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La relazione tra pari

La relazione tra pari. A cura della dott.ssa Simona Chiari. www.centroclinicoclarense.it. Il gruppo dei pari.

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Presentation Transcript


  1. La relazione tra pari A cura della dott.ssa Simona Chiari www.centroclinicoclarense.it

  2. Il gruppo dei pari Il gruppo dei pari è un gruppo di persone accomunate da caratteristiche similari quali: età, frequentazione di scuole o ambienti di lavoro, attività del tempo libero comuni. Lo possiamo inoltre definire una forma di aggregazione sociale spontanea tipica dell'età adolescenziale www.centroclinicoclarense.it

  3. Il gruppo dei pari riveste grande importanza nel processo di formazione e crescita dell'individuo. • Può essere considerato come un'agenzia di socializzazione in grado di formare opinioni e orientare il comportamento dei singoli. • E’ un ambiente aperto, in cui è più facile esprimersi e trovare il modo per far conoscere la propria personalità senza barriere e senza ruoli prestabiliti . www.centroclinicoclarense.it

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  5. Lo sviluppo delle relazioni • Lo sviluppo del bambino avviene all’interno di contesti sociali • Le relazioni forniscono il contesto in cui si sviluppano le funzioni psicologiche • Instaurare relazioni è uno dei compiti più importanti dell’infanzia www.centroclinicoclarense.it

  6. Lo sviluppo delle relazioni • Le relazioni sono un fenomeno complesso non direttamente osservabile. • Le relazioni possono essere definite come interazioni tra due partner che si caratterizzano per stabilità e coerenza nel tempo • Le relazioni nascono dallo scambio tra due persone, ovvero dalle interazioni, che sono osservabili www.centrocliniclarense.it

  7. Verticali: tra individui con diverso grado di potere e diverso livello di conoscenza e abilità Sono caratterizzate da complementarietà e hanno la funzione di protezione, sicurezzae apprendimento Orizzontali: tra individui con lo stesso grado di potere, livello di conoscenza e abilità. Sono caratterizzate da reciprocità e hanno una funzione ludica, affettivae di acquisizione di competenza sociale. Le relazioni possono essere www.centroclinicoclarense.it

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  9. Le relazioni tra pari Costituiscono un fondamentale fattore di sviluppo. In tutte le culture i bambini trascorrono una gran quantità di tempo in compagnia dei pari: anzi, a partire da un’età abbastanza precoce, passano più tempo con altri bambini che con gli adulti. www.centroclinicoclarense.it

  10. Prime relazioni coi pari Con lo sviluppo si moltiplicano le occasioni di contatto con i coetanei, accresce la capacità del bambino di interagire e valutare la prospettiva degli altri e si strutturano le prime relazioni amicali. www.centroclinicoclarense.it

  11. Le relazioni tra pari favoriscono: • Linguaggio e capacità di simbolizzazione • Pensiero operatorio • Regolazione e socializzazione emotiva • Teoria della mente • Empatia/altruismo • Assunzione di ruoli sociali • Negoziazione e gestione dei conflitti www.centroclinicoclarense.it

  12. Linguaggio e capacità di simbolizzazione Tra i due e i sette anni si formano degli schemi mentali che permettono di rappresentare mentalmente oggetti ed eventi. Si sviluppano il linguaggio, il gioco di finizione e il disegno. Tuttavia il pensiero dei bambini e la loro capacità di cooperare mostrano dei limiti (non sono in grado di differenziare il proprio punto di vista da quello degli altri). www.centroclinicoclarense.it

  13. Pensiero operatorio Dai sette agli undici anni nell’interazione coi coetanei compaiono i giochi cooperativi, che richiedono il rispetto delle regole. Ragionano in termini logici quando si trovano di fronte a problemi concreti (riguardanti oggetti visibili e manipolabili). www.centroclinicoclarense.it

  14. Regolazione e socializzazione emotiva Le emozioni sociali emergono a partire dal secondo anno di vita. Mano a mano che si sviluppa la capacità di prevedere o ricordare, compaiono emozioni che richiedono il confronto tra una situazione presente e una rievocata o prevista. Siamo di fronte a emozioni di gioia per la riuscita e di frustrazione per il fallimento. www.centroclinicoclarense.it

  15. Mano a mano che il bimbo cresce aumenta il bagaglio emotivo: • Imbarazzo • Invidia e gelosia • Empatia • Orgoglio • Senso di colpa • Vergogna www.centroclinicoclarense.it

  16. La capacità di autoregolare le emozioni aumenta con lo svilupparsi nel bambino di capacità che permettono di esercitare un controllo attivo sugli stimoli. La capacità di comunicare all’altro la paura (per ciò che sto guardando in TV) permette che il genitore cambi canale e permette di ricevere conforto. www.centroclinicoclarense.it

  17. La capacità di comprendere le emozioni dell’altro è una componente fondamentale della competenza sociale. Essa ci permette di capire gli altri e di interagire efficacemente con loro, evitando di ferirli, farli arrabbiare, suscitando interesse, gioia e simpatia. www.centroclinicoclarense.it

  18. Teoria della mente • Cos’è la mente? • Quali sono i suoi processi funzionali? Il costrutto fa riferimento alla capacità di rappresentarsi internamente i propri stati mentali e quelli degli altri. Si parla di metacognizione come la fondamentale capacità umana di comprendere e riflettere sul proprio e l'altrui stato mentale, e sulle proprie ed altrui percezioni, riuscendo così a prevedere il proprio e l'altrui comportamento. www.centroclinicoclarense.it

