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Ospedale per intensità di cura

Ospedale per intensità di cura. Rdb sanità. In Toscana la legge regionale n°22 (08/03/2000) e la successiva n°40 (24/02/2005) prevedono la strutturazione delle attività ospedaliere in aree differenziate suddivise per complessità ed intensità di cura: Bassa complessità; Media complessità;

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Ospedale per intensità di cura

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Presentation Transcript


  1. Ospedale per intensità di cura Rdb sanità

  2. In Toscana la legge regionale n°22 (08/03/2000) e la successiva n°40 (24/02/2005) prevedono la strutturazione delle attività ospedaliere in aree differenziate suddivise per complessità ed intensità di cura: • Bassa complessità; • Media complessità; • Alta complessità; • Area intensiva.

  3. Bassa intensità di cura • Filtro fra la struttura ospedaliera e quella territoriale; • Presa in carico da parte del medico Tutor e dell’infermiere referente; • Bassa osservazione medica ed infermieristica; • Degenza. Tempi brevi (da 1 a 5 giorni); • Day hospital, daysurgery; • In carico ai servizi territoriali.

  4. Media intensità di cura • Filtro fra territorio, pronto soccorso e struttura ospedaliera; • Presa in carico da parte del medico Tutor e dell’infermiere referente; • Osservazione medica ed infermieristica di media intensità; • Degenza dai 3 ai 10 giorni; • Pazienti di chirurgia, medicina, cardiologia ed ortopedia; • Medico di famiglia coinvolto nel post-degenza.

  5. Alta intensità di cura • Filtro fra pronto soccorso e struttura ospedaliera o eventi acuti territoriali; • Velocizzazione della presa in carico del medico Tutor e dell’infermiere referente; • Alta osservazione medica ed infermieristica; • Degenza media e lunga (oltre i 10 giorni); • Applicazione di discipline mediche e chirurgiche integrate; • Dimissione verso strutture riabilitative territoriali; • Infermiere referente e medico di famiglia seguono il percorso post-degenza.

  6. Area intensiva • Presa in carico diretta di pazienti cardiologici, traumatizzati o post-chirurgici da parte del medico Tutor e dell’infermiere referente; • Altissima osservazione medica ed infermieristica; • Uso di tecnologie mediche e chirurgiche integrate; • Degenza senza tempistica certa (oltre i 15 giorni); • Uso di tutti i supporti delle strutture territoriali durante la post-degenza.

  7. MOTIVAZIONI SCELTA CULTURALE CAMBIO DI INDIRIZZO STRATEGICO

  8. CAPACITA’ ORGANIZZATIVA INFORMAZIONE APPRENDIMENTO FORMAZIONE COMUNICAZIONE DIRETTIVE COMANDO AMMINISTRATIVE GERARCHICO

  9. In questa organizzazione • Consolidamento dell’offerta territoriale; • Miglioramento della capacità di filtro verso l’accesso all’ospedale; • Potenziamento delle figure del medico di medicina generale e dell’infermiere territoriale.

  10. Cambiano le modalità assistenzialied il regime di ricovero Superamento graduale dei reparti differenziati secondo la disciplina specialistica

  11. Percorso organizzativo AREE DISCIPLINARI INTEGRATE NATURA ASSISTENZIALE INTENSITA’ DI CURA

  12. L’OSPEDALE NON SARA’ PIU’ IL LUOGO DOVE, SECONDO LA PATOLOGIA, IL PAZIENTE SARA’ INSERITO MA DIVENTERA’ INGRANAGGIO DI UNA RETE CHE SI SVILUPPA NEL TERRITORIO (AREA VASTA)

  13. NEL PERCORSO ASSISTENZIALE IL PAZIENTE, CHE DOVREBBE RICOPRIRE UN RUOLO CENTRALE, IN REALTA’ DOVRA’ “INSEGUIRE” LE VARIE STRUTTURE SINO AD ARRIVARE ALLA CURA

  14. NON POSSIAMO: • ESSERE CONTRARI AD UN MIGLIOR SVILUPPO DEI SERVIZI TERRITORIALI E DI AREA VASTA SE NON AL PREZZO DI UNA: • RIDUZIONE DEL PERSONALE; • CHIUSURA DELLE PICCOLE REALTA’ OSPEDALIERE; • CARENZA DI MEDICINA PREVENTIVA.

  15. IL NUOVO MODELLO OSPEDALIERO • SUPERA LE TRADIZIONALI MODALITA’ DI ASSISTENZA; • LAVORA PER PROCESSI AD ALTA INTEGRAZIONE MULTIDISCIPLINARE; • RIORGANIZZA E DIFFERENZIA LE RESPONSABILITA’ CLINICHE E GESTIONALI.

