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Atmosfera

Atmosfera. Idrosfera. Litosfera. Atmosfera. Il termine atmosfera (dal greco  ἄθμος  -  àthmos  - "vapore" e  σφαίρα  - sphàira - "sfera") rappresenta l'insieme dei gas che circondano un corpo celeste, le cui molecole sono trattenute dalla forza di gravità del corpo stesso.

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Presentation Transcript


  1. Atmosfera Idrosfera Litosfera

  2. Atmosfera Il termine atmosfera (dal greco ἄθμος - àthmos - "vapore" e σφαίρα - sphàira - "sfera") rappresenta l'insieme dei gas che circondano un corpo celeste, le cui molecole sono trattenute dalla forza di gravità del corpo stesso. L'atmosfera terrestre non è un "involucro" omogeneo e per questo viene suddivisa in vari strati che presentano caratteristiche diverse. Gli strati dell'atmosfera terrestre, partendo dal suolo, sono cinque • Troposfera;  • Stratosfera (contenente l'ozonosfera);  • Mesosfera;  • Termosfera;  • Esosfera.

  3. La troposfera Il primo strato, quello più vicino alla superficie, è chiamato troposfera. Comprende circa il 75% della massa dell'atmosfera e si estende fino a circa 15 chilometri di altezza. All'equatore raggiunge i 16 chilometri, ai poli non supera i 10. La peculiarità della troposfera è la continua diminuzione della temperatura mano a mano che ci si allontana dalla superficie. La temperatura cala di circa 6,5° al chilometro e cessa di diminuire quando entriamo nello strato successivo, la stratosfera. La fascia che separa questi due strati prende il nome di tropopausa. È nella troposfera che hanno sede quasi tutti i fenomeni meteorologici: qui si formano la maggior parte delle nubi, della pioggia e della neve. Nella troposfera l'aria calda si sposta dall'equatore verso i poli, mentre l'aria fredda segue il percorso inverso. Questo movimento è responsabile del sistema dei venti. Fenomeni atmosferici Il clima

  4. I fenomeni atmosferici Idrometeore Fenomeni elettrici Il vento La brina La rugiada L’arcobaleno La nebbia

  5. Le idrometeore Per definizione, rientrano nella categoria tutti i tipi di precipitazione atmosferica, come ad esempio la pioggia, la grandine e la neve. Fenomeni quali la nebbia e le nuvole stesse, dato che sono formate da minuscole particelle d'acqua condensata, possono essere considerati come costituiti da idrometeore. • La pioggia • La neve • La grandine

  6. La pioggia La pioggia è una benedizione del cielo quando cade in una quantità giusta e una maledizione quando è eccessiva. Vi sono zone della Terra in cui cade in media ogni anno mezzo millimetro di acqua (siamo nei deserti più inospitali), altre zone nella fascia temperata in cui ne cade circa un metro ogni anno e zone nella fascia tropicale in cui ne cadono addirittura molti metri. La pioggia è dovuta alla formazione di grosse gocce di acqua che nascono in una nube quando l'abbassamento della temperatura porta le goccioline più piccole ad unirsi fra loro. Mentre queste ultime cadono lentamente e basta una lieve salita dell'aria per mantenerle nella nube, quelle più grosse cadono invece più rapidamente. Cosi si forma la pioggia. Ma se continua a salire aria calda dal basso, anche se l'acqua scende dal cielo, viene sostituita da umidità sempre nuova che continua a condensarsi in goccioline. Queste poi formano le gocce e cosi la pioggia può durare molti giorni.

  7. La neve La neve è uno dei fenomeni più divertenti fra tutti quelli delle precipitazioni atmosferiche. Essa si forma quando l'acqua che cade dalle nubi incontra aria e temperatura notevolmente bassa e la condensazione sotto forma di ghiaccioli avviene molto lentamente, anziché bruscamente come nel caso della grandine. Gran parte delle precipitazioni del globo sono sottoforma di neve e così è in tutta la zona temperata e glaciale dell'emisfero che si trova in inverno e nelle zone glaciali anche d'estate e nelle mezze stagioni. La neve si forma quando nella nube le piccole gocce d'acqua si trasformano in minuscoli ghiaccioli che poi, cadendo attraverso l'aria umida, s'ingrossano improvvisamente in meravigliosi cristalli ramificati e a forma di esagono. Chi ha una buona lente d'ingrandimento può raccogliere della neve su una carta o un tessuto nero e osservarla stando all'aperto; fate attenzione perché il fiato o la temperatura del corpo di chi osserva è sufficiente a sciogliere i ghiaccioli prematuramente.

