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Freud e la teoria psicoanalitica

Freud e la teoria psicoanalitica. La teoria psicoanalitica tende a spiegare il funzionamento psicologico umano nel suo insieme, privilegiando gli affetti ed attribuendo ad essi la funzione di propulsore per tutti i comportamenti.

mariah
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Freud e la teoria psicoanalitica

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Presentation Transcript


  1. Freud e la teoria psicoanalitica La teoria psicoanalitica tende a spiegare il funzionamento psicologico umano nel suo insieme, privilegiando gli affetti ed attribuendo ad essi la funzione di propulsore per tutti i comportamenti. La teorizzazione di Freud sulla psicopatologia è fortemente legata al concetto di nevrosi, dopo avere in principio rivolto la sua attenzione all’isteria. Le esperienze infantili costituiscono gli antecedenti delle nevrosi adulte Freud postula l’esistenza di un’interazione tra gli elementi costituzionali (aspetti che fanno parte del patrimonio personale) e l’esperienza

  2. Le nevrosi attuali e le psiconevrosi Nevrosi attuali Ansia e astenia erano attribuiti allo stress dovuto a disturbi attuali nel funzionamento sessuale adulto Psiconevrosi (isteria e ossessioni) In esse il conflitto mentale, inconscio fondato sulle esperienze precoci dell’infanzia, precede lo sviluppo dei sintomi nevrotici Il sintomo nevrotico Rappresenta una formazione di compromesso derivante da un conflitto intra-psichico tra gli impulsi e i desideri provenienti dal rimosso e le difese dell’Io (la conversione è alla base dell’isteria, l’isolamento della nevrosi ossessiva, lo spostamento della fobia)

  3. L’isteria è il risultato di una propensione a convertire la quota di affetto o di eccitamento – separata ormai dall’idea – in una manifestazione somatica. Il sintomo isterico risulta il compromesso tra le pulsioni (sessuali) e la forza che vi si oppone L’affetto può anche spostarsi e legarsi ad altri contenuti ideativi non incompatibili. Nellefobiee nelleossessionisi assiste allo spostamento dell’angoscia relativa ad un contenuto ideativo inaccettabile a un elemento o una situazione reali vissuti successivamente come pericolosi Dal punto di vista eziologico, la causa delle psiconevrosi viene identificata da Freud prima nel trauma sessuale subito (passivo nell’isteria, con partecipazione attiva nella nevrosi ossessiva) e successivamente in un arresto maturativo dello sviluppo sessuale, per cui alla base della nevrosi ossessiva vi è una fissazione alla fase anale mentre nell’isteria a livello genitale.

  4. Il narcisismo Narcisismo primario Con esso Freud indica un’energia psichica indifferenziata che viene inizialmente investita sull’Io e che implica “l’illusione narcisistica”di essere perfetto e onnipotente. Successivamente una parte di questa energia viene diretta sull’oggetto (libido oggettuale). Il primo oggetto sessuale investito dall’energia libidica è rappresentato dalla madre. Narcisismo secondario La libido oggettuale può essere successivamente ritirata dall’oggetto ed essere rivolta nuovamente sull’Io. Viene considerato secondario perché è un movimento inverso, una regressione a un punto di fissazione narcisistico preesistente, in cui l’oggetto sessuale della persona è il proprio Io. La megalomania viene spiegata tramite questo reinvestimento.

  5. I modelli dell’apparato psichico Approccio dinamico Principio di piacere – Principio di realtà Approccio strutturale Es – Io – Super-io Approccio topografico Conscio – Preconscio – Inconscio

  6. L’approccio dinamico L’energia segue la legge della scarica e l’attività umana è diretta ad ottenere il piacere e ad evitare il dolore (Precisazioni su due principi dell’accadere psichico, 1911) Principio del piacere Principio di realtà L’organismo lotta per ottenere una riduzione diretta e immediata della tensione che fa diminuire il dolore e produce piacere È la capacità di porsi a confronto con la realtà e raggiungere con essa un compromesso: l’apparato mentale esamina la realtà e valuta varie azioni possibili da intraprendere prima di permettere all’energia di scaricarsi

  7. L’approccio dinamico Le pulsioni costituiscono i rappresentanti psichici degli stimoli che traggono origine dall’interno del corpo. Nella sessualità Freud distingue tra: Origine Oggetto Scopo È data dalla stimolazione che si produce in definite parti o aree del corpo chiamate zone erogene L’oggetto usuale dello stimolo sessuale è una persona del sesso opposto Lo scopo della pulsione sessuale, o di ogni istinto, è di rimuovere il bisogno corporeo.