  16. DIREZIONE INFERMIERISTICA RIORGANIZZAZIONE DEL PERCORSO ASSISTENZIALE E STIMA DEL FABBISOGNO DI PERSONALE DI ASSISTENZA SECONDO IL MODELLO “PER PRESA IN CARICO” CORRELATA ALLA COMPLESSITA’ ASSISTENZIALE STIMATA PER AREE DI INTENSITA’

  17. NUOVO MODELLO ASSISTENZIALE • PRIMARY NURSING (Ospedale ed assistenza domiciliare); • Introduzione di nuove figure di “Coordinamento d’Area Funzionale”; • Individuazione ed adozione di una cartella integrata unica per paziente;

  18. PRIMARY NURSE • L’infermiere referente del paziente si assume la responsabilità dell’impostazione del programma assistenziale nonché dei risultati, anche oltre la dimissione.

  19. INFERMIERE ASSOCIATO • EROGA LE PRESTAZIONI SECONDO IL PROGRAMMA; • PUO’ SOSTITUIRE IL PRIMARY NURSE IN CASO D’ASSENZA.

  20. OSS EROGA L’ASSISTENZA DI BASE ATTRIBUITAGLI DALL’INFERMIERE ASSOCIATO ULTERIORE BUROCRATIZZAZIONE DELLA FIGURA INFERMIERISTICA. NON E’ MOLTO CHIARA LA FIGURA DELL’OSS. SLITTAMENTO DI COMPETENZE E RESPONSABILITA’ DAL MEDICO ALL’INFERMIERE.

  21. CARTELLA CLINICA INTEGRATA • FRUIBILE DA TUTTI GLI OPERATORI COINVOLTI; • CHE ACCOMPAGNI IL PAZIENTE ATTRAVERSO TUTTE LE FASI DELL’INTENSITA’ DI CURA; • CHE AGEVOLI LA PIANIFICAZIONE MULTIDISCIPLINARE E MULTIPROFESSIONALE DELL’ASSISTENZA.

  22. UNA CARTELLA CLINICA CHE NON SIA LEGATA UNICAMENTE ALL’UTENTE O LEGGIBILE SOLO DAL PERSONALE DEL REPARTO CHE OFFRE ASSISTENZA ALL’UTENTE MA SIA COMPRENSIBILE ANCHE A CHI, COME MEDICI, INFERMIERI ED OSS AVVICININO IL PAZIENTE IN QUALSIASI FASE DELL’INTENSITA’ DI CURA

  23. OSPEDALI SEMPRE PIU’ PER “ACUTI” ED A CRESCENTE CONTENUTO TECNOLOGICO J INTERDIPENDENZA COMPLEMENTARIETA’ ORGANIZZAZIONE A RETE

  24. RETE PUBBLICO PRIVATO RAPPORTO CON PRIVATO SOCIALE CITTA’ E CITTADINI ASSOCIAZIONISMO TERZO SETTORE AUTOCURA

  25. NUOVI RUOLI SANITARI MENAGEMENT MEDICO TUTOR INFERMIERE MANAGER PRESA IN CARICO COORDINATORE DI AREA PERSONALIZZATA GLOBALE INFERMIERE ASSOCIATO COORDINATORE DI SETTING INTEGRATA OSS - OTA

  26. FUNZIONI DI COORDINATORE DI AREA • DEFINISCE con il Responsabile di Area/Dipartimento gli obiettivi di budget nel rispetto degli indirizzi dettati dalla pianificazione strategica aziendale; • COLLABORA con il Direttore Infermieristico alla determinazione del fabbisogno quali-quantitativo di personale infermieristico, ostetrico e di supporto nei settori afferenti all’area d’interesse; • ALLOCA il personale nei settori afferenti all’area d’interesse, garantendo l’equa distribuzione con il criterio della flessibilità dei carichi di lavoro, in accordo con gli infermieri coordinatori delle strutture organizzative semplici afferenti all’area; • COLLABORA con il Responsabile dell’U.O. Professionale O./T. nel garantire l’appropriatezza della gestione trasversale del personale di Presidio Ospedaliero e di Zona-Distretto nell’ambito dei macro-livelli ospedaliero/territoriale • GARANTISCE l’efficienza e l’appropriatezza dei consumi delle risorse materiali

