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Esordio psicotico: riconoscimento e intervento precoce. Un esempio di programma di prevenzione

Università degli Studi di Trieste Facoltà di Psicologia Corso di Psichiatria Sociale a.a. 20011/2012. Esordio psicotico: riconoscimento e intervento precoce. Un esempio di programma di prevenzione. Intervento Precoce. Gli interventi preventivi

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Esordio psicotico: riconoscimento e intervento precoce. Un esempio di programma di prevenzione

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Presentation Transcript


  1. Università degli Studi di Trieste Facoltà di Psicologia Corso di Psichiatria Sociale a.a. 20011/2012 Esordio psicotico:riconoscimento e intervento precoce.Un esempio di programma di prevenzione

  2. Intervento Precoce Gli interventi preventivi -Prevenzione Primaria:Adozione di interventi e comportamenti in grado di evitare o ridurre l'insorgenza e lo sviluppo di una malattia o di un evento sfavorevole (specificità rispetto ad interventi di promozione della salute nella popolazione)

  3. Prevenzione Secondaria: Interventi volti alla diagnosi precoce di una patologia al fine di avviare un intervento tempestivo di cura • Prevenzione Terziaria: Interventi che mirano a prevenire gli esiti più complessi di una malattia (interventi sulle complicanze, sulle recidive, sulla morte)

  4. Intervento precoce nelle psicosi • Prevenzione primaria: intervento prima che si sviluppi una psicosi(fase detta prodromica), individuazione di vissuti o fattori di rischio che aumentano la vulnerabilità alla psicosi, che non necessariamente segue. Fase di “Stato mentale a rischio” (Yung e McGorry, 1996)

  5. Stato Mentale a Rischio • Quali sono le difficoltà nell’identificare i giovani nella fase (prodromica) antecedente al primo episodio di psicosi?

  6. 1) Dubbi sui tratti psicopatologici inerenti al concetto di “prodromo” (Se è prodromo è già patologico? Come possiamo parlare di prodromo se l’esito è sconosciuto? Vissuti specifici o sotto soglia?) 2) Dubbi sulla effettiva possibilità di misurare tali tratti (CAARMS; SPI-A; scala di Bonn)

  7. 3) Presenza di falsi positivi data la non specificità dei tratti prodromici (molti ragazzi potrebbero far parte di un progetto terapeutico preventivo e non sviluppare psicosi, come interpretare tali risultati? problema dei falsi positivi e dei falsi falsi positivi)

  8. Prevenzione secondaria: Intervento dopo il primo episodio psicotico o nella fase immediatamente successiva (2-5 anni),che punta alla riduzione della psicosi non trattata. I ritardi nell’iniziare la cura sono spesso prolungati (Chiarire cosa intendiamo per esordio è determinante)

  9. La durata della psicosi non trattata (DUP – Duration of untreated psychosis) è associata ad un declino funzionale rilevante, alla resistenza al trattamento e al conseguente aumento dei tassi di ricaduta (McGorry e Jackson, 1999)

  10. Come ridurre la DUP Ricerca di aiuto Favorire la ricerca di aiuto tra i giovani con vissuti psicotici. Riconoscimento Affinare la capacità dei MMG di riconoscere precocemente disturbi psichiatrici.

  11. Invio Promuovere collaborazioni continue tra MMG/strutture per giovani (SSTBA, private) e C.S.M. affinché al riconoscimento segua sempre un adeguato invio. Presa in carico Formare i servizi affinché supportino l’adesione tempestiva dei giovani con esordio al progetto terapeutico.

  12. Presa in carico di giovani con esordio psicotico L’età media di insorgenza dei disturbi psicotici coincide con una fase dello sviluppo umano che è caratterizzata da forti cambiamenti (bio-psico-sociali) e da importanti sfide evolutive (ex:separazione-individuazione, acquisizione identità)

  13. Un servizio che lavori con i ragazzi con vissuti psicotici deve pertanto calibrare gli interventi su vari aspetti della vita dei ragazzi considerando sempre le dinamiche in corso e la fase attraversata. La pratica in questo settore ha permesso di individuare alcune caratteristiche di base degli interventi più efficaci

  14. Best Practice • Fornire tempestivamente ai ragazzi con vissuti psicotici e alle famiglie interventi psicoeducativi (migliora l’adesione, abbatte lo stigma) • Fornire delle figure di riferimento stabili nel tempo formate ad hoc(case manager) • Favorire il ripristino di reti sociali preesistenti (amici,

  15. scuola, lavoro)o promozione di nuove, mantenendo un atteggiamento informale e supportivo, magari avvalendosi del gruppo dei pari. • Rinforzare le capacità di coping di fronte a situazioni stressanti (lavoro individuale e di gruppo). • Affrontare l’eventuale rapporto con le droghe (marijuana e psicotomimetiche in primis)

  16. sia a livello informativo che a livello preventivo/esplicativo. (marijuana e psicotomimetiche in primis).

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