  8. L’approccio strutturale Rappresenta la parte oscura, inaccessibile della nostra personalità… un caos, un crogiuolo di eccitamenti ribollenti (Freud, 1932). È la sede di desideri innati e la fonte principale dell’energia psichica. Vuole soddisfazione immediata, seguendo il principio del piacere. ES Trae origine dall’incapacità dell’Es di produrre costantemente l’oggetto desiderato e segue le modalità del pensiero del processo secondario o razionale. Media, inoltre, tra l’Es ed il mondo esterno. Quando l’angoscia è così forte da minacciare di soffocare l’Io entrano in gioco i meccanismi di difesa. IO Si sviluppa quando il bambino risolve il suo complesso edipico e sviluppa l’identificazione con i propri genitori. Si compone di due parti: la coscienza e l’Io ideale. SUPER-IO

  9. L’approccio strutturale È costituita dalle proibizioni e dai divieti dei genitori. Come i genitori hanno punito il bambino per le sue trasgressioni, così la coscienza punisce la persona con sensi di colpa. Coscienza Si riferisce ad uno standard di condotte verso cui il bambino tende i propri sforzi. Allo stesso modo in cui il bambino è stato premiato dai genitori per certi comportamenti, viene ricompensato dall’Io ideale attraverso sentimenti di autostima e di orgoglio. Super-io Io ideale Istanza che ingloba i valori etici e culturali e comporta un aspetto sociale, in quanto può trattarsi di un ideale comune alla famiglia, alla classe, alla nazione. Ideale dell’Io

  10. L’approccio topografico Si riferisce a pensieri e sentimenti che sono repressi e per questo sconosciuti. Questo materiale non è in grado di aprirsi un varco alla coscienza se non in particolari condizioni. Inconscio Può diventare conscio in quanto non è ostacolato in maniera attiva dalla coscienza. È più vicino al conscio che all’inconscio. Il pensiero preconscio diventa conscio attraverso la formazione delle immagini mentali o il collegamento con il linguaggio. Preconscio È sinonimo di quanto una persona è consapevole in quel momento. È uno “stato quanto mai fuggevole” poiché i pensieri possono rapidamente passare dal preconscio al conscio. Dal momento che viene richiesta energia poiché un pensiero possa entrare nella consapevolezza, è possibile che solo pochi pensieri siano consapevoli in un dato momento. Conscio

  11. Lo sviluppo libidico Freud distingue: Organizzazioni sessuali pregenitali - parziali - si dipartono da zone corporee diverse - hanno mete diverse Organizzazione genitale - sancisce il consolidarsi dell’identità di genere - porta al consolidamento dei sentimenti di amore e di odio nei confronti dei membri del gruppo e dell’altrui sesso

  12. Le fasi dello sviluppo psicosessuale Lo sviluppo attraversa vari stadi durante i quali una parte specifica del suo corpo passa in primo piano come zona erogena. La comparsa delle diverse parti del corpo come fonte di gratificazione sessuale è legata al corso della normale maturazione fisica. (Tre saggi sulla teoria della sessualità, 1905) Da 0 a 18 mesi Fase orale Da 18 a 36 mesi Fase anale Dai 3 ai 5 anni Fase fallica Dai 6 ai 12 anni Fase di latenza Dai 12 anni in poi Fase genitale adulta

