1 / 34

Sociologia generale

Sociologia generale. Dario Rei 2008-2009 Dimensioni del sociale (5 CFU) Sociologie della globalizzazione (3 CFU). Dimensioni del sociale. 1 Organizzazione 2 Occupazione e lavoro 3 Stratificazione e mobilità 4 Comunicazione 5 Sociabilità 6 Partecipazione

kert
Download Presentation

Sociologia generale

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. Sociologia generale • Dario Rei 2008-2009 • Dimensioni del sociale (5 CFU) • Sociologie della globalizzazione (3 CFU)

  2. Dimensioni del sociale • 1 Organizzazione • 2 Occupazione e lavoro • 3 Stratificazione e mobilità • 4 Comunicazione • 5 Sociabilità • 6 Partecipazione • 7 Protezione sociale e benessere • 8 Socializzazione e infanzia

  3. 1. ORGANIZZAZIONE • L’impresa industriale organizza il lavoro superando il tradizionale schema della bottega artigiana nel sistema della manifattura ( fabbrica) • La manifattura accresce la divisione tecnica del lavoro(= scomposizione e separazione delle mansioni affidate a lavoratori diversi)e impianta su di essa una separazione di gerarchie, funzioni, ricompense. • Il principio di organizzazione caratterizza la società industriale (Saint Simon,Comte: l’ organizzazione scientifica della società ) • Organizzazione significa • Sia il modo di comporre un insieme (il lavoro “ha” una organizzazione in quanto viene organizzato) • Sia l’ insieme che in tale modo viene composto(l’impresa “è” una organizzazione)

  4. Organizzazione del lavoro • Tra 800 e 900 : il taylorismo-fordismo si autodefinisce organizzazione scientifica del lavoro perché dominata da un principio di forte e tendenzialmente totale razionalità sinottica(=considerare e controllare, dall’alto e dall’ esterno, tutte le componenti e tutte le attività dell’organizzazione) • I principi sono: standardizzazione dei processi/ predeterminazione delle operazioni/ incentivi e sanzioni ai lavoratori i/ economie di scala e grande dimensione • Negli anni 1930-50 il scientific management aggiunge la scoperta del “fattore umano”: le relazioni nei gruppi di lavoro, le relazioni con l’ambiente sociale influenzano la produttività • L’occupazione tipica della organizzazione tayloristico-fordista del lavoro è caratterizzata da: relativa stabilità, attese e prospettive di carriera; legami sociali definiti dalla posizione occupata nell’ apparato produttivo; protezione sociale connessa alla occupazione (welfare fordista) , rigidezza e chiarezza sul posto occupato nel sistema sociale

  5. Nuove culture organizzative • Dicotomie e contraddizioni del taylorismo-fordismo: • -progressione di carriera vs. dequalificazione,ripetitività del lavoro; • appartenenza(di azienda mestiere gruppo ) vs/ alienazione • identità (società dei produttori) vs conflitto sociale(sindacale, politico, di classe) • Crisi e trasformazione del Taylorismo-fordismo(anni 70-80)> TOYOTISMO • Principi : specializzazione flessibile/ produzione su domanda/ qualità totale dei prodotti e dei processi/ abolizione degli stoccaggi(just-in-time)/ organizzazione più “piatta “ • Il pensiero più recente sottolinea la distanza ffra dimensione organizzativa esplicita(funzioni, organi, tecnologie processi produttivi) e implicita( clima identità motivazione missione appartenenza). Le imprese sono viste come sistemi culturali non solo macchine produttive

  6. Organizzazione a rete • Una rete è un insieme di punti(nodi) connessi da relazioni(contatti fisici, informativi ) ed in grado di agire come sistema. • Proprietà della rete sono il suo grado di apertura(variazione dei nodi componenti), densità( numerosità e multilateralità delle relazioni), centratura( se esistono o no dei nodi a cui gli altri fanno riferimento) • Il modello reticolare è impiegato per analizzare gli intrecci fra organizzazioni (flussi finanziari e bancari partecipazioni azionarie incrociate, imprese transnazionali disseminate globalmente, ecc.). • V. A.Lomi,Reti organizzative.Teorie tecnica e applicazioni, Il Mulino,1991 • A.Laszlo-Barabasi M Link.La scienza delle reti, Einaudi 2002

