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Capitolo 2 Produttività del lavoro e vantaggio comparato: il modello di Ricardo

Capitolo 2 Produttività del lavoro e vantaggio comparato: il modello di Ricardo. Corso tenuto da Sergio de Nardis. Economia internazionale: teoria e politica del commercio internazionale di Paul R. Krugman e Maurice Obstfeld , terza edizione italiana a cura di Rodolfo Helg.

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Capitolo 2 Produttività del lavoro e vantaggio comparato: il modello di Ricardo

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Presentation Transcript


  1. Capitolo 2 Produttività del lavoro e vantaggio comparato: il modello di Ricardo Corso tenuto da Sergio de Nardis Economia internazionale: teoria e politica del commercio internazionale di Paul R. Krugman e Maurice Obstfeld, terza edizione italianaa cura di Rodolfo Helg

  2. Organizzazione del capitolo • Introduzione • Il concetto di vantaggio comparato • Un’economia ad un solo fattore • Il commercio internazionale nel modello ad un solo fattore • Fraintendimenti a proposito dei vantaggi comparati • Il vantaggio comparato in presenza di più beni • Introduzione dei costi di trasporto e di beni non commerciati • Evidenza empirica sul modello di Ricardo • Sommario

  3. Introduzione • Come già detto, i motivi che inducono i paesi a commerciare tra di loro (e a specializzarsi) sono sostanzialmente due: • I paesi sono diversi tra loro in termini di dotazione dei fattori della produzione (clima, terra, capitale, lavoro) oppure in termini di tecnologie (efficienza nel produrre i vari beni) • I paesi cercano di conseguire economie di scala nella produzione, indipendentemente dall’essere o meno diversi dai partner commerciali • Il modello di Ricardo (del XIX secolo, ma attualissimo! V. “Sui Principi dell’economia politica e delle imposte” 1817) è basato sulle differenze tecnologiche tra paesi • Tali diversità tecnologiche si riflettono in differenze nella produttività del lavoro

  4. Il concetto di vantaggio comparato:la richiesta di fiori freschi negli Stati Uniti nel giorno di San Valentino • Nel giorno di San Valentino (20 febbraio) la domanda statunitense di rose è di circa 10 milioni: sono tutti fiori statunitensi? • Coltivare rose negli Stati Uniti d’inverno è difficile. • E’ necessario l’uso di serre riscaldate • Il costo dell’energia, del capitale e del lavoro impiegati è notevole • Le risorse per la produzione di rose potrebbero essere impiegate per produrre altri beni, per esempio computer: le risorse (i fattori) sono limitate. Se vengono impiegate per produrre un bene si deve rinunciare alla produzione di qualcos’altro: c’è un dunque quello che gli economistri chiamano un trade-off; se si producono rose si deve rinunciare a produrre una certa quantità di computer (e viceversa)

  5. Concetto di vantaggio comparato: trade-off comporta costo opportunità da cui emerge vantaggio comparato • Costo-opportunità • Il costo-opportunità delle rose in termini di computer è il numero di computer che si sarebbero potuti ottenere con le risorse che vengono, invece, impiegate per produrre in casa le rose richieste dai cittadini statunitensi • Vantaggio comparato • Un paese ha un vantaggio comparato nella produzione di un bene se il costo-opportunità della produzione di quel bene in termini di altri beni (computer a cui si deve rinunciare per produrre rose) è minore in quel paese che in altri

  6. Il concetto di vantaggio comparato • Supponiamo che negli Stati Uniti le risorse utilizzate per produrre 10 milioni di rose possano essere utilizzate, in alternativa, per produrre 100.000 computer • Supponiamo anche che in Messico le risorse per produrre quegli stessi 10 milioni di rose possano essere utilizzate, in alternativa, per produrre 30.000 computer • Questo esempio indica che i lavoratori messicani sono relativamente meno produttivi (dei lavoratori statunitensi) nella produzione di computer e relativamente più produttivi (degli americani) in quella di rose