  8. La grandine La grandine è un fenomeno molto curioso, ma dannosissimo per l'agricoltura; si forma all'interno delle grandi nubi temporalesche. Dunque non può grandinare da una nuvola nebbiosa, dai cirri o dalle nubi stratificate, basse e poco spesse dalle quali per altro può piovere anche a lungo. La grandine è un fenomeno legato alle grandi nubi temporalesche che si hanno durante l'estate. Poiché queste nubi si spingono fino a grande altezza, la temperatura a cui arrivano le gocce d'acqua della nube può essere molto bassa e perciò l'acqua può ghiacciare. Il ghiacciolo poi cadendo può continuare ad ingrossarsi. La grandine più comune è formata da chicchi del diametro di pochi millimetri o di un centimetro, ma eccezionalmente si possono formare chicchi della grandezza di una noce, di un pugno o addirittura di una testa d'uomo. In questo caso sono pericolosissimi perché dotati di una potenza devastante: possono ammaccare considerevolmente la carrozzeria di un'auto, distruggere un raccolto e persino uccidere un uomo.

  9. Ilfulmine Questo fenomeno pauroso deriva dal fatto che le goccioline d'acqua stanno sospese nell'aria. L'acqua è un buon conduttore dell'elettricità, l'aria invece è un buon isolante. Quando il vento sfrega anche delicatamente le goccioline queste possono caricarsi di elettricità. Avviene allora che, se una grande quantità, di goccioline, come quelle di un'intera nube, si carica di elettricità tutta dello stesso segno, questa quando diventa troppo intensa, può scaricarsi verso terra o verso le goccioline di un'altra nube carica di elettricità di segno opposto. Questa scarica violenta è il fulmine. Il fulmine dunque è una grossa scintilla elettrica che si apre la strada attraverso l'aria all'improvviso e quindi scostandola con tanta violenza, dà luogo ad un rumore simile a quello di un'esplosione. Ecco perché il fulmine è seguito dal tuono. Come la lunghezza del fulmine può raggiungere anche i 30 Km, cosi la durata del tuono può essere grande. Noi udiamo tuonare prima dalla zona più vicina del fulmine e man mano il rumore del tuono della zona più lontana.

  10. Il vento Il vento è movimento dell'aria. Quando l'aria si sposta da un punto all'altro del suolo, noi diciamo che si è alzato il "vento". Il movimento dell'aria provoca una spinta contro i corpi che colpisce; la forza di questa spinta dipende dalla velocità, ma aumenta molto più rapidamente della velocità stessa: se il vento a velocità uno,provoca una spinta uguale a uno, a velocità doppia la spinta è quadrupla e, se la velocità è dieci volte maggiore, la spinta aumenta di ben cento volte! È per questo che, mentre un vento di 10 chilometri all'ora è ben percepibile, un vento di 100 chilometri l'ora ci impedirà di stare in piedi. Il vento può essere locale, e allora si chiamerà "brezza", come quella che si forma vicino al mare, quando l'aria, scaldata dal Sole sul pendio della costa , la risale, oppure raffreddatasi nella notte, ridiscende verso il mare (brezza di mare e brezza di terra); oppure può essere uno spostamento di una grande massa d'aria che si muove addirittura da un continente all'altro. In questo caso il vento è il responsabile principale del mutamento del tempo.

  11. La brina La brina è uno strato di ghiaccio che si forma sul suolo quando la temperatura è di molti gradi sotto lo zero. In questo caso, se sopra il suolo freddissimo corre dell'aria molto fredda ma ricca d'umidità, questa tende a condensarsi appunto sotto forma di ghiaccio. Le molecole di acqua distribuite nell'aria fredda, cercano una superficie già ghiacciata per attaccarsi. potrebbero ghiacciare loro stesse in aria, lasciando cadere della neve, ma è molto più facile per queste molecole, se esiste una superficie di ghiaccio già formata, attaccarvisi. Ecco perché quando si sono formati dei cristalli di brina anche minuscoli, questi poi crescono rapidamente se su di essi corre dell'aria molto umida. D'inverno, quando è molto freddo e soffia un vento umido, la brina forma dei disegni meravigliosi sugli oggetti che ricopre come vediamo nella foto.