  13. Il sogno Contenuto onirico manifesto Si riferisce a ciò che il sogno racconta, all’esperienza soggettiva che appare alla coscienza durante il sonno e che il soggetto può ricordare dopo essersi svegliato. Contenuto onirico latente Rappresenta ciò che è nascosto, l’insieme dei desideri e dei pensieri che cercano di svegliare il soggetto che dorme e che può essere raggiunto attraverso la tecnica delle associazioni. • Complesso delle operazioni che trasformano i materiali del sogno (stimoli somatici, residui diurni, pensieri del sogno) in un prodotto: il sogno manifesto. La deformazione è l’effetto di tale lavoro. I meccanismi del lavoro onirico sono: • La condensazione • Lo spostamento • La rappresentazione plastica • L’elaborazione secondaria Lavoro onirico

  14. Il lavoro onirico È il meccanismo attraverso il quale si combinano insieme un certo numero di pensieri latenti in un unico elemento manifesto La condensazione Il sognatore sposta l’intensità psichica da un pensiero a un altro. Così un contenuto manifesto apparentemente banale e poco importante può rappresentarne in realtà uno latente ed emotivamente molto intenso. Lo spostamento È responsabile del fatto che il sogno manifesto è composto principalmente di immagini e di impressioni visive e che la maggior parte delle impressioni sensoriali ha la caratteristica della veridicità La rappresentazione plastica L’elaborazione secondaria È responsabile del fatto che il sogno assume una certa logicità e coerenza, cioè una forma che abbia senso.

  15. I meccanismi di difesa I meccanismi di difesa sono funzioni dell’Io destinate a proteggere il soggetto dalle richieste istintuali dell’Es o da un’esperienza pulsionale troppo intensa percepita come pericolo. I meccanismi di difesa si formano nel corso dell’infanzia quando si presenta una minaccia proveniente dal mondo interno e più raramente dalla realtà esterna. Al fine di tenere lontano dalla consapevolezza impulsi sessuali e aggressivi il soggetto utilizza strategie appropriate funzionali all’evitamento dell’ansia, altrimenti indotta dall’emergere di impulsi incompatibili con la realtà. Costituiscono, pertanto, delle operazioni di protezione messi in gioco dall’Io per garantirsi la propria sicurezza. Avendo un’importante funzione di adattamento, entrano in gioco anche in condizioni normali, influenzando in modo determinante il carattere e il comportamento di ciascun individuo. Diventano patologici quando le difese sono troppo rigide, inefficaci, non variegate, compromettendo la flessibilità, l’armonia e l’adattamento del funzionamento mentale. I meccanismi difensivi operano a un livello automatico e inconscio; raramente svolgono la loro azione separatamente, presentandosi invece per lo più in maniera combinata al fine di escludere dalla consapevolezza ciò che è inaccettabile.

  16. I principali meccanismi di difesa Processo attivo consistente nel compiere un’azione, gesto o rituale per cancellare magicamente atti o pensieri sentiti come inaccettabili in quanto legati a rappresentazioni disturbanti. Implica il pensiero magico, in cui un’azione simbolica viene agita per capovolgere o cancellare un pensiero o un’azione prima portati a termine, come se non fossero esistiti o accaduti. E ciò che succede negli atti di scongiuro del superstizioso. Caratteristico anche dei pazienti ossessivo-compulsivi, si esprime attraverso coazioni e compulsioni. L’annullamento è un meccanismo molto regressivo in quanto, come nel bambino piccolo, opera a livello dell’onnipotenza magica del pensiero e dell’azione. Annullamento

  17. Meccanismo di difesa primitivo mediante il quale l’Io evita la consapevolezza di alcuni aspetti spiacevoli di realtà e ripudia inconsciamente il significato di un evento. Perché sia eliminato un precetto di realtà, si forma nella mente una fantasia che cancella il fatto sgradevole. Il diniego è un meccanismo che si differenzia sia dall’annullamento che dalla negazione: si elimina infatti una rappresentazione disturbante non cancellandola (annullamento) o rifiutando di riconoscerla come propria (negazione), ma negando la realtà stessa della percezione legata a questa rappresentazione. Tale meccanismo difensivo gioca un ruolo importante durante l’infanzia e un certo grado di diniego può rappresentare a qualsiasi età una reazione normale e transitoria di fronte a eventi catastrofici, stress, trauma, perdita di una persona amata. Il diniego, inoltre, può agire nella sfera dei sentimenti e degli affetti e come tale può svolgere una funzione di adattamento (per esempio, continuiamo a viaggiare in aeroplano nonostante non siano infrequenti gli incidenti). Se persiste in modo massiccio in età adulta può essere segno di grave patologia, come psicosi, gravi disturbi di personalità, nevrosi, in cui la realtà risulta sempre distorta e negata a un qualche livello. Mentre la rimozione viene generalmente utilizzata come difesa da impulsi o desideri interni, il diniego è solitamente una difesa dalla realtà del mondo esterno, quando questa viene sentita come terribilmente disturbante. Diniego