  7. Il concetto di vantaggio comparato • Se ogni paese si specializza nella produzione del bene con il minore costo-opportunità, allora il commercio internazionale può essere benefico per tutti i paesi • Le rose hanno un costo-opportunità minore in Messico (le risorse per ottenere rose avrebbero potuto produrre in Messico un numero di computer inferiore che negli Usa) • I computer hanno un costo-opportunità minore negli Stati Uniti (le risorse per ottenere rose avrebbero potuto produrre negli Usa un numero di computer maggiore che in Messico) • Messico ha vantaggio comparato nelle rose; Usa nei computer • I vantaggi dal commercio internazionale possono essere visti considerando le variazioni nella produzione di rose e di computer in entrambi i paesi

  8. Concetto di vantaggio comparato. Negli Usa per produrre 10 rose si rinuncia a 100 computer; in Messico (Sud America) si rinuncia a 30 computer: chi deve produrre rose, chi computer? Tavola 2-1: Ipotetiche variazioni della produzione: se ciascun paese segue le proprie vocazioni produtive (vantaggi comparati) si hanno benefici a livello globale (una produzione complessiva maggiore)

  9. Il concetto di vantaggio comparato • L’esempio della Tabella 2-1 illustra il principio dei vantaggi comparati: • Se ogni paese esporta i beni nei quali gode di un vantaggio comparato (costi-opportunità minori), allora tutti i paesi possono in linea di principio avvantaggiarsi dagli scambi • Cosa determina il vantaggio comparato? • Rispondere a questa domanda significa indagare sulle differenze tecnologiche tra i paesi che effettuano lo scambio

  10. Modello ricardiano (differenze nella tecnologia): un’economia a un solo fattore • Consideriamo un’economia, che chiamiamo A. In questa economia: • Esiste un solo fattore di produzione: il lavoro • Vengono consumati dalla popolazione solo due beni: vino (w) e formaggio (c) • La disponibilità complessiva di lavoro (l’offerta) è data (fissa) • La tecnologia nelle due produzioni è rappresentata dalla produttività del lavoro nei due beni: quantità di lavoro necessarie per ottenere un’unità di vino e un’unità di formaggio • In tutti i mercati (del vino, del formaggio, del lavoro), vigono condizioni di concorrenza perfetta

  11. Modello ricardiano: economia a un solo fattore • La produttività del lavoro è quindi specificata come il lavoro necessario per ottenere un’unità di prodotto: • Il lavoro impiegato per unità di prodotto è il numero di ore di lavoro necessario a produrre un’unità di bene • Denotiamo con aLW= Lw/Qw il lavoro impiegato per unità di vino (cioè se aLW = 2, allora ci vogliono 2 ore di lavoro per produrre un litro di vino). • Denotiamo con aLC= Lc/Qc il lavoro impiegato per unità di formaggio (cioè se aLC = 1, allora ci vuole 1 ora di lavoro per produrre un chilo di formaggio). • Le risorse complessive dell’economia sono definite da L, l’offerta totale di lavoro (cioè se L = 120, allora l’economia è dotata di 120 ore di lavoro o di 120 lavoratori).

  12. Modello ricardiano: economia a un solo fattore • Possibilità produttive • La frontiera delle possibilità produttive (PF) mostra la quantità massima di un bene (ad esempio, il vino) che è possibile produrre una volta deciso il livello di produzione dell’altro bene (il formaggio) o viceversa, dato il vincolo costituito dalla disponibilità di lavoro • Vincolo della disponibilità di lavoro LW + LC = L (es. prec., LW + LC = 120) • La PF, ricordando che aLW= LW / QW e aLC= LC / QC, è quindi data da: aLWQW + aLCQC = L (es prec., 2QW + QC = 120) • Per cui la quantità massima producibile di vino, dato il formaggio prodotto e il vincolo dell’offeta di lavoro, è QW = L/aLW – aLC/aLW QC (es prec., QW = 120/2 – 1/2QC) • Il costo opportunità del formaggio in termini di vino (a quanti chili di formaggio si deve rinunciare per ottenere un litro in più di vino) è dato da dQW / dQC = – aLC/aLW (es prec., costo opportunità = – ½, si rinucia a mezzo litro di vino per produrre 1 Kg in più di formaggio, oppure si rinuncia a 2 Kg di formaggio per produrre un litro in più di vino)

  13. Produzione di vino di A, QW, in litri Il valore assoluto dell’inclinazione eguaglia il costo-opportunità del formaggio in termini di vino P F Produzione di formaggio di A, QC, in chili Figura 2-1: Frontiera delle possibilità produttive di A Modello ricardiano: economia a un solo fattore L/aLW L/aLC

