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Milano, 26 febbraio 2013

L’EDITORIA D’INFORMAZIONE E IL SUO RUOLO NELL’UNIVERSO DIGITALE Claudio Giua , d irettore dello Sviluppo e dell’Innovazione Gruppo Editoriale l’ Espresso. Milano, 26 febbraio 2013. Nel 2010 si pensava che nel 2015….

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Milano, 26 febbraio 2013

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Presentation Transcript


  1. L’EDITORIA D’INFORMAZIONEE IL SUO RUOLO NELL’UNIVERSO DIGITALEClaudio Giua, direttore dello Sviluppo e dell’Innovazione Gruppo Editoriale l’Espresso Milano, 26 febbraio 2013

  2. Nel 2010 si pensava che nel 2015… • “…una buona media company dovrebbe avere il 30% dei ricavi dal digitale, se non il 35%. Il contributo del digitale al profitto lordo – esclusi i costi dei beni venduti e di stampa – dovrebbe essere dell’80%, quello della stampa del 20%” • Moritz Wuttke, fondatore di NextMedia Initiative • Obiettivo raggiunto per New York Times e Axel Springer • “…nel mondo ci saranno presto centinaia di milioni di iPad • o strumenti simili all’iPad. E’ un colossale nuovo mercato” Rupert Murdoch, proprietario di NewsCo • E’ così già adesso. Nel solo terzo trimestre 2012 • sono stati venduti 26,9 milioni di iPhone nel mondo. • Tra due anni i tablet saranno più diffusi dei laptop

  3. I giornali sopravviveranno, ma come nicchie • La digitalizzazione ha rotto equilibri secolari nel mondo dell’informazione • I giornali di carta saranno nicheproductsa prezzo elevato, limitata diffusione, forte caratterizzazione • Il fenomeno è reso evidente dalla crescita dell’età dei lettori. I giovani entrano in minima parte nel mercato dei quotidiani cartacei (Audipress) Media lettori giornalieri di quotidiani Italia (2002=100) anni o più

  4. In tutto il mondo si vendono meno giornali • Dal 2011 gli acquirenti dei giornali di carta diminuiscono ovunque, compresi i paesi fino ad allora in controtendenza, come l’India e il Giappone • Il calo percentuale di copie vendute è dell’1,6 per cento a livello globale (Ifabc) • Dal 2007 al 2011 la diffusione dei giornali è scesa del 3,1 per cento ogni sei mesi in UK, dove nel 2017 si venderà il 45 per cento in meno rispetto al 2007 (TheMediaBriefing) • Dopo cali dell’11,9% nel 2009 e del 2,6% nel 2011, nel 2012 in Italia si stimano 4,5 milioni scarsi di quotidiani venduti al giorno, un milione in meno rispetto al 2006 (Fieg)

  5. Diminuiscono ricavi e occupazione… • In Italia nel 2011 i ricavi del settore sono diminuiti del 2,2%, principalmente a causa della flessione degli introiti pubblicitari, pari al ‐5,7% • Sul piano dei costi, dal 2009 si susseguono azioni di contenimento dei costi, con un picco nel 2010: materie prime ‐18,7%, servizi ‐5,5%, lavoro ‐7,5% (Fieg) • Se l'occupazione nell'industria dei quotidiani USA è calata del 40% tra il 2001 e il 2011 (MediaPost), in Italia nel 2010 e nel 2011 i poligrafici sono rispettivamente diminuiti dell’8,2 e del 3,7%, i giornalisti del 4,4 e del 6,1%. Nel 2011, i giornalisti occupati dei quotidiani sono diminuiti del 7,2%, quelli occupati nei periodici del 4,3% (Fieg) • Ora non ci sono più soldi per attivare procedure di riduzioni di personale (Inpgi)

  6. …ma cresce la somma lettori+utenti digitali • Nel 2012 gli italiani in rete sono cresciuti al ritmo medio del 6 per cento al mese (Audiweb) • Nelle settimane pre-elettorali Corriere.ite Repubblica.it hanno contato ciascuno tra i 2,5 e i 3 milioni di browser unici al giorno: sommati ai lettori della carta, si ottiene un totale superiore a quello del record d’inizio millennio (Audiweb e Audipress) • Mai come adesso i contenuti editoriali d’informazione hanno raggiunto così tanti cittadini. Come dice un influente editore: “Siamo più influenti ma squattrinati. Fin quando può durare?” • Anche perché alla crisi endogena del modello di business editoriale si aggiunge quella esogena dovuta alla concorrenza scorretta di operatori globali che sottraggono risorse

  7. La pubblicità emigra dai giornali verso Google • Repubblica.ite Corriere.itraccolgono oltre 80 milioni di euro di pubblicità l’anno, contro i 700/900 milioni di Google solo in Italia. E Google impiega una frazione del personale e ha costi molto inferiori rispetto ai due giornali • La pubblicità digitale che usa il sistema del real-time bidding(quella di Google) crescerà al ritmo del 59 per cento l'anno almeno fino al 2016 (IDC/Pubmatic) • YouTube è il sito web più usato da chi ha meno di 24 anni(Ofcom). In Italia è leader nel segmento 35/49 anni. Ogni minuto YouTube carica 72 ore di video • Entro il 2016 sei milioni di anni di video saranno fruiti ogni mesevia Internet. (Cisco). Al video è collegata oggi la forma più remunerativa di pubblicità online