  18. Per fissazione si intende quel processo attraverso il quale, nel corso dello sviluppo psichico, una contingente quota di energia pulsionale, sia libidica che aggressiva aderisce a particolari zone, oggetti, condizioni o forme di soddisfacimento per cui la parte fissata della pulsione non è più libera. Per Freud la fissazione è una particolare «inerzia psichica» che si oppone al cambiamento e sta alla base della nevrosi. Si ha una fissazione quando la pulsione parziale, la zona erogena, la fase libidica o la relazione oggettuale implicata è stata la fonte di una esperienza libidica o troppo gratificante o troppo frustrante. La fissazione gioca un ruolo importante nello sviluppo delle nevrosi. La nevrosi insorge quando la libido, regredendo al punto di fissazione, rafforza la pulsione fissata della sessualità infantile, che entra in conflitto con l'Io. Il tipo di nevrosi è determinato dal punto di fissazione al quale la libido regredisce. Intimamente collegato al concetto di fissazione è il concetto di regressione. Fissazione

  19. Meccanismo di difesa automatico e inconscio mediante cui si tiene lontano un desiderio o un impulso inaccettabile sostituendolo con il suo opposto o adottando un tratto di carattere di tipo diametralmente opposto. Per esempio, un atteggiamento eccessivamente premuroso può essere una difesa contro rappresentazioni di odio. Questo meccanismo si sviluppa durante il periodo di latenza per neutralizzare gli impulsi aggressivi o libidici ed è frequentemente utilizzato anche da soggetti in età adolescenziale. La formazione reattiva costituisce parte integrante dell’organizzazione del carattere dell’individuo. Diventa patologica quando si presenta in forma rigida ed esclusiva, accompagnata da sofferenza se non si realizzano compiutamente i comportamenti reattivi. Ad esempio, nei pazienti con disturbi ossessivo-compulsivi le esigenze di pulizia, percepite come coercitive, costituiscono una formazione reattiva contro il desiderio di sporcare. Due formazioni reattive comunemente osservate sono il disgusto (formazione reattiva dell’Io a un impulso sessuale orale) e il pudore (formazione reattiva a impulsi esibizionistici), Formazione reattiva

  20. Meccanismo di difesa mediante il quale l’Io vive come ideali e totalmente positivi gli oggetti esterni o il Sé. Ha la funzione di proteggere dall’aggressività e di soddisfare i bisogni narcisistici. L’idealizzazione porta alla costruzione di immagini del Sé e dell’oggetto non realistiche e onnipotenti, per cui possono verificarsi delusioni, frustrazioni e ferite narcisistiche. L’oggetto ideale ha la funzione di garantire la propria sicurezza narcisistica e di proteggere la propria persona contro il mondo esterno sentito come pericoloso. Conseguentemente, l’idealizzazione non presuppone un reale interesse per l’oggetto ideale. Una eccessiva idealizzazione degli oggetti può trasformarsi in improvvise svalutazioni in quanto, rispetto a tali oggetti, vi sono sottostanti un vissuto di persecutorietà e un sentimento di rabbia per il bisogno di dipendenza. Idealizzazione

