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La vita del Messia da un prospettiva ebraica

La vita del Messia da un prospettiva ebraica. Tratto da una serie di studi di Arnold G. Fruchtenbaum. II. L’autenticazione del Re. L’accettazione della Sua Persona (10 paragrafi) L’autorità del Re (31 paragrafi). 2. § 28. II. L’autenticazione del Re.

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La vita del Messia da un prospettiva ebraica

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Presentation Transcript


  1. La vita del Messiada un prospettiva ebraica Tratto da una serie di studi di Arnold G. Fruchtenbaum

  2. II. L’autenticazione del Re L’accettazione della Sua Persona (10 paragrafi) L’autorità del Re (31 paragrafi) 2

  3. § 28 II. L’autenticazione del Re L’accettazione della Sua Persona 1. La fede dei primi discepoli (Gv 1:35-51) 3

  4. § 28: La fede dei primi discepoli Giovanni battezza Gesù (Gv. 1:29-34) Filippo e Natanaele diventano discepoli di Gesù (Gv. 1:43-51) Andrea, Giovanni e Pietro diventano discepoli di Gesù (Gv. 1:35-42) Seconda fase dell’investigazione su Giovanni battista (Gv. 1:19-28) Viaggio verso Cana (Gv. 2:1-11) § 26 § 27 § 28 § 29 giorno 1° 2° 3° 4° 5° 6° 7° Riassunto temporale degli avvenimenti

  5. § 28: La fede dei primi discepoli • Andrea e Giovanni diventano discepoli di Gesù • Giovanni battista il giorno precedente aveva indicato in modo pubblico alle folle che Gesù era il Messia, ora lo ripete solo a due dei suoi discepoli: Andrea e Giovanni • La frase “Ecco l’agnello di Dio!” richiamava nei giudei di quel tempo Esodo 12 (agnello pasquale) e Isaia 53 (agnello messianico) • A questo punto vediamo i due discepoli di Giovanni battista, cioè Andrea e Giovanni, che decidono di diventare discepoli di Gesù • Benché non venga mai detto esplicitamente, si può capire che uno dei due discepoli era Giovanni, questo per almeno due motivi: uno perché Giovanni non amava parlare di sé (Gv 21:20), due perché cita con estrema precisione anche l’ora in cui avvennero queste cose (le decima ora = le quattro di pomeriggio)

  6. § 28: La fede dei primi discepoli • La metodologia per diventare discepoli di un Rabbi • In quel tempo c’erano diversi Rabbi nell’area di Gerusalemme • Spesso questi erano dei maestri “peripatetici” • Uno dei metodi più comuni per diventare discepoli di un maestro era seguirlo per un po’ di tempo; non troppo da vicino per non dare noia e nemmeno troppo da lontano per non essere notati • Dopo un po’ di tempo il Rabbi si sarebbe girato facendo esattamente la domanda: “Cosa cercate?”. Dopodiché era consuetudine che gli aspiranti discepoli rispondessero con la domanda: “Rabbi, dove abiti?” • A questo punto il maestro poteva rispondere in due modi: “non è affar vostro”, rigettando in questo modo la richiesta di diventare discepoli, oppure: “venite e vedete”, significando così di accettare i nuovi aspiranti discepoli

  7. § 28: La fede dei primi discepoli Simone (ebraico) -> Cefa (aramaico) –> Pietro (greco) • Pietro poi Filippo e Natanaele diventano discepoli • Andrea aveva un fratello di nome Simone e insieme facevano i pescatori • Andrea porta Simone da Gesù, il quale gli dice che da quel momento in avanti si sarebbe chiamato Cefa • Alla fine di quella giornata tre si erano aggiunti tre discepoli • Il giorno dopo, mentre Gesù riparte per la Galilea, incontra Filippo e lo invita a seguirlo • Filippo trova Natanaele e gli dice che avevano trovato colui di cui parlano Mosè e i profeti, ma lo scetticismo di Natanaele si può vedere chiaramente nelle sue parole