  12. L’arcobaleno L'arcobaleno è un fenomeno bellissimo da osservare, sorprendente ed amico. Infatti di solito lo si vede alla fine di un acquazzone, quando la tempesta, la burrasca, il maltempo stanno per finire e l'arcobaleno annuncia questo simpatico evento. L'arcobaleno è formato dalla luce del Sole che batte contro le goccioline d'acqua che stanno cadendo da una nube; perciò per osservare un arco baleno deve essere presente anche il Sole; l'arcobaleno lo si osserva sempre nella direzione opposta a quella in cui si osserva il Sole stesso. Il risultato è che di solito l'arcobaleno si osserva al mattino (ma in questo caso sono rare le piogge temporalesche), oppure alla sera, quando il Sole è abbastanza basso sull'orizzonte. Più il Sole è basso e più è ampio l'arcobaleno. Talvolta è possibile osservare due arcobaleni uno dentro l'altro.

  13. La nebbia Quando dell'aria umida senza vento si ferma per lungo tempo in una zona nella quale la temperatura è bassa, di notte si raffredda molto e da essa si condensano delle minuscole goccioline d'acqua. Si forma dunque qualcosa di simile ad una nuvola che però è a contatto col suolo. Chi cammina per strada o cerca di spostarsi in automobile si trova nell'impossibilità di vedere chiaramente davanti a sé: per questo la nebbia costituisce un grave ostacolo alla circolazione stradale. Tuttavia, se di giorno splende un sole abbastanza caldo, esso riscalda l'aria e il suolo, l'aumento di temperatura permette alle goccioline che formano la nebbia di dissiparsi. Torna il Sole, ma purtroppo solo per breve tempo: infatti basta che esso scompaia e che la temperatura si abbassi di nuovo perché le goccioline della nebbia che era evaporata tornino a condensarsi, formando dell'altra nebbia. Soltanto venti molto forti o un deciso aumento della temperatura dissiperanno la nebbia per sempre.

  14. La rugiada La rugiada è un fenomeno analogo a quello della brina, solo che si forma quando la temperatura non è sufficiente per far ghiacciare l'acqua. La rugiada è formata da tante goccioline d'acqua che si condensano dall'umidità atmosferica sul suolo o sulla vegetazione, quando la temperatura dell'aria si abbassa a sufficienza nello strato più basso, a contatto col terreno. In questo caso non si forma pioggia o nebbia perché basta la superficie bagnata o irregolare delle pietre del suolo o della vegetazione ad attrarre verso di sé le molecole d'acqua che condenseranno in goccioline già appoggiate al terreno, anziché condensarsi per aria e poi cadere. La rugiada è benefica per la vegetazione perché la mantiene umida. In certi climi desertici, quando la temperatura si abbassa di molto durante la notte, la rugiada è l'unico modo con cui un po' dell'umidità dell'aria riesce a raggiungere il suolo, andando a formare la falda che alimenta i pozzi (come nella parte del Sahara vicina al Mediterraneo) oppure a beneficio della flora e fauna assetata.

  15. Il clima Il clima è lo stato medio del tempo atmosferico a varie scale spaziali (locale, regionale, nazionale, continentale, emisferico o globale) rilevato nell'arco di almeno 20-30 anni. La parola clima viene dal greco klima  che vuol dire "inclinato": il clima infatti è in massima parte una funzione dell'inclinazione dei raggi solari sulla superficie della Terra al variare della latitudine. Esso determina molte caratteristiche ambientali come flora e fauna al punto che a ciascuna fascia climatica si associano spesso ambienti simili su tutto il globo (es. foreste pluviali, deserti, foresta temperate, steppe, taiga,tundra e banchisa polare) ed influenza fortemente le attività economiche, le abitudini e la cultura delle popolazioni che abitano il territorio.