  19. Empatia/altruismo L’empatia può essere definita come una risposta affettiva che sorge dalla percezione o dalla comprensione dello stato emotivo di un’altra persona, ed è simile a quello che la persona sta provando o ci aspettiamo che provi. Se un bambino vede una persona triste e si sente triste a sua volta, sta provando empatia. www.centroclinicoclarense.it

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  21. Con lo sviluppo, le relazioni tra pari aumentano progressivamente di: • Frequenza • Intensità • Complessità • Intimità • Coesione www.centroclinicoclarense.it

  22. Prima dei tre anni • unidirezionalità: all’azione di un bambino non corrisponde l’azione coordinata dell’altro • interazionispeculari contemporenee : i bambini tendono a fare la stessa cosa contemporaneamente • interazioni speculari differite: il bambino imita l’azione dell’altro bambino www.centroclinicoclarense.it

  23. Evoluzione del rapporto coi pari Dopo i 3 anni, le interazioni diventano complementari e reciproche. I bambini si parlano, conversano sulle regole del gioco, è presente una comprensione emotiva e si distribuiscono rispetto alla preferenza sociale. I gruppi sono misti. Compaiono i giochi di finzione Età prescolare www.centroclinicoclarense.it

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  25. Evoluzione del rapporto coi pari Le relazioni diventano sempre più selettive, basate sulle affinità, sulla lealtà,sulla comunanza di interessi e di attività (meno ludiche e più intime). In questa fase si nota una spiccata tendenza a scegliere compagni dello stesso sesso, è presente il desiderio di frequentarsi oltre la scuola. Iniziano i conflitti socio-cognitivi (presa di coscienza che esistono punti di vista diversi). Età scolare www.centroclinicoclarense.it

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  27. Il conflitto socio-cognitivo favorisce l’apprendimento a lungo termine, e quindi un cambiamento evolutivo, quando: • Il compito non è troppo difficile rispetto alle capacità dei bambini • I livelli cognitivi tra i bambini sono diversi (ma non troppo) • C’è una buona relazione (né eccessivamente conflittuale né asimmetrica) www.centroclinicoclarense.it

  28. Evoluzione del rapporto coi pari Le relazioni diventano stimolo per il confronto, fonte di sostegno e supporto all’autostima. Ritornano le relazioni miste, emergono le relazioni di coppia e l’importanza del gruppo dei pari. L’amicizia si basa sulla condivisione (opinioni, idee, sentimenti), sul rispecchiamento e sulla differenziazione. Adolescenza e pre-ad. www.centroclinicoclarense.it

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  30. Stadi di consapevolezza dell’amicizia • Da 3-5 anni • compagni di gioco momentanei • amicizia come ricerca di contatto fisico • assenza di comprensione dei pensieri altrui • Da 6-8 anni • amicizia come aiuto unilaterale • natura soggettiva del legame • iniziale considerazione delle caratteristiche psicologiche dell’altro www.centroclinicoclarense.it

  31. Stadi di consapevolezza dell’amicizia • Da 9-12 anni • cooperazione in circostanze favorevoli • capacità di coordinare diversi punti di vista • iniziale consapevolezza della reciprocità del rapporto • Dai 12 anni • condivisione mutualistica • amicizia solida e duratura caratterizzata da intimità e fiducia reciproca • ricerca di compatibilità psicologica www.centrocliniclacorense.it

  32. Funzioni dei legami di amicizia • promuovono i comportamenti prosociali; • facilitano la cooperazione, la solidarietà e l’aiuto • aiutano ad appianare i conflitti; • consentono di superare le emozioni negative di ira e paura favorendo la collaborazione; • incrementano la sensibilità e l’interesse per l’altro; • incrementano la prontezza all’intervento per alleviare il disagio altrui; www.centroclinicoclarense.it

  33. Amicizia e risoluzione dei conflitti Le relazioni di amicizia agevolano la risoluzione delle divergenze e la ricerca di punti di consonanza nell’appianare i conflitti. Il conflitto assume un valore funzionale, come occasione di confronto utile a rafforzare l’identità. Già in età prescolare i bambini sono capaci di utilizzare strategie di mitigazione e di risoluzione positiva del conflitto, impiegando il compromesso, la controproposta, la giustificazione e la riconciliazione. www.centroclinicoclarense.it

  34. Difficoltà associate alla mancanza di amicizia • problemi emotivi • difficoltà ad assumere prospettive diverse dalla propria • minore altruismo • accettazione nel gruppo, difficoltà nel gioco di squadra e nella gestione dei conflitti • minore competenza sociale e socievolezza • minore adattamento a scuola • minore profitto scolastico www.centroclinicoclarense.it

  35. Tipologie di gioco • Gioco solitario • il bambino è vicino ad un altro bambino, ma il suo gioco non è influenzato dalla presenza dell’altro né nella scelta degli oggetti né nel tipo di attività. www.centroclinicoclarense.it

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  37. Tipologie di gioco • Gioco parallelo • più bambini giocano indipendentemente ma in un contesto che li accomuna; i bambini giocano da soli, ma le loro attività sono simili. Giocano accanto piuttosto che insieme. www.centroclinicoclarense.it

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  39. Tipologie di gioco • Gioco associativo • più bambini svolgono attività uguali o simili, rivolgendo interesse al carattere comune dell’azione; i bambini conversano tra loro, si scambiano oggetti e prestano attenzione a ciò che fanno gli altri, anche se la partecipazione di ciascuno non è essenziale al funzionamento del gioco; non vi è né condivisione dei compiti né obiettivo comune. www.centroclinicoclarense.it

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  41. Tipologie di gioco • Gioco cooperativo • più bambini giocano insieme perseguendo un obiettivo comune in vista del quale i partecipanti cooperano, dividendosi il lavoro e assumendo ruoli diversi. www.centroclinicoclarense.it

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