1 / 28

Il viaggio di Ulisse raccontato dalla I C e dalla I D

Istituto Comprensivo “ Arbe-Zara” Scuola Secondaria di primo grado “Falcone-Borsellino” V.le Sarca 24, Milano. Il viaggio di Ulisse raccontato dalla I C e dalla I D Percorso letterario-scientifico Coordinato dalle proff. Diana Piazza, Caterina Mortillaro e Gabriella Gugliotta.

kineks
Download Presentation

Il viaggio di Ulisse raccontato dalla I C e dalla I D

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. Istituto Comprensivo “ Arbe-Zara” Scuola Secondaria di primo grado “Falcone-Borsellino” V.le Sarca 24, Milano Il viaggio di Ulisse raccontato dalla I C e dalla I D Percorso letterario-scientifico Coordinato dalle proff. Diana Piazza, Caterina Mortillaro e Gabriella Gugliotta

  2. Ipersonaggi Ilracconto Omero Il ciclopePolifemo La maga Circe Le sirene Calipso Le storie Il cane Argo Nausicaa Finalmente a casa! Pecora Calamarogigante Elefante nano Cervo nobile o europeo Gli animali dell’Odissea Maiale Cane

  3. IL VIAGGIO DI ULISSE Il titolo del poema significa “Storia di Odisseo”, dal nome greco di Ulisse, uno dei tanti eroi achei che combatterono la guerra di Troia. L’azione del poema ruota quindi attorno a un solo personaggio, il re di Itaca Ulisse, che la tradizione vuole ideatore di quel cavallo di legno fatale per i Troiani. Ulisse eroe coraggioso, forte e astuto alla fine della guerra si imbarca con i suoi compagni per far ritorno a Itaca sua patria. Ma l'avversità di Poseidone, che patteggiava per i Troiani, li ostacolerà in ogni modo e durante il lungo viaggio, essi incontreranno molti pericoli , tempeste e vivranno molte avventure. Ulisse, unico superstite del viaggio, al suo ritorno dopo 20 anni deve combattere contro degli usurpatori per riconquistare il trono e vivere in pace con la moglie Penelope , il figlio Telemaco e il suo popolo.

  4. I PERSONAGGI ULISSE È l’eroe assoluto del poema. Audace, intelligente, astuto, leale nell’amicizia, ma capace anche dei più terribili inganni nei confronti di chi gli è ostile. È legato ai valori tradizionali e alla famiglia, anche se i suoi sentimenti e le sue convinzioni contrastano con il desiderio di conoscenza e di avventura che lo spingono verso nuove scoperte. TELEMACO Figlio ventenne di Ulisse. Desidera il ritorno del padre e non esita a opporsi ai Proci, che insidiano la moglie e il trono di Ulisse. PENELOPE Moglie di Ulisse, tenacemente attaccata alla speranza di un ritorno del marito. Rappresenta, con le sue virtù di fedeltà e prudenza, l’immagine convenzionale della sposa secondo la cultura greca.

  5. I PERSONAGGI NAUSICAA È la figlia di Alcinoo, re dei Feaci. È una graziosa e gentile ragazza che non teme di dare ospitalita’ a Ulisse, naufrago nell’isola in cui lei vive. POLIFEMO Figlio di Poseidone, dio del mare è un ciclope, un terribile gigante con un solo un occhio in mezzo alla fronte. È crudele e presuntuoso, ma poco intelligente: sarà vinto dall’astuzia di Ulisse. CIRCE È una maga capace di trasformare gli uomini in porci. Ulisse riuscirà a vincerla con l’aiuto degli dèi. CALIPSO È una bellissima ninfa che per anni tiene Ulisse prigioniero nella sua isola, promettendoli l’immortalità, purché egli rinunci a ritornare in patria e resti per sempre al suo fianco. Continua pagina seguente

  6. Omero Omero era un aedo, cioè un poeta che cantava le imprese di dei ed eroi presso le corti dei principi. Egli è ritenuto l’ autore dell’ Iliade (dove viene narrata la guerra di Troia) e dell’ Odissea (i viaggi dell’ eroe acheo, Ulisse). Della vita di Omero si sa poco e si pensa che fosse cieco. Alcuni studiosi ritengono che non sia mai esistito.