  14. Modello ricardiano: economia a un solo fattore • La PF indica tutte le infinite combinazioni di vino e formaggio ottenibili con le tecnologie esistenti; non è possibile dire quale sarà la combinazione dei due beni prescelta • Le particolari quantità dei due beni che vengono prodotte sono determinate dai loro prezzi • Denotiamo con PC il prezzo in dollari del formaggio e con PWil prezzo in dollari del vino. Denotiamo con wW il salario in dollari nel settore del vino e con wC il salario in dollari nel settore del formaggio • Allora, nell’ipotesi di concorrenza perfetta, la condizione di profitti non negativi implica che: • Se PW / aLW < wW, allora non vi è produzione alcuna di QW. • Se PW / aLW = wW, allora esiste una produzione di QW. • Se PC / aLC < wC, allora non vi è produzione alcuna di QC. • Se PC / aLC = wC, allora esiste una produzione di QC.

  15. Modello ricardiano: economia a un solo fattore • Le relazioni sopra indicate implicano che se il prezzo relativo del formaggio (PC / PW ) è maggiore del suo costo-opportunità (aLC / aLW), allora l’economia si specializzerà nella produzione di formaggio (e viceversa) • In assenza di scambi, in economia chiusa, entrambi i beni devono essere prodotti, quindi PC / PW = aLC /aLW

  16. Il commercio internazionale nel modello ricardiano ad un solo fattore • Assunzioni del modello: • Esistono nel mondo due paesi (A e B) • Ciascuno dei due paesi produce entrambi i beni (vino e formaggio) • Esiste un solo fattore di produzione, il lavoro • L’offerta di lavoro in ogni paese è fissata • La produttività del lavoro in ogni bene nei due paesi è fissata • Il lavoro non è mobile tra i due paesi • In tutti i mercati vigono condizioni di concorrenza perfetta • Le variabili del paese B sono indicate con asterisco

  17. Il commercio internazionale nel modello ricardiano ad un solo fattore • Vantaggio assoluto • Un paese ha un vantaggio assoluto nella produzione di un bene se il lavoro necessario per produrre un’unità di quel bene è minore rispetto al paese estero • Assumiamo che aLC < a*LC e aLW < a*LW • Tale assunzione implica che il paese A gode di un vantaggio assoluto nella produzione di entrambi i beni. Un altro modo di vedere la stessa cosa è dicendo che A è più produttivo di B nella produzione di entrambi i beni • Anche se il paese A ha un vantaggio assoluto in entrambi i beni, sono possibili scambi vantaggiosi per entrambi i paesi • La struttura dei flussi commerciali è determinata dal concetto di vantaggio comparato

  18. Il commercio internazionale nel modello ricardiano ad un solo fattore • Il vantaggio comparato • Assumiamo che aLC /aLW < a*LC /a*LW (2-2) • Tale assunzione implica che il costo-opportunità del formaggio in termini di vino è minore in A che in B. • In altre parole, in assenza di scambi, il prezzo relativo del formaggio in A è minore del prezzo relativo del formaggio in B. • Il paese A gode di un vantaggio comparato nel formaggio e lo esporterà in B in cambio di vino.

  19. Produzione di vino di B, Q*W, in litri F* P* Produzione di formaggio di B, Q*C , in chili Il commercio internazionale nel modello ricardiano ad un solo fattore: il paese B Figura 2-2: Frontiera delle possibilità produttive del paese B L*/a*LW +1 L*/a*LC

  20. Il commercio internazionale nel modello ricardiano ad un solo fattore: prezzi e costo-opportunità • In assenza di commercio, quando le due economie A e B sono chiuse agli scambi, si ha PC / PW = aLC /aLW ; P*C / P*W = a*LC /a*LW • Essendo P*C / P*W > PC / PW (poichè a*LC /a*LW > aLC /aLW), con lo scambio sarà conveniente inviare formaggio da A a B e vino da B ad A • Questi spostamenti tenderanno a fare salire PC / PW e a fare scendere P*C / P*W finchè i due prezzi relativi convergeranno verso un unico valore del prezzo relativo (mondiale) del formaggio in termini di vino

  21. Il commercio internazionale nel modello ricardiano a un solo fattore • Determinazione del prezzo relativo dopo gli scambi • Cosa determina il prezzo relativo (cioè, PC / PW) dopo gli scambi? • Per rispondere a questa domanda dobbiamo definire l’offerta relativa e la domanda relativa di formaggio nel mondo nel suo insieme. • L’offerta relativa di formaggio è pari alla quantità totale di formaggio offerta dai due paesi per ogni dato prezzo relativo divisa per la quantità totale di vino offerta, (QC+ Q*C)/(QW+ Q*W). • La domanda relativa di formaggio nel mondo è un concetto analogo.

