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I rifiuti Problematiche, dati, prospettive La raccolta differenziata Bitonto – 19/11/2004

I rifiuti Problematiche, dati, prospettive La raccolta differenziata Bitonto – 19/11/2004. Alle origini del problema rifiuti. Crescita del benessere e diversificazione dei consumi; Maggiore quantità di rifiuti prodotti; Diversa qualità dei rifiuti;

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I rifiuti Problematiche, dati, prospettive La raccolta differenziata Bitonto – 19/11/2004

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  1. I rifiuti Problematiche, dati, prospettive La raccolta differenziata Bitonto – 19/11/2004

  2. Alle origini del problema rifiuti • Crescita del benessere e diversificazione dei consumi; • Maggiore quantità di rifiuti prodotti; • Diversa qualità dei rifiuti; • Crescenti difficoltà nello smaltimento; • Maggiori oneri a carico della Pubblica Amministrazione.

  3. La quantità dei rifiuti urbani: scenario nazionale Kton • La produzione annuale di rifiuti solidi urbani in Italia (stima ONR 2002): • 29,7 mln. ton • 1,4 kg pro capite giorno • 507 kg pro capite anno • 1.319 kg per nucleo familiare +83%

  4. La quantità dei rifiuti urbani: ragioni della crescita Aumenta il benessere: crescono i consumi e cambia la tipologia del consumo; La metodologia di rilevazione dei dati si è affinata nel corso del tempo ( formulari per il trasporto rifiuti, compilazione del MUD, etc,…): è cresciuta l’attendibilità; L’evoluzione dei sistemi di raccolta tende a intercettare un quantitativo crescente di rifiuti.

  5. La diversa composizione: il rifiuto si alleggerisce • La frazione organica si contiene entro il 30%; • Cresce la presenza di materiali “leggeri” o comunque ingombranti; • Diventa significativa la presenza di prodotti prima scarsamente utilizzati: impiego dell’usa e getta; • Per raccogliere la medesima quantità di rifiuti sono necessari il 30% in più di cassonetti o un maggior numero di svuotamenti.

  6. La destinazione finale del rifiuto • Nel corso del tempo, lo smaltimento del rifiuto non subisce sostanziali modifiche: • la maggior parte del rifiuto scompare alla vista per “seppellimento” • I dati del 2002: • Interramento controllato in discarica: 72,5% • Incenerimento • - con recupero di energia 7,7% • - *senza recupero di energia 2,4% • Raccolta Differenziata 17,4% • *Stima ONR

  7. La raccolta differenziata in Italia 30,6 14,5 6,0

  8. I RIFIUTI SPECIALI Nel 2001 la produzione di rifiuti speciali in Italia ha sfiorato i 60 milioni di tonnellate, l’apporto più consistente è stato offerto dalle regioni del Nord (circa il 64%) per la maggiore concentrazione delle attività manifatturiere. Tra il 1997 e il 2001 la produzione di questo tipo di rifiuti è aumentata di oltre il 50%. Anche in questo caso la maggiore affidabilità conseguita dal sistema di contabilità dei rifiuti, e l’inclusione, nel regime dei rifiuti, di materiali avviati a recupero in precedenza esclusi dall’obbligo di dichiarazione, giustificano l’aumento

  9. I RIFIUTI SPECIALI : l’ecomafia Dibattito Camera deputati 17/11/2004

  10. SMALTIMENTO DEI RIFIUTI SPECIALI

  11. Ma cosa dice la legge ? (decreto Ronchi) • PREVENZIONEriduzione della quantità e pericolosità dei rifiuti prodotti 2.RICICLAGGIO 3.RECUPERO 4.SMALTIMENTOfinale in condizioni di sicurezza con riduzione del ricorso alla discarica

  12. Ma cosa dice la legge ? (decreto Ronchi) iduzione Quattro ERRE reimpiego riciclo recupero

  13. Ma cosa dice la legge ? (decreto Ronchi) fficienza Tre E fficacia economicità

  14. OGNI GIORNO OGNUNO DI NOI PRODUCE 1,5kg DI RIFIUTI DI CUI SOLO 300g VENGONO RECUPERATI

  15. La percezione del problema rifiuti e il ruolo degli imballaggi DALLA RESPONSABILITA’ DI PROCESSO ALLA RESPONSABILITA’ DI PRODOTTO L’attenzione si focalizza lungo l’intero ciclo di vita del bene. Non solo durante la produzione, la distribuzione e il consumo del bene, ma anche sul fine vita del prodotto. LA LOGISTICA INVERSA E' ORAMAI DIVENTATA UNA PRASSI NELL'IMPRESA DI DISTRIBUZIONE PER CUI SI VALUTA NON SOLO LA PRODUZIONE DEL BENE MA ANCHE IL SUO RECUPERO A FINE UTILIZZO