  7. Il racconto di alcune avventure

  8. Il Ciclope Polifemo Odisseo e i suoi compagni , in cerca di cibo approdarono su un’isola, che a loro pareva deserta. Nessuno di loro immaginava di trovarsi sull’ isola dei ciclopi, giganti, figli del Dio Nettuno, con un solo occhio sulla fronte. Qui Ulisse e i suoi compagni si divisero ed egli andò con un gruppo in cerca di provviste. Arrivati a una caverna, ricolma di grosse forme di formaggio, iniziarono a servirsene. Quando sentirono la terra tremare capirono che stava arrivando qualcuno. Era un gigante, che chiuse l’unica uscita di quella caverna con un enorme masso. Era un mostro, un ciclope e chiese loro perché gli rubassero il cibo, così Ulisse rispose: “ Siamo sbarcati in quest’isola in cerca di cibo e abbiamo portato del vino, vuoi unirti al banchetto?”. Il ciclope rispose che lui si cibava soprattutto di carne umana. Ulisse cercò di evitare il peggio, ma non ci riuscì perché Polifemo afferrò un uomo e lo mangiò. Continua pagina seguente

  9. Il Ciclope Polifemo Odisseo gli offrì del vino e il ciclope ne bevve in gran quantità e dopo essersi ubriacato si addormentò, ma prima chiese a Ulisse quale fosse il suo nome ed egli astuto rispose: “ Il mio nome è Nessuno”. Mentre Polifemo dormiva i compagni di Ulisse cercarono di spostare il masso posto all’entrata, ma era troppo pesante. Qualcuno di loro proponeva di ucciderlo, così non avrebbe mangiato nessun’altro ma Odisseo rispose: “ Se lo uccidiamo chi sposta quel masso?”. Così Ulisse pensò di accecarlo con un tronco affilato e infuocato. Polifemo urlò per il dolore e la disperazione: “Nessuno mi ha accecato!”. E spostò il masso . Ma gli altri ciclopi che lo ascoltarono visto che “nessuno” l’aveva accecato non vennero in suo aiuto! Ulisse ne approfittò per uscire dalla caverna con i suoi compagni nascosti sotto lepecoredel gregge del ciclope e andare sulla nave. Polifemo lì raggiunse e lì minacciò, chiese al padre Nettuno di portar loro sventure e scagliò un enorme masso nel mare che li sospinse a largo. Solo allora Ulisse gridò: “ Dì pure a tutti che ad accecarti è stato Odisseo, re di Itaca!” Così Ulisse e i suoi compagni lasciarono l’isola e si diressero alla volta di Itaca.

  10. La maga Circe Ulisse e i suoi compagni approdarono su un’ isola apparentemente deserta. Poiché non c’era abbastanza cibo, Ulisse mandò alcuni di loro, tra cui Polite ed Euriloco, ad esplorare l’ isola. Passò molto tempo e ad un tratto comparve un maiale sulla spiaggia.Ulisse e i suoi uomini provarono a catturarlo per cucinarlo, ma appare Euriloco che grida: “Fermi, fermi! Quel maiale è Polite.” Ulisse gli chiese spiegazioni ed egli racconta che nell’isola c’è un palazzo grandioso custodito da leoni, lupi e scimmie. Una donna, una maga di nome Circe, incantava tutti gli uomini con la sua voce meravigliosa e poi li trasformava in animali. Così Ulisse volle soccorrere i compagni e conoscere la maga Circe che cercò di sedurre anche lui e di trasformarlo in un maiale, ma Ulisse, protetto dagli dei, si salvò e riuscì a liberare tutti i guerrieri greci imprigionati nell’incantesimo e a riprendere il viaggio.

  11. Le sirene Circe diede ad Ulisse e ai suoi uomini alcuni consigli poi questi salparono dall’ isola di Enea e la maga fece spirare verso di loro un vento favorevole. Ulisse spiegò ai compagni che stavano avvicinandosi allo scoglio delle sirene. Per questo mise loro della cera nelle orecchie dopo aver ordinato di legarlo ben stretto all’ albero della nave e di non liberarlo per nessuna ragione. Ulisse voleva ascoltare il canto di quelle creature leggendarie. Il vento cessò, questo significa che la nave stava avvicinandosi alle sirene. Su uno scoglio, liscio e lucido, c’erano delle creature metà donne e metà uccelli. Esse cantavano e chiamavano a sé Ulisse promettendogli conoscenze e felicità. Ulisse ammaliato supplicava i suoi uomini perché lo liberassero. Questi remavano sordi ai richiami. Poco dopo il canto melodioso cessò, altri mostri stavano però sopraggiungendo: Scilla e Cariddi.

