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IL TRATTAMENTO DEL PAZIENTE CON TRAUMA MAGGIORE

IL TRATTAMENTO DEL PAZIENTE CON TRAUMA MAGGIORE. DE ROSA EMANUELA FLORIDA INFERMIERE SPECIALISTA IN EMERGENZA . IL TRAUMA.

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IL TRATTAMENTO DEL PAZIENTE CON TRAUMA MAGGIORE

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  1. IL TRATTAMENTO DEL PAZIENTE CON TRAUMA MAGGIORE DE ROSA EMANUELA FLORIDA INFERMIERE SPECIALISTA IN EMERGENZA

  2. IL TRAUMA • Ogni anno in Italia si verificano, esclusivamente a seguito di incidenti stradali, circa 6.500 morti e oltre 300.000 feriti, ai quali si devono aggiungere le vittime di infortuni sul lavoro, domestici, sportivi e del tempo libero. • L’evento traumatico viene così a costituire la terza causa di morte in tutti i gruppi di età dopo le patologie neoplastiche e cardiovascolari e la prima in assoluto nella popolazione di età inferiore ai 40 anni, contribuendo in maniera rilevante anche a determinare un elevato numero di invalidità permanenti ad elevato costo economico e sociale.

  3. IL TRAUMA E’caratteristica della mortalità da trauma la DISTRIBUZIONE TRIMODALE • Circa il 50% dei decessi avviene direttamente sul luogo dell’evento o comunque entro la prima ora (morte immediata da ostruzione delle vie aeree, da gravi lesioni cranio-midollari,cardiache e dei grossi vasi) • Circa il 30%entro 4/6 ore dall’evento (morte precoce principalmente per trauma toracico o ipovolemia, ma anche per edema cerebrale, ematomi extra sub durali o lesioni misconosciute a livello ospedaliero) • Il rimanente 20% nel corso della successiva degenza (morte tardiva per sepsi ed insufficienza multiorgano)

  4. IL TRAUMA • Diapositiva da inserire

  5. IL TRAUMA • La qualità delle prime cure prestate immediatamente sul luogo dell’evento e l’intervallo tra evento e cure ospedaliere idonee, costituiscono fattori determinanti nel condizionare la prognosi e gli esiti a distanza negli eventi di natura traumatica. • Mentre la mortalità immediata risulta riducibile unicamente con un ‘attenta e perseverante opera di prevenzione, le morti precoci , le morti tardive e le invalidità possono essere ridotte anche attraverso: • La definizione di un sistema di soccorso finalizzato (Trauma System), in grado di garantire una buona qualità delle prime cure prestate sul luogo dell’evento. • La centralizzazione in tempi relativamente brevi dei traumi più gravi presso strutture idonee in grado di erogare prestazioni specialistiche (Trauma Center)

  6. IL TRAUMA • IL TRAUMA SYSTEM • E’ accertato che una buona organizzazione del soccorso territoriale è in grado di ridurre significativamente la mortalità pre ospedaliera, i tempi di degenza media e le sequele invalidanti. • Requisiti imprescindibili per un buon sistema di soccorso territoriale sono: • Attivazione di un numero unico di accesso al sistemadiemergenza (118) per la gestione centralizzata delle chiamate di soccorso • Disponibilità di personale qualificato addestrato alla ricezione della chiamata e alle operazioni di filtro (dispatch) • Ottimale distribuzione dei mezzi “BLS” (con soccorritori non professionisti tempi di risposta media <5min in città e <20 min in area rurale) e “ALS” (con equipe medica e infermieristica con tempi di risposta media<20 minin area metropolitana e rurale)