  21. Processo mentale automatico e inconscio mediante il quale un individuo diventa come un’altra persona in uno o vari aspetti, assume cioè tratti, qualità e caratteristiche proprie di un altro oggetto. Inizialmente il bambino si identifica con i genitori, successivamente con altre figure importanti affettivamente. Tale identificazione è detta secondaria per distinguerla da quella primaria, legata all’incorporazione orale. L’identificazione può avvenire sia con un oggetto perduto che con un oggetto rassicurante. La separazione da una persona amata e l’elaborazione del lutto diventano più tollerabili in conseguenza della identificazione con la stessa persona. Si parla anche di identificazione con l’aggressore, un processo attraverso il quale si sopprime la paura di un aspetto di realtà o della sua rappresentazione, assumendo caratteristiche dell’oggetto temuto. Questo meccanismo può andare dalla semplice inversione dei ruoli (giocare al dottore, al fantasma) a una vera introiezione dell’oggetto pericoloso. Identificazione

  22. Meccanismo di difesa mediante il quale un soggetto inibisce alcune attività o proprie capacità sul piano dell’apprendimento e delle relazioni, allo scopo di evitare l’angoscia legata a impulsi o a conflitti inaccettabili. In tale processo lo scopo è inibito ma conservato, per cui l’inibizione deve essere distinta dalla sublimazione. Inoltre, a differenza dei comportamenti fobici, quelli dovuti a inibizione non sono accompagnati da intensi sentimenti di paura delle attività evitate. Il meccanismo difensivo della inibizione può operare anche in persone normali in vari momenti della vita (per esempio, cali di prestazione momentanea nel rendimento scolastico); in patologia può compromettere seriamente sia le attività sociali che di lavoro e di studio. Inibizione

  23. Processo inconscio tramite il quale un oggetto esterno viene simbolicamente preso dentro di sé e assimilato come parte di se stessi. Consiste nell’assimilazione della rappresentazione d’oggetto nella rappresentazione del Sé rendendo indistinti i confini tra le rappresentazioni del Sé e dell’oggetto. L’individuo, conseguentemente, è confuso relativamente alla sua separatezza e alla sua identità. L’introiezione è un meccanismo che ripete con scopo difensivo nell’adulto il movimento incontrato nel corso dello sviluppo infantile. Nel bambino si tratta di un movimento elaborativo che consiste nel far entrare nell’apparato psichico una quantità sempre maggiore di mondo esterno. Il bambino assimila dentro di sé, come fenomeno psichico e presenza incorporata, le domande dell’oggetto (generalmente dei genitori) come se fossero proprie e reagisce allo stesso modo sia in presenza che in assenza dell’oggetto. Se si identificasse con l’oggetto il bambino si limiterebbe a copiarlo. Gli aspetti di proibizione, i divieti e le ricompense superegoiche, sono il risultato dell’introiezione delle direttive, degli ammonimenti e delle ricompense dei genitori. Introiezione

  24. Processo che consiste nel separare l’ideazione dall’affetto originariamente associato. Un ricordo traumatico può essere facilmente richiamato alla mente ma verrà privato di qualunque sentimento concomitante eccessivamente intenso. L’isolamento priva il pensiero della sua forza motivazionale e quindi del suo scopo: le idee sembrano estranee, l’azione si oppone e il senso di colpa è talvolta evitato. Spesso agisce di pari passo con l’intellettualizzazione, che mette in atto una funzione analoga di evitamento dell’affetto. La rappresentazione disturbante può restare nel conscio proprio per il fatto che essa vi si trova privata di ogni connessione associativa. L’isolamento può verificarsi in condizioni normali quando alcuni contenuti ideativi (aggressività, sessualità, morte) sono così angoscianti da obbligare un individuo a porre da essi una distanza affettiva. In patologia trova la sua espressione nella nevrosi ossessiva. Isolamento

  25. Spesso considerata sinonimo di diniego, comporta aspetti di rimozione, isolamento e diniego. La negazione permette al rimosso di giungere alla consapevolezza ma in forma negativa. La rappresentazione pulsionale disturbante non viene infatti rimossa; può dunque apparire nel conscio, ma il soggetto se ne difende rifiutando di ammettere che si tratta di una pulsione che lo colpisce personalmente o negando la sua origine. Nell’adulto tale difesa è solitamente patologica, a meno che non sia transitoria, ed è un meccanismo di tipo psicotico perché risulta compromesso l’esame di realtà. Può essere presente anche in soggetti affetti da malattie gravi o letali, nei disturbi del comportamento alimentare, nelle tossicodipendenze e nei tentativi di suicidio. Negazione