  27. FUNZIONI COORDINATORE DI AREA • SUPERVISIONA, in collaborazione con i Coordinatori di Setting, le modalità ed i risultati delle attività erogate in service/convenzione e partecipa alla stesura del capitolato; • PREDISPONE con i coordinatori di setting i programmi di inserimento dei neo assunti e collabora all’elaborazione ed all’applicazione di strumenti per la valorizzazione della professionalità; • IMPLEMENTA e diffonde programmi di governo clinico e di miglioramento della qualità dell’assistenza infermieristica,ostetrica e di supporto; • PRESIDIA la rilevazione dal fabbisogno formativo, individua le priorità; • PREDISPONE, in collaborazione con i coordinatori di Setting, le condizioni organizzative idonee per l’apprendimento clinico degli studenti dei corsi di laurea per infermieri ed ostetriche o del tirocinio degli allievi dei corsi di qualificazione per OSS/OSSC.

  28. FUNZIONI DI COORDINATORI DI SETTING • COLLABORANO con il Coordinatore d’Area e di Dipartimento nella gestione del personale, dei beni e dei servizi; • COLLABORANO con il Coordinatore d’Area nella determinazione del fabbisogno delle dotazioni organiche; • COLLABORANO all’individuazione degli obiettivi di budget e realizzano le attività annuali programmate; • COLLABORANO con il Coordinatore d’Area alla verifica delle modalità ed attività erogate in service; • ORGANIZZANO turni di servizio del personale assegnato in base alla complessità assistenziale, riferendosi all’infermiere Coordinatore d’Area per eventuali criticità organizzative; • CONCORRONO alla rilevazione dei bisogni formativi ed alla definizione dei progetti di miglioramento.

  29. FUNZIONI COORDINATORI DI SETTING • PARTECIPANO alla stesura dei programmi di inserimento dei neo assunti/studenti garantendone l’inserimento come da specifici programmi; • VIGILANO sul comportamento professionale e deontologico del personale, segnalando al Coordinatore d’Area/di Dipartimento eventuali comportamenti anomali; • ASSICURANO la valutazione del bisogno assistenziale a tutte le persone che accedono al setting e presidiano l’assegnazione dei casi agli infermieri/ostetriche; • GARANTISCONO l’appropriatezza dei percorsi assistenziali realizzati nel Setting/ADO ed assicurano la raccolta e l’elaborazione dei dati d’attività; • ASSICURANO e PARTECIPANO ai briefing giornalieri per la condivisione dei casi, valutano la gestione del caso alla dimissione con l’infermiere/ostetrica referente; • VALUTANO e SVILUPPANO le competenze degli infermieri/ostetriche/operatori di supporto

  30. OSPEDALI A INTENSITA’ DI CURA SENZA TECNICI SANITARI Sarà per dimenticanza o per mera volontà legislativa che le figure Tecniche Sanitarie sono lasciate a se stesse in questo nuovo assetto organizzativo. E’ pur vero che per i Tecnici di Laboratorio e di Radiologia è già comprovata un’esclusione di fatto da gran parte delle mansioni che storicamente gli appartenevano.

  31. RIFLESSIONI RISPETTO AL NUOVO MODELLO ORGANIZZATIVO Attualmente si stanno svolgendo sperimentazioni nelle seguenti strutture: • Santa Maria Annunziata; • Empoli; • Pescia; • Pistoia.

  32. SLOGAN AZIENDALI • CONTINUITA’ ASSISTENZIALE; • INTEGRAZIONE DELLE RISORSE E DEI PROFESSIONISTI; • VALORIZZAZIONE DELLE COMPETENZE E DELLE PROFESSIONALITA’

  33. CRITICITA’ (OPERATORI) • Moduli sovraesposti o non assegnati; • Incertezza sui numeri di pazienti per modulo; • Rischio di non conoscenza dei pazienti per eventi imprevisti di altri operatori; • Rischi di terapie errate; • Riduzione del tempo dedicato all’assistenza per eccessiva burocrazia.

  34. CRITICITA’ (OPERATORI) • Confusione per i familiari che chiedono informazioni ed ai quali vengono date le seguenti risposte: • Non è del mio settore; • Senta il collega; • Non conosco il paziente; • È nell’altro modulo • Etc…. • Senso di abbandono dei pazienti; • Ridotto scambio e valutazione fra gli operatori a causa dell’abolizione della visita d’equipe sostituita dal “Briefing” che non avviene più al capezzale del paziente.

  35. CRITICITA’ (OPERATORI) INSUFFICIENZA DI: • Protocolli organizzativi; • Protocolli di responsabilità; • Strutture nel territorio capaci di supportare la post-degenza; • Medici, Infermieri e OSS per attuare il nuovo Modello Organizzativo.

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