  16. Tipi di clima Climi tropicali Climi aridi Climi temperati Climi boreali Climi nivali

  17. Climi tropicali Il clima tropicale è il clima tipico della zona torrida della Terra, ovvero la fascia compresa dentro i due tropici del Cancro e del Capricorno. In questo clima si sviluppano le foreste tropicali e le savane. I climi tropicali con i relativi biomi sono caratterizzati da elevate temperature durante tutto l'anno: neppure nel mese più freddo la temperatura scende al di sotto dei 15 °C. Nel sottotipo equatoriale le precipitazioni possono anche raggiungere e superare i 10.000 mm annui. Il regime pluviometrico distingue i vari tipi di clima tropicale: il clima equatoriale vero e proprio, "clima della foresta pluviale tropicale, sempre umida", il clima monsonico, con una stagione secca e una umida, "clima della foresta pluviale malgrado periodo secco" e infine il clima della savana, più secco e con maggiori escursioni termiche Il clima è contraddistinto da precipitazioni mensili medie sempre superiori ai 60mm. Aree di diffusione del clima: Africa, Penisola Indiana, Australia, Oceania, America meridionale e centrale. Il clima tropicale si trova: nell'America centrale, nella parte nord dell'America del sud, parte dell'Africa e l'intera Oceania.

  18. Climi aridi I climi aridi sono una classe di climi comprendono essenzialmente il clima desertico,il clima steppico , mentre altri climi aridi come quello dei ghiacci perenni non sono considerati nello schema. Quello che accumuna tutti questi climi non sono i valori termici ma la scarsità o l'assenza di precipitazioni che, in casi estremi, può durare per anni o addirittura per decenni. L'accumulo annuo è inferiore a 250 mm anche se in alcuni casi ci possono essere violenti temporali che possono far eccedere questo valore. Le precipitazioni sono insufficienti per qualunque tipo di vegetazione completa, tanto più che il suolo è spesso riarso, roccioso o sabbioso e inadatto alla crescita di piante. Tipici di questi ambienti sono piante come i cactus e altre succulente, in grado d'immagazzinare acqua per lunghi periodi di siccità elevata.

  19. Climi temperati il clima temperato comprende i numerosi climi delle zone comprese tra i paralleli 30° e 50° in entrambi gli emisferi. Nella sua classificazione Köppen considera temperato o temperato caldo, contrapposto qualsiasi clima il cui mese più freddo ha una temperatura compresa tra -3 °C e 18 °C e le cui precipitazioni sono superiori a quella dei climi aridi. A sua volta la classe climatica si dividerebbe in clima mediterraneo, clima sinico e clima temperato umido o, secondo altri, in clima mediterraneo, clima "subtropicale umido" e clima oceanico. Si tratta di una classe piuttosto ampia e per questo soggetta a critiche in particolare da Trewartha e da Griffith, che l'hanno divisa in due classi distinte.

  20. Climi boreali Il clima boreale (chiamato anche temperato freddo) è un tipo di clima con temperature medie molto basse e valori minimi invernali bassissimi.. Le precipitazioni non sono abbondanti e sono quasi sempre nevose in inverno. Il clima boreale, come dice il nome è presente solo nell'emisfero settentrionale: le temperature bassissime sono dovute alla presenza dell'anticiclone siberiano e di quello canadese che determinano condizioni invernali estreme. All'interno del clima boreale si distinguono due sottotipi: il clima boreale delle foreste, costantemente umido e con una breve estate calda, e il clima transiberiano, con inverno secco e prolungato (più di otto mesi)

  21. Climi nivali Con clima nivale s'intende una tipologia di clima molto freddo, con precipitazioni (generalmente scarse) prevalentemente nevose e temperature rigidissime durante tutto l'anno. Si distinguono due sottotipi fondamentali: il clima della tundra e il clima dei ghiacci perenni a cui si può associare anche il clima alpino. Questa fascia climatica si estende nella zona dei due poli (POLO NORD E POLO SUD)e in parte dell'emisfero boreale. Condizioni simili però si possono riscontrare anche sulle vette delle montagne più alte di tutto il mondo (a quote differenti a secondo della latitudine). La vegetazione è prevalentemente composta da muschi e licheni, la fauna da diverse specie animale tra cui il lupo, l'orso bianco, la volpe artica, l'ermellino che usano la bianca neve per mimetizzarsi e difendersi dai pochi abitanti di quelle zone che vivono di caccia per le pellicce. Da queste zone provengono molti dei legni più pregiati. Il clima nivale è caratterizzato da inverni freddi e gelidi ed estati prevalentemente fresche

