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INDICAZIONI DEL D.L. 22/97 (Decreto Ronchi)

LE DISCARICHE PER RIFIUTI NON PERICOLOSI: dalla progettazione al recupero del sito Giornata di studio Potenza 16 ottobre 2008 – Campus Universitario Dipartimento di Scienze Geologiche Università della Basilicata Ordine dei Geologi della Basilicata Società Italiana di Geologia Ambientale.

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INDICAZIONI DEL D.L. 22/97 (Decreto Ronchi)

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Presentation Transcript


  1. LE DISCARICHE PER RIFIUTI NON PERICOLOSI: dalla progettazione al recupero del sitoGiornata di studioPotenza 16 ottobre 2008 – Campus Universitario Dipartimento di Scienze Geologiche Università della BasilicataOrdine dei Geologi della BasilicataSocietà Italiana di Geologia Ambientale PROGRAMMAZIONE E RUOLO DELLA DISCARICA CONTROLLATA NELL’AMBITO DEI SISTEMI INTEGRATI DI GESTIONE DEI RIFIUTI Prof. Salvatore Masi

  2. INDICAZIONI NORMATIVE • INDICAZIONI DEL D.L. 22/97 (Decreto Ronchi) • Obbligo di operare raccolte separate per frazioni merceologiche suscettibili di valorizzazione. • Necessità di operare trattamenti atti a ridurre la pericolosità dei rifiuti prima del loro conferimento in discarica • INDICAZIONI DEL D.L. 36/2003 • Divieto di portare in discarica rifiuti ad alto contenuto energetico (con PCI superiore a 13000 kJ/kg) • Riduzione progressiva dei conferimenti di frazioni biodegradabili in discarica (dagli attuali 200-250 kg/anno a meno di 100 kg/anno procapite) • Ridefinizione dei criteri di post chiusura e post gestione delle discariche • INDICAZIONI DEL D.L. 152/2006 (4/2008) • Progressivo incremento delle raccolte differenziate ed utilizzo delle discariche come elemento terminale

  3. RISVOLTI DELLE INDICAZIONI NORMATIVE • SULL’IMPIANTISTICA • Impossibilità di adottare soluzioni “mono impiantistiche” e tantomeno “solo discarica” • Ridefinizione del ruolo delle discariche come unità “di servizio” agli impianti. • SULLA TECNOLOGIA DELLA DISCARICA • Incremento degli standard di sicurezza • Incremento dei costi di realizzazione, chiusura e post-gestione • SUI FABBISOGNI DI VOLUME • Forte riduzione dei fabbisogni e prolungamento della vita utile degli impianti

  4. SCHEMA DEL SISTEMA INTEGRATO PREVISTO PER LA REGIONE BASILICATA

  5. SCHEMA DEL SISTEMA INTEGRATO PREVISTO PER LA REGIONE BASILICATA

  6. Pretrattamenti necessari alla ottimizzazione dei trattamenti propedeutici allo smaltimento in discarica

  7. FRAZIONE SECCA Energia ottenibile dalla combustione diretta

  8. EMISSIONE DI GAS-SERRA DAL SISTEMA DI SMALTIMENTO DEI RSU (In funzione del tipo di vagliatura)

  9. VOLUMI DI DISCARICA NECESSARI (In funzione della diversa separazione secco-umido

  10. COSTO COMPLESSIVO DEL SISTEMA DI SMALTIMENTO (In funzione del tipo di vagliatura)

  11. FASI DELL’EVOLUZIONE DI UNA DISCARICA CONTROLLATA Livello di attenzione PROGRAMMAZIONE POST-GESTIONE Tempo REALIZZAZIONE GESTIONE ABBANDONO

  12. ANDAMENTO QUALITATIVO DELL’IMPATTO AMBIENTALE POTENZIALE DI UNA DISCARICA CONTOLLATA Impatto complessivo sulle matrici ambientali Tempo dall’inizio del deposito

  13. Impatto T* = Tempo per il raggiungimento di un impatto complessivo “accettabile” per l’ambiente IMassimo IAcc Tempo T*