  7. 2. OCCUPAZIONE E LAVORO • Occupazione(lavoro) è l’ attività retribuita sul mercato del lavoro. La partecipazione al mercato del lavoro distingue fra Non forze di lavoro ( bambini, adolescenti ,anziani ritirati dal lavoro, disabili e inabili, casalinghe) e forze di lavoro( attivi: tutti coloro che sono presenti sul mercato di lavoro) • Gli attivi comprendono: occupati stabili- occupati instabili - già occupati in cerca di nuova occupazione(disoccupati)- in cerca di prima occupazione • Anche nelle NFL una frazione può essere considerata “disponibile a occuparsi a particolari condizioni”(orario spostamenti ecc) • L’occupazione si distingue anche per durata nel tempo(indeterminato/determinato) e per orario(full time/part time)

  8. Altri dati italiani sull’ occupazione • 2006- migliaia : • Occ.M Occ F -dip td -dip pt cerca M cercaF Tasso att. • NORD 6876 4927 - 920 1248 196 267 66.2 • CENT 2734 1935 - 447 505 128 174 62.0 • SUD 4330 2187 -855 537 477 432 46.6 • ITA 13939 9049 -2222 2290 801 873 58.4 • M -1088 392 70.5 • F -1134 1898 46.3 • agricol -237 39 • industr 530 327 • servizi -1455 1924

  9. Il postfordismo /1 • Il postfordismo è una transizione nel modo di produzione industriale classico verso forme più flessibili, leggere e adattabili a contesti più turbolenti e meno prevedibili • R./ Sennett( L’uomo flessibile,Feltrinelli 1999; La cultura del nuovo capitalismo, Il Mulino, 2006)analizza le conseguenze della fine dell’organizzazione taylorista- fordista con l’emergere di una nuova organizzazione del lavoro che combina postfordismo, flessibilità e new economy • Per le imprese: • Difficoltà o impossibilità di strategie di lungo periodo • Riduzione delle dimensioni e outsourcing di funzioni • Favore a forme di lavoro flessibile e/o atipico (a durata determinata, temporanea, e/o a orario parziale ( regolare, stagionale, a chiamata ecc.). • Sostituzione nel lavoro del “progetto”(a contenuto e tempo definiti ) al “posto” (a contenuto e tempo indefinito).

  10. Il postfordismo/2 • Conseguenze (negative) per le persone: • Perdita di stabilità nel rapporto con il posto di lavoro e con l’occupazione in generale • Incertezza delle fonti di reddito da lavoro • Minore possibilità di controllare il proprio lavoro, in termini di autonomia,remunerazione, progressioni professionali, carriera • Mobilità individuale fra posti meno programmabile, più contingente • Perdita di importanza del lavoro nella costruzione dell’ identità personale • Emergere di forme di lavoro neo-servile a scarsa tutela (immigrazione, traffici di persone,mercati criminali)

  11. Neoartigianato? • Nel suo volume The Craftsman(Yale Univ.Press 2007)Sennett rivaluta ma il lavoro artigianale( manuale o immateriale), in continuità con una idea illuministica di attività produttiva, fondata su conoscenza, competenza ed abilità. • Esiste una connessione tra il modo in cui i lavoratori moderni concepiscono un buon lavoro e le abilità di tipo più tradizionali precedenti l’organizzazione scientifica del lavoro • “Tutti coloro che lavorano nella new economy,nell’ hi-tech,nella finanza, in società ad alto contenuto creativo, malgrado siano tutti altamente specializzati, si lamentano di non avere avuto la possibilità di sviluppare in modo soddisfacente le loro capacità” • Il lavoro neoartigianale è quello che si svolge “con dedizione assoluta” , credendo in quello che si fa e coltivando il piacere-dovere di farlo “al meglio”,con maestria, applicazione, durata

  12. La società postindustriale • La società postindustriale(D.COHEN;Tre lezioni sulla società postindustriale,Garzanti 2007)emerge con la crescita di una economia centrata sui servizi immateriali , non legati alla fabbricazione di cose • Il passaggio al post-industriale(la “terza rivoluzione industriale”) è variamente collocato nel tempo a partire dagli anni 50-60, con più intensità dopo la rivoluzione microelettronica(avvento del microchip e dei computers) dagli anni Settanta ad oggi. • L’introduzione del termine post-industriale si deve a David Riesman(The lonely crowd,1953) seguito da Alain Touraineç1969)e Daniel Bell 1973). Una lontana fonte precedente è Arthur J.Penty Old worlds ofr new.A study of the Post-Industrial Syaye(1917)e Post-Industrialism (1922) • Per Touraine il postindustriale deriva dalla assunzione della scienza a fattore immediato di produzione(società p.i=società scientifica).Per Bell dalla crescita della occupazione in attività di servizi avanzati(“quaternario) e dalla produzione di valori simboli immateriali (formazione,comunicazione, leisure, salute, finanza ) come fattori economici principali