  12. CALIPSO I compagni di Ulisse a causa della fame uccidono i buoi sacri del dio sole che si vendica colpendo con un fulmine la nave di Ulisse in fuga. Tutti muoiono , tranne Ulisse che dopo terribili fatiche approda all’isola di Ogigia , dove vive la ninfa Calipso. Calipso si innamora di Ulisse e non vuole farlo più partire. Dopo molti anni il dio Ermes dice a Calipso che è giunto il momento che Ulisse riparta. E così egli costruisce una zattera e lascia l’ isola di Ogigia per raggiungere la sua patria .

  13. NAUSICAA Giunto su una spiaggia sconosciuta, dopo la tempesta scatenata dal dio Poseidone, Ulisse si addormenta sfinito. Viene svegliato al mattino da allegre grida di fanciulle: quando Nausicaa lo vede, lo accoglie mentre le altre compagne scappano impaurite. Nausicaa è figlia di Alcinoo, re dei Feaci. Ella lo accompagna alla reggia del padre, dove Ulisse viene accolto con molta cortesia. In onore dell’ ospite il re organizza banchetti, danze e giochi. Per sdebitarsi Ulisse racconta al re tutte le sue avventure. Il re, commosso, gli dona una nave per far rientro a Itaca.

  14. Il Cane Argo Ulisse,aiutato da Alcinoo, re dei Feaci, dopo molti anni riesce a far ritorno a Itaca. Naturalmente non si deve far riconoscere, perché tutti pensano che lui sia morto. Così, travestito da mendicante, si reca da Eumeo suo fedele pastore al quale però non rivela la propria identità. Eumeo si confida con lui raccontandogli delle prepotenze dei Proci. Telemaco sa dalla Dea Atena che Ulisse è ritornato, trovatolo lo abbraccia forte e insieme decidono di vendicarsi dei Proci. Ulisse, vestito da mendicante, e Telemaco così si recano alla reggia, all’ingresso in un angolo Ulisse riconosce , il suo amato cane abbandonato, stanco e malato, Argo. Giace nel letame, trascurato e pieno di zecche. Argo, quando era giovane era un bellissimo cane, abile nella caccia, snello e forte. Argo se ne sta morente come in attesa del suo padrone. Ulisse si commuove e dal suo volto scende una lacrima, cane e padrone si sono riconosciuti. Argo subito dopo aver visto Odisseo si accascia e muore.

  15. Finalmente a casa! Ulisse aiutato da Telemaco uccide i Proci con il suo temibile arco di corna di cervo che solo lui riesce a usare e finalmente si riunisce alla sua amata Penelope che lo ha atteso fedelmente per tutti quegli anni.

  16. Gli animali nell'0dissea

  17. Cervo nobile o cervo europeo Cervus elaphus È un mammifero della famiglia dei Cervidi Caratteristiche biologiche I maschi adulti possono essere lunghi sino a 2,50 m e alti, al garrese, sino a 1,2m, con un peso che va da 80 a più di 150 kg.la femmina è notevolmente più piccola. Il cervo assume nel corso dell’anno due mantelli o “mute”, una autunnale/invernale da Ottobre di colore tipicamente fulvo fulvo tendente al grigiastro;una primaverile da Aprile, con mantello rosso-fulvo. È caratteristico il mantello giovanile marrone scuro pomellato lungo i fianchi che si mantiene per circa due mesi. Solo il maschio porta il palco delle corna ed è costituito da due stanghe, ricoperte dal velluto (tessuto ricco di vasi sanguigni) dalle quali si diramano due, tre o più punte in relazione allo sviluppo e all’età dell’ animale. Il trofeo ramificato cade e riesce annualmente. All’ inizio dell’ autunno, precisamente da metà settembre a metà ottobre, inizia la stagione degli amori. In questo periodo, i maschi,che solitamente vivono in piccoli branchi ,si separano e iniziano a sfidarsi tramite bramiti per rivendicare il possesso di una zona di bosco nel quale accoppiarsi con le femmine. Il cervo raduna in torno a sé da 5 a 15 femmine, che custodisce gelosamente,anche se raramente i cervi giungono al combattimento vero e proprio preferendo sfidarsi con i bramiti.Dopo il periodo di accoppiamento i maschi si allontanano . La gravidanza dura 260 giorni, e di norma, a ogni parto nasce un solo cerbiatto, raramente due: il cucciolo ha il dorso pomellato per meglio mimetizzarsi fra i cespugli. I cerbiatti vivono con la madre circa un anno. Continua pagina seguente

