotti naturali della terra che lavorano CLASSE FORMALE: artigiani, fabbricanti e commercianti, che “danno forma” al prodotto naturale CLASSE UNIVERSALE: pubblici funzionari, che hanno per occupazione gli interessi universali della situazione sociale

  49. AMMINISTRAZIONE DELLA GIUSTIZIA (antitesi)è la sfera delle leggi e della loro tutela giuridica, identificato con ildiritto pubblico POLIZIA E CORPORAZIONI (sintesi)Si tratta della soluzione che Hegel propone per evitare la guerra tra le classi. Il “corporativismo”, che troverà non pochi seguaci tra le dittature fasciste del XX secolo e in alcuni passaggi della dottrina sociale della Chiesa, è una sorta di cerniera dialettica tra la società civile e lo Stato. Nelle Corporazioni, infatti, tutte le classi sociali collaborano tra di loro per il bene comune, cioè per lo Stato. La Corporazione è il luogo in cui vengono trovate le soluzioni più idonee per annullare il conflitto tra le classi sociali, il posto cioè in cui tutti cedono qualche cosa per il bene supremo. Siamo dunque molto lontani dal “liberismo” capitalistico che si imporrà di lì a poco e dalle teorie del “laissez faire” dei secoli precedenti. Il corporativismo rappresenta una sorta di ritorno ad un’epoca che l’Illuminismo aveva condannato in toto: il Medioevo

  50. Lo Stato (sintesi) Con lo Stato si giunge al culmine dell’eticità, l’ultimo stadio prima di passare alla fase finale dello Spirito Assoluto.Dopo la “dispersione” rappresentata dalla società civile, dove dominano gli interessi particolari ai quali si cerca di porre rimedio con le corporazioni, lo spirito si “ricompone”: si può dire che si ri-affermi l’unità della famiglia che era stata disgregata nella società civile.Dunque, lo stato si presenterà come una sorta difamiglia in grandedove tornano a manifestarsi gli interessi collettivi.È bene comunque precisare come il passaggio verso lo Stato non implichi affatto la soppressione della Società Civile, ma la sua “composizione” entro un orizzonte più ampio.

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