  13. Postindustriale/2 • Mentre la società industriale moderna insedia l’impresa nel suo territorio(in relazione alla disponibilità di energie, materie prime e forza lavoro) , il postindustriale disancora l’impresa dai radicamenti tradizionali, e ne dissemina l’organizzazione con modalità consentite dai nuovi sistemi di comunicazione( ICT) • Tipicamente postindustriale è la formazione di una economia/società della conoscenza(simboli comunicazione ecc.) dove al centro delle attività economiche si pone non più la funzione di produzione ma quella di consumo e servizi(v.GP FABRIS.Societing.Il marketing nella società postmoderna,Egea,2008 • Nel processo postindustriale come economia della conoscenza possono tuttavia anche rientrare processi di reindustrializzazione/neoindustrializzazione: una vecchia base industriale innova nei processi e nei prodotti, si aprono attività di produzione basate direttamente su ricerca scientifica e alta tecnologia • Il postindustriale va perciò distinto dalla ripresa relativa di agricoltura, commercio, servizi e altre attività tradizionali a seguito della contrazione delle attività industriali (deindustrializzazione).

  14. 3 STRATIFICAZIONE E MOBILITA’ • Il concetto di stratificazione sociale fa riferimento al modo in cui una società è composta per gradi livelli posizioni (e conseguenti fattori di uguaglianza-diseguaglianza) • La struttura della società viene raffigurata per analogia (scala, piramide, rombo, fiasco, clessidra) • Viene analizzata • A)secondo scale delle posizioni in cui gli individui si distribuiscono su diversi livelli • B) secondo gli aggregati- di diseguale importanza- a cui gli individui appartengono

  15. Stratificazione per livelli • Gli individui possono essere collocati su livelli diseguali attraverso indicatori di • -ricchezza( patrimonio/ reddito) • -prestigio ( reputazione dello status che detengono, della attività che svolgono) • -scolarità (anni di scuola frequentata titoli conseguiti) • -posizione nel lavoro(remunerazione, inquadramento contrattuale e/o giuridico) • potere (capacità di “controllare” altri) • Un criterio sintetico unidimensionale è lo status socioeconomico(SES) di un individuo, indicato dalla sua posizione occupazionale • In base al livello distinguiamo 3 fasce di stratificazione( upper middle lower) che possono essere ulteriormente divise in un totale di 6(3x2) o 9(3x3)strati

  16. Classi di reddito • Le classi di reddito sono aggregati statistici che collocano gli individui in fasce a seconda del loro reddito(di norma annuale) • La distribuzione sociale del reddito è data dalle quote di reddito che vanno a ciascun decimo(decile) degli individui che compongono la società. In una distribuzione perfettamente egualitaria, ogni decile disporrebbe di un decimo del reddito complessivo. L’ indice di Gini è una misura sintetica sulla diseguaglianza della distribuzione, variando da 0= totale eguaglianza a 1=totale diseguaglianza( tutto il reddito a un solo decile) • Il rapporto fra la quota di reddito che va al 1.o decile e quella che va all’ultimo indica l’ampiezza della polarizzazione.Cosi pure il rapporto fra il reddito dei manager di una azienda e il reddito medio degli addetti della stessa ecc.

  17. Diseguaglianze di reddito(Italia) • Secondo Indagine ISTAT 2004 (su un campione di 22 mila famiglie e 56 mila individui rappresentativo della popolazione italiana) il quintile superiore disponeva del 40,8% del reddito complessivo il quintile inferiore del 7%(Indice di Gini O, 331) • Le diseguaglianze nel reddito disponibile delle famiglie si riflettono nel tenore di vita(investimenti consumi risparmi) in relazione a : • composizione della famiglia (numero di percettori e di persone a carico) • titolarità del possesso della propria abitazione(costi e risparmi) • potere di acquisto del reddito disponibile in relazione al costo della vita( più alto al Nord e nelle grandi città).

