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Profit e non profit: insieme si può!

Profit e non profit: insieme si può!. www.ciscorno.it. Per le imprese. Per il non profit. -Etica d’impresa - Corporate Social Responsibility. Attività di Fund raising Maggior professionalità, managerialità e intraprendenza Da assistenza a imprenditorialità sociale.

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  1. Profit e non profit: insieme si può! www.ciscorno.it

  2. Per le imprese Per il non profit -Etica d’impresa - Corporate Social Responsibility • Attività di Fund raising • Maggior professionalità, managerialità e intraprendenza • Da assistenza a imprenditorialità sociale Per il settore pubblico • una risposta alla carenza di fondi a cui si somma l’erogazione lenta del 5 per mille • nuove dinamiche nel mondo del sociale

  3. MONDO NO PROFIT (dati censimento al 31 dicembre 2011)

  4. Risorse umane nel no profit Totale persone: 5,7 milioni Volontari: 83,3% ossia 4.758.622 Dipendenti: 11,9% ossia 680.811 Lavoratori esterni: 4,7% ossia 270.769 Lavoratori temporanei: 0,1% ossia 5.544

  5. Attività Nel settore delle attività artistiche, sportive e di intrattenimento il numeri di istituzione no profit attive (146.997) è superiore a quello delle imprese (61.527) e istituzioni pubbliche (252). Il secondo settore di attività è rappresentato da sanità e assistenza sociale con 36.010 istituzioni attive a fronte di 474 istituzioni pubbliche e 246.770 imprese.

  6. Attività

  7. CSR La Responsabilità Sociale d’Impresa, ovvero CSR (Corporate Social Responsibility) è stata definita dalla Commissione Europea come “l’integrazione su base volontaria, da parte delle imprese, delle preoccupazioni sociali ed ecologiche nelle loro operazioni commerciali e nei rapporti con le parti interessate». Nuova definizione UE del 2011: the responsibility of enterprises for theirimpacts on society. Ne parlavano già i padri costituenti nell’art. 41 della Costituzione «L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana, E’ una vera e propria impostazione valoriale e strategica: l’impresa non deve più perseguire unicamente il proprio interesse e/o profitto, ma affiancare a questo anche il perseguimento del benessere dei soggetti in relazione con essa, i cosiddetti stakeholders.

  8. Che cosa frena la CRS - la mancanza di ritorni immediati - la mancanza di cultura manageriale MA In generale le aziende ritengono che è importante per rafforzare il rapporto con i dipendenti

  9. Il codice etico, il bilancio sociale e il rapporto di sostenibilità Codice etico: strumento ponte fra i valori dell’azienda e il rapporto con gli stakeholder. Bilancio sociale/ rapporto di sostenibilità: esprime la dimensione sociale dell’impresa che rappresenta un valore diverso rispetto a quello puramente economico Permette di veicolare dati quantitativi e qualitativi.

  10. Responsabilità del nonprofit • Nel 2011uno studio condotto dall’Istat insieme al Cnel ha stimato il valore economico del lavoro svolto dai volontari in 7,8 miliardi di euro, corrispondente a 702 milioni di ore l’anno. Tra gli obiettivi del censimento 2011, oltre al registro statistico delle organizzazioni non profit (già previsto nel 2001, però…) c’è una novità importante: contribuire alla nascita del conto satellite, raccomandato dalle Nazioni Unite. Si tratta di una sezione della contabilità nazionale dedicata al non profit, che vedrà così valorizzato il suo contributo al Prodotto interno lordo (Pil) del nostro Paese. • Fund raiser dotati di professionalità • Necessità di accountability: dovere e responsabilità di un ente di spiegare e giustificare ai suoi stakeholder le azioni intraprese • Trasparenza nel processo di fund raising • Garantire alta redditività