  22. Idrosfera L'idrosfera, rappresenta tutte le acque presenti nel nostro pianeta. L'acqua che la sempre compone può trovarsi in varie parti del corpo azzurro e celeste: Nella litosfera, sulla superficie della Terra e all'interno di rocce; Nella biosfera, componendo parte di creature della flora e della fauna; Nell'atmosfera, come nubi e vapore acqueo; Coprendo parte della crosta terrestre, in forma di oceani,calotte polari,mari,eccetera

  23. La Distribuzione dell'‟Acqua sulla Terra La Distribuzione dell'‟Acqua sulla Terra Il nostro pianeta visto dallo spazio, appare formato per la maggior parte di acqua, infatti il 71% della sua superficie è occupata da acqua e solo il 29% dalle terre emerse. Tutta l'acqua presente sulla terra costituisce l'IDROSFERA.

  24. Il ciclo dell’ acqua Il ciclo dell'acqua consiste nella circolazione dell'acqua all'interno dell'idrosfera terrestre, includendo i cambiamenti di stato fisico dell'acquata la fase liquida, solida e gassosa. Il cicloidrologicosi riferisce ai continui scambi di massa idrica tra l'atmosfera, laterra, le acque superficiali, le acque sotterranee gli organismi. Oltre all'accumulo in varie zone (come gli oceani che sono le più grandi zone di accumulo idrico), i molteplici cicli che compie l'acqua terrestre includono i seguenti processi fisici:evaporazione,condensazione,precipitazione,infiltrazione, scorrimento e flusso sotterraneo. La scienza che studia il ciclo dell'acqua è l'idrologia.

  25. Il mare Il mare è una vasta distesa di acqua salata a ridosso dei continenti e connessa con un oceano. Lo stesso termine è alle volte usato per indicare laghi, normalmente salati, che non hanno sbocchi sull'oceano: esempi sono il Mar Caspio, il Mar Morto ed il Mar di Galilea. Il termine mare è usato anche come sinonimo di oceano quando esprime un concetto generico, per esempio quando si parla dei mari tropicali o dell'acquamarina riferendosi a quella oceanica in generale.

  26. Proprietà chimico fisiche del mare Proprietà Chimiche salinità:(quantità di sali disciolti nell’acqua) ph:(determina se l’acqua è basica o acida) gas:disciolti (CO2 , O2 ecc..) Proprietà fisiche temperatura: (stato di agitazione termico delle molecole, influenzato dalla radiazione solare maggiore all’equatore e minore ai poli ; la temperatura diminuisce con l’aumentare della profondità ) colore: Il colore dell'acqua di mare dipende dalle caratteristiche chimico-fisiche delle acque e dalle particelle solide in sospensione (torbidità)oltre che dalle condizioni di luminosità del cielo che vi si riflette penetrazione della luce: solo una piccola parte (4-8%) delle radiazioni luminose che raggiungono la superficie del mare viene riflessa e diffusa dalla sua superficie; la parte restante penetra nella massa acquea dove viene assorbita e trasformata in calore o in energia chimica per la fotosintesi clorofilliana densità:(rapporto fra massa e volume , e dipende dalla temperatura. L’ acqua di mare risulta più densa dell’acqua dolce ,per la presenza di sali disciolti) Proprietà

  27. Movimenti marini : le onde Definizione: L'onda marina è un movimento della superficie degli oceani,mari e laghi. Formazione: Le onde sono un moto di superficie delle acque dovute principalmente all'azione del vento. Le onde possono anche formarsi a causa di eventi non comuni come maremoti e terremotiche creano onde chiamate tsunami. Nel primo caso sono anche dette onde di maremoto e nel secondo onde di terremoto. I maremoti possono essere generati sia da terremoti sottomarini che da eruzioni vulcaniche sottomarine. Anche il distacco di ghiacci dal fronte di ghiacciai che terminano sul mare possono in alcuni casi generare delle onde di notevoli dimensioni. Tipici di questo fenomeno son per esempio i ghiacciai dell'Antartide durante la stagione estiva. Effetti: Le onde hanno due effetti sulle coste: la loro azione violenta erode il litorale su cui si abbattono; mentre in alcuni luoghi dove la loro azione è più dolce possono portare dei sedimenti facendo avanzare la costa verso il mare vento

