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L’URAGANO DI WALL STREET

L’URAGANO DI WALL STREET. Virginia Sala 3C Pacle Economia politica. 7 FEBBRAIO 2007 Scatta il warning in California. La banca New Center lancia un allarme utili. È quella la prima avvisaglia della crisi dei subprime che scoppierà a giugno-luglio.

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L’URAGANO DI WALL STREET

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Presentation Transcript


  1. L’URAGANO DI WALL STREET Virginia Sala 3C Pacle Economia politica

  2. 7FEBBRAIO 2007Scatta il warning in California La banca New Center lancia un allarme utili. È quella la prima avvisaglia della crisi dei subprimeche scoppierà a giugno-luglio. I mutui subprime sono i finanziamenti concessi alle persone poco affidabili: dunque sono più rischiosi per le banche. Ammontano, negli USA, a circa mille miliardi di dollari.

  3. GIUGNO 2007Primo contagio: le Abs Le banche hanno “cartolarizzato” circa il 90% dei mutui subprime. Questo significa che ifinanziamenti sono stati ceduti a speciali società-veicolo, che hanno emesso obbligazioni (definite asset-backed securities, o Abs) garantite dai mutui. In America le Abs ammontano a 4.200 miliardi di dollari (dati Ocse), di cui il 56% riguardano i mutui.

  4. GIUGNO 2007Secondo contagio: i Cdo Oltre ad avere “impacchettato” i mutui nelle Abs le banche hanno fatto di più: hanno reimpacchettato le stesse Abs in nuove obbligazioni. Si tratta delle collateralized debt obligations (Cdo): bond garantiti da Abs, a loro volta garantite dai mutui subprime. La moltiplicazione dei rischi è iniziata: i Cdo ammontano a 1.300 miliardi di dollari nel mondo (dati Ocse).

  5. 8 GIUGNOLe Borse crollano Le preoccupazioni per la frenata del mercato immobiliare americano e per i mutui subprime iniziano a pensare sulle Borse, che fino ad ora viaggiano sui massimi storici. L’8 giugno Wall Street perde l’1,5%: è l’inizio di un periodo di forte turbolenza per i listini di tutto il mondo, che culminerà – nella prima fase – ad agosto. Saranno intorno a ferragosto le sedute più pesanti.

  6. AGOSTO 2007Commercial paper senza prezzi La crisi si propaga alle commercial paper: si tratta di obbligazioni a brevissima scadenza. Nessuno vuole più comprare quelle legate ai mutui subprime. L’intero mercato (stimato sui mille miliardi di dollari) si paralizza.

  7. 13 SETTEMBRE2007 Conduit e Siv in affanno La paralisi del mercato delle commercial paper manda in crisi alcuni “veicoli” creati dalle banche ma tenuti fuori dai bilanci: i Conduit e Siv. Entrambi si finanziano sul mercato delle commercial paper per comprare obbligazioni, tra cui quelle legate ai mutui. Il 13 settembre Barclays deve iniettare 1,5 miliardi di dollari nel Siv Golden Key.

  8. 30 OTTOBRE 2007Saltano le prime «teste» I problemi dei Siv si ripercuotono sulle banche, che già stanno accumulando perdite pesanti. Iniziano così a saltare le prime teste eccellenti. Il 30 ottobre si dimette Stan O’Neal, numero uno di Merril Lynch, sostituito da Jonh Thain. Il 4 novembre lascia invece il posto Charles Prince, numero uno di Citigroup.

  9. NOVEMBRE 2007La bufera travolge gli “hedge” La crisi delle banche, la paralisi dei mercati obbligazionari, delle cartolarizzazioni e la discesa delle quotazioni manda in crisi anche l’industria degli hedge fund*. Tanti subiscono pesanti perdite. Qualche mese più avanti, nel marzo 2008, il fondo Carlyle Capital sponsorizzato dal gruppo americano, è costretto ad arrendersi alla crisi. * fondi a fini speculativi

  10. NOVEMBRE 2007Paralisi obbligazionaria Siparalizzano tutti i mercati obbligazionari: nessun investitore vuole infatti assumersi il rischio di acquistare bond poco liquidi. Le cartolarizzazioni non hanno più prezzi. Si fanno più rare anche le nuove emissioni di bond: da agosto non è stato più emesso un bond high yield, e le obbligazioni corporate sono calate del 26,5% nel secondo semestre 2007.

  11. DICEMBRE 2007 Agenzie dei mutui in crisi La paralisidel mercato delle Abs manda in tilt anche le agenzie americane sponsorizzate dal Governo che si occupano di mutui. Le maggiori sono Fannie Mae, Freddie Mac e Ginnie Mae. La loro attività è semplice: acquistano mutui di elevata qualità e li cartolarizzano. Oggi hanno in pancia circa il 50% del mercato Usa. Ma da quando si sono paralizzate le Abs, sono andate in affanno.

  12. GENNAIO 2008Derivati ad alta tensione Le tensioni internazionali e i timori di maggiori insolvenze si riflettono sul mercato dei credit default swap: si tratta di polizze che servono per assicurarsi contro il default di qualunque emittente obbligazionario. I Cds ammontano, nel mondo, a 45mila miliardi di dollari (dati Isda). Ebbene: i “premi” sono saliti tra gennaio e marzo ai record storici. Il massimo l’indice europeo (settore investment grade) l’ha toccato il 17 marzo a 166 punti base: significa che bisogna pagare l’1,66% per assicurarsi contro il default delle obbligazioni più affidabili.

  13. 10 GENNAIO 2008Assicuratori in picchiata Le turbolenze sui Csd contagiano anche i grandi assicuratori obbligazionari Usa, Ambac e Mbia, che crollano in Borsa di oltre il 50% in una settimana. Insieme assicurano, con i Csd, 2.300 miliardi di dollari di bond: mille mille miliardi di Abs su mutui e circa miliardi di bond municipali (quelli emessi da ospedali o da Enti locali Usa). La crisi si propaga così alle municipalità Usa, ospedali inclusi.

  14. 7 MARZO 2008«Reintegrare le garanzie» La turbolenza fa scendere i prezzi (teorici) dei bond che spesso sono stati messi in garanzia dagli hedge fund per ottenere ingenti finanziamenti bancari. Le banche chiedono dunque a tutti i fondi di reintegrare le garanzie con nuovi bond o con liquidità. Alcuni fondi non ce la fanno e si vedono notificare avvisi di default. È il caso, il 7 marzo di Carlyle Capital, fondo sponsorizzato da Carlyle.

  15. 15 MARZO 2008In soccorso di Bear Stearns La bufera arriva al culmine. Il colosso Bear Stearns finisce in crisi di liquidità. JP Morgan accorre a salvare la banca, offrendo dapprima 2 dollari per azione. Il titolo crolla. Anche Lehman Brothers, negli stessi giorni, appare in forte affanno. Ma un po’ tutte le banche soffrono la crisi di liquidità e le perdite in bilancio: fino ad oggi, nel mondo, sono stati svalutati crediti o titoli per 195 miliardi $.

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