  16. La percezione del problema rifiuti e il ruolo degli imballaggi • Se questo vale per tutti i prodotti, l’attenzione si è concentrata in modo particolare sui RIFIUTI DI IMBALLAGGIO, dal momento che: • hanno una presenza pervasiva e trasversale a tutti i settori economici; • sono percepiti in modo consapevole dal consumatore finale solo quando se ne deve disfare; • costituiscono il 30% in peso e circa il 50% in volume dei rifiuti solidi urbani; • possono essere reintrodotti efficacemente nel ciclo produttivo.

  17. Le soluzioni al problema Il principio della responsabilità condivisa tra tutti gli attori, articola in una strategia di interessi concreti: Per i Comuni:obiettivo del 35% di raccolta differenziata entro il 2002 e costi crescenti per lo smaltimento in discarica (ecotassa); Per il Cittadino: la trasformazione da Tassa a Tariffa rende conveniente differenziare i propri rifiuti (meno rifiuti produco, meno pago); Per il sistema economico: obiettivo del 60% minimo di recupero sul totale degli imballaggi immessi al consumo entro il 2008.

  18. - PRODUTTORI DI MATERIA PRIMA - PRODUTTORI DI IMBALLAGGIO - IMPORTATORI Flusso monetario e sistema CONAI CONAI OSSERVATORIO NAZIONALE RIFIUTI Contributo Ambientale UTILIZZATORI INDUSTRIALI CONSORZI MATERIALI Convenzione Accordo Quadro Anci-Conai DISTRIBUZIONE CONSUMATORI VALORIZZAZIONE, RICICLO E RECUPERO COMUNI/GESTORI RACCOLTA DIFFERENZIATA

  19. L’attività di raccolta differenziata

  20. Dalle raccolte aggiuntive alle raccolte integrate: la necessità di una buona programmazione

  21. La storia della raccolta differenziata a partire dal DPR 915/82 fino ai primi anni Novanta è certamente una storia di scarsa sensibilità verso i problemi connessi con un corretto sistema di gestione dei rifiuti

  22. ma è altrettanto certo che si devono produrre sforzi più incisivi affinché • la produzione dei beni evolva verso una maggiore consapevolezza • nei cittadini si sviluppi una maggiore sensibilità; • si proceda rapidamente ad una sostanziale riprogettazione dell’attuale sistema di smaltimento, per superare la fase del conferimento indifferenziato in discarica privilegiando le fasi di recupero e riciclaggio

  23. Le contrapposizioni allo sviluppo della raccolta differenziata • motivate da scarsa conoscenza del problema, • a volte da valutazioni di costi e benefici soltanto parziali, • o ancora distorte da interessi di parte comprensibili anche se non condivisibili • e, in qualche caso, da ragioni forse nemmeno “dichiarabili”.

  24. i modestissimi risultati ottenuti attraverso questo approccio progettuale non fanno che confermarne la scarsa incisività. R.D 6%

  25. LE CARATTERISTICHE DELLA FASE ATTUALE • la cultura ambientalista si sta diffondendo; • la sensibilità della popolazione è in crescita costante; • l’ottusità di un orientamento pressoché univoco nella direzione delle discariche è venuta alla luce anche attraverso manifestazioni clamorose • la denuncia del diffuso abusivismo e delle infiltrazioni malavitose, • la chiusura per certi versi traumatica di discariche • i brillantissimi risultati ottenuti anche in situazioni problematiche ( campania)

  26. Approccio interdisciplinare

  27. Il primo “passaggio concettuale” che discende dalle considerazioni sopra esposte, è quello che individua la necessità di superare una logica progettuale di tipo aggiuntivo per approdare viceversa ad una logica di integrazione In sostanza, i sistemi di raccolta differenziata sin qui utilizzati in gran parte del Paese, nati in maniera per così dire episodica al di fuori di una visione strategica complessiva, possono essere considerati “aggiuntivi” rispetto ai tradizionali circuiti di raccolta del rifiuto tal quale.

