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Il mondo che verrà ...

Il mondo che verrà . Aprile 2072. Una bellissima giornata di primavera.

sherlock
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Presentation Transcript


  1. Il mondo che verrà ...

  2. Aprile 2072

  3. Una bellissima giornata di primavera. Il cielo è terso, l’aria, tiepidamente scaldata dal sole, profuma di fiori, le farfalle volteggiano colorate, gli uccellini cinguettano, l’acqua della fontana luccica trasparente, sull’erba, teneramente verde, gli scoiattoli si rincorrono. Un nonno dà la mano al nipotino. Passeggiano nel parco. “Nonno, raccontami una storia, ma non una delle solite storie” Il nonno guardandosi beato in giro: “Oggi voglio raccontarti una storia vera, una storia di tanto tempo fa. ” “Tanto tempo, quanto?” “Una storia di quando io ero bambino” “Allora una storia proprio vecchia” Il nonno sorride “Eh sì. Dunque … C’era una volta … un mondo bellissimo, ma uomini cattivi, o forse solo stupidi, lo stavano distruggendo con guerre e inquinamento. Il mondo rischiava di diventare un posto davvero brutto. In alcuni posti i bambini morivano di fame o non avevano le medicine o venivano trattati veramente male, non i tutti i posti, ma c’erano veramente tanti bambini che soffrivano. Io ero un bambino fortunato, ