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Accanimento terapeutico

PROBLEMI ETICI DI FINE VITA. Accanimento terapeutico. Eutanasia. PROBLEMI ETICI DI FINE VITA I problemi che riguardano la fine della vita sono sostanzialmente di due tipi: Uno è “definitorio”: quand’è che possiamo dire che una persona umana è morta?

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Accanimento terapeutico

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Presentation Transcript


  1. PROBLEMI ETICI DI FINE VITA Accanimento terapeutico Eutanasia

  2. PROBLEMI ETICI DI FINE VITA I problemi che riguardano la fine della vita sono sostanzialmente di due tipi: Uno è “definitorio”: quand’è che possiamo dire che una persona umana è morta? Il secondo riguarda quello che potremmo chiamare il “diritto di morire”

  3. Accanimento terapeutico

  4. ACCANIMENTO TERAPEUTICO (1) • CNB (1995): Questioni bioetiche relative alla fine della vita umana • Trattamento di documentata inefficacia in relazione all'obiettivo, a cui si aggiunga la presenza di un rischio elevato e/o con particolare gravosità per il paziente con un'ulteriore sofferenza, in cui l'eccezionalità dei mezzi adoperati risulta chiaramente sproporzionata agli obiettivi della condizione specifica.

  5. ACCANIMENTO TERAPEUTICO (2) • Evangelium vitae (1995) • 65. Interventi medici non più adeguati alla reale situazione del malato, perché ormai sproporzionati ai risultati che si potrebbero sperare o anche perché troppo gravosi per lui e per la sua famiglia. In queste situazioni, quando la morte si preannuncia imminente e inevitabile, si può in coscienza «rinunciare a trattamenti che procurerebbero soltanto un prolungamento precario e penoso della vita, senza tuttavia interrompere le cure normali dovute all'ammalato in simili casi».

  6. Inefficacia dei mezzi terapeutici (perdita del valore terapeutico) • Gravosità degli interventi terapeutici • Sproporzionalità dei mezzi utilizzati in rapporto all'obiettivo che si vuole raggiungere  rinuncia all'accanimento significa rinuncia a trattamenti che procurerebbero soltanto “un prolungamento precario e penoso della vita”

  7. Eutanasia

  8. DEFINIZIONE DI EUTANASIA (1) • Eutanasìa (dal greco: ευθανασία -ευ, eu, "bene", • θανατος, thanatos, "morte": "buona morte") è una • pratica che procura la morte, in genere nel modo • meno doloroso possibile, a persone o ad animali • affetti da malattie considerate incurabili, allo scopo • di eliminare la sofferenza. Fonte: Wilkipedia

  9. DEFINIZIONE DI EUTANASIA (2) • Dichiarazione su eutanasia della Congregazione • per la Dottrina della Fede (1980) • Evangelium vitae (1995) • Per eutanasia in senso vero e proprio si deve intendere un'azione o un'omissione che di natura sua e nelle intenzioni procura la morte, allo scopo di eliminare ogni dolore. «L'eutanasia si situa, dunque, al livello delle intenzioni e dei metodi usati».

  10. Forma attiva di eutanasia quando si compie attivamente un’azione diretta a fare cessare la vita di una persona Forma passiva di eutanasia quando ci si astiene dal fare qualcosa che è necessario per tenere in vita una persona

  11. Tra eutanasia e suicidio assistito quando parliamo di suicidio è il soggetto stesso a procurarsi la morte, ancorchè aiutato da qualcuno nell’atto di somministrarsi un veleno o di iniettarsi una sostanza letale; quando parliamo di eutanasia è un terzo, generalmente un medico a procurare la morte

  12. La situazione legislativa

  13. LEGGI ALL’ESTERO OLANDA: consentita l'eutanasia anche se subordinatamente ad una serie di condizioni (es.il medico deve assicurarsi che il paziente abbia fatto una scelta volontaria e meditata, abbia di fronte "sofferenze insopportabili" e "non abbia alternative”) SVIZZERA: l'eutanasia non è consentita, mentre viene accettata la pratica del "suicidio assistito" DANIMARCA:“testamento medico”