  8. § 28: La fede dei primi discepoli • La strana conversazione tra Gesù e Natanaele • Abbiamo visto al paragrafo §16 perché Natanaele aveva un così basso concetto delle persone che venivano da Nazaret nonostante lui stesso fosse un abitante della Galilea • Leggendo la conversazione tra Gesù e Natanaele possiamo capire che è successo qualcosa di soprannaturale che ha convinto Natanaele sulla natura messianica di Yeshua e che questo qualcosa è legato al fatto che Gesù “vide” Natanaele sotto il fico • Tuttavia dal discorso così com’è scritto non è semplice capire cosa s’intenda col fatto che Gesù “vide” Natanaele sotto il fico. Lo “vide” spiritualmente tramite una visione e non con i suoi occhi fisici? Oppure intendeva qualcos’altro? • Vedremo che il contesto giudaico ci può essere d’aiuto a capire meglio quello che è successo tra Natanaele e Gesù

  9. § 28: La fede dei primi discepoli • I rabbini, la meditazione e le piante di fico • A quel tempo solo poche persone avevano a disposizione una copia delle Scritture, quindi i giudei spendevano molto del loro tempo nella memorizzazione di passi biblici • Dopo che un passo veniva memorizzato poteva essere “richiamato alla mente” e meditato più e più volte • I rabbini insegnavano che il miglior posto per meditare le scritture era sotto una pianta di fico. Nella Midrash (un antico commentario Ebraico) viene detto diverse volte che alcuni rabbini facevano le loro lezioni il mattino presto proprio sotto una pianta di fico • Oggi per meditare le Scritture ci sediamo a un tavolino, apriamo la nostra Bibbia o probabilmente accendiamo il computer, e poi leggiamo e meditiamo. A quel tempo ci si sedeva sotto una pianta di fico e si usava la memoria

  10. § 28: La fede dei primi discepoli • Natanaele riconosce in Gesù il Messia • Natanaele era seduto sotto una pianta di fico e stava meditando un passo delle scritture, quale passo stava meditando? • Nelle prime parole che Gesù gli rivolge non lo chiama per nome, ma per titolo “israelita” e noi sappiamo che il primo ad essere chiamato con questo titolo fu Giacobbe • Subito dopo Gesù aggiunge le parole “in cui non c’è colpa”. Questo è in netto contrasto con Giacobbe che dovette fuggire dalla casa di suo padre dopo averlo imbrogliato • Alla domanda di Natanaele Gesù risponde “.. quando eri sotto il fico io ti ho visto”. Gesù era in grado di leggere nella mente di Natanaele e vedere quale passo stava meditando, ed egli stava meditando proprio il passo di Genesi 28 dove si parla della fuga di Giacobbe dalla casa di suo padre e da suo fratello Esaù

  11. § 28: La fede dei primi discepoli Fine • Questa cosa diventa più chiara nei due versetti che seguono (v. 50-51) dove viene detto: “Gesù rispose e gli disse: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto il fico, tu credi? Tu vedrai cose maggiori di queste». Poi gli disse: «In verità, in verità vi dico che vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell'uomo»” • Dov’è che nella Bibbia di parla di angeli che salgono e scendono? Proprio in Genesi 28:12, dove si parla della scala di Giacobbe • In sostanza Natanaele vide che Gesù conosceva il passo esatto delle Scritture su cui egli stava meditando e questo lo portò a concludere che era il Messia e Re che stavano aspettando

  12. § 29 II. L’autenticazione del Re L’accettazione della Sua Persona 2. La fede attraverso i primi miracoli (Gv 2:1-11) 12

  13. § 29: La fede attraverso i primi miracoli • Il matrimonio ebraico di quel tempo • Questo passo inizia con la frase “il terzo giorno”. Ci sono tre giorni di cammino dalle regioni della Giudea fino alla Galilea dove si trovava la città di Cana • Il miracolo delle nozze di Cana è il primo di sette segni che vengono riportati nel vangelo di Giovanni • Il cerimoniale giudeo di quel tempo prevedeva che i matrimoni avvenissero con una cerimonia privata (con poche persone) e una festa pubblica (con molte persone), la festa pubblica durava normalmente sette giorni consecutivi • Vediamo che Gesù porta alla festa pubblica i cinque discepoli che aveva fatto nei giorni precedenti • Succede una cosa terribile, il vino della festa di matrimonio finisce (forse perché Gesù aveva portato cinque ospiti in più!!! :-)