  28. Movimenti marini :le maree La marea è un moto periodico di ampie masse d'acqua (oceani,mari e grandissimi laghi) che si innalzano (flusso, alta marea) e abbassano (riflusso, bassa marea) anche di 10-15 metri con frequenza giornaliera o frazione di giorno (solitamente circa ogni sei ore, un quarto di giorno terrestre) dovuto alla combinazione di due fattori:l'attrazione gravitazionale esercitata sulla Terra dagli altri corpi celesti del sistema solare: tra questi è nettamente predominante l'attrazione della Luna(a causa della sua distanza dalla Terra molto minore di quella di tutti gli altri corpi), secondaria quella del Sole, trascurabile quella degli altri pianeti. La forza centrifuga dovuta alla rotazione del sistema Terra-Luna intorno al proprio centro di massa Maree quadratura: Sono chiamate “di quadratura” le maree che si formano quando Sole e Luna vengono a trovarsi ad angolo retto rispetto alla Terra; in questa situazione le maree sono al minimo. Il massimo del fenomeno marea le si ha invece quando i tre corpi celesti sono allineati (maree sizigiali) Maree sigiziali: Marea sizigiale o sigiziali(o marea dell' esizigie, ovvero delle sigizie) è il termine che s’impiega quando si voglia indicare il momento in cui l'escursione fra l'alta e la bassa marea sia al massimo livello.

  29. Movimenti marini: le correnti Definizione: La corrente oceanica(o corrente marina) è una massa di acqua marina in movimento rispetto all'acqua che la circonda e dalla quale si può differenziare per densità, salinità, temperatura o colore

  30. ORGANISMI MARINI Il plancton è la categoria ecologica che comprende il complesso di organismi acquatici galleggianti che, non essendo in grado di dirigere attivamente il loro movimento (almeno in senso orizzontale), vengono trasportati passivamente dalle correnti e dal moto ondoso. Il plancton si divide in due grandi gruppi, il fitoplancton e lo zooplancton; quest'ultimo in particolare è composto da organismi animali non autonomi nel movimento, e si divide in tre fasce a seconda della grandezza degli individui: mesozoo plancton , macrozooplancton e megaplancton PLANCTON Il benthos è la categoria ecologica che comprende gli organismi acquatici che vivono in stretto contatto con il fondo o fissati ad un substrato solido. Oltre a pressoché tutte le alghe pluricellulari, il benthos comprende animali che camminano o strisciano, animali sessili e tubicoli, ossia che vivono immersi nel fango con un'estremità che sporge: questi sono lo zoo benthos. Inoltre possono essere suddivisi in base alle dimensioni in macro benthos, medio benthos e micro benthos BENTHOS

  31. Il necton è la categoria ecologica che comprende gli organismi acquatici che nuotano attivamente. A sua volta il necton viene diviso in fasce a seconda della distribuzione: epinecton(fino a 50 metri di profondità), meso necton(fino a 400), bati necton(fino a 4000) e abisso necton(oltre i 4000). Fanno parte del necton i pesci, alcuni invertebrati marini(i calamari, ad esempio), i rettili marini, gli uccelli marini e i mammiferi marini NECTON

  32. Litosfera La litosfera è la parte solida ed inorganica della Terra che comprende la crosta terrestre e la porzione più superficiale del mantello superiore, per uno spessore complessivo variabile tra i 70-75 km in corrispondenza dei bacini oceanici e i 110-113 km al di sotto dei continenti. La superficie di discontinuità sismologica tra questi due elementi viene detta discontinuità di Mohorovicic (Moho). • La litosfera viene ulteriormente suddivisa in: • Litosfera oceanica, associata alla crosta oceanica • Litosfera continentale, associata alla crosta continentale.

  33. Ed e proprio scavando nella litosfera sia oceanica che continentale che possiamo trovare il PETROLIO

  34. Il petrolio , anche detto oro nero, è un liquido infiammabile, denso, di colore che può andare dal nero al marrone scuro, passando dal verdognolo fino all'arancione, che si trova in alcuni giacimenti entro gli strati superiori della crosta terrestre. È composto da una miscela di vari idrocarburi (in prevalenza alcani, ma con variazioni nell'aspetto, nella composizione e nelle proprietà fisico-chimiche).