  11. Vantaggi della CSR CSR serve a migliorare il rapporto con gli stakeholders, determina quindi una loro maggiore fidelizzazione e un aumento della reputazione dell’impresa/organizzazione, che potrà così: • migliorare la propria immagine -ottenere una riconoscibilità e “gratitudine” del contesto territoriale -dar vita a un miglior rapporto con i propri lavoratori, clienti e fornitori -sostenere meglio il peso dei periodi di recessione come quello attuale, utilizzando la leva di marketing sociale e la sua distintività. • raggiungere nuovi target Sono circa il 65% le aziende italiane che hanno un proprio programma di responsabilità sociale di impresa, perché non si può più fare “impresa” senza tenere conto che essere sul mercato oggi significa attivare una serie di rapporti con il mondo esterno che, quanto più diventano fiduciari, tanto più generano gradimento nei confronti del marchio, del brand, del logo aziendale

  12. Alcuni dati su Fondazioni e impegno aziende • 131 Fondazioni aziendali (dato 2009) in prevalenza di aziende del settore industriale (41,4%) • 150 milioni di euro gestiti • Motivazioni: naturale espressione della cultura aziendale (78,6%), forte motivazione dell’imprenditore (58,6%), aumento della reputazione dell’impresa (48,6%), espressione della CSR (37,1%) • Staff snello ma numerosi supporti da parte dell’azienda.

  13. Profit e non profit: vantaggi reciproci 1.Un’ottima opportunità per una ONP per raccogliere fondi e per accrescere la sua visibilità. 2. Un’ottima opportunità per un’azienda per raggiungere benefici concreti- pubblicità, miglioramento dell’immagine, maggiore motivazione per lo staff, nuovi clienti , etc. 3.Un’ottima opportunità per il consumatore di effettuare un gesto di solidarietà attraverso un acquisto o il pagamento di una prestazione professionale

  14. Vantaggi PER LA NON PROFIT o Raccolta Fondi a sostegno di un progetto o della causa o Visibilità e comunicazione o Opportunità di crescita “professionale” (imparare dal profit) o Condivisione, “contagio”, della propria cultura sociale PER L’AZIENDA o CSR: una scommessa per crescere (patrimonio intangible e sostenibilità del business nel lungo periodo) o Opportunità di visibilità e relazione con gli stakeholder o Opportunità di retention e motivazione dipendenti o Opportunità fiscali o Opportunità di crescita “professionale” (imparare dal non profit)

  15. Perché le imprese donano • 4 modelli principali: • Produttività aziendale o modello neoclassico: la donazione deve portare vantaggi alla azienda con incremento di utili o di immagine. Il fundraiser deve quindi agire con iniziative che promuovono l’immagine dell’azienda, motivano i lavoratori e sostengono la vendita di prodotti • Motivazioni etiche o modello altruistico: l’azienda ritiene di dover contribuire alla collettività • Modello politico: le aziende utilizzano la donazione come strumento per costruire relazioni che limitano l’intervento del pubblico oppure l’azienda promuove iniziative con le no profit per sostenere dinamiche aziendali • Modello dello stakeholder: l’azienda moderna deve rispondere a molteplici gruppi di persone che hanno un interesse al suo interno. I fundraiserdovrenno trovare molteplici iniziative per coinvolgere tutte le parti interessate

  16. Vantaggi fiscali Per le persone fisiche E’ possibile detrarre dall'imposta lorda il 24% dell'importo donato a favore delle ONLUS, fino ad un massimo di 2.065,00 euro (art. 15 del D.p.r. 917/86 modificato dal Decreto Crescita DL n. 83 del 22.06.2012). OPPURE, è possibile dedurre dal proprio reddito le donazioni a favore delle ONLUS, per un importo non superiore al 10% del reddito complessivo dichiarato  e comunque nella misura massima di 70.000,00 euro annui (art. 14  comma 1 del Decreto Legge 35/05 convertito in legge n° 80 del 14/05/2005 – legge Più Dai Meno Versi). Per le imprese in caso di donazione economica E’ possibile dedurre le donazioni a favore delle ONLUS per un importo non superiore a 2065,83 euro o al 2% del reddito d'impresa dichiarato (art.100 comma 2 del Dpr 917/86). OPPURE, è possibile dedurre dal proprio reddito le donazioni a favore delle ONLUS, per un importo non superiore al 10% del reddito complessivo dichiarato  e comunque nella misura massima di 70.000,00 euro annui (art. 14  comma 1 del Decreto Legge 35/05 convertito in legge n° 80 del 14/05/2005 - legge Più Dai Meno Versi). Le agevolazioni fiscali non sono cumulabili tra di loro.

