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STRESS CORRELATO AL LAVORO

STRESS CORRELATO AL LAVORO. Dr. Venerando Rapisarda Specialista in Medicina del Lavoro www.medicoaziendale.com.

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STRESS CORRELATO AL LAVORO

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  1. STRESS CORRELATO AL LAVORO Dr. Venerando Rapisarda Specialista in Medicina del Lavoro www.medicoaziendale.com

  2. “Benessere è uno stato mentale dinamico caratterizzato da un’adeguata armonia tra capacità, esigenze e aspettative di un individuo, ed esigenze e opportunità ambientali” (O.M.S., 1986)

  3. Nel corso degli ultimi 30 anni ha preso piede la crescente convinzione che l’esperienza dello stress correlato al lavoro eserciti influenze negativesulla salute e sulla sicurezza degli individui, nonché per la salute delle organizzazioni di appartenenza.

  4. EPIDEMIOLOGIA Nel periodo 1981-1994, nei Paesi Bassi si è registrato un aumento dal 21% al 30% di lavoratori che hanno ricevuto una pensione di invalidità a causa di disturbi correlati allo stress (disturbo di adattamento). Tuttavia, questi dati non sono precisi e affidabili poiché basati su metodi di rilevazione poco precisi e mal circostanziati.

  5. EPIDEMIOLOGIA Nel 1998, l’assenza dal lavoro è costata all’economica inglese 10,2 miliardi di sterline(un costo medio pari a 426 sterline per lavoratore). Il 71% dei dirigenti britannici ritiene che i problemi di salute di natura psicologica siano da collegarsi allo stress sul lavoro e che in generale il 60%dell’assenteismo è causato da disturbi correlati allo stress.

  6. EPIDEMIOLOGIA Sono circa 550 milioni le giornate di lavoro perse ogni anno negli Stati Uniti per assenteismo, il 54% delle quali si ritiene siano da collegare allo stress sul lavoro. Dalle proiezioni elaborate dal National Health Interview Survey, emerge che 11 milioni di lavoratori negli Stati Uniti possono dichiarare livelli di stress sul lavoro compromettenti per la salute.

  7. EPIDEMIOLOGIA Le situazioni di disagio lavorativo sono in costante aumento: il 50-60 % delle giornate lavorative perse in un anno è correlata allo stress lavorativo. EUROPEAN AGENCY FOR SAFETY AND HEALTH AT WORK, New and emerging risks in occupational safety and health, European Risk Observatory, 2009 http://osha.europa.eu/en/publications/outlook/en_te8108475enc.pdf

  8. EPIDEMIOLOGIA Nei paesi della Comunità Europea lo stress legato alla attività lavorativa è un problema di salute largamente diffuso fino ad occupare il secondo posto fra quelli più indicati dai lavoratori. Secondo queste ricerche, la condizione di stress interessa circa il 22% dei lavoratori in Europa. (dati 2005 su ventisette paesi della Comunità Europea).

  9. EPIDEMIOLOGIA In Italia, secondo la “European Foundation for the Improvement of Living and Working Condition”, il valore si attesta al 27%, poco al di sopra della media europea (dati 2005 su ventisette paesi della Comunità Europea). MILKZAREK M., “What to do we know about work-related stress in EU, (EASHW, 2009) Relazione Convegno Regionale “Rischi da stress lavoro-correlato” Marina di Massa - Settembre 2009: http://www.usl1.toscana.it/public/upload/allegati/Milczarek_1537.pdf

  10. EPIDEMIOLOGIA Le ricerche hanno, inoltre, valutato anche la ricaduta economica sulle aziende e sulle economie nazionali. Nel 2002 l’Unione Europea (dati su quindici paesi) valutò che il costo economico dello stress legato alla attività lavorativa era di circa 20 miliardi di euro. AA. VV., Stress e Lavoro nell’Europa in espansione, ISPESL – WHO Collaborating Centre, Roma, 2004

  11. EPIDEMIOLOGIA E’ probabile che il fenomeno aumenti in futuro, a causa di alcuni cambiamenti in corso nel mondo del lavoro. La European Agency for Safety and Health at Work ha individuato cinque aree di variabili che rendono emergenti i rischi psicosociali: FRAMEWORK AGREEMENT ON HARASSMENT AND VIOLENCE AT WORK :http://ec.europa.eu/employment_social/news/2007/apr/harassment_violence_at_work_en.pdf