  7. IL TRAUMA • IL TRAUMA SYSTEM • E’ accertato che una buona organizzazione del soccorso territoriale è in grado di ridurre significativamente la mortalità pre ospedaliera, i tempi di degenza media e le sequele invalidanti. • Requisiti imprescindibili per un buon sistema di soccorso territoriale sono: • Qualificazione del personale volontario e non operante sul territorio in grado di applicare correttamente i principi di stabilizzazione del traumatizzato e le procedure di triage nell’identificazione dei traumi maggiori. • Raccordo con l C.O 118 per una corretta e tempestiva identificazione dell’ospedale di destinazione. • Organizzazione della struttura ospedaliera di ricezione

  8. IL TRAUMA IL CONCETTO DI “GOLDEN HOUR” • I PRIMI 60 MINUTI RAPPRESENTANO L’INTERVALLO PREZIOSO IN CUI LA QUALITA’ DELLE PRIME CURE E’ IN GRADO DI INFLUENZARE IN MODO DECISIVO LA PROGNOSI DEL TRAUMATIZZATO. • L’ORAD’ORO INIZIA NEL MOMENTO IN CUI SI VERIFICA L’EVENTO TRAUMATICO E QUINDI ANCORA PRIMA DELL’ARRIVO IN C.O DELLA RICHIESTA DI SOCCORSO • PER UN BUON UTILIZZO DELLA “GOLDEN HOUR” TUTTE LE FASI DELL’OPERAZIONE DI SOCCORSO (RICEZIONE DELLA CHIAMATA, DISPATCH,ARRIVO SUL POSTO,ETC) DEVONO ESSERE OTTIMIZZATE

  9. IL TRAUMA IL CONCETTO DI “GOLDEN HOUR ” • LA STABILIZZAZIONE SUL CAMPO DOVRA’ RISULTARE RAPIDA, EFFICACE, ESSENZIALE • I “GOLDEN TEN MINUTES” O “PLATINUM 10 MINUTES” RAPPRESENTANO IL TEMPO MASSIMO, 10 MINUTI PER LA STABILIZZAZIONE SUL CAMPO DA PARTE DI SOCCORRITORI CON CAPACITA’ BLS

  10. IL TRAUMA • “SCOOP AND RUN = CARICA E VAI ,questa filosofia trova applicazione prevalentemente negli USA dove vi è una prevalenza di traumi penetranti (ferita da taglio e da arma da fuoco) e non prevedono la presenza di una figura medica ma solo di EMT (Emergency Medical Tecnician tecnici specializzati nell’emergenza sanitaria) • STAY AND PALY = FERMATI EFAI,questa filosofia si è sviluppata prevalentemente nei paesi Europei caratterizzata da una maggiore medicalizzazione degli interventi territoriali e per larga maggioranza dei traumi chiusi • LOAD, GO AND PLAY = CARICA, PARTI E TRATTA (nel migliore dei modi assicurando le funzioni vitali e la mobilizzazione atraumatica) questo modello di comportamento è la risultante delle due filosofie principali che viene applicato a seconda delle caratteristiche territoriali, medico legali e professionali di riferimento

  11. IL TRAUMA FASI DEL SOCCORSO PRE OSPEDALIERO • ANTICIPAZIONE • VALUTAZIONE DELLA SCENA E AUTOPROTEZIONE • MECCANISMO DI LESIONE ( ELABORAZIONE DI UN INDICE DI SOSPETTO) • VALUTAZIONE PRIMARIA: Ac,B,C,D • VALUTAZIONE SECONDARIA: E • MOBILIZZAZIONE ATRAUMATICA • MONITORAGGIO, RIVALUTAZIONE E PROTEZIONE DAGLI AGENTI ATMOSFERICI • TRASPORTO