  22. Il commercio internazionale nel modello ricardiano a un solo fattore: l’offerta mondiale • se PC / PW < aLC /aLW nessun paese produce formaggio, l’offerta relativa di formaggio è zero • se PC / PW = aLC /aLW il paese B non ha convenienza a produrre formaggio, mentre in A i produttori ottengono lo stesso guadagno nel formaggio e nel vino, quindi in questo caso A è disponibile qualunque quantità relativa dei due beni, dando luogo a una sezione piatta dell’offerta relativa mondiale di formaggio • se aLC /aLW < PC / PW < a*LC /a*LW; A si specializza producendo solo formaggio, B si specializa producendo solo vino; l’offerta relativa mondiale di formaggio è (L / aLC)/(L / a*LW) • se PC / PW = a*LC /a*LW; per i produttori di B è indifferente produrre formaggio o vino, per cui l’offerta relativa mondiale di formaggio torna a essere piatta • se PC / PW > a*LC /a*LW; nessuno produce vino e l’offerta relativa di formaggio tende a infinito

  23. Il commercio internazionale nel modello ricardiano a un solo fattore Prezzo relativo del formaggio, PC/PW RS RD RD' L/aLC L*/a*LW Q' Quantità relativa di formaggio, QC + Q*C QW + Q*W Figura 2-3: Domanda e offerta relative mondiali a*LC/a*LW 1 2 aLC/aLW

  24. Il commercio internazionale nel modello ad un solo fattore • I vantaggi dal commercio internazionale • Se i paesi si specializzano in base ai loro vantaggi comparati, allora beneficiano tutti da tale specializzazione e dal commercio internazionale. • Dimostreremo tali vantaggi dal commercio internazionale in due modi: 1) il commercio internazionale espande le possibilità di consumo dei cittadini dei paesi che si integrano rispetto a uan situazione di chiusura; 2) il commercio internazionale è un modo efficiente per produrre indirettamente ciò che non si è in grado di fare al meglio con le proprie tecnologie

  25. Il commercio internazionale nel modello ricardiano a un solo fattore: espansione delle possibilità di consumo • Un primo modo per vedere i vantaggi dal commercio internazionale consiste nel considerare come il commercio influenza il consumo in ognuno dei due paesi • La frontiera delle possibilità di consumo evidenzia la quantità massima di consumo di un bene che un paese può ottenere per ogni data quantità consumata dell’altro bene • In assenza di commercio, la curva delle possibilità di consumo coincide con la curva delle possibilità produttive • Il commercio internazionale consente di espandere le possibilità di consumo per ognuno dei due paesi: ciascun paese supera i limiti dettati dalla tecnologia nazionale, “accedendo” alla frontiera produttiva del partner commerciale; i consumatori di A accedono alla maggior offerta di vino proveniente da B; i consumatori di B accedono alla maggior offerta di formaggio da parte di A

  26. Quantità di vino, Q*W Quantità di vino, QW F* T P F T* P* Quantità di formaggio, QC Quantità di formaggio,Q*C Il commercio internazionale nel modello ricardiano a un solo fattore: espansione delle possibilità di consumo Figura 2-4: Il commercio internazionale espande le possibilità di consumo (a) Paese A (b) Paese B

  27. Il modello ricardiano: scambio internazionale come modo più efficiente per produrre (indirettamente) i beni in cui si ha uno svantaggio comparato • Prima degli scambi prezzo relativo del microchip rispetto alle scarpe Italia=2; Usa = 0,5 • Con lo scambio, prezzo internazionale si colloca tra 2 e 0,5; per esempio a 1 • Con apertura agli scambi gli Usa, pur più produttivi in assoluto nei 2 beni, hanno convenienza a produrre solo il bene dove sono relativamente più efficienti, cioè microchip (vantaggio comparato), e importare scarpe italiane • Se gli Usa realizzassero scarpe in casa, con un’ora di lavoro avrebbero 0,5 unità di scarpe; se invece impiegassero quell’ora di lavoro per produrre microchip, ottengono un’unità di microchip che scambiano nel mercato mondiale al prezzo relativo di 1 ottenendo un’unità di scarpa italiana • Scambio internazionale = produzione indiretta