  12. EPIDEMIOLOGIA 1- utilizzo di nuove forme di contratti di lavoro, l’incertezza e l’insicurezza del lavoro stesso; 2- forza lavoro sempre più vecchia (poco flessibile ed adattabile ai cambiamenti), mancanza di adeguato turn-over; 3- alti carichi di lavoro, con conseguenti pressioni sui lavoratori da parte del management; 4- tensione emotiva elevata, per violenze e molestie sul lavoro; 5- interferenze e squilibrio fra lavoro e vita privata. FRAMEWORK AGREEMENT ON HARASSMENT AND VIOLENCE AT WORK :http://ec.europa.eu/employment_social/news/2007/apr/harassment_violence_at_work_en.pdf

  13. EPIDEMIOLOGIA • Un’intervista condotta nei paesi CE ha evidenziato che il 57% dei lavoratori ritiene che il lavoro influisce sulla propria salute. • Il 23% degli intervistati afferma di essersi assentato dal lavoro per motivi di salute da collegarsi al lavoro nel corso dei 12 mesi precedenti all’indagine. • Il numero medio dei giorni di assenza per lavoratore è stato di quattro giorni all’anno, per un totale di circa 600 milioni di giorni di lavoro persi ogni anno in ambito europeo.

  14. EPIDEMIOLOGIA I problemi di salute connessi al lavoro, cui nell’intervista si fa maggior riferimento sono: • Disturbi muscoloscheletrici (30%) • Stress (28%)

  15. Lo stress correlato al lavoro costituisce un problema rilevante e rappresenta una delle sfide principali per la salute sul lavoro in ambito europeo.

  16. Lo stress lavoro- correlato agisce come modulatore dei rischi tradizionali (es. agenti chimici) aggravandone gli effetti. Risultano rilevanti anche le differenze individuali di genere, età, estrazione culturale e tipologia contrattuale.

  17. NORMATIVA Direttive CE emanate a partire dal 1989 in materia di prevenzione e protezione dei lavoratori dai rischi lavorativi, avrebbe dovuto far considerare l’esigenza di valutare i rischi di natura psicosociale, legati all’organizzazione del lavoro, possibili fonti di stress lavoro-correlato, fin dall’entrata in vigore del D.Lgs. 626/94. La Legge 39 del 01/03/2002, che modificava l’art. 4 del D.Lgs 626 precisa che la valutazione deve riguardare “tutti” i rischi.

  18. NORMATIVA Accordo europeo sullo stress da lavoro, siglato dal sindacato europeo e dalle associazioni datoriali europee in data 08/10/2004. Tale accordo è stato recepito in Italia 4 anni dopo (09/06/2008). ACCORDO INTERCONFEDERALE PER IL RECEPIMENTO DELL’ACCORDO QUADRO EUROPEO SULLO STRESS LAVORO-CORRELATO CONCLUSO L’8 OTTOBRE 2004 TRA UNICE/UEAPME, CEEP E CES http://www.lavoro.gov.it/NR/rdonlyres/2E3F3293-7AAB-4B2E-B4CE- C439D22BBD8E/0/Accordointerconfederalestress9062008.pdf

  19. NORMATIVA Nel nostro paese, poco prima dell’accordo europeo, era stata emanata la Direttiva 24/03/2004 del Dipartimento della Funzione Pubblica della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che riporta le “Misure finalizzate al miglioramento del benessere organizzativo nelle pubbliche amministrazioni”.

  20. NORMATIVA Tale direttiva, pur riguardando il solo settore pubblico ha il merito di aver indicato le motivazioni per l’adozione di misure finalizzate ad accrescere il benessere organizzativo, le indicazioni da seguire, le variabili critiche da considerare e il processo per il miglioramento. DIRETTIVA DEL MINISTRO DELLA FUNZIONE PUBBLICA SULLE MISURE FINALIZZA TEALMIGLIORAMENTODELBENESSEREORGANIZZA TIVONELLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI (24.03.2004) http://www.innovazionepa.gov.it/media/341974/benessere.pdf

  21. NORMATIVA Art. 28 del D.Lgs. 81/08: la valutazione dei rischi “...deve riguardare tutti i rischi...tra cui anche quelli collegati allo stress lavoro-correlato, secondo i contenuti dell’accordo europeo dell’8 ottobre 2004,...”.

  22. NORMATIVA Il Decreto Legge del 30/12/2008 (convertito nella legge 27.2.2009 n. 14) ha prorogato al 16/05/2009 l’entrata in vigore delle disposizioni concernenti la valutazione dello stress lavoro-correlato.