  12. IL TRAUMA :ANTICIPAZIONE • L’ANTICIPAZIONE E’ QUELLA FASE DEL SOCCORSO CHE PRECEDE L’ARRIVO IN POSTO. INIZIA AL MOMENTO DELL’ENTRATA IN SERVIZIO DELL’EQUIPE, E TERMINA AL MOMENTO DELL’ARRIVO SUL LUOGO DELL’EVENTO. • L’EQUIPE DEVE DEFINIRE A PRIORI, AL MOMENTO DELL’ENTRATA IN SERVIZIO I RUOLI DI CIASCUN MEMBRO, GLI INCARICHI ED I LIMITI DI CIASCUNO: IN PARTICOLARE DEVE ESSERE INDIVIDUATO UN CAPO EQUIPAGGIO O IL TEAM LEADER,CHE SARA’ COLUI IL QUALE DEFINIRA’ SUCCESSIVAMENTE I RUOLI E LE COMPETENZE • TUTTO IL PERSONALE DELL’EQUIPAGGIO DEVE CONOSCERE ALLA PERFEZIONE I MATERIALI E LE PROCEDURE DI INTERVENTO

  13. IL TRAUMA:VALUTAZIONE DELLA SCENA E AUTOPROTEZIONE LA VALUTAZIONE DELLA SCENA DURANTE LE FASI DI AVVICINAMENTO AL TRAUMATIZZATO DEVE ESSERE ATTENTA , RAPIDA E COMPLETA AL FINE DI: • GARANTIRE LA SICUREZZA (DEL SOCCORRITORE DELL’INFORTUNATO DEGLI ASTANTI) • VALUTARE L’ACCESSIBILITA’ AI FERITI (FABBISOGNO DI SUPPORTO TECNICO, ECC) • IDENTIFICARE IL NUMERO E LE CONDIZIONI DEI FERITI (TRIAGE, FABBISOGNO DI MEZZI DI SUPPORTO,ECC) • RILEVARE LA DINAMICA DELL’INCIDENTE (MECCANISMO DI LESIONE, INDICE DI SOSPETTO, LESION I ATTESE)

  14. IL TRAUMA:VALUTAZIONE DELLA SCENA E AUTOPROTEZIONE L’AUTOPROTEZIONE COSTITUISCE UN PRESUPPOSTO IRRINUNCIABILE E DERIVA DA UNA SERIE DI FATTORI QUALI: • FORMAZIONE SPECIFICA • BUON SISTEMA DI COMUNICAZIONI • UN ABBIGLIAMENTO IDONEO • COLLABORAZIONE CON ALTRE FIGURE COINVOLTE NEL SOCCORSO (ES VIGILI DEL FUOCO,ECC) • RISPETTO DELLE COMPETENZE LA PRIMA RICOGNIZIONE EFFETTUATA E’ DIRETTA ALL’EVIDENZIAZIONE DEI FATTORI AMBIENTALI CHE POSSONO CONFIGURARE UNA SITUAZIONE A RISCHIO PER IL PERSONALE DI SOCCORSO E PER LA VITTIMA

  15. IL TRAUMA:VALUTAZIONE DELLA SCENA E AUTOPROTEZIONE NUMEROSI E DIFFERENZIATI SONO GLI ELEMENTI CHE POSSONO CONFIGURARE UNA SITUAZIONE A RISCHIO , QUALI AD ESEMPIO: • FUOCO, FUMI LIBERAZIONE DI SOSTANZE TOSSICHE • FILI ELETTRICI • VEICOLI O MATERIALI PERICOLANTI • ALTA DENSITA’ DI TRAFFICO INCONTROLLATO • FRAMMENTI DI MATERIALI SPARSI • COMPORTAMENTI IRRESPONSABILI DI “SPETTATORI” IN UN CONTESTO SPECIFICO (ES I FUMATORI) • PROBLEMI SANITARI:HIV, EPATITE, ECC