  14. § 29: La fede attraverso i primi miracoli Fine • Le parole di Gesù a sua madre • Le parole di Gesù a sua madre possono sembrare dure, ma stava sottolineando che la patria podestà di Miriam (Maria) era finita • Arriva un momento della giovinezza in cui il bambino diventato adulto passa dall’ubbidire ai genitori all’onorare i genitori. Da questo momento in poi tutto quello che farà non sarà più per ubbidire a loro, ma per onorare loro • Non era ancora il tempo per il Messia di uscire in pubblico con dei miracoli, anche perché il luogo per fare questo non doveva essere Cana, ma Gerusalemme. Così Gesù fece il miracolo, ma lo fece di nascosto. • I risultati di questo primo miracolo furono due: primo che Egli manifestò la sua capacità di creare, secondo che tramite questo miracolo la fede dei suoi discepoli ebbe una conferma

  15. § 30 II. L’autenticazione del Re L’accettazione della Sua Persona 3. Il soggiorno a Capernaum (Gv 2:12) 15

  16. § 30: Il soggiorno a Capernaum Fine Sebbene questo sia un soggiorno “di famiglia” a Capernaum per Gesù con sua Madre e i suoi fratelli, vedremo più avanti che questa città diventerà un punto cruciale e strategico del ministerio di Gesù e sarà a tutti gli effetti il suo quartier generale

  17. § 31 II. L’autenticazione del Re L’accettazione della Sua Persona 4. Il possesso del Tempio (Gv 2:13-22) 17

  18. § 31: Il possesso del tempio • Yeshua si rivela pubblicamente • Nel v. 13 viene citata la festa di Pasqua; la prima di quattro feste di Pasqua menzionate durante il ministerio pubblico di Gesù. • Quattro feste di pasqua significano un periodo di tempo di tre anni; siccome dal battesimo di Gesù fino a questo momento erano trascorsi dai quattro ai sei mesi, questo porta a un periodo di ministerio di circa tre anni e mezzo • La festa di Pasqua era il momento più adatto per rivelarsi pubblicamente come Messia e Re d’Israele, perché arrivavano a Gerusalemme pellegrini giudei da tutte le parti del mondo (lo storico Giuseppe Flavio parla di due milioni e mezzo) • La notizia che un uomo chiamato Gesù poteva essere il Messia si sarebbe sparsa piuttosto velocemente in tutte le comunità Ebraiche dentro e fuori l’impero romano

  19. § 31: Il possesso del tempio • Il sommo sacerdote Anna e i suoi parenti • Quello che Gesù vide nel tempio, cioè il “commercio del sacro”, viene riportato anche in alcuni scritti dei Farisei di quel tempo • Tutto quello che succedeva nel tempio era legato al precedente sommo sacerdote: Anna • Anna e la sua famiglia (Caifa era sua genero) detenevano il controllo degli affari economici del tempio, tanto che alcuni Farisei lo definivano “Il gran bazar dei figli di Anna” • Anna era un sadduceo e lo storico Giuseppe Flavio lo descrive come assetato di soldi, molto ricco e che depredava i sacerdoti apertamente e in modo violento • Egli aveva nominato o suoi figli tesorieri del tempio e suo genero assistente tesoriere (dagli scritti di Rabbi Sha’ul di Gerusalemme)

  20. § 31: Il possesso del tempio • Il sistema di commercio nel tempio • La necessità di vendere animali dentro il cortile del tempio era giustificata col fatto che non sempre gli animali che venivano portati per i sacrifici erano “senza macchia e senza difetti”, quindi Anna e la sua famiglia provvedevano degli animali adatti • Naturalmente era piuttosto frequente che si trovasse qualche difetto nell’animale che veniva portato e il giudeo che voleva fare il sacrificio era costretto a comprare un animale nel tempio ad un prezzo molto più alto del suo valore reale • I cambiamonete erano necessari perché a Pasqua tutti dovevano pagare il loro mezzo siclo per il tempio (Es 30:12-16) e i soldi con effige romana non erano accettati, quindi bisognava cambiare i soldi al tasso di cambio imposto da Anna e i suoi parenti • Tutto questo rendeva il commercio del tempio un grosso affare