  23. NORMATIVA Successivamente il D.Lgs. 106/09 ha introdotto il comma 1-bis dell’art. 28, che afferma che “La valutazione dello stress lavoro-correlato...è effettuata nel rispetto delle indicazioni elaborate dalla Commissione consultiva permanente per la salute e sicurezza sul lavoro, e il relativo obbligo decorre dalla elaborazione delle predette indicazioni e comunque...a far data dal 1° agosto 2010”.

  24. NORMATIVA Proroga al 31 dicembre 2010 del termine di decorrenza degli obblighi sulla valutazione dei rischi da stress da lavoro-correlato per le pubbliche amministrazioni ed aziende private. Emendamento approvato in commissione Bilancio del Senato 2010.

  25. DEFINIZIONE Nell’evoluzione del concetto di stress, si deve a Selye (1973) la sua formulazione più precisa quale“risposta fisiologica aspecifica dell’organismo di fronte ad ogni richiesta operata su di esso”

  26. CAUSE DI STRESS Una situazione di stress può intervenire nell’uomo a causa di rapidi cambiamenti(sbalzi di temperatura, variazione delle abitudini alimentari, variazioni di un impiego o un trasloco in una casa nuova, perdita di un congiunto, ecc…) Il soggetto avrà una reazione da stress descritta come “sindrome generale di adattamento” (Hans Selye)

  27. GLI STUDI DI SELYE SINDROME GENERALE DI ADATTAMENTO: • Complesso di reazioni biologiche a stimoli esterni (stressor), finalizzate al ripristino/mantenimento delle condizioni iniziali. • Importanza dell’asse “ipotalamo-ipofisi-surrene” per la “risposta generale e non specifica”

  28. STRESSOR FISICI temperature e umidità elevate, rumore, vibrazioni, carenza di ossigeno FISIOLOGICI fatica, perdita del sonno, saltare i pasti, malattie PSICOLOGICI fattori sociali o emozionali come la perdita di una persona cara, il divorzio, la malattia di un figlio ecc.

  29. Ciascun individuo da un’importanza relativa a diversi tipi di accadimenti. Esempio: uno studio (1988) ha verificato la “scala degli avvenimenti” (Life Events Scale) ossia un elenco di 102 avvenimenti oggettivamente verificabili. E’ stato richiesto ai soggetti di dare un punteggio agli avvenimenti, avendo come riferimento il matrimonio a cui veniva assegnato un punteggio arbitrario pari a 500. Tra gli eventi di vita connessi al lavoro: quello che si è classificato al primo posto è la perdita o fallimento negli affaricon un indice medio pari a 510. Retrocessione o promozione sul lavorohanno rispettivamente totalizzato 379 e 374. L’evento sul lavoro che occupa la posizione più bassa è il cambiamento per un lavoro che non risulta essere né migliore né peggiore del precedente(251).

  30. Avvenimenti al di fuori del lavoro: l’evento che in assoluto si è classificato al primo posto è la morte di un figlio(con un indice di 1036), segue il divorzio a 633, il matrimonioa 500 e, in ultima posizione, il possesso di un animale domestico, con 163. Da questi dati si può desumere che gli avvenimenti connessi al lavoro non sono esperienze banali ma sono tra quelli che hanno il maggior impatto percepito.

  31. Gli effetti degli STRESSOR hanno la caratteristica di essere CUMULATIVI e possono causare uno STRESS OVERLOAD

  32. Piramide degli eventi stressanti

  33. DEFINIZIONE DI STRESS Esistono essenzialmente tre approcci differenti per la definizione e lo studio dello stress: • Concepire lo stress sul lavoro come una caratteristica avversa oppure dannosa dell’ambiente di lavoro(approccio “tecnico”) • Concepire lo stress in termini di effetti fisiologici comuni di un ampia gamma di stimoli avversi o dannosi (approccio “fisiologico”) • Concepire lo stress sul lavoro sulla base di un’interazione dinamica tra la persona e l’ambiente di vita e di lavoro (approccio “psicologico”)

  34. DEFINIZIONE DI STRESS Sia il modello tecnico che quello fisiologico non spiegano in maniera adeguata i dati esistenti, ignorando nell’ambito del processo globale di stress, la mediazione di forti fattori cognitivi, nonché situazionali (contesto). Il terzo approccio presta invece particolare attenzione ai fattori ambientali, e in particolare ai contesti organizzativi e psicosociali dello stress correlato al lavoro. Attualmente, esiste un consenso crescente nei confronti di questo tipo di impostazione psicologica.

  35. DEFINIZIONE DI STRESS(impostazione psicologica) Lo stress viene indotto dall’esistenza di interazioni problematiche tra la persona e l’ambiente, oppure viene misurato in termini di processi cognitivi e reazioni emotive che sono alla base di tali interazioni.