  16. IL TRAUMAMECCANISMO DI LESIONE • IL TRAUMA PUO’ ESSERE DEFINITO COME UNA INTERAZIONE TRA UNA VITTIMA E UNA FONTE DI ENERGIA IN UNO SPECIFICO AMBIENTE. • IL TRASFERIMENTO DI ENERGIA AL CORPO DELLA VITTIMA COSTITUISCE IL PRINCIPALE DETERMINANTE DELLA LESIONE PRODOTTA (MECCANISMO DI LESIONE) • LA CONOSCENZA E LA VALUTAZIONE DEL MECCANISMO DI LESIONE PERMETTONO DI ELABORARE UN ALTO INDICE DI SOSPETTO NELLA RICERCA DELLE LESIONI CON LA POSSIBILITA’ DI INDIVIDUARE E TRATTARE TEMPESTIVAMENTE EVENTUALI LESIONI PRIMA CHE SI MANIFESTINO

  17. CINEMATICA SI DEFINISCE CINEMATICA IL PROCESSO DI VALUTAZIONE DELLA SCENA COMPIUTO AI FINI DI DETERMINARE L A DINAMICA DELL’EVENTO BASANDOSI SULLE FORZE COINVOLTE. SI BASA SU PRINCIPI FONDAMENTALI DELLA FISICA

  18. IL TRAUMAMECCANISMO DI LESIONE • “UN CORPO FERMO O IN MOVIMENTO TENDE A MANTENERE IL PROPRIO STATO FINO A QUANDO NON VIENE APPLICATA UNA FORZA (1° LEGGE DEL MOTO LEGGE DI NEWTON) • NULLA SI CREA NULLA SI DISTRUGGE TUTTO SI TRASFORMA (2° LEGGE DEL MOTO legge della conservazione dell’energia) • L’ENERGIA MECCANICA O CINETICA (LEGATA AL MOVIMENTO) E’ LA CAUSA PIU’ FREQUENTE DI LESIONE NELL’INCIDENTE DA VEICOLI,DA CADUTA DA AGENTE PENETRANTE, DA SCOPPIO

  19. IL TRAUMAMECCANISMO DI LESIONE LA CAVITAZIONE Un oggetto in movimento colpisce il corpo umano ( o il corpo umano in moto colpisce un ostacolo) ed i tessuti del corpo vengono allontanati dalla loro posizione naturale (trasferimento di energia) creando una Cavitazione. Cavitàtemporanea: i tessuti colpiti tornano nella posizione precedente (dipende dall’elasticità dei tessuti colpiti).Difficile identificazione (traumi chiusi) Cavità permanente: i tessuti rimangono lacerati e compressi.Possibile identificazione(trauma penetrante)

  20. IL TRAUMAMECCANISMO DI LESIONE • TEORIA DEL TRIPLICE IMPATTO LO SCAMBIO DI ENERGIA SI PUO’ VERIFICARE • TRA UN OGGETTO IN MOVIMENTO E I TESSUTI DELLA VITTIMA( I° IMPATTO) • TRA LA VITTIMA IN MOVIMENTO ED UN OGGETTO FERMO (II° IMPATTO) • TRA GLI ORGANI INTERNI E LE STRUTTURE RIGIDE DEL CORPO DELLA VITTIMA (III° IMPATTO)

  21. IL TRAUMAMAGGIORE Il trauma maggiore e’ un evento traumatico che interessa uno o più distretti corporei con lesioni che determinano almeno in una sede un rischio immediato o potenziale per la sopravvivenza o per una invalidità permanente

  22. IL TRAUMA POLITRAUMA La definizione di politrauma prevede l’interessamento contemporaneo di due o più organi o apparati

  23. IL TRAUMAMECCANISMO DI LESIONEINDICI DI IMPATTO AD ALTA ENERGIA ANCHE IN ASSENZA DI SEGNI E SINTOMI OBIETTIVABILI

  24. IL TRAUMAINCIDENTI DA AUTOVETTURA

  25. IL TRAUMAINCIDENTI DI AUTOVEICOLI IN OGNI DINAMICA DEVE ESSERE SEMPRE SOSPETTATO UN TRAUMA ALLA COLONNA CERVICALE SIA IN ASSOCIAZIONE A TRAUMA CRANICO CHE COME CONSEGUENZA DI UNA VIOLENTA ACCELERAZIONE O DA CONTRACCOLPO TUTTE LE LESIONI SONO POTENZIALMENTE PIU’ GRAVI IN ASSENZA DI SISTEMI DI RITENZIONE (CINTURE) O DI PROTEZIONE (AIRBAG E POGGIATESTA) O DI MALPOSIZIONE DEGLI STESSI