  21. § 31: Il possesso del tempio Fine • Il sistema di commercio nel tempio • Chiaramente quello che Gesù fece gli portò l’astio di Anna e di altri sadducei • Il passo citato di Sl 69:9 in ebraico significa letteralmente: “lo zelo per la tua casa è la mia causa di distruzione”. In questo senso non dobbiamo dimenticare che, tre anni dopo, fu proprio Anna a stare di fronte a Gesù come primo giudice per decretare la sua morte • Nei versetti che seguono viene chiesto a Gesù un segno per poter riconoscere la sua autorità messianica. Le persone presenti capivano che quello che faceva si giustificava solo se Egli era il Messia. Naturalmente non capirono la risposta di Gesù perché stava parlando del tempio del suo corpo e non di quello fisico • Tuttavia in queste poche parole criptiche Gesù stava già profetizzando la sua morte e risurrezione

  22. § 32a II. L’autenticazione del Re L’accettazione della Sua Persona 5. L’accettazione in Giudea a. La fede nei Suoi segni (Gv 2:23-25) 22

  23. § 32a: La fede nei Suoi segni Fine • Lo scopo dei miracoli di Gesù • Il primo modo in cui Gesù si rivelò pubblicamente a Gerusalemme durante la festa di Pasqua fu parlando e agendo nel tempio. Il secondo modo fu attraverso i primi segni o miracoli • Nella prima metà del suo ministeriolo scopo dei miracoli fu quello di portare il popolo d’Israele a una decisione riguardo al suo “essere il Messia”. In altre parole lo scopo dei miracoli era quello di autenticare la Sua Persona e il Suo Messaggio • La Sua Persona: cioè che Egli era il Messia dei giudei; il Suo Messaggio: che Egli stava offrendo a Israele il Regno di cui parlavano i profeti • Se il popolo nel suo complesso avesse riconosciuto in Gesù il Messia promesso, essi avrebbero visto il Regno stabilirsi in quegli stessi giorni. Questo è un prerequisito valido ancora oggi

  24. § 32b II. L’autenticazione del Re L’accettazione della Sua Persona 5. L’accettazione in Giudea b. La spiegazione a Nicodemo (Gv 3:1-21) 24

  25. § 32b: La spiegazione a Nicodemo • Il primo dei sette discorsi di Giovanni: la nuova nascita • Nicodemo era un fariseo e questo significava che aveva delle precise convinzioni dottrinali che caratterizzavano la sua fede • Il termine fariseo potrebbe essere paragonato alle parole che oggi usiamo per definire le nostre denominazioni: battista, luterano, carismatico, calvinista, arminiano ecc. • Come ci sono delle dottrine che caratterizzano ognuno di questi gruppi di persone, così delle dottrine che caratterizzavano i Farisei distinguendoli dai sadducei, dagli esseni o altri gruppi di quel tempo • In particolare il giudaismo farisaico era caratterizzato dall’insegnamento fondamentale che: tutto Israele avrà una parte nell’era a venire. Quello che i Farisei intendevano con questa dottrina fondamentale era che chiunque fosse nato giudeo aveva il diritto automatico di entrare nel Regno di Dio senza condizioni

  26. § 32b: La spiegazione a Nicodemo • Secondo questa dottrina i Gentili potevano essere salvati solo se vivevano in modo consistente con il patto che Dio aveva fatto con Noè, oppure se si convertivano al giudaismo mosaico • Ecco perché Giovanni battista disse apertamente a coloro che andarono a investigarlo che nascere giudei non salva (Mt 3:9, Lu 3:8) e allo stesso modo risponderà Gesù più avanti (Gv 8:39) • L’insegnamento che a quel tempo veniva dato dai Farisei era che, se anche per un “errore burocratico celeste” un giudeo fosse stato indirizzato verso la gena, alle porte dell’inferno ci sarebbe stato Abraamo pronto ad afferrarlo prima che vi cadesse dentro. Questo per essere in accordo con il caposaldo che dice: tutto Israele avrà una parte nell’era a venire • Quindi non dobbiamo dimenticare che l’uomo che si presenta a Gesù di notte per parlargli proveniva dal contesto teologico che abbiamo appena descritto