  36. Varianti dell’impostazione psicologica: interazionale: si concentra sulle caratteristiche dell’interazione di una persona con l’ambiente in cui lavora. transazionale: riguarda maggiormente i meccanismi psicologici alla base dell’interazione e quindi si occupadi valutazione cognitiva e del comportamento dell’uomo di fronte allo stress (coping).

  37. Il soggetto è portato ad attivare un processo estimativo • si domanda “Ho un problema?” • riconoscimento di una situazione problematica, accompagnata da emozioni spiacevoli e da un senso di disagio. • elaborazione di una strategia di comportamento definita coping • formulazione della domanda: “Cosa farò in proposito?”

  38. Cinque gruppi di strategie di coping: 1) ricerca del supporto sociale; 2) rinvio delle azioni mediante rilassamento e spostamento dell’attenzione; 3) sviluppo di maggiori capacità per affrontare il problema; 4) spiegazione razionale del problema; 5) ricorso all’appoggio mediante l’impegno spirituale.

  39. LAVORO COME CAUSA DI STRESS Il termine stress è direttamente collegato ad una serie di reazioni dell’organismo che identificano la “sindrome generale di adattamento”. Lo stress è una “reazione aspecifica dell’organismo ad ogni richiesta” operata su di esso. Nella “sindrome generale di adattamento” si distinguono tre fasi: • reazione di allarme • stadio della resistenza • fase dell’esaurimento

  40. SISTEMI INTERESSATI Sistemi vulnerabili allo stress: • Il sistema endocrino • L’apparato digerente • Il sistema immunitario • Il sistema respiratorio • L’app.cardiovascolare

  41. SISTEMA ENDOCRINO Questa risposta comporta la stimolazionedell’asse ipotalamo-ipofisi-surrenecon conseguente produzionedi corticosteroidiresponsabili dell’evidenza clinica della malattia, qualora uno stimolo di particolare intensità sia applicato per lungo tempo.

  42. SISTEMA IMMUNITARIO L’interessamento delsistema immunitariocostituisce un ambito suggestivo di ricerca perché costituisce unsistema omeostaticoaltamente integrato che, attraverso automatismi funzionali geneticamente determinati, svolge compiti difensivi ed adattativi nei confronti di stimoli esterni o interni riconosciuti come non-self dal sistema stesso.

  43. Inoltre nell’ambito del mantenimento dell’omeostasi interna dell’organismo, la funzione immunitaria risulta condizionata dall’attività del sistema nervoso centrale ed endocrino.

  44. RISPOSTA ALLO STRESS(scopo della risposta) • Risolvere la situazione (definitivamente o momentaneamente) • Evitare le possibili conseguenze negative • Sviluppare adattamenti che permettono una sopravvivenza rispetto alle limitazioni imposte

  45. RISPOSTA ALLO STRESS La risposta allo stress, attiva comunque dei meccanismi fisiologici, i quali operano lungo due assi: • Asse nervoso • Asse endocrino

  46. ASSE NERVOSO E’ rappresentato soprattutto dal sistema simpatico e dalla porzione midollare dei surreni; grazie alla liberazione di catecolamine, esse suscitano una risposta ergotropa, cioè tale da fare affrontare l’evento in modo rapido ed adeguato. E’ una reazione di “lotta” o di “fuga”

  47. ASSE ENDOCRINO E’costituito soprattutto dalla porzione corticale dei surreni; gli ormoni corticosteroidi, il principale dei quali è il cortisone, sono stati qualificati “adattativi”, proprio perché apportano modificazioni utili per essere preparati di fronte all’incombenza.

  48. ASSE ENDOCRINO Di fatto le catecolamine (nor-adrenalina) e il cortisone danno tono all’organismo, preparandolo al lavoro e migliorando la qualità della vita. Lo stress quindi, contenuto entro certi livelli, si dimostra estremamente utile, tanto da venire considerato “sale della vita”. Il continuo ripetersi di gravi eventi stressori, invece, conduce ad una attivazione psicologica esagerata e, col tempo, alla comparsa di campanelli d’allarme, alla caduta delle difese immunitarie a varie malattie. Definiamo la prima situazione “eustress” e la seconda situazione “di stress”.

  49. In altri termini la reazione da stress, dapprima utile e finalizzata alla sopravvivenza dell’individuo, può diventare negativa e fonte di malattie (“malattie di adattamento”) se si verifica in modo acuto e molto intenso o se sollecitata per troppo tempo e con intensità eccessiva.

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