  26. Meccanismo di difesa mediante il quale impulsi o sentimenti propri vissuti come inaccettabili sono attribuiti al mondo esterno. Come risultato di questo processo difensivo, i propri sentimenti e desideri sono percepiti come appartenenti a un’altra persona oppure la propria esperienza mentale può essere scambiata per realtà consensuale e condivisibile da tutti. Le idee o i sentimenti che l’individuo non è in grado di tollerare possono subire una trasformazione prima di essere proiettati, come nel caso delle proiezioni paranoidi che Freud ha riconosciuto essere alla base della omosessualità inconscia. La proiezione agisce in ogni momento della vita psichica sia in fasi molto primitive dello sviluppo infantile, sia in fenomeni non patologici (superstizione, animismo), sia nel corso di una terapia o di somministrazione di test proiettivi. La proiezione diventa evidente quando non opera più in modo soddisfacente e comporta una perdita dell’esame di realtà. Proiezione

  27. Processo attraverso il quale l’Io fa ricorso a spiegazioni razionali e logiche per giustificare proprie azioni o comportamenti che, a livello inconscio, hanno invece motivazioni inaccettabili. La razionalizzazione è spesso considerata difensiva sebbene non si riferisca specificatamente ad alcuno dei meccanismi difensivi. Differisce dalla intellettualizzazione, una forma di isolamento dell’affetto, in cui un contenuto ha accesso alla consapevolezza ma privato del suo impatto e della sua forza emozionale. Razionalizzazione

  28. Processo di ritorno a un livello di sviluppo e di funzionamento mentale più antico e primitivo. Il concetto di regressione è strettamente legato all’ipotesi che nel corso dello sviluppo psicologico un individuo passa attraverso una serie di fasi, ciascuna con proprie e specifiche caratteristiche istintuali, egoiche e superegoiche e che a qualcuna di esse l’energia libidica possa rimanere fissata. La regressione è solitamente considerata sotto due punti di vista. La regressione libidica, che consiste nel ritiro a una fase precedente di organizzazione istintuale, si verifica quando l’individuo non è in grado di affrontare un normale e biologico salto maturazionale. Infatti, conflitti non risolti in fasi precedenti di sviluppo possono causare nell’apparato mentale un’area di debolezza (fissazioni). Questi conflitti spesso determinano il livello a cui il funzionamento mentale regredisce. La regressione può essere determinata da disillusioni, momenti di difficoltà, sentimenti spiacevoli (ansia, colpa, depressione, frustrazione), eventi di natura fisica (malattia, affaticamento). Il ritorno simbolico a periodi in cui ci sono state esperienze piacevoli e soddisfacenti permette al soggetto di evitare la situazione critica. Manifestazioni patologiche possono invece ritrovarsi nelle nevrosi, psicosi e nelle perversioni. La regressione è anche un elemento essenziale del processo psicoanalitico in quanto permette all’analizzando di ritornare a fasi più primitive di sviluppo per rivivere ed elaborare conflitti non risolti. Regressione

  29. Processo attivo che opera inconsciamente mantenendo fuori dalla consapevolezza desideri, fantasie o sentimenti inaccettabili, intere parti della vita affettiva, percepite come pericolose. Svolge la sua azione sia escludendo dalla consapevolezza ciò che è già stato sperimentato a livello conscio sia esercitando un controllo su idee e sentimenti prima che questi possano raggiungere la consapevolezza. Conseguentemente, tali affetti non diventeranno mai consci se non attraverso un lavoro analitico. Il meccanismo difensivo della rimozione comporta un controinvestimento dell’energia pulsionale disponibile con un dispendio energetico costante indispensabile per evitare il riemergere del rimosso. È un meccanismo abbastanza evoluto in quanto, nato dalla risoluzione edipica e dalla costituzione del Superio, presuppone la presenza di un mondo rappresentazionale e simbolico. La rimozione può verificarsi in qualsiasi momento della vita e non implica ogni volta un presupposto patologico, essendo a volte indispensabile per la semplificazione della nostra vita. La rimozione è considerata il meccanismo basilare delle nevrosi poiché dal suo fallimento e dalla sua sostituzione parziale con altre difese evolute si formano le varie malattie nevrotiche. Rimozione