  18. Altri criteri di stratificazione • Il prestigio( onore, rango , status) si indaga attraverso i giudizi di reputazione,ossia il valore socialmente assegnato alla diverse attività e condizioni sociali • Un esercizio di reputazione è il seguente: :” In questo elenco di attività professionali: Medico giudice scienziato avvocato imprenditore manager politico archietto calciatore scrittore commercialista prete cantante modello o velina sindacalista disc-jockey ,a quale attribuite maggiore prestigio?” La sequenza discendente (da medico :massimo prestigio> a disc jockey : minimo) è emersa da un sondaggio su un campione rappresentativo di Italiani (2006) • Il potere indica la capacità di disporre di (controllare) altri; può essere economico, politico, culturale ecc. • Una “quarta scala” di stratificazione (che si ricollega al prestigio) è data dal valore simbolico mediatico della immagine di cui gli individui sono accreditati (Bourdieu l’ha chiamata distinzione)

  19. Squilibri interposizionali • Gli individui tendono ad assumere su differenti scale di stratificazione posizioni allineate ( ricco= prestigioso = potente/ povero= non prestigioso= debole ecc. • I disallineamenti (ricco ma non potente, ricco ma non prestigioso, povero ma prestigioso, debole ma non povero ecc.) evidenziano delle incongruenze(squilibri) • Conseguenze: passività(i nobili decaduti); mobilitazione individuale(es. neoricchi che cercano di essere potenti o colti ); movimenti collettivi ( colti e poveri che cercano di essere ricchi o potenti ). Rientrano nella logica degli squilibri: • La rivoluzione delle aspettative frustrate”( stop ad aspettative di mobilità che prima erano in costante aumento) : spiegazione data da Tocqueville alla genesi della rivoluzione francese • panico da status: reazione al timore di perdere vantaggi differenziali , di scivolare verso posizioni inferiori che si erano (e si ritenevano) superate • erosione delle posizioni intermedie ,che diventano più instabili e difficili da mantenere(effetto clessidra)

  20. Classi e ceti • Passando agli aggregati collettivi, la struttura presenta classi e ceti • La società europea preindustriale era una società di ceti dotati di rango ( e onore) diseguale .La dimensione cetuale permane in aspetti culturali e professionali della società attuale ( avvocati o militari sono ceto, non una classe ) • La società industriale si è strutturata per classi economiche. • Per Marx le classi (proprietari terrieri,borghesia capitalistica, lavoratori salariati, sottoproletariato ecc. ) derivano dai rapporti sociali di produzione. Per Weber le classi derivano dalla posizione degli individui sul mercato( proprietà, reddito, occupazione) e dalla conseguente disparità oggettiva nelle opportunità di vita • L’appartenenza di classe e di ceto determina specifici “modi di vita”(ways of life”)e stili di vita(styles of life)

  21. Classi sociali( Italia) • Sylos Labini: cinque grandi insiemi di classi in Italia(anni 70-80): borghesia(imprenditori liberi professionisti,managers,dirigenti) / piccola borghesia parzialmente autonoma(rurale e urbana)/ classi medie di impiegati (pubblici e privati)/ classe operaia(rurale industriale di servizi)/ sottoproletariato • Goldthorpe( Gran Bretagna) : individua le classi per occupazione e grado di controllo sul proprio lavoro: grandi imprenditori/ professionisti dirigenti tecnici superiori/Impiegati / piccoli imprenditori e artigiani/ tecnici inferiori,capi di lavoratori manuali/ lavoratori manuali(operai) industriali qualificati/ lavoratori manuali non qualificati • Schizzerotto(anni 90) considera anche le credenziali educative: grandi e medi imprenditori/professionisti/dirigenti/ classe media impiegatizia/piccola borghesia urbana: imprenditori minori , /self employers/ piccola borghesia rurale(coltivatori diretti)/classe operaia urbana/classe operaia rurale • Magatti e De Benedictis(anni 2000) :imprenditori finanzieri e industriali/ dirigenti professionisti / ceti medi autonomi e dipendenti/ ceti popolari/ sottoclasse

  22. Classi nella società postindustriale • Ad alta sicurezza di impiego (1/3) • 1% elite cosmopolite(amministrazione pubblica e imprese, gradini più alti delle occupazioni professionali) • 9% professionisti e manager • 22% esperti di informatica/tecnologia( lavoratori Apple Mac) • A minor sicurezza di impiego (2/3) • 18% lavoratori informatizzati(comprende le attività di tipo impiegatizio) • 10% piccoli imprenditori • 22% lavoratori di servizi modesti(Big Mac) • 15% operai industriali • 3% agricoltori • Fonte Giddens L’Europa nell’ età globale,2007,p.71(% riferite a individui,non ai nuclei famigliari)