  17. Che cosa una Onp può chiedere a un’azienda •   Finanziare continuativamente la ONP, per progetti di medio/lungo termine •  Finanziare la copertura dei costi di gestione di un singolo progetto •  Sponsorizzare gli eventi/azioni di comunicazione e raccolta fondi organizzati •  Sponsorizzare una manifestazione connessa ad un progetto • Donare beni e servizi per l’attività istituzionale dell’organizzazione •  Donare “spazi” media per promuovere le campagne •  Destinare il budget dei regali di Natale (a fronte di una lettera congiunta da inviare a dipendenti, clienti, ecc.) • Acquistare i biglietti augurali

  18. Come deve agire il non profit Cinque sono le aree da tenere presente: • Responsabilità nei confronti delle aziende donatrici • Utilizzo dei fondi e loro rendicontazione • Materiali informativi e di comunicazione e sensibilizzazione • Utilizzare bene le azioni di fund raising • Comunicare bene • Coinvolgere organo direttivo

  19. Cosa vogliono le aziende L’impegno sociale, per un’impresa, è innanzitutto l’adesione etica a una causa sociale. Ma la partnership con un’organizzazione non profit, può anche essere, per un’azienda, un modo per accrescere il proprio valore, rafforzare la propria immagine e la propria relazione con gli stakeholder.

  20. Come le aziende danno una mano al non profit • L’azienda crea una fondazione o un ente non profit • (es. Accademia Stauffer, Fondazione Aiutare i Bambini) • 2. L’azienda crea un’iniziativa per la collettività • (es. bando L’Oreal Donne per la Scienza) • 3. Filantropia: alcune aziende lo fanno senza volere direttamente nulla “in cambio” 4. Staff fundraising: payroll giving , ma anche gruppi di dipendenti che si uniscono tra loro in modo informale. (campagna www.unora.org) 5. Gift-in-kind (donazione di beni o servizi) o temporaneo trasferimento di risorse umane da un’azienda a una charity 6. Cause-Related Marketing: devolvere parte del budget di mkt e creare un’attività commerciale, in cui le imprese, le organizzazioni non profit o le cause di utilità sociale formano una partnership al fine di promuovere un’immagine, un prodotto o un servizio, traendone reciprocamente vantaggio (es. Alitalia permette di donare le millemiglia a OperationSmile per viaggi dei medici – Anello Vhenier per NPH Italy)

  21. Come le aziende danno una mano al non profit 7. Eventi (organizzazione di aste, concerti ecc.) 8. Sponsorizzazioni 9. Co-branding 10. Comunicazione sociale (es. Zoé Fondazione Zambon Open education: iniziative di comunicazione della salute per favorire la percezione del «vivere bene»)

  22. I principi della collaborazione fra profit e non profit 1) Integrità: presuppone comportamenti onesti ed etici, aderenti ai principi morali nei confronti di tutti coloro che vengono coinvolti nell’iniziativa 2) Trasparenza: la comunicazione rivolta ai partner e ai consumatori deve essere veritiera, onesta e chiara. L'accordo tra le parti assume la forma di un documento scritto. 3) Sincerità: le comunicazioni non devono pertanto essere mai ingannevoli. 4) Mutuo rispetto: il valore di cui il partner è portatore deve essere rispettato 5) Partnership solo in presenza di una relazione paritetica, in cui entrambe le parti, hanno lo stesso peso, si realizza la condizione fondamentale per il successo dell'iniziativa 6) Mutuo beneficio vantaggio per entrambi i partner in modo commisurato tra gli obiettivi di marketing dell’impresa e la mission della organizzazione nonprofit, secondo criteri di valutazione definiti con chiarezza e in anticipo.