  14. LEGGI ALL’ESTERO FRANCIA: la “dolce morte” è illegale, ma il codice penale tratta diversamente l'eutanasia attiva e quella passiva GERMANIA: la "dolce morte" può essere autorizzata solamente se è inequivocabilmente corrispondente alla volontà del paziente, ma deve comunque essere approvata dai tribunali tutori GRAN BRETAGNA: non sono ammessi né l'eutanasia né il suicidio assistito, ma si sono verificati dei casi in cui la giustizia britannica ha autorizzato alcuni medici ad anticipare la morte di malati ormai senza speranza di sopravvivere e tenuti in vita in maniera artificiale

  15. LEGGI ALL’ESTERO BELGIO: è consentita l'eutanasia ma nel rispetto di precise condizioni e particolari procedure SVEZIA:“assistenza al suicidio" è un delitto non punibile; in casi estremi, il medico può interrompere il funzionamento delle macchine che tengono in vita il paziente aiutandone la respirazione. SPAGNA: dal 1995 il codice penale non tratta più l'eutanasia e l'assistenza al suicidio come unomicidio.

  16. LEGGI ALL’ESTERO AUSTRALIA: nel 1996 nei Territori del Nord è stata approvata una norma a favore della "dolce morte", ma la legge è stata successivamente bloccata dalla Corte federale. USA: l'eutanasia è vietata dalla legge federale. Nel 1997 la Corte federale ha rimandato ai singoli Stati l'approvazione di specifiche leggi su questo argomento. Attraverso un referendum nell'Oregon è stata autorizzata l'eutanasia per i malati terminali con meno di sei mesi di vita e su approvazione di almeno due medici, le spese sono pagate dallo Stato attraverso la mutua.

  17. LA SITUAZIONE ITALIANA Non esiste una legge in materia di eutanasia e suicidio assistito. Allo studio una legge sul diritto del malato a rifiutare le cure (“Testamento biologico”) "Trovare una soluzione per questi morti viventi" (U. Veronesi) "Il diritto alla vita appartiene a tutti, non ammette graduatorie, in fondo alle quali ci possono essere quelli che Veronesi chiama "i morti viventi". (R. Bindi) “Non si può mettere in discussione il diritto alla vita” (G. Sirchia) "Eutanasia? Nominerò una commissione per la dignità della fine della vita" (L. Turco)

  18. La posizione della Chiesa

  19. Documenti della Chiesa cattolica • Congregazione per la Dottrina della fede: Dichiarazione sull’eutanasia (1980) • Enciclica papale: “Evangelium vitae” (1995) sul valore e l’inviolabilità della vita umana

  20. Dichiarazione sull’eutanasia (1980) La vita umana è il fondamento di tutti i beni, la sorgente e la condizione necessaria di ogni attività umana e di ogni convivenza sociale. …i credenti vedono in essa anche un dono dell'amore di Dio, che sono chiamati a conservare e a far fruttificare.

  21. Dichiarazione sull’eutanasia (1980) Alcune conseguenze: Nessuno può attentare alla vita di un uomo innocente Ogni uomo ha il dovere di conformare la sua vita al disegno di Dio La morte volontaria è, pertanto, inaccettabile : un simile atto costituisce, infatti, da parte dell'uomo, il rifiuto della sovranità di Dio e del suo disegno di amore

  22. Dichiarazione sull’eutanasia (1980) III - Il cristiano davanti alla sofferenza e all’uso degli analgesici Ad un gruppo di medici che gli avevano posto la seguente domanda: "La soppressione del dolore e della coscienza per mezzo dei narcotici è permessa dalla religione e dalla morale al medico e al paziente (anche all'avvicinarsi della morte e se si prevede che l'uso dei narcotici abbrevierà la vita)?", il Papa rispose: "Se non esistono altri mezzi e se, nelle date circostanze, ciò non impedisce l'adempimento di altri doveri religiosi e morali: Sì". Gli analgesici che producono negli ammalati la perdita della coscienza, meritano invece una particolare considerazione…"non è lecito privare il moribondo della coscienza di sé senza grave motivo".