  28. Il modello ricardiano: ai vantaggi comparati di produttività corrispondono vantaggi comparati di costo del lavoro • L’industria nei 2 paesi si divide così: Italia scarpe 80% microchip 20%; Usa scarpe 20%, microchip 80%. Quindi Produttività media Italia =0,80x0,33+0,20x0,17=0,3 Produttività media Usa= 0,20x0,5+0,80x1=0,9 • Gli Usa pagano un salario triplo rispetto all’Italia. Nonostante ciò gli Usa conservano un vantaggio comparato di costo nei microchip perché in questa industria la produttività di un lavoratore americano è 6 volte maggiore di quella di un lavoratore italiano (1/0,17) • L’Italia è meno produttiva degli Usa in entrambe le produzioni. Nonostante ciò presenta un vantaggio comparato di costo nella produzione di scarpe. Questo perchè i salari italiani sono 1/3 di quelli americani, mentre la produttività italiana nelle scarpe è solo 2/3 di quella americana nello stesso settore (0,33/0,5) • Clup italiano nelle scarpe più basso nonostante la più bassa produttività; clup Usa nei microchip più basso nonostante i più alti salari: è qui il motivo dell’interscambio

  29. Fraintendimenti a proposito dei vantaggi comparati • Produttività e competitività • Mito 1: il libero scambio è vantaggioso solo se un paese è abbastanza forte da sostenere la concorrenza straniera • Questo argomento fallisce nel riconoscere che il commercio internazionale è basato sui vantaggi comparati e non sui vantaggi assoluti • La questione dei bassi salari • Mito 2: la concorrenza estera è sleale e danneggia gli altri paesi quando è basata su bassi salari • Nel nostro esempio il paese Usa ha salari maggiori, tuttavia continua a trarre vantaggio dal commercio

  30. Fraintendimenti a proposito dei vantaggi comparati • Sfruttamento • Mito 3: il commercio internazionale peggiora le condizioni dei lavoratori nei paesi con i salari più bassi • In assenza di commercio, questi lavoratori starebbero peggio • Negare l’opportunità di esportare significa condannare la gente povera a rimanere tale

  31. Fraintendimenti a proposito dei vantaggi comparati Tabella 2-3: Variazioni dei salari e dei costi del lavoro per unità di prodotto

  32. Modello ricardiano: il vantaggio comparato in presenza di più beni • Costruzione del modello • Due paesi: A e B; entrambe le economie consumano e sono in grado di produrre un numero elevato, N, di beni diversi; un solo fattore della poduzione • Salari relativi e specializzazione • La struttura dei flussi commerciali dipenderà dal rapporto tra i salari del paese A e quelli del paese B • I beni saranno sempre prodotti dove è meno costoso farlo • Per esempio, indicando con w e w*i salari pagati rispettivamente nei due paesi A e B, sarà meno costoso produrre il bene i nel paese A se waLi < w*a*Li , o riorganizzando i termini se a*Li/aLi > w/w* • In generale si avrà una catena di N vantaggi comparati aL1 /a*L1< aL2 /a*L2<....< aLi /a*Li<....<aLN /a*LiN talché il paese A produrrà tutti i beni per i quali aLi /a*Li<w*/w oppure, considerando le produttività relative, per i quali a*Li/aLi > w/w*

  33. Modelllo ricardiano: il vantaggio comparato in presenza di più beni Tabella 2-4: costi del lavoro per unità di prodotto nei paesi A(home) e B (foreign)

  34. Modello ricardiano: vantaggio comparato in presenza di più beni • Quale paese produce quali beni? • Un paese ha un vantaggio di costo in ogni bene per il quale la sua produttività relativa è maggiore del suo salario relativo. • Se, per esempio, w/w* = 3, A produrrà mele, banane e caviale, mentre B produrrà solo datteri e focacce. • Entrambi i paesi beneficieranno dei vantaggi della specializzazione.