  23. Non profit: come impostare il corporate fund raising • Definizione di un chiaro piano strategico: dove vogliamo arrivare sulla base di chi siamo e di dove operiamo, analisi e visione 2. Capire l’azienda e le sue esigenze e non solo le necessità del non profit capacità di comprendere gli obiettivi altrui; “umiltà” unita a fermezza 3. Trovare lo staff adeguato visione nell’attività di «assunzione» dei fund raiser

  24. 4.Non volere sempre il tutto subito: meglio pianificare per ottenere una partnership di un certo livello piuttosto che andare incontro al “mordi e fuggi” pazienza e perseveranza 5.Chiarire in modo chiaro i ruoli : il contratto fermezza 6. La professionalità: un team di professionisti che lavora ogni giorno per garantire un rapporto chiaro e funzionale alle aziende interessate a sviluppare una partnership , ma che è anche attivo nel prestare servizio alle aziende già sponsor attraverso un feedback costante 7. Tanti tanti contatti capacità di creare relazione ed emozione 8. Trasparenza costante comunicazione veritiera

  25. Impatto della collaborazione sugli stakeholder

  26. Impatto all’interno dell’azienda Fonte: Errepi Comunicazione e Tomorrow SWG, L’impegno Sociale delle Aziende in Italia, III Rapporto di Indagine, 2008

  27. Dubbi da superare • E’ poco etico “usare” la causa sociale per obiettivi di business: • L’orientamento al business di un’azienda non è poco etico, è la sua natura. • Se contribuire ad una causa sociale è un modo per fare anche il proprio interesse, significa solamente che l’iniziativa sarà un gioco a somma maggiore di zero: non si ha più l’azienda da una parte e il beneficiario dall’altra, ma due partner, uno profit e uno non profit, che si mettono insieme per promuovere un’iniziativa in cui ognuno guadagna qualcosa. • - Se è fatto nello spirito della CSR, inoltre, non si tratta più di perseguire un • obiettivo di business attraverso l’affiancamento a una causa sociale, ma di • contribuire a una causa sociale mentre si fa il proprio business. Quindi • non solo nel rispetto delle regole, ma nell’ambito di un programma più ampio • in cui l’azienda sceglie di inserire “l’interesse degli altri” nei propri obiettivi.

  28. Dubbi da superare “La beneficenza si fa ma non si dice” o Superare il concetto di beneficenza e assumere il concetto di partnership e comunicazione di un impegno reale o Comunicare significa coinvolgere e aumentare il bene

  29. Bisogna innovare • Oggi le partnership profit-noprofit non sono più in sé una novità. • La concorrenza è aumentata in modo esponenziale • Non basta nemmeno più comunicare bene, perché il non profit in generale sta crescendo e sta affinando i propri strumenti. • Bisogna essere innovativi: al posto delle tradizionali richieste di contributo bisogna creare progetti di collaborazione inediti e specifici, che individuino nuovi modi per rispondere alle attese delle aziende. • Il trend: o Coinvolgimento dei dipendenti o Eventi o Web e nuovi media

  30. Andamento donazioni 2012 (Istituto Italiano delle Donazioni): privati, aziende, fondazioni e pubblica amministrazione Ricerca svolta a inizio 2013 in collaborazione con l’Associazione Italiana Fundraiser Campione: 200 enti • Il 2012 è andato peggio rispetto al 2011 a livello di entrate globali • A livello di bilancio globale nel 2012 il 15% ha migliorato le entrate, mentre il 45% ha peggiorato rispetto al 2011

  31. Andamento donazioni 2012 (Istituto Italiano delle Donazioni): privati, aziende, fondazioni e pubblica amministrazione

  32. Campagna Natale 2012 • La raccolta fondi da privati nel periodo natalizio 2012 è in linea con il 2011, registrando difficoltà. Un 22% di ONP ha raccolto di più; il 34% di meno rispetto al 2011; 44% in linea Difficoltà riscontrate nel fund raising natalizio: • Il 38% del campione riscontra minore disponibilità economica dei donatori fedeli • Il 24 % del campione riscontra difficoltà a trovarne di nuovi • Il 6% del campione rileva una perdita di donatori. Secondo l’indagine IPR Marketing del Sole 24 Ore del 25/2/2013 • l’85% degli intervistati ha donato alle stesse ONP • Contrazione nella raccolta fondi da privati.