  26. IL TRAUMAINCIDENTI DI AUTOVEICOLI IL MECCANISMO DI LESIONE E’ CORRELATO AGLI EFFETTI DEL TRIPLICE IMPATTO DETERMINATO DA: • COLLISIONE DEL VEICOLO • COLLISIONE DEL CORPO CONTRO STRUTTURE DEL VEICOLO • COLLISIONE DEGLI ORGANI INTERNI CONTRO STRUTTURE DEL CORPO E’ NECESSARIO QUINDI RICERCARE: • DEFORMAZIONI ESTERNE DEL VEICOLO • DEFORMAZIONI INTERNE(SEDE DELL’IMPATTO DEL PASSEGGERO,PARABREZZA, VOLANTE, ECC) • SEGNI SUL CORPO DELL’INFORTUNATO (FERITE, LACERAZIONI,ABRASIONI, ECC)

  27. IL TRAUMAINCIDENTI DA AUTOVEICOLI IMPATTO FRONTALE (DECELERAZIONE IMPROVVISA ED IMPORTANTE)

  28. IL TRAUMA INCIDENTI DA AUTOVEICOLI IMPATTO FRONTALE

  29. IL TRAUMAINCIDENTI DA AUTOVEICOLI IMPATTO FRONTALE LESIONI DA TRAUMA CONTRO IL VOLANTE RICERCARE EVENTUALI DEFORMAZIONI DEL VOLANTE SOLLEVANDO ANCHE L’AIRBAG • SEGNI:FERITE, CONTUSIONI,ESCORIAZIONI,ECC LESIONI ATTESE • LESIONI DEL TORACE:”fenomeno del sacchetto di carta” (pnx dovuto a compressione del polmone contro la glottide chiusa), contusione cardiaca,rottura dell’arco aortico o dell’aortaascendente (a volte parziale con formazione di aneurisma che può rompersi anche dopo 3 giorni) • LESIONI DELL’ADDOME: rottura del diaframma (da aumentodella pressione intraddominale risalita degli organi nella cavità toracica),rottura di milza, fegato,reni.Rottura della valvola aortica (inversione del flusso ematico per aumento pressione intraddominale, rottura delle cuspidi valvolari) • ,

  30. IL TRAUMAINCIDENTI DA AUTOVEICOLI IMPATTO FRONTALE LESIONI DA TRAUMA CONTRO IL VOLANTE RICERCARE EVENTUALI DEFORMAZIONI DEL VOLANTE SOLLEVANDO ANCHE L’AIRBAG • LESIONI DELLE VIE URINARIE: ROTTURA DELLA VESCICA IN TALE TIPOLOGIA DI EVENTO UNA DIFFICOLTA’ RESPIRATORIA E’ SPESSO INDICATIVA DI:PNX, PNX IPERTESO, VOLET COSTALE EMOTORACE, FRATTURE COSTALI, CONTUSIONE MIOCARDICA.