  23. Dichiarazione sull’eutanasia (1980) IV – L’uso proporzionato dei mezzi terapeutici In mancanza di altri rimedi, è lecito ricorrere, con il consenso dell'ammalato, ai mezzi messi a disposizione dalla medicina più avanzata. È anche lecito interrompere l'applicazione di tali mezzi, quando i risultati deludono le speranze riposte in essi. È sempre lecito accontentarsi dei mezzi normali che la medicina può offrire.

  24. Dichiarazione sull’eutanasia (1980) IV – L’uso proporzionato dei mezzi terapeutici Nell'imminenza di una morte inevitabile nonostante i mezzi usati, è lecito in coscienza prendere la decisione di rinunciare a trattamenti che procurerebbero soltanto un prolungamento precario e penoso della vita.

  25. “Evangelium vitae” (1995) «Sono io che do la morte e faccio vivere» (Dt 32,39): il dramma dell'eutanasia …la tentazione dell'eutanasia, cioè di impadronirsi della morte, procurandola in anticipo e ponendo così fine «dolcemente» alla vita propria o altrui. In realtà, ciò che potrebbe sembrare logico e umano, visto in profondità si presenta assurdo e disumano…

  26. “Evangelium vitae” (1995) «Sono io che do la morte e faccio vivere» (Dt 32,39): il dramma dell'eutanasia ...obbligo morale di curarsi e di farsi curare, ma tale obbligo deve…valutare se i mezzi terapeutici a disposizione siano proporzionati… La rinuncia a mezzi straordinari o sproporzionati non equivale al suicidio o all'eutanasia; esprime piuttosto l'accettazione della condizione umana di fronte alla morte.

  27. “Evangelium vitae” (1995) Nell’eutanasia la vita del più debole è messa nelle mani del più forte; nella società si perde il senso della giustizia ed è minata alla radice la fiducia reciproca, fondamento di ogni autentico rapporto tra le persone. La certezza dell'immortalità futura e la speranza nella risurrezione promessa proiettano una luce nuova sul mistero del soffrire e del morire e infondono nel credente una forza straordinaria per affidarsi al disegno di Dio.

  28. “Evangelium vitae” (1995) Morire per il Signore significa vivere la propria morte come atto supremo di obbedienza al Padre (cf. Fil 2, 8), accettando di incontrarla nell'«ora» voluta e scelta da lui (cf. Gv 13, 1), che solo può dire quando il cammino terreno è compiuto.

  29. La riflessione etica

  30. Il difficile percorso del morire • Recupero del senso del limite e della dignità della persona morente • Tra il rispetto dell’autonomia della malato e il principio della “speranza” • Il tempo condiviso con il malato alla fine della vita (l’etica del care)

  31. L’etica del care • Attenzione al dolore della persona malata: la terapia del dolore fisico, psicologico, spirituale • Cercare aiuto per superare la solitudine (di chi cura e di chi deve essere curato) e la difficoltà dell’accompagnamento: hospice e sostegno psicologico e umano per i familiari del morente

  32. Il Testamento biologico: un'alternativa?Problematiche… • Sarà possibile decidere di ogni aspetto? Scegliere anche se essere rianimati o se sospendere l’alimentazione artificiale? • Le scelte lasciate per iscritto rimarranno valide sempre? In caso di “incompetenza” qualcuno dovrà confermare la scelta precedentemente espressa? • Verranno garantiti i servizi assistenziali? Le cure palliative? • Quale pressione emotiva rispetto alle scelte nella popolazione anziana? Che impatto sociale dell’introduzione del “Testamento biologico”?

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