  33. Come si comportano i donatori • I donatori si mantengono fedeli anche se in alcuni casi diminuiscono gli importi • Risulta più difficile trovare nuovi donatori • Il 6% delle Onp intervistate dichiara perdita di donatori • I cittadini privati continuano a sostenere massicciamente le donazioni per il 60% degli intervistati rispetto alle aziende (13% degli intervistati). Dati giugno 2013.

  34. Stime primo semestre 2013 La percezione: • Il 36% di Onp prevede di migliorare la raccolta fondi per l’intero 2013 • Il 20% prevede di peggiorare rispetto al 2012

  35. Strategie di FR per il 2013 Il campione risponde: • 3% aste • 5%crowdfunding • 10%sms solidali • 13%lasciti testamentari • 18% face to face • 21%banchetti • 22% donazioni on line -31% direct mailing cartaceo • 35% direct mailing elettronico • 40% eventi • 50% FR a imprese Rispetto a 2012 aumentano direct mailing, corporate fundraising e eventi

  36. Come donano gli italiani

  37. Quanto donano gli individui. Confronto 2012-2013 Ricerca IPR 2012: 2013 • Fino a 20 Euro -Fino a 20 Euro 46% dei donatori 41% dei donatori -Donazioni tra i 21 e i 50 Euro - Donazioni tra i 21 e i 50 Euro 26% dei donatori 24% dei donatori -Donazioni tra i 51 e i 100 Euro Donazioni tra i 51 e i 100 Euro 18% dei donatori 22% dei donatori - Donazioni tra 101 e 200 Euro - Donazioni tra 101 e 200 Euro 4% dei donatori 10% dei donatori -Donazioni tra i 201 e i 500 Euro -Donazioni tra i 100 e i 200 Euro 5% dei donatori 2% dei donatori

  38. Da tenere in considerazione La ricerca IPR rileva la propensione a versamenti in contanti Contatto diretto con le Onp “Verso alle Onp che conosco e di cui mi fido”

  39. Ricerca aziende ottobre 2012: Rilevazione istituto italiano della donazione

  40. Indagine Osservatorio Socialis di Emmepi Comunicazione Ricerca 2010 su 800 aziende con piu’ di 100 dipendenti Dati rilevati dal 24 marzo al 31 maggio 2010 -Nonostante la crisi le aziende hanno continuato a fare buon business: ben 7 aziende su 10 hanno continuato con progetti di responsabilità sociale -Le aziende più grandi per fatturato e dipendenti sono quelle che investono di più (88%) - Solo 4 su 10 credono nella relazione «più crisi=più CSR» -Disponibilità a portare avanti investimenti in risorse intangibili IMPORTO DEI FINANZIAMENTI: si è passati da importo medio procapite di Euro 110.000 nel 2001 a Euro 161.000 nel 2009 (+46%).

  41. Ricerca Impresa e non profit – fine 2012 Istituto italiano della donazione 28 aziende intervistate impegnate in CSR Nella maggior parte aderenti a Sodalitas Composizione del campione

  42. Dimensione economica del campione 13 aziende superano i 1000 milioni di euro 6 aziende sono sotto i 100 milioni

  43. Modalità di erogazioni utilizzate

  44. Modalità di erogazione utilizzate nel 2012 a confronto con 2009

  45. Funzione aziendale incaricata alla gestione delle erogazioni al non profit Il responsabile CSR è fortemente coinvolto nei rapporti col non profit però solo in 7 casi su 28 agisce in piena autonomia. Negli altri casi la scelta avviene in collaborazione con AD, MKTG e Direttore amministr.

  46. Funzione aziendale preposta alla gestione delle erogazioni CSR in azienda: - 2006: 26% - 2007: 23% - 2009: 47% - 2012: 60%

  47. Settori maggiormente sostenuti

  48. Entità del sostegno Quasi il 40% delle aziende intervistate destina > 500.000 €. Cresce rispetto all’ultima rilevazione la % delle aziende che hanno elargito importi contenuti e non dipende dalle dimensioni dell’azienda

  49. L’azienda ha ridotto il sostegno in tempo di crisi?

  50. Entità del sostegno erogato 2012 cfr 2009

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