  18. Cervo nobile o cervo europeo Storia Da sempre, il cervo è presente nella mitologia di quasi tutti i popoli; a questo animale, considerato sacro agli dei, venivano persino attribuiti dei poteri curativi. Molte leggende e credenze lo descrivevano come elegante ed imponente destriero degli dei, altre lo dipingevano come protettore e guaritore del corpo e dell’anima, mentre altre ancora lo rappresentano come un’entità negativa e distruttrice. Il cervo era venerato, certamente per la sua maestosità, l’andatura aggraziata e veloce, le grandiose corna che portava con fierezza e solennità. Il cervo era il re della foresta, temuto e rispettato da tutti: uomini e animali. Alcuni lo vedevano come simbolo della rigenerazione vitale, del ciclo della vita, della rinascita e della longevità per il rinnovarsi ed il crescere continuo delle sue corna; altri popoli, come quelli germanici, lo vedevano invece come un’entità malefica. Continua pagina seguente

  19. Cervo nobile o cervo europeo Habitat Il cervo vive nella foresta decidue , nei boschi di conifere , nei boschi radi, in ambienti comunque ricchi di radure e di zone aperte; in Italia è diffuso soprattutto lungo la catena alpina, anche se presenze costanti si possono riferire a molte zone degli Appennini. La ricerca del cibo viene effettuata di solito nelle ore notturne: in primavera gli animali divorano le erbe fresche e tenere, i germogli, le foglie novelle e i ramoscelli. Durante l’estate vengono invece preferiti il grano maturo, l’avena, le carote e le barbabietole succose. In inverno i cervi, si accontentano delle cortecce, degli arbusti secchi e delle radici scavate con gli zoccoli

  20. Elefante nano Gli elefanti nani sono membri preistorici dell’ordine Proboscidea, che, sono andati evolvendosi riducendo la taglia rispetto alla specie da cui si sono originati per vari motivi quali, ad esempio, la mancanza di predatori. Caratteristiche biologiche Gli elefanti sono animali grigi di grande mole, con occhi relativamente piccoli e grandi orecchie mobili, sono dotati di 2 zanne prominenti (da cui si ricava l’avorio) e di una proboscide, derivata dalla fusione di naso e labbro superiore: un organo molto versatile, prensile, dotato di numerose terminazioni nervose. Gli elefanti hanno un udito e un olfatto sviluppatissimi, che compensano una vista piuttosto debole. La gestazione dura circa 21 mesi; alla fine della quale di solito viene partorito un piccolo. Gli elefanti sono erbivori e si nutrono principalmente di fogliame degli alberi. Resti fossili di elefanti nani sono stati rinvenuti su varie isole del mediterraneo : Cipro , Malta , Creta , Sicilia , Sardegna . Storia Secondo alcuni studiosi a generare la leggendaria figura dei Ciclopi , abitanti delle caverne siciliane furono i resti fossili di giganteschi animali , rivenuti proprio in queste caverne. La grande occhiaia al centro di tali teschi altro non era che il foro nasale dell’elefantino siciliano “Elephas mamnaidreiensis”. La Sicilia , infatti , durante il paleolitico , per via del clima temperato–freddo e della sua ricca vegetazione, era abitata da una copiosa varietà di animali : elefante nano, cervo, ippopotamo ecc.