  27. § 32b: La spiegazione a Nicodemo • La nuova nascita • Il fatto che Nicodemo andò da Gesù di notte può essere dovuto al timore di essere visto, oppure può essere semplicemente una questione di convenienza. Gesù era attorniato dalle folle tutto il giorno e questo era l’unico momento tranquillo per parlargli • Gesù conosceva bene il retroterra di Nicodemo e le sue convinzioni dottrinali, così appena dopo l’inizio della conversazione afferma in modo chiaro: “se uno non è nato di nuovo non può vedere il regno di Dio” • La risposta di Nicodemo fu: “Come può un uomo nascere quando è già vecchio?” contrariamente a quanto sembra Nicodemo non era stupito della “nuova nascita”, ma che questa accadesse da vecchio • Secondo i Farisei c’erano almeno sei modi per “nascere di nuovo”, e tutti e sei erano legati all’ambito fisico o materiale della persona

  28. § 32b: La spiegazione a Nicodemo • I sei modi di “nascere di nuovo” di quel tempo • Quando un gentile si convertiva al giudaismo • Quando si veniva incoronati Re d’Israele • Quando si entrava nell’età adulta e il ragazzo di 13 anni passava la cerimonia di (Bar Mitzvah) • Quando un giudeo si sposava • Quando un giudeo veniva ordinato Rabbi (Smichut) • Quando un giudeo diventava il responsabile di una scuola rabbinica (RoshYeshiva) • Nicodemo aveva già passato tutte e quattro le “nuove nascite” a lui possibili come giudeo Rav Rabban

  29. § 32b: La spiegazione a Nicodemo • Il significato del termine “nascere d’acqua” • Le quattro “nuove nascite” di Nicodemo erano avvenute all’età di 13, 20, 30 e 50 anni, lui era ormai vecchio e non c’erano altri modi per nascere di nuovo secondo l’insegnamento che conosceva • Per quello che poteva capire non c’era modo per ricominciare la sequenza delle “nuove nascite”, se non rientrando nel grembo della madre, nascendo, e ripercorrendo le tappe dei 13, 20, 30 e 50 anni • Alla risposta di Gesù: “In verità, in verità ti dico che se uno non è nato d'acqua e di Spirito, non può entrare nel regno di Dio”sono stati dati molti significati, soprattutto riguardo al “nascere d’acqua”. In realtà “nascere d’acqua” è soltanto un’espressione giudaica di quel tempo per indicare la nascita fisica. • Il “nascere d’acqua” è legato al liquido amniotico in cui è immerso il feto durante la gravidanza e significa venire al mondo fisicamente

  30. § 32b: La spiegazione a Nicodemo • Nascita fisica e nascita spirituale • Nel rispondere a Nicodemo Gesù utilizza un modo d’insegnamento ebraico abbastanza comune: parte da ciò che l’interlocutore conosce per arrivare a illustrare quello che gli è sconosciuto • Come abbiamo visto il temine “nascere di nuovo” era conosciuto da Nicodemo, quello che ignorava erano le implicazioni spirituali di questo temine, in quanto era abituato ad applicarlo rigidamente al mondo materiale del giudeo (Bar Mitzvah, matrimonio ecc.) • Per entrare nel Regno di Dio non basta nascere giudei (nato d’acqua), ma bisogna nascere anche spiritualmente (nato di spirito) • Dicendo questo Gesù stava rigettando l’insegnamento fondamentale dei Farisei secondo cui bastava nascere giudei per essere parte del Regno di Dio. Gesù dice che non basta nascere giudei (nascere d’acqua) per essere salvati, ma bisogna anche nascere di spirito

  31. § 32b: La spiegazione a Nicodemo • Le due fasi della nuova nascita spirituale • La domanda successiva che viene alla mente di Nicodemo è inevitabilmente: come si può nascere spiritualmente? (v. 9) • Ma per capire queste realtà spirituali era essenziale e prioritario che Nicodemo credesse alla testimonianza di Gesù come Messia e Re d’Israele (v. 11) • Gesù inizia la spiegazione mettendo in evidenza che la nuova nascita spirituale è formata da due fasi. Dio deve fare la prima fase (v. 14), ma l’uomo deve fare la seconda (v. 15) • Nella prima fase Dio ha mandato suo Figlio affinché provvedesse la salvezza per tutti, ma il fatto che la salvezza è disponibile per tutti non salva nessuna persona. C’è bisogno della seconda fase, in cui chiunque crede e mette la sua fiducia nel Messia riceve la vita eterna