  28. Risultano quindi separati dai circuiti stessi dal punto di vista dell'organizzazione dei servizi Amiu Bari – tal quale Recuperi Pugliesi - Differenziata Amiu Taranto – tal quale Ecopolis 2000 - Differenziata

  29. si basano su una presenza abbastanza rarefatta di manufatti distribuiti sul territorio di competenza: “campane” o cassonetti, in qualche caso piattaforme di conferimento), con rendimenti decisamente modesti (almeno rispetto agli obiettivi che oggi impone la normativa), prevalentemente destinati alla raccolta del vetro (sino dagli anni Settanta) ma in tempi moderni anche alla carta, alle lattine, alla plastica (solo a partire dal 1991, anno di costituzione del Consorzio Obbligatorio Replastic), ai Rifiuti Urbani Pericolosi (RUP) e meno frequentemente al verde-organico

  30. Lo schema di raccolta di tipo aggiuntivo è evidentemente inadeguato rispetto alle nuove linee di tendenza ed agli impegni fissati dal Decreto Ronchi: plafonato dal punto di vista della capacità di intercettazione risulta antieconomico

  31. se “forzato” al di là di certi livelli e presenta una serie non marginale di inconvenienti: impatto ambientale e urbanistico disottimizzazione nell’impiego delle risorse

  32. modalità di raccolta “integrata”

  33. un modello di raccolta che non è avulso dal circuito di raccolta del rifiuto indifferenziato, con il quale anzi si deve “integrare”; un modello che tendenzialmente privilegia la personalizzazione dei servizi, ovvero la messa a disposizione di servizi “su misura” delle differenti categorie di produttori di rifiuti

  34. differenti categorie di produttori di rifiuti FAMIGLIE PRODUTTORI RIFIUTI SPECIALI UFFICI PRIVATI COMMERCIO alimentare e non ARTIGIANI AMBULANTI ESERCIZI PUBBLICI DISTRIBUZIONE ORGANIZZATA SCUOLE RISTORAZIONE COLLETTIVA PRODUTTORI DI RIFIUTO VERDE

  35. per esemplificare, con il sistema aggiuntivo tutti i produttori di rifiuto vetroso, famiglie, bar, ristoranti, chioschi ecc., devono conferire le bottiglie allo stesso contenitore campana stradale

  36. ora si tratta di fornire un servizio di migliore qualità • che faciliti il compito del conferimento separato alle differenti categorie di produttori, • ad esempio dotando gli esercizi pubblici di propri contenitori “dedicati”, con frequenze di vuotatura specificamente studiate per rispondere alle loro esigenze (mancanza di spazi per il deposito dei contenitori e così via).

  37. un modello quindi che privilegia raccolte domiciliari, o meglio una integrazione ben programmata tra raccolte domiciliari, a partecipazione tendenzialmente “obbligatoria”, e raccolte stradali basate sul conferimento volontario;

  38. ancora, un modello che amplia il campo di applicazione a raccolte più “complesse”, • la frazione organica putrescibile, • il verde, • che ottimizza la raccolta di differenti materiali (ad esempio attraverso le raccolte combinate del vetro e delle lattine e della plastica

  39. RISULTATI POSITIVI • sia per quanto riguarda le quantitàintercettate per ogni singolo materiale • sia per quanto riguarda la qualità dei materiali intercettati, • sia infine per quanto riguarda la capacità di ottenere un buon equilibrio tra i costi ed i ricavi, con riferimento naturalmente a tutto il servizio di raccolta, ossia la differenziata ed il rifiuto residuo visti come un tutt’uno, “integrato” appunto.