  31. IL TRAUMAINCIDENTI DA AUTOVEICOLI IMPATTO FRONTALE (VOLANTE)

  32. IL TRAUMAIMPATTO FRONTALE

  33. IL TRAUMAINCIDENTI DI AUTOVEICOLI IMPATTO FRONTALE LESIONI DA TRAUMA CONTRO IL PARABREZZA QUESTE COINVOLGONO PIU’ FREQUENTEMENTE IL CAPO (schiacciamento o rottura delle vertebre) LESIONI DA TRAUMA CONTRO IL CRUSCOTTO QUESTE COINVOLGONO SOPRATTUTTO IL VOLTO E GLI ARTI INFERIORI (LUSSAZIONI DI GINOCCHIO, FRATTURE E LUSSAZIONI DI FEMORE, FRATTURE DI BACINO,ANCA)

  34. IL TRAUMAINCIDENTI DI AUTOVEICOLI IMPATTO LATERALE IL SOCCORRITORE DEVE OSSERVARE: • SEDE DI COLLISIONE DEL VEICOLO (DEFORMAZIONE DI PORTIERE O SEDILI,IL LATO DELL’IMPATTO LATO GUIDA O PASSEGGERO) • CONSIDERARE POSSIBILE URTO CON LEVA DEL CAMBIO, OCCUPANTI O OGGETTI TRASPORTATI

  35. IL TRAUMA IMPATTO LATERALE

  36. IL TRAUMAINCIDENTE DA AUTOVEICOLI IMPATTO POSTERIORE IL SOCCORRITORE DEVE OSSERVARE • DEFORMAZIONI ANTERIORI E POSTERIORI DEL VEICOLO PER INDIVIDUARE LA PROBABILE SEDE DI COLLISIONE DELCORPO CONTRO LE STRUTTURE DEL VEICOLO:POGGIATESTA, VETRO ANTERIORE,ECC • SOSPETTARE DANNI ALLA COLONNA CERVICALE E LESIONI DA DOPPIO IMPATTO (ANTERIORE/POSTERIORE)

  37. IL TRAUMAINCIDENTI DA AUTOVEICOLI:RIBALTAMENTO Il veicolo è sottoposto a numerosi impatti ed angolazioni quindi saranno difficilmente prevedibili le lesioni. Le lesioni attese sono più gravi se non sono stati utilizzati mezzi di ritenzione passiva EIEZIONE Questa dinamica è dovuta di regola al mancato uso di mezzi di ritenzione.Vi è un aumento del 600%delle probabilità di lesioni mortali. Alle lesioni di primo impatto si aggiungono lesioni da impatti successivi (contro ostacoli, contro il terreno, ecc)

  38. IL TRAUMAINCIDENTI STRADALI RIBALTAMENTO

  39. IL TRAUMAINCIDENTI DI MOTOVEICOLI La causa principale di morte in questi incidenti è il Trauma Cranico. Il casco riduce significativamente le morti ma non offre protezione adeguata alla colonna cervicale. Le lesioni dipendono da: • Tipologia dell’impatto (velocità, ostacolo, ecc) • Successivi impatti che seguono l’urto iniziale (eiezione, caduta a terra, ecc) OSSERVARE: • DEFORMAZIONE DEL MOTOCICLO • DISTANZA DI QUESTO DAL 1° IMPATTO • DISTANZA ALLA QUALE SI TROVA L’INFORTUNATO • SUPERFICIE URTATA (PRATO, PALI, ASFALTO,ECC)

  40. IL TRAUMAINCIDENTI DI AUTOVEICOLI IMPATTO LATERALE

  41. Impatto primario: il pedone viene urtato dalla parte anteriore del veicolo (lesioni arti inf, bacino) Impatto secondario:il pedone urta contro le strutture parte anteriore del veicolo (lesioni femore, bacino, addome, torace, cranio, rachide cervicale, volto) Impatto terziario:il pedone viene sbalzato e scaraventato a terra (le lesioni variano a seconda della parte colpita) IL TRAUMAINVESTIMENTO DI PEDONE (ADULTO)

  42. IL TRAUMAINVESTIMENTO DI PEDONE (BAMBINO) ALTO RISCHIO DI LESIONI I BAMBINI CHE SONO PIU’ PICCOLI VENGONO COLPITI PIU’ IN ALTO RISPETTO ALL’ADULTO. • IMPATTO PRIMARIO:LESIONI FEMORE, BACINO,TORACE • IMPATTO SECONDARIO:LESIONI CAPO, TORACE, ADDOME, COLONNA CERVICALE, ARTI SUPERIORI E INFERIORI • IMPATTO TERZIARIO: LESIONI A VARIE PARTI DEL CORPO NELL’INVESTIMENTO DI BAMBINO E’ MOLTO FREQUENTE IL TRASCINAMENTO E LO SCHIACCIAMNETO DELLA PICCOLA VITTIMA.