  21. Calamaro gigante Architeuthis È un mollusco del genere dei cefalopodi. Caratteristiche biologiche I calamari giganti, ritenuti un tempo creature mitiche, sono abitanti delle profondità oceaniche che raggiungere dimensioni ragguardevoli: 13 metri per le femmine e di 10 metri per i maschi, dalla pinna caudale fino all’estremità dei due lunghi tentacoli. Il calamaro gigante possiede un mantello (torso), otto braccia e due tentacoli più lunghi. Le superfici interne delle braccia e dei tentacoli sono circondate da centinaia di ventose di forma sub-sferica, con intorno dei dentelli taglienti grazie ai quali il calamaro può attaccare le sue prede. I calamari giganti hanno piccole pinne sull’estremità del mantello, le quali vengono utilizzate per la locomozione. Come altri cefalopodi, i calamari giganti si muovono anche grazie ad una propulsione a getto. I calamari giganti respirano utilizzando due grandi branchie poste all’interno della cavità del mantello. I calamari giganti hanno un sistema nervoso sofisticato ed un cervello complesso Hanno gli occhi più grandi di ogni creatura vivente, con i quali possono individuare meglio la luce, scarsa in acque profonde. Studi recenti indicano che i calamari giganti si nutrono di pesci di mare profondo e di altre specie di calamari. Catturano la preda usando i due tentacoli, facendo presa su di essa con gli anelli di ventose posti alle loro estremità. In seguito la trasportano verso il potente becco e la inghiottono. Essi producono un inchiostro scuro usato per depistare i predatori. Gli unici predatori dei calamari giganti adulti sono i capodogli. Continua pagina seguente

  22. Calamaro gigante Habitat I calamari giganti sono molto diffusi, dal momento che vivono in tutti gli oceani del mondo. Vivono solitamente a grandi profondità, nei pressi delle piattaforme continentali ed insulari. Storia I racconti di calamari giganti erano comuni tra i marinai fin dai tempi antichi e questi possono aver portato alla leggenda norvegese del Kraken un mostro marino tentacolato grande quanto un’isola capace di circondare ed affondare ogni nave. Anche l’esistenza della Scilla della mitologia greca può trarre origine dagli avvistamenti di calamari giganti. Si pensa che anche gli avvistamenti di altri mostri marini, come il serpente marino, possano essere stati interpretazioni erronee di incontri con calamari giganti.

  23. Pecora Ovis aries La pecora è un mammifero del genere ovino Caratteristiche biologiche Il suo aspetto d’insieme è molto vario nelle numerose e diverse razze slanciato o più o meno tozzo con gambe sottili; l’altezza varia, al garrese (alla spalla), fra 70 e 130 centimetri; caratteristica comune alle varie razze è il muso che visto di profilo è spesso esageratamente convesso al di sopra del naso; la testa è piana sulla fronte . La pecora, a causa del suo bizzarro sviluppo encefalico, è di carattere molto timido ma, al contrario di quanto si possa pensare, è molto intelligente e dotata di molta memoria e facilità di apprendimento. Generalmente il vello delle pecore è marcatamente folto e fitto, estremamente riscaldante e di rapida crescita; è solitamente di colore bianco, biancastro, bianco sporco, talvolta anche nocciola. Le corna possono essere presenti entrambi i sessi ma soprattutto nel maschio (montone) oppure mancare del tutto. Le orecchie possono essere dritte o pendenti, piccoli o grandi di foggie diverse così come la coda generalmente breve. Le femmine hanno due mammelle inguinali globose, la gestazione dura circa cinque mesi e i parti sono spesso gemellari (anche cinque nati). La durata della vita oscilla dai 12 ai 15 anni. Continua pagina seguente

  24. Pecora Habitat Le pecore vengono allevate solitamente allo stato brado e in grosse e pascoli di pianura dall’autunno inoltrato alla primavera. La custodia del gregge è affidata a pastori aiutati da intelligenti cani da pastore. Storia e usi La pecora domestica , il cui allevamento pare sia iniziato in India in epoca preistorica, ha avuto origine da forme del Pleistocene e da progenitori selvatici ancora esistenti quali l’argali e il muflone europeo. In Italia la pecora è allevata per il latte, per la carne e per la lana più o meno pregiata in base alle razze di provenienza. Il latte di pecora , è usato per la produzione di formaggi. Tra le razze straniere di maggiore interesse sono famose le pecore merino, allevate sia per la carne sia per la pregevole qualità della lana. La pelle di pecora con il suo caratteristico vello, è stata tra i primi indumenti dell’ uomo ed è ancora presente in alcuni capi di abbigliamento rustico, specie per i pastori come la mastruca (o mastrucca) che, fin dal XVI, rappresenta l’indumento dei pastori sardi ed è costituito da una lunga giacca senza maniche appunto di pelle di pecora o capra che oltre a tenere caldo protegge dal vento e dal cattivo tempo essendo impermeabile.