  8. Dove e come vengono penalizzati gli editori • Scrive il presidente di FedowebElserinoPiol: “Per i siti di notiziela raccolta pubblicitaria rappresenta la maggior risorsa finanziaria sulla rete. Un suo calo ha rilevanti effetti sul pluralismo dell’informazione. Il mercato della pubblicità online assume dunque rilevanza strategica per la disponibilità/accessibilità di informazioni e notizie: in sintesi per la democrazia” • C’è poi la persistenza di un sistema di regole che favorisce gli operatori extra UE, quindi Google, Facebooketc. I contesti interessati sono soprattutto quattro: • Diritti d’autore e correlati • Privacy e dati personali • Regimi fiscali • Posizione dominante

  9. Google come paradigma dell’asimmetria • Google non retribuisce l’uso dei contenuti giornalistici pur coperti da diritti, contrariamente a quanto fa con le major musicali e con gli operatori televisivi (caso legge anti-Google in Germania) • Google usa i dati degli utenti ma non li condivide con chi li ha prodotti (casi search, YouTube, accordo francese, accordo belga) • Google non paga le stesse tasse delle aziende editoriali che hanno sede nei paesi dove genera profitti (caso Double Dutch Sandwich) • Google sfrutta la propria posizione dominante per indirizzare i mercati (caso indagine UE voluta da Alminia)

  10. I modelli di business editoriale digitale Buona parte dell’ecosistema digitale e l’intero comparto dell’informazione hanno oggi tre principali modelli economici:1. Free/adfunded. La pubblicità finanzia il prodotto informativo, del tutto gratuito per l’utente finale2. Freemium. Il prodotto è gratis e/o a pagamento per l’utente finale a seconda dell’esclusività dell’informazione distribuita, dell’affezione e del consumo 3. Premium. L’utente finale paga il prodotto. Per l’editore è marginale l’apporto pubblicitario al fatturato

  11. Il mix dei modelli di business: Repubblica.it Repubblica.it Breaking news (ADFUNDED) Repubblica MOBILE Tutte le notizie in tempo reale e i migliori contenuti del quotidiano, di Repubblica Sera e dei suoi allegati Affari&Finanza, D, il Venerdì (FREEMIUM) Repubblica TV Breaking news, VOD, live streaming ed eventi live (ADFUNDED) Repubblica+ Opinioni e approfondimento con due edizioni giornaliere, di cui Repubblica Sera in esclusiva per digitale. Nel weekend R7 (PREMIUM)

  12. I paywall per un freemium a largo spettro • E’ ormai consolidato il trend di adozione del paywallda parte dei siti dei giornali, soprattutto in modalità “metered”: dopo una predeterminata quantità d contenuti gratis, viene chiesto il pagamento. In Usa sono oltre 400 i giornali dotati di paywall, tra cui New York Times e Wall Street Journal • In UK il DailyTelegraph fa pagare dopo il ventesimo articolo gratisin un mese. Anche il Financial Times ha un meteredpaywall • Die Welt, il quotidiano di qualità del primo editore europeo, AxelSpringer, sta per lanciare il proprio paywall

  13. FONTE D’INFORMAZIONE PIU’ ATTENDIBILE DI QUALE FONTETI FIDI DI PIU’? Giornali Web Giornali Web I marchi il tesoro degli editori. Più di prima • I consumatori si fidano delle fonti informative più autorevoli • I giornali, i loro siti e le nuove piattaforme (smartphone, tablet) sono considerati una fonte unica con un unico brand Source: “Passata è la tempesta…”, McKinsey and Company, 2010 • Le imprese editoriali stanno imparando che le sfide e le soluzioni non sono più le stesse per ogni brand • L’informazione è sempre più spesso veicolata dai tablet e dagli smartphone. Tanto che cambia anche il linguaggio: si parla ormai di “mobile journalism”. E di “brand journalism”

  14. Gli editori fanno sistema: Edicola Italiana • Per valorizzare i brand e consapevoli della necessità di fare sistema, in questa difficile stagione gli editori stanno spingendo la sinergia tra carta e digitale. Dall’accordo tra Caltagirone, Espresso, Mondadori, RCS, Sole 24Ore, Stampa sta per nascere nasce Edicola Italiana • L'obiettivo principale dell'iniziativa è proprio realizzare un'operazione di sistema: • affiancarsi ai sistemi distributivi dei player globali • diventare punto di riferimento degli editori di prodotti editoriali digitali a pagamento in lingua italiana • offrire al pubblico un'esperienza semplice ed uniforme nella scelta, nell'acquisto e nella fruizione dei contenuti informativi

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