  23. Ceti • Mentre la società preindustriale aveva ceti rigorosamente distinti per rango(“noblesse oblige”, “vil meccanico”), oggi la collocazione di ceto orienta soprattutto l’agire di consumo • Bourdieu analizza il campo sociale del consumo con la combinazione di capitale economico e capitale culturale. Schematicamente ceti ricchi e colti, poveri e colti,ricchi e incolti, poveri e incolti • Elementi di distinzione cetuale sono: tenore di vita, beni di consumo,disponibilità di ricchezza mobile e immobile, tipo di casa e di residenza, disponibilità di tempo libero, scuole e università frequentate dai figli, immagine e considerazione sociale. • Nella società di massa si passa da “ways of life” , riconoscibili per ceti, a “stili di vita” più frammentati e frutto anche di scelte ed atteggiamenti individualizzati.

  24. Indicatori di stili di vita(Italia) • Famiglia: vivono in famiglia con CF donna che lavora(1%)-sono poveri(13)-vivono in affitto(19)-hanno un animale in casa(41)-sono favorevoli al divorzio(77) hanno almeno una autovettura (86) • Cultura: leggono almeno un libro al mese(6) usano il dialetto in casa(34), non leggono nessun quotidiano(44), lo scorso anno non hanno letto libri(56) sono analfabeti informatici(59) leggono l’oroscopo(75) si servono della tv come fonte di informazione(99) • Credenze : sono di fedi non cattoliche(2) , considerano la religione fondamentale per la vita(23)-si sposano col rito civile(31) ,considerano l’embrione un essere umana(64) credono negli angeli(67), conoscono il nome della loro parrocchia(78), sono battezzati(95) • Salute e bioetica: soffrono di dislessia(5)-ricorrono all’omeopatia(8) hanno disturbi alla vista(11) soffrono di depressione(17) , fumano(26), sono sovrappeso(33) , si dichiarano soddisfatti della loro esperienza in ospedale(50) , sono contrari alla clonazione a fini riproduttivi(90)

  25. Mobilità • Mobilità sociale sono individui o gruppi che cambiano posizione sociale nel tempo • A)rispetto alla posizione ereditata dalla famiglia di origine e corrispondente alla posizione del padre (M.assoluta o intergenerazionale);B)rispetto a posizioni occupate in precedenza nella loro vita(M.relativa o intragenerazionale) • Il cambiamento può essere in ascesa, in discesa, o laterale. Quando si confrontano i figli con i padri occorre chiedersi quale è il saldo fra il livello della posizione occupata dai padri ed il livello della posizione occupata dai figli. Il cambiamento intergenerazionale può segnalare non mobilità reale ma mutamenti complessivi della strutture economica e occupazionale,che hanno abolito certe posizioni e ne hanno introdotte altre che prima non esistevano. • Fluidità sociale: la mobilità di individui appartenenti alla stessa generazione indica la possibilità che le posizioni(soprattutto in alto) siano raggiunte non per trasmissione ereditaria(dalla propria famiglia e classe sociale di origine) ma in base a capacità e attività personali.

  26. Mobilità(Italia) • Ddichiaravano di avere sperimentato una mobilità di carriera nel corso della loro vita lavorativa nel 1985 il 30% degli Italiani , nel 2003 il 36%(Schizzerotto) • Le provenienze famigliari hanno in Italia un impatto superiore nel consentire il conseguimento di posizioni sociali più elevate. La quota di lavoratori che cambiano classe sociale grazie al proprio lavoro è in Italia del 20%(contro 40-55% negli altri paesi) “Il sistema tende più che altro a confermare al figlio il ruolo del padre, condizionando così sia la posizione di ingresso sul Mdl sia il miglioramento nel corso della attività lavorativa”(Schizzerotto) • In altri paesi(Francia Olanda paesi scandinavi) il peso dell’ ereditarietà è stato ridotto da due fattori:A) le origini sociali hanno minore influenza sulla possibilità di raggiungere i livelli più elevati di istruzione( selezione scolastica più meritocratica);B) i crediti educativi e le competenze acquisite contano di più nel determinare i destini occupazionali e sociali delle persone • V. Social mobility in Europe, curato da Richard Breen(Oxford) e per l’Italia da A.Schizzerotto e M.Pîsati(Un.Milano Bicocca) pubblicato nel 2004