  43. IL TRAUMACADUTA DALL’ALTO Meccanismo della lesione:decelerazione verticale Le lesioni dipendono da: • Altezza della caduta • Caratteristiche della superficie d’impatto • Parte corporea coinvolta nel 1°impatto Nei bambini soprattutto se età inferiore a 5 a sono frequenti i Traumi cranici. La testa è più pesante che nell’adulto ed è la parte che subisce il 1° impatto

  44. IL TRAUMALESIONI DA SCOPPIO LESIONI PRIMARIE:(Legati alla propagazione dell’onda di pressione). Sono le più pericolose e le più trascurate. Sono prevalentemente lesioni degli organi cavi: • polmone : Pnx, emorragie parenchimali, rotture alveolari, ecc • Orecchio : lesioni timpaniche • Tratto gastroenterico:rottura di visceri LESIONI SECONDARIE:lesioni di materiali proiettati dall’esplosione. Dipendono dal tipo di materiale dalla sua energia cinetica e dalla parte colpita LESIONI TERZIARIE: lesioni da proiezione dell’infortunato proiettato contro un oggetto. Dipendono dalla distanza a cui l’infortunato è proiettato, superficie su cui cade e parte del corpo colpita.

  45. IL TRAUMALESIONI DA SCOPPIO

  46. IL TRAUMAFERITE PENETRANTI FERITE DA TAGLIO: La gravità dipende dall’area anatomica interessata, dalla lunghezza della lama,e dall’angolo di penetrazione. Ricordare che: • Le ferite da taglio ai quadranti superiori dell’addome possono causare anche lesioni toraciche • Ferita da taglio toraciche nelle zone al di sotto il IV spazio intercostale possono causare lesioni addominali. FERITE DA ARMA DA FUOCO Importante avere notizie sul calibro e tipo d’arma e la distanza da cui e’ stato sparato il proiettile. La ferita è costituita da 3 elementi: • Foro d’entrata(dimensioni piccole a volte non visibile) • Foro di uscita (dimensioni più ampie di quello d’entrata) • Lesioni interne che sono correlate al tipo di tessuto colpito (osso, fegato + denso danni maggiori rispetto a polmone con densità più bassa

  47. IL TRAUMAFERITE PENETRANTI

  48. IL TRAUMAFERITE PENETRANTI

  49. IL TRAUMAVALUTAZIONE PRIMARIA LA VALUTAZIONE PRIMARIA • Si basa sulla ricerca di segni e sintomi di lesione • È finalizzata all’identificazione di situazioniclinicheimmediatamentepericolose per la sopravvivenza che, se possibile devono essere tempestivamente trattate (stay and play)o situazioni load and go • Deve essere attuata in modo sistematico e metodologico schematizzato dall’acronimo AcBCD-E • Deve essere effettuata secondo un percorso VALUTA E TRATTA • Coinvolge l’intera equipe del soccorso che di norma è di 3 persone (un team leader) • Deve essere rapida Le azioni devono mirare alla prevenzione DELL’IPOSSIA EDELL’IPOTENSIONE

  50. IL TRAUMA VALUTAZIONE PRIMARIA • La valutazione primaria inizia con il “colpo d’occhio” nel momento in cui il soccorritore entra in contatto con l’infortunato. • Inizialmente la valutazione sarà di tipo qualitativo (attraverso l’osservazione, la palpazione ecc.) e successivamente di tipo quantitativo (attraverso le rilevazioni strumentali)

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