  35. Modello ricardiano: il vantaggio comparato in presenza di più beni • Determinazione del salario relativo nel modello a più beni • Per determinare i salari relativi in un’economia a più beni, dobbiamo considerare le domande di lavoro implicite nelle domande relative dei beni (cioè, le domande di lavoro relative derivate). • In A, la domanda relativa di lavoro diminuisce all’aumentare del rapporto tra i salari di A e quelli di B.

  36. Salario relativo, w/w* RS Mele 10 Banane 8 Caviale 4 3 Datteri 2 Focacce 0.75 RD Quantità relativa di lavoro, L/L* Modello ricardiano: il vantaggio comparato in presenza di più beni Figura 2-5: determinazione dei salari relativi

  37. Introduzione dei costi di trasporto e dei beni non commerciati • Ci sono tre ragioni principali per le quali la specializzazione nell’economia internazionale reale non è estrema (vale a dire alcune produzioni si realizzano solo nel paese A, le altre nel paese B): • l’esistenza di più di un fattore produttivo. • i paesi talvolta proteggono i settori dalla concorrenza straniera. • il trasporto di beni e servizi è costoso. • L’introduzione dei costi di trasporto rende alcuni beni non commerciati; per es, se il costo di trasporto è pari al 100% del valore del costo di produzione, nel caso precedente, con un rapporto tra salari nazionali ed esteri pari a 3, non vi sarà convenienza, nonostante le differenze di produttività, a commerciare caviale e datteri che continueranno quindi a essere prodotti in entrambe le economie • In alcuni casi, il trasporto è virtualmente impossibile. • Esempio: servizi quali il taglio dei capelli o la riparazione dell’automobile non possono essere commerciati internazionalmente.

  38. Limiti del modello ricardiano • Prevede un estremo grado di specializzazione: alcune produzioni si concentrano esclusivamente in un determinato paese, le altre nell’altro; ciò è estremamente raro • Esclude che il commercio internazionale abbia effetti negativi per alcune categorie di lavoratori; questo perchè suppone che il lavoro “espulso” dalle produzioni che si perdono a vantaggio della concorrenza estera (dove si ha quindi uno svantaggio comparato) si sposti immediatamente nelle produzioni di vantaggio comparato • Non prevede che differenze diverse da quelle tecnologiche possano spingere al commercio internazionale e alla specializzazione; in particolare, la differente dotazione di risorse è una causa altrettanto importante della specializzazione commerciale • Trascura il possibile ruolo delle economie di scala come causa degli scambi; questo comporta che tale modello non contempli la possibilità che vi siano scambi commerciali tra paesi perfettamente identici sotto il profilo tecnologico • Nonostante questi limiti il modello di Ricardo è un ottimo schema per porre in luce alcuni meccanismi essenziali del commercio internazionale (vantaggio comparato e “miti” circa le conseguenze negative dell’integrazione commerciale); esso riesce anche a “spiegare” il tipo di specializzazione che prevale in molti paesi

  39. Evidenza empirica sul modello di Ricardo Figura 2-6: Produttività e esportazioni

  40. Sommario • Abbiamo esaminato il modello di Ricardo, il più semplice fra i modelli che mostrano come differenze nelle caratteristiche dei paesi diano luogo al commercio internazionale e come da esso derivino vantaggi reciproci. • In questo modello, il lavoro è il solo fattore di produzione ed i paesi si differenziano soltanto per la produttività del lavoro nei diversi settori dell’economia. • Nel modello di Ricardo, un paese esporterà il bene nel quale ha un vantaggio comparato (non un vantaggio assoluto) in termini di produttività del lavoro.

  41. Sommario • Il fatto che il commercio internazionale avvantaggi un paese può essere mostrato in due modi: • possiamo pensare al commercio internazionale come a un modo indiretto di produzione. • possiamo mostrare che il commercio internazionale espande le possibilità di consumo di un paese. • La distribuzione dei vantaggi derivanti dal commercio internazionale dipende dai prezzi relativi dei beni che i due paesi producono.

  42. Sommario • Estendendo il modello ad un fattore produttivo e due beni al caso di più beni consente di mostrare che i costi di trasporto possono dare luogo a beni non commerciati. • La previsione principale del modello di Ricardo - cioè che i paesi tenderanno ad esportare i beni per i quali hanno una produttività relativamente elevata - è stata confermata da numerosi studi empirici.

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