  35. Il petrolio è un liquido oleoso che si trova nelle profondità del terreno.E' un combustibile fossile derivato dalla composizione di sostanze organiche di origine prevalentemente animale rimaste sepolte sotto la crosta terrestre  da 10 a 100 milioni di anni. A seguito del processo di fossilizzazione il carbonio e l'idrogeno prevalgono sugli altri elementi e si formano così gli IDROCARBURI in parte gassosi e in parte liquidi, che si accumulano nelle rocce, soprattutto in quelle più porose. Col passare dei secoli, le rocce liberano gli idrocarburi di cui sono imbevute, che tendono a salire verso l'alto finché non incontrano un terreno impermeabile. A questo punto gli idrocarburi si fermano, rimangono intrappolati e si accumulano a formare i giacimenti di petrolio nei quali è spesso presente, oltre all'acqua, il più importante idrocarburo gassoso: il metano.

  36. I più importanti giacimenti di petrolio si trovano sottoterra anche a milioni di metri di profondità. Per estrarre il petrolio si scavano dei pozzi che perforano la roccia fino a incontrare il giacimento. Sopra i giacimenti si installano allora le caratteristiche torri che servono ad eseguire le perforazioni (pozzi petroliferi) attraverso le quali il petrolio arriverà in superficie. A volte il petrolio sale da solo spinto dalla pressione a cui si trova nel sottosuolo, più spesso deve però essere pompato dall’esterno. Il petrolio estratto dai pozzi (detto petrolio greggio o, semplicemente greggio) viene poi trasportato, attraverso lunghe condutture (oleodotti) e mediante navi cisterna (petroliere) di enormi dimensioni, fino alla raffineria dove sarà lavorato.

  37. Gli idrocarburi sono composti organici, che contengono soltanto atomi di carbonio e di idrogeno. Gli atomi di carbonio (C) sono legati tra loro a formare lo scheletro della molecola, mentre gli idrogeni (H) sporgono da questo scheletro. Gli idrocarburi sono l'unica categoria di composti organici privi del gruppo funzionale, sono infatti composti solamente da H e C. All'aumentare del numero di atomi di carbonio presenti nella catena idrocarburica aumenta il numero di composti idrocarburici possibili. La catena più corta che si può avere è composta da un solo atomo di carbonio e corrisponde al metano, avente formula bruta CH4. Gli idrocarburi aventi due atomi di carbonio sono tre: l'etano, di formula C2H6 l'etene (o etilene), C2H4 l'etino (o acetilene), C2H2.

  38. Dal punto di vista delle proprietà chimiche, gli idrocarburi si distinguono in due classi principali:

  39. Alcani saturi idrocarburi saturi: con soli legami singoli C-Calcani (o paraffine): idrocarburi saturi non ciclici, cioè aventi una catena non richiusa su sé stessa; hanno formula generale CnH2n+2. A loro volta possono essere lineari o ramificati, a seconda che gli atomi di carbonio si susseguano in maniera continua o con biforcazioni cicloalcani: idrocarburi saturi ciclici, aventi formula generale CnH2n bicicloalcani idrocarburi saturi costituti da due catene cicliche contigue BUTANO CICLO PENTANO DECALINA METIL CICLO ESANO

  40. Alcani insaturi idrocarburi insaturi: contengono almeno un legame C-C multiplo (cioè doppio o triplo) alcheni (o olefine): non ciclici e con un legame doppio C=C, aventi formula generale CnH2n dieni (o alca dieni), trieni (o alcatrieni), polieni: non ciclici e aventi rispettivamente due, tre o molti legami doppi C=C ciclo alcheni: ciclici, con un legame doppio C=C, aventi formula generale CnH2n-2 Alchini: non ciclici e con un legame triplo C≡C, aventi formula generale CnH2n-2 Ciclo alchini: ciclici, con un legame triplo, aventi formula generale CnH2n-4. CICLO ESINO BUTENE ACETILENE BUTADIENE CICLOOTTINO

  41. SERIE BENZENICA

  42. bibliografia • Wikipedia • Google • Google immagini • Ecc….

  43. Alunno :ARTURO CUCINIELLO A.S. : 2011/2012 DIRIGENTE : dott.ssa LUCIA CIMMINO PROFESSORESSA : LILLA MANGANO CLASSE : 3°C DISCIPLINA : CHIMICA AMBIENTALE

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