  32. § 32b: La spiegazione a Nicodemo • La battaglia interiore di Nicodemo • Il versetto che segue (Gv 3:16) è forse il più famoso del Vangelo di Giovanni, e in esso viene ripetuto il concetto appena espresso: Dio fa la parte più grande dell’opera (Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio) e quest’opera è già finita da molto tempo, poi viene la parte nostra (affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna) • Come la quasi totalità dei giudei di ieri e di oggi Nicodemo doveva passare per una fase di travaglio interiore, di battaglia spirituale, di battaglia religiosa, di battaglia mentale; questo travaglio si sarebbe protratto per i tre anni del ministerio di Gesù da qui in poi • Nel Vangelo di Giovanni troveremo Nicodemo ancora due volte, al cap. 7 quando non sarà ancora credente ma difenderà i diritti del Messia davanti alle accuse dei sacerdoti e poi al cap. 19 durante il seppellimento dove con le sue azioni manifesterà la sua fede

  33. § 32b: La spiegazione a Nicodemo Fine • La fine della vita di Nicodemo • A causa della prominente posizione di Nicodemo nella società ebraica, non poteva essere ignorato negli scritti dei rabbini • Alcuni fonti rabbiniche di quel tempo (B. Taanit 20:1; B. Ketuvot 66b-67a; B. Sanhedrin 43:1) raccontano la fine della sua vita • Nicodemo aveva un lavoro secolare (come tutti i rabbini di quel tempo, vedi Paolo) e scavava pozzi per trovare l’acqua, per quel lavoro era uno degli uomini più benestanti in tutta Gerusalemme • Gli scritti rabbinici continuano dicendo che quando divenne credente in Gesù gli affari iniziarono ad andargli male e alla fine della sua vita morì in estrema povertà • Il racconto venne tramandato al fine di dissuadere altri giudei dal mettere la loro fede in Gesù come Messia, ma sebbene Nicodemo morì povero materialmente egli morì pienamente ricco spiritualmente

  34. § 33 II. L’autenticazione del Re L’accettazione della Sua Persona 6. Nuova testimonianza di Giovanni (Gv 3:22-36) 34

  35. § 33: Nuova testimonianza di Giovanni • Il battesimo di Giovanni • Giovanni normalmente battezzava a sud del Giordano, dove il fiume confluisce nel mar Morto, ma alla fine della stagione secca l’acqua iniziava a scarseggiare e bisognava andare altrove • Così si spostò più a nord in una città di nome Enon vicino a Salim, queste due città si trovavano più vicino al mar di Galilea • Il v. 23 ci fa capire che Giovanni aveva bisogno di molta acqua e questo era necessario solo se il battesimo che praticava era per immersione e non per aspersione

  36. § 33: Nuova testimonianza di Giovanni Fine Immagine dei luoghi dove Giovanni battezzava (013-IIA6-luoghi_dove_battezzava_giovanni) 36

  37. § 33: Nuova testimonianza di Giovanni • La gelosia dei discepoli di Giovanni • I discepoli di Giovanni si rendono conto che Gesù stava facendo più discepoli del loro maestro e diventano gelosi per lui • Le parole di Giovanni (v. 27-30) sono un esempio speciale di umiltà. Egli aveva capito chi era, quale fosse il suo posto e le sue mansioni nel piano di Dio • Giovanni non era il Messia, ma solo un suo servitore (v. 28) e quindi indirizza l’attenzione e la gloria tutta su Gesù • Vediamo che Giovanni parla di tre categorie di persone: lo sposo, la sposta e gli amici dello sposo. Questa simbologia viene sviluppata e spiegata più avanti nel N.T. • Lo sposo è il Messia, la sposa è la Chiesa, ma Giovanni si definisce “l’amico dello sposo”. In questa categoria rientrano tutti i santi dell’A.T. che avranno un ruolo diverso dalla sposa negli ultimi tempi

  38. § 34 II. L’autenticazione del Re L’accettazione della Sua Persona 7. L’imprigionamento di Giovanni (Mt 4:12; Mr 1:14; Lu 3:19-20; Gv 4:1-4) 38