  25. IL CANE Canis lupus familiaris Il cane è un mammifero carnivoro della famiglia dei canidi. Caratteristiche biologiche Il cane è estremamente variabile nelle sue caratteristiche biologiche, per la selezione operata dalla natura (dalle zone di provenienza) e soprattutto dall’uomo. La lunghezza dei cani può variare dai 20 cm fino al metro e mezzo, per un’altezza al garrese ( alla spalla) che oscilla dai 15 cm ai 100 cm. Il peso può andare dai 700 grammi fino ai 100 kg. La longevità di questi animali dipende molto dalla razza e si è riscontato che i cani di sangue non puro, i così detti “ bastardi”, hanno in media una vita più lunga. I periodi riproduttivi , per tutte le razze , nell’arco di un anno , sono due , in primavera ed in estate. La gestazione ha una durata media di 9 settimane al termine delle quali la femmina partorisce dai 2 ai 10 cuccioli che dovranno necessariamente restare con la madre fino almeno ai tre mesi di vita. Principale caratteristica distintiva del cane è il senso dell’ olfatto, derivato dalla sua preistorica attività di cacciatore. Parte fondamentale del suo processo di riconoscimento degli odori è la conformazione del suo naso (il tartufo) ma soprattutto la ricchissima mucosa interna, in grado di distinguere una sola molecola di una sostanza su milioni. Continua pagina seguente

  26. IL CANE Storia e origini Il cane, secondo i più recenti studi genetici, supportati da approfondimenti paleontologi discende dal lupo grigio (Canis lupus lupus). Un processo di “domesticazione naturale” lo avrebbe portato a diventare il più valido e fidato compagno dell’ uomo. Secondo la teoria più accreditata, i lupi meno abili nella caccia, spinti dalla fame, avrebbero iniziato a seguire i gruppi nomadi di cacciatori, cibandosi dei loro avanzi. Allo stesso tempo gli uomini avrebbero tollerato la loro presenza grazie al preziosissimo ruolo di sentinelle che i lupi, inconsapevolmente, svolgevano stabilendosi accanto agli accampamenti. In seguito, alcuni esemplari di lupi ormai avvezzi alla presenza dell’ uomo, sarebbero stati adottati dalla comunità umana, dando così inizio al più bel esempio di coevoluzione. L’esistenza delle diverse razze odierne è da attribuirsi anche al fatto che i lupi , e le sue sottospecie, siano stati addomesticati quasi contemporaneamente in ambienti diversi, con condizioni climatiche diverse e con incroci differenti. Nel tempo , l’uomo ha selezionato molte diverse razze e varietà di cani, per avere un aiuto nelle sue molte attività: esistono quindi oggi razze di cani da pastore, da caccia, da guardia, da compagnia, da corsa e altre ancora. I cani sono animali allegri, compagni fedeli ed insostituibili, dotati di un sesto senso impressionante e di un animo nobile. Esso abita in moltissime delle nostre case e per il cane il padrone rappresenta il suo capobranco.

  27. Maiale Sus domesticus È un mammifero della famiglia dei suidi Caratteristiche biologiche È caratterizzato da forme generalmente tozze e taglia e peso variabili secondo le razze. I suini, detti anche maiali, sono, onnivori, con dentatura costituita da 44 elementi, testa subconica e muso piuttosto allungato terminante con un caratteristico disco in cui si aprono le narici. Le zampe sono provviste da 4 dita, di cui due centrali più grandi che poggiano a terra e sostengono il peso del corpo e due laterali rudimentali e poste più in alto. La pelle, molto robusta, può essere nuda o ricoperta di setole più o meno rade; la coda è corta e termina con un fiocchetto di crini. La femmina (scrofa ) possiede da 5 a 8 paia di mammelle; la gestazione oscilla tra 105 e 125 giorni e il numero dei nati può variare da 4 o 5 a più di 15 maialini. Continua pagina seguente

  28. Maiale Storia Derivato da numerose specie selvatiche tra cui il cinghiale, il suino viveva allo stato domestico già alla fine del Neolitico ed è comunemente accettata l’ipotesi che il suo allevamento si sia diffuso a partire dalla Cina intorno al 4000 a. C. Nei sec. XVIII e XIX si sono effettuati i primi incroci tra suini europei e suini asiatici, che a poco a poco hanno portato alle razze selezionate I suini sono tra gli animali domestici più diffusi nel mondo e i motivi di tale diffusione sono da ricercare nell’elevata prolificità, nella forte resa di carne e grasso ( di facile conservazione sotto forma di salumi, prosciutti e lardo ) e nella loro notevole capacità di utilizzare di alimenti più vari.

More Related