  27. Mobilità e istruzione • Nel periodo 1961-2001 la popolazione italiana ha segnato un forte incremento nella scolarità: i possessori di titoli di studio superiore(diplomi e lauree) sono saliti dal 5,6% sul totale(popolazione oltre 6 anni) al 33,4 % sul totale • Quale rapporto fra aumento dell’ istruzione e mobilità sociale ? • Nelle società preindustriale, l’istruzione è un bene prezioso, i “clerici” sono figure rare, i titoli professionali si trasmettono ereditariamente • Nella Società industriale l’istruzione si diffonde per la necessità di acquisire competenze operative : più istruzione> maggiori chances di occupazione> maggiori livelli professionali e reddituali • Nella società a istruzione di massa, l’istruzione tende a perdere il vantaggio competitivo a fini di mobilità , diventa un investimento da far rendere( più livelli di istruzione più livelli retributivi) e/o un bene necessario per restare inclusi nelle dinamiche dell’innovazione( lifelong learning: apprendimento che dura tutta la vita)

  28. Mobilità e istruzione/2 • Il rapporto fra mobilità e istruzione tocca la questione della cd.”meritocrazia”)=se le posizioni sociali sono assegnate esclusivamente in base a caratteristiche degli individui come intelligenza, sforzo, l’applicazione, l’iniziativa personale ecc. • Secondo Goldthorpe-Jackson(saggio in” Stato e mercato” 2008) le evidenze empiriche in Gran Bretagna sono tre: • nell’ istruzione di massa(ad accesso ampio) i risultati scolastici sono influenzati dall’ ambiente sociale e famigliare(i ragazzi provenienti della classi sociali più elevate vanno meglio a scuola) • - la classe di origine continua ad avere effetti sulla classe di destinazione, anche tenendo conto dell’ istruzione, in particolare più la classe d’origine è privilegiata, meno l’istruzione è importante nel determinare dove l’individuo andrà a collocarsi nella struttura di classe della società(anche quando vanno peggio a scuola, i ragazzi provenienti dalle classi sociali più elevate ottengono posti di lavoro e posizioni sociali migliori di ragazzi con merito accertato superiore, ma provenienti da classi sociali inferiori). • -se fino agli anni 70 il titolo di studio più elevato ha influenzato positivamente il conseguimento di occupazioni e corrispondenti posizioni sociali, negli ultimi decenni, tale rapporto positivo fra istruzione e posizione sociale si è indebolito

  29. Classi dirigenti • Classe dirigente ( ruling class; anche al plurale classi dirigenti) sono l’insieme gruppo di coloro che detengono il massimo potere(economico politico culturale simbolico) nella società. • Appartenere ad una classe di livello superiore per reddito,consumi,prestigio ecc.è un buon indicatore della collocazione nella classe dirigente. E’ tuttavia la capacità di “disporre di altri”(rule)che qualifica soprattutto l’essere classe dirigente. • Vilfredo Pareto ha usato al riguardo il concetto di elite: “il gruppo di coloro che eccellono in una attività “:elite politica, economica, culturale ecc. Gaetano Mosca e Roberto Michels applicando il concetto alla sola attività politica hanno introdotto la nozione di classe politica(Mosca:la minoranza organizzata che comanda la maggioranza non organizzata) e oligarchia(Michels:nel partito politico di massa, la minoranza dei capi che comandano la maggioranza degli aderenti e controllano l’esercizio del potere all’interno dell’organizzazione politica) • Famosa negli anni 50-60 fu la contrapposizione fra “power elite(C.Wright Mills:un solo gruppo raccoglie attraverso rapporti personali e scambi organizzati i detentori del potere economico, politico, militare ecc.) e “poliarchia”(R.Dahl: la misura di una società democratica è il pluralismo dei centri di decisione non integrati fra loro)