  39. § 34: L’imprigionamento di Giovanni • I tre motivi della partenza del Messia per la Galilea • L’imprigionamento di Giovanni da parte di Erode Antipa (figlio di Erode il Grande) il tetrarca della Galilea. Il motivo dell’arresto fu proprio la predicazione contro Erode Antipa per l’adulterio con Erodiada moglie di suo fratello Filippo (Lu 3:19-20) • I Farisei iniziano a notare Gesù; Egli non passava più inosservato perché battezzava più discepoli di Giovanni. In realtà non era Lui a battezzare, ma i suoi discepoli. Tuttavia questo tocca l’orgoglio dei Farisei che volevano l’attenzione e l’autorità su di loro (Gv 4:1-4) • Tutto questo faceva parte di un piano divino (Gv 4:4, Lu 4:14) affinché Gesù facesse due cose: passare per Samaria dove avrebbe incontrato la donna samaritana e poi ritornare nella città di Cana per fare un secondo miracolo (guarigione del figlio del centurione)

  40. § 34: L’imprigionamento di Giovanni Fine Immagine del regno di Erode Antipa (013-IIA7-regno_di_erode_antipa)

  41. § 35 II. L’autenticazione del Re L’accettazione della Sua Persona 8. L’accettazione in Samaria (Gv 4:5-42) 41

  42. § 35: L’accettazione in Samaria • Chi erano i samaritani? • Per quanto riguarda la razza erano discendenti di popolazioni gentili deportate forzatamente nella terra d’Israele durante l’impero degli assiri • Si erano mischiati tramite matrimonio alla popolazione ebrea rimasta dopo la deportazione e avevano generato una razza mista • Anche dal punto di vista religioso erano “misti”, infatti avevano portato con loro gl’idoli delle nazioni da cui provenivano e nello stesso tempo temevano e servivano anche il Dio d’Israele (2 Re 17:24-41) • Siccome erano una razza mista, soprattutto dal punto di vista religioso, durante la ricostruzione del tempio Esdra, Zorobabele e Iesua non permisero ai samaritani di unirsi a loro (Es 4:1-3)

  43. § 35: L’accettazione in Samaria • Questo provocò la reazione dei samaritani in tre modi: • ostacolarono con forza la ricostruzione del tempio a Gerusalemme (Es 4:4-6:12) • decretarono che il monte Garizim era il monte santo in contrasto col monte di Gerusalemme • tolsero ogni riferimento alla città di Gerusalemme dai cinque libri della Torà • I samaritani riconoscevano come ispirata soltanto la Torà, rigettando ogni altro libro dell’A.T. sia profetico, storico o di lode • Non credendo ai profeti che erano stati mandati da Dio dopo Giacobbe, pensavano che il prossimo profeta che doveva venire sarebbe stato il Messia

  44. § 35: L’accettazione in Samaria • L’astio dei samaritani verso i giudei al tempo di Gesù • L’animosità e l’astio dei samaritani verso i giudei era molto forte anche al tempo di Gesù • Spesso i giudei che volevano recarsi a Gerusalemme passando per Samaria venivano ostacolati e in qualche caso anche uccisi • Gesù stesso più avanti volle passare per Samaria nel suo ultimo viaggio dalla Galilea verso Gerusalemme e gli fu impedito (Lu 9:51-53) • Al contrario ai samaritani piaceva vedere i giudei che se ne andavano via da Gerusalemme passando per il loro “monte santo” e quindi non li ostacolavano • Siccome in questo momento Gesù stava lasciando la Giudea per recarsi in Galilea, i samaritani non gli diedero nessun problema

  45. § 35: L’accettazione in Samaria • Come i giudei vedevano i samaritani al tempo di Gesù • Gli scritti rabbinici di quel tempo non sono uniformi sui comportamenti che i giudei dovevano tenere nei confronti dei samaritani • Alcuni dicevano che non bisognava mangiare nemmeno un boccone di cibo samaritano (Tanchum 17:4), altri erano più permissivi e dicevano che anche il cibo samaritano era Kosher (J. AvodahZarah 14:4) • Tuttavia il sentimento comune era che un giudeo non si doveva mai trovare in debito presso un samaritano, quindi non doveva dare niente gratuitamente a un samaritano e allo stesso modo non doveva ricevere niente in modo gratuito • Questo è il senso delle parole di Giovanni al v. 9: “Infatti i Giudei non hanno relazioni con i Samaritani”.