  14. Impatto IMassimo I30 IAcc Tempo Gestione Post-gestione (30 anni) Sito inquinato? T*

  15. PROBLEMATICHE CONNESSE AL POST-POSTGESTIONE Realizzazione di impianti “intrinsecamente sicuri” (la sicurezza non deve essere demandata al sistematico intervento umano) Programmazione della vita effettiva del sito di discarica in modo da allungare la fase di post-gestione Riduzione dei tempi di “decadimento” dell’impatto potenziale dei rifiuti in discarica

  16. Impatto IMassimo IAcc Tempo Post-gestione (30 anni) Sito sicuro Gestione T*

  17. Impatto IMassimo I30 IAcc Tempo Gestione Post-gestione (30 anni) Sito sicuro T*

  18. RIDUZIONE DEI TEMPI DI “DECADIMENTO” DELL’IMPATTO POTENZIALE DEI RIFIUTI IN DISCARICA • Criteri di coltivazione e gestione della discarica in linea con la natura dei rifiuti che possono essere: • Chimicamente attivi • Biodegradabili • Abbattimento della potenzialità di impatto delle discariche con tecniche di “invecchiamento” dei rifiuti: • Pretrattamento in impianto tecnologico • Interventi in situ di accelerazione della stabilizzazione

  19. LA FRAZIONE UMIDA COME “MOTORE” DELL’IMPATTO AMBIENTALE:i trattamenti biologici della frazione umida Valorizzazione della frazione organica compostabile Riduzione della pericolosità dei rifiuti Riutilizzo in campo agronomico Smaltimento in discarica controllata

  20. I trattamenti biologici preliminari alla immissione in discarica dei rifiuti solidi • Sono resi obbligatori da specifiche direttive comunitarie recepite in Italia con il D.Lgs 36/2003. (In attuazione anche del protocollo di Kioto sulla riduzione dei gas serra). • Equivalgono ai processi aerobici di trattamento delle acque reflue urbane. • Consentono di accelerare e tenere sotto controllo i processi di degradazione che altrimenti avverrebbero in discarica (fase attiva in ambiente chiuso). • Riproducono i processi di degradazione naturali intensificati ed accelerati mediante aerazione forzata (processi di umificazione).

  21. Confronto tra lo smaltimento in discarica di FOS e RSU tal quali

  22. Il rifiuto conferito dai comuni viene immediatamente lavorato (i tempi di stazionamento sonoinferiori alle 2 ore)

  23. I rifiuti vengono lavorati completamente in automatico e movimentati attraverso una serie di nastri trasportatori

  24. Il vaglio è il cuore dell’impianto. Tutte le operazioni vengono effettuate al chiuso senza produzione di polveri ed emissioni

  25. vaglio Frazione secca (Trasporto a FENICE e smaltimento per combustione con recupero energetico RSU indifferenziato Frazione umida (trattamento di biostabilizzazione e deposizione in discarica controllata) Pretrattamenti di separazione per vagliatura

  26. Frazione secca destinata al recupero energetico Per Atella è previsto il conferimento al termoutilizzatore Fenice

  27. Cassone pressa per il trasporto delle frazioni secche selezionate

  28. La frazione umida viene depositata direttamente nelle biocelle

  29. Le biocelle piene vengono movimentate con un mezzo in dotazione alla piattaforma ………..

  30. ……… e sistemate nell’area di maturazione dove stazioneranno per circa due settimane in continua aerazione forzata.

  31. Particolare del sistema di insufflaggio aria alle biocelle

  32. L’aria estratta dalle biocelle viene inviata ad un biofiltro che le depura dai composti organici odorigeni

  33. Biofiltro nuovo Biofiltro maturo L’accrescimento di vegetazione sul biofiltro testimonia dell’efficienza del dispositivo e della non tossicità dei prodotti trattati

  34. Nella fase di biostabilizzazione il materiale subisce trasformazioni quantitative e qualitative

  35. Il materiale da depositare in discarica perde umidità, peso, e potenzialità inquinante.

  36. Seottoposto ad ulteriori operazioni di cernita il materiale sarebbe di fatti un “COMPOST”

  37. Volumi necessari allo smaltimento di tutti i residui prodotti dal sistema integrato

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