  30. 4. COMUNICAZIONE • La cultura sociale comprende modelli e specifiche competenze • Prima della scrittura, la cultura si trasmetteva per diffusione orale , con diffusione orizzontale di pochi contenuti a circolazione ristretta • Con la prima scrittura nasce la distinzione fra ceti colti(“dotti”) e masse an-alfabete ; circolazione e scambio di contenuti alti e bassi; uso di linguaggi iconici sostitutivi • Dopo la stampa : alfabetizzazione diffusa per ragioni prima religiose e poi politiche(opinione pubblica, giornali);nell’ 800 soprattutto per esigenze dall’ industrializzazione • Nell’ 800 l’invenzione della trasmissione a distanza dei segnali apre l’epoca dei mezzi di (comunicazione di ) massa.Clarisse HERRENSCMIDT (Les trois ecritures ,Gallimard) distingue la grafia delle lingue naturali (fino all’alfabeto); la scrittura dei numeri(materializza le quantità: moneta commerci) ,la scrittura informatica e reticolare (smaterializza).Quest’ ultima sta assorbendo le prime due

  31. Il sistema dei media • Con i mezzi di massa nascono i pubblici : blocchi sociali indistinti , e poi segmentati per gusti stili di vita e di consumo . La trasmissione a distanza a vasti pubblici degli stessi messaggi consente di diffondere informazioni, stimoli al consumo, spettacolo, propaganda. • I new media( computer internet www), consentono interattività e accesso personalizzato; aprono a depositi elettronici di conoscenza e informazione(motori di ricerca). La digitalizzazione (capacità di accedere e usare le reti ) introduce fratture sociali nuove (digital divide) • Nella popolazione italiana (indagine Censis 2002)si aveva il 9% di utilizzatori di sola televisione; il 37% utilizzatori prevalenti di televisione; il 37% utilizzatori di tv e giornali; il 15% utilizzatori di tutti i media ; il 2% consumatori ai massimi livelli di tutti i media. L’esposizione regolare ai new media non raggiungeva il 20% della popolazione, con forte divario fra giovani e anziani

  32. Conseguenze cognitive dei media • Il contatto prevale sul contenuto, la connessione e circolazione(il medium) sulla elaborazione(il messaggio) • Tendenze alla semplificazione dei messaggi e dei linguaggi da parte degli emittenti (legge di Zipf) • Primato del parlare e del vedere sul leggere e scrivere; telefonini e messaggerie a base video(sms) • Prevalenza delle strutture sequenziali a scorrimento sulle architetture logiche complesse • Prevalenza delle dimensioni emotive ed affettive, a debole impegno, di più breve durata, che non prefigurano scelte irrevocabili (moratoria giovanile rispetto alla assunzione di ruoli adulti)

  33. Comunicazione e immagine • L’immagine è la realtà (di un individuo,di un gruppo,di una organizzazione ) che viene costruita e percepita come conseguenza di relazioni Nell’ ambiente mediatizzato l’immagine diventa un precipitato mobile di comunicazioni • La visibilità nel duplice senso di “poter farsi vedere” e “poter essere visti” diventa un fattore rilevante nelle relazioni fra istituzioni organizzazioni persone(“divi”) e pubblici. La stesse relazioni sociali a cerchia ristretta diventano più “teatrali”, rappresentate(“per vedere l’effetto che fa” :Jannacci) • Riesman chiama eterodirezione la tendenza a regolare il comportamento individuale in base all’ immagine di sé “rimandata dagli altri”(contrapposto a auto-direzione, derivante da propensioni interne, e vergogna, per il mancato rispetto delle norme conformi al gruppo ) • Johari distingue nell’ immagine: dimensione percepita e nascosta; dimensione autoattribuita ed eteroattribuita. Immagine pubblica, privata, segreta e loro transizioni • Goffman : analizza la presentazione del sé nei rapporti della vita quotidiana(agire in pubblico, in privato; lo stigma e la sua gestione; la negoziazione della propria immagine rispetto agli altri ecc.)

  34. Comunicazione e nuove comunità • Con lo sviluppo della ICT , grande rilevanza assumono le comunità virtuali, tenute insieme dalla connessione elettronica: comunità di chatting, social networks forum di discussione, reti di partecipazione civica, movimenti tematici ecc. • “La maggioranza del mondo va su Google per sapere come:muoversi. Il senso dell’ azione è deciso da un movimento che si coagula in modo veloce e laterale nel cyberspazio, che raramente approfondisce (surfing navigare sono operazioni di superficie) e va a cercare i posti di maggior movimento collettivo (v.più avanti slide Tribù) • H.RHEINGOLD Comunità virtuali.Parlare incontrarsi vivere nel cyberspazio, Sperling eKupfer,Milano 1994 • Manuel CASTELLS La nascita della società in rete, Univ. Bocconi Editore • B.R.GELLI Comunità rete arcipelago, Carocci,2002

More Related