  46. § 35: L’accettazione in Samaria • La sorpresa della samaritana e “l’acqua viva” di Gesù • La richiesta di attingere acqua senza il relativo compenso in denaro provoca lo stupore della donna samaritana, essa sapeva bene che non ci dovevano essere relazioni tra Giudei e Samaritani se non di tipo commerciale • Tuttavia vediamo che Gesù usa questa conversazione per creare nella donna un desiderio di vita eterna • La conversazione parte con Gesù che parla a livello spirituale e la donna che risponde a livello fisico, ma pian piano Gesù la porta a comprendere il suo bisogno di vita eterna • “L’acqua viva” di cui Gesù parlava al v. 10 era di tipo spirituale, ma la donna capisce una fonte di acqua corrente tipo un ruscello che sgorga dalla terra in contrasto con quella ferma del pozzo in cui stava attingendo

  47. § 35: L’accettazione in Samaria • Gesù più grande di Giacobbe? • Giacobbe era la figura più importante secondo l’insegnamento dei samaritani. Quindi se Gesù non aveva nessun mezzo per attingere acqua forse voleva dire che conosceva una “sorgente alternativa”? Era forse più grande di Giacobbe, il loro grande patriarca, che aveva scavato quel pozzo? • Gesù, nominando la vita eterna, inizia a rivelare alla donna che sta parlando di un livello spirituale e non fisico: “… ma chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete; anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui una fonte d'acqua che scaturisce in vita eterna»” • Tuttavia la donna non comprende il problema spirituale e desidera semplicemente non dover più faticare per attingere l’acqua: “la donna gli disse: «Signore, dammi di quest'acqua, affinché io non abbia più sete e non venga più fin qui ad attingere»”

  48. § 35: L’accettazione in Samaria • La samaritana davanti alla realtà della sua vita • Gesù aveva messo in evidenza il bisogno di vita eterna cercando di farle capire che stava parlando a livello spirituale. Tuttavia la donna non capiva • Prima di comprendere il bisogno di un salvatore aveva bisogno di vedere come Dio la vedeva: una peccatrice • Nei v. 16-17 Gesù rivela alla donna il suo peccato di immoralità. Dopo essere stata sposata con cinque uomini, e probabilmente dopo aver divorziato da tutti, conviveva con un uomo che non era suo marito • Dicendole queste cose Gesù dimostro di essere più grande di Giacobbe

  49. § 35: L’accettazione in Samaria • Davanti al mio peccato meglio cambiare argomento … • La samaritana non era più a suo agio perché nella conversazione si stava iniziando a parlare del suo peccato e così cambia argomento verso questioni dottrinali (v. 19-20) • Questo modo di fare è di grande attualità anche oggi; quando una persona che non crede è messa di fronte alla realtà del suo peccato, improvvisamente cambia discorso e fa domande teologiche del tipo: “ma Caino da chi ha preso moglie?”, oppure: “se Dio è onnipotente può anche peccare?”, come se queste cose fossero rilevanti con il loro bisogno spirituale • Gesù non ignorò queste sue domande “teologiche”, ma diede una risposta nei versetti che seguono (v. 21-22). Tuttavia più avanti ritornò al punto che la riguardava: il suo bisogno di un salvatore; il suo bisogno di vita eterna; il suo bisogno di riconoscere qual’era la vera adorazione

  50. § 35: L’accettazione in Samaria • Il tempo della grazia • Le dottrine dei samaritani riguardo all’adorazione erano sbagliate, ma il tempo stava arrivando dove né Gerusalemme né il monte Garizim sarebbero stati importanti. In futuro il luogo per l’adorazione sarebbe stato “in spirito e verità” • Gesù stava profetizzando il periodo di tempo in cui stiamo vivendo noi: cioè il tempo della grazia, dove l’adorazione comunitaria può essere fatta in qualsiasi parte del mondo • Questo non era vero durante la dispensazione della legge di Mosè e questo non sarà vero nemmeno durante la dispensazione del Regno milleniale del Messia, perché in entrambi i casi il centro dell’adorazione a Dio era e sarà la città di Gerusalemme (Za 14:16-21) e i gentili faranno dei pellegrinaggi per festeggiare la festa delle capanne

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