  30. Processo difensivo che non impedisce a pulsioni e impulsi di accedere alla consapevolezza (come fa la rimozione), ma sposta l’oggetto della pulsione dall’esterno all’interno, da un’altra persona a sé. È particolarmente operativo nella depressione e nel masochismo o in forme più o meno gravi del comportamento (autolesioni, facilità agli incidenti, alcuni tipi di suicidio). Attraverso tale meccanismo difensivo inconscio rimangono oscuri al soggetto sia l’identità dell’oggetto a cui era rivolta originariamente la pulsione, sia lo stesso sentimento correlato alla pulsione. Rivolgimento contro il sè

  31. E in generale considerata la difesa basilare e principale della psicosi, della patologia narcisistica e degli stati limite. Aspetti non patologici di scissione possono essere presenti, oltre che nella psiche infantile, anche in alcuni vissuti e comportamenti dell’adulto e dell’adolescente purché non compromettano l’esame di realtà. Scissione

  32. Tendenza a reagire agli stimoli (conflitti o disagi) con manifestazioni fisiche piuttosto che psicologiche. E un meccanismo difensivo molto primitivo in quanto comporta il trasferimento di sentimenti dolorosi a parti del corpo. Il bambino, nei primi anni di vita, non essendo capace di mentalizzazione, per reagire a stimolazioni spiacevoli ha come unica via possibile quella del corpo. Con il progressivo sviluppo le risposte somatiche lasciano spazio all’azione e a processi di pensiero secondario. Nell’età adulta, tuttavia, conflitti di natura psichica possono causare in soggetti predisposti fenomeni di regressione con manifestazioni somatiche caratteristiche di fasi precedenti dello sviluppo. Tali soggetti sembrano avere difficoltà ad accedere al mondo delle emozioni per cui il disagio trova una via di scarica direttamente attraverso il corpo. Somatizzazione

  33. Processo inconscio mediante il quale sentimenti inaccettabili sono sostituiti e investiti in un oggetto sostitutivo. La rappresentazione disturbante è separata dal suo affetto che viene spostato su un’altra rappresentazione meno disturbante ma legata alla prima da un elemento associativo. E un meccanismo di difesa molto semplice legato a processi primari. Il transfert è un esempio ovvio di spostamento, in quanto i sentimenti nei confronti di una persona appartenente al proprio passato vengono trasferiti su una figura del presente. Le fobie sono l’esempio classico di tale difesa, perché l’ansia associata a una fonte inconscia, davanti al fallimento della rimozione, è reindirizzata verso un sostituto conscio, spesso di per sé inoffensivo. Dall’ansia indefinita e senza oggetto si passa, così, a una paura per un oggetto o situazione specifica. Lo spostamento è anche uno dei meccanismi fondamentali della deformazione onirica, in cui l’ansia viene ridotta e il sonno è preservato tramite la sostituzione di una figura emotivamente significativa con un’altra emotivamente neutra. Spostamento

  34. Processo psicologico mediante il quale l’energia pulsionale libidica e aggressiva viene neutralizzata e soddisfatta, deviandola verso nuovi scopi o oggetti socialmente e culturalmente più accettabili all’Io e al Superio. La sublimazione allarga i processi mentali e arricchisce l’Io. La creatività artistica e intellettuale è un classico e tradizionale esempio di sublimazione, sebbene tutte le attività libere da conflitti, che promuovono la sintesi dell’intera personalità, possano rientrare in questa categoria. E un processo normale e non patologico, considerato come l’unico meccanismo difensivo realmente «riuscito» poiché va a costituire tratti di personalità assolutamente sani e integrati. Tuttavia, fallimenti o un’insufficiente sublimazione possono contribuire allo sviluppo di perversioni, comportamento psicopatico e altri disordini di adattamento. Sublimazione

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