  40. Focus sulla Regione

  41. Evoluzione della raccolta differenziata in Puglia

  42. Raccolta da superficie pubblica: le migliori performance per regione (anno 2001)

  43. Situazione Centri di Conferimento Febbraio 2003

  44. Cosa pensano i cittadini delle RD(da uno studio UMB) Alcune considerazioni sulle realtà urbane in oggetto, così come emergono dalle parole degli intervistati, sono necessarie per comprendere meglio l’insieme delle riflessioni raccolte. MILANO • L’atteggiamento complessivo nei confronti della raccolta differenziata si manifesta nei cittadini milanesi, che vivono la RD da alcuni anni, con posizioni abbastanza diverse da quelle osservate a Roma e Napoli, dove la RD è una pratica di più recente acquisizione • I milanesi appaiono complessivamente più sensibilizzati alle problematiche della RD • La separazione dei rifiuti è per molti un comportamento mentalmente acquisito, anche se probabilmente in concreto non interamente rispettato • Pensano, per esperienza diretta o per sentito dire, che nel resto d’Italia la RD sia molto meno avanzata e diffusa e spesso citano la sensazione di disagio provata in villeggiatura in località dove la RD non è prevista

  45. Ciò non toglie che anche a Milano esistano aree di precisa insoddisfazione I contesti urbani: Milano IMPRESSIONI CHE LE DIVERSE FRAZIONI NON VENGANO EFFETTIVAMENTE RICICLATE CAMBIAMENTI INGIUSTIFICATI NELLA PRASSI DELLA RD Scoraggiamento e dubbi sulla effettiva serietà DIFFERENZE SOSTANZIALI NELLA PRASSI DI RD DA UN QUARTIERE ALL’ALTRO E TRA HINTERLAND E CITTA’ • “A Milano siamo più avanti” (Diversi nei gruppi) • “Prima quando abitavo alla Bovisa dovevo dividere l’umido. Adesso non lo vogliono più” • “All’inizio la differenziata veniva maledetta, ma a Milano ormai sono anni che si fa e ci siamo abituati. Quando vai in vacanza dove non c’è ti senti a disagio e ti sembra di fare continuamente qualcosa di sbagliato ” • “Penso che i rifiuti non vengano effettivamente riciclati, ma che ce la facciano fare per abituarci a dividere” (Diversi nei gruppi)

  46. ROMA I contesti urbani: Roma • Diversi cittadini romani ammettono tendenzialmente una scarsa adesione alle procedure di RD • Ciò non avviene per una insensibilità di principio al tema della differenziazione, ma perché il cittadino non si sente facilitato nella sua attività di separazione e conferimento dei rifiuti Le varie frazioni non vengono ritirate dall’AMA con regolarità ed i sacchetti si accumulano intorno ai punti di raccolta “e quando si va a gettare non c’è posto” I punti di raccolta sono spesso lontani dalle abitazioni e con aperture “scomode” E’ necessario rispettare orari di conferimento eccessivamente vincolanti “Oggi è tutta una complicazione; ricordo mia nonna che teneva in un armadio il sacco con la carta e ogni tanto lo portava alla Sacra Famiglia” (Roma) • A fronte delle inadempienze e della disorganizzazione attribuita al Comune i cittadini tendono a riconoscere da parte loro una certa indisciplina e pigrizia che spesso sfocia nella non adesione o nella adesione parziale/saltuaria alle procedure di differenziazione

  47. I contesti urbani: Roma • Essi si dicono inoltre poco informati, confusi quanto alle indicazioni più specifiche della differenziazione (dove per esempio i cartoni del latte?), demotivati dalle fastidiose difficoltà che “complicano una vita moderna già stressante” • Diversi cittadini trasversalmente ai target ritengono che poco o nulla sia stato fatto dal comune di Roma: • per sensibilizzarli adeguatamente al problema della raccolta differenziata in termini di obiettivi concreti e di pressione culturale • per rendere chiara la procedura di differenziazione dei diversi materiali. “Ho ricevuto una lettera tanto tempo fa in cui spiegavano la raccolta differenziata. Poi ci hanno messo due anni ad avviarla effettivamente quando già non ti ricordavi più nulla!” “Quando scendi e vedi che è tutto pieno perché non hanno ritirato dici Chi se ne frega e butti tutto nel cassonetto verde” “E’ più facile praticare il lancio unico nel cassonetto verde”! “Forse sono anch’io che non deposito i rifiuti nell’ora giusta, ma visto che è lontano lo faccio quando ci passo. Altrimenti rinuncio”

  48. Il ruolo della comunicazione

  49. Questo significa che i cittadini, e le diverse categorie coinvolte, devono essere corresponsabilizzati, sensibilizzati, mobilitati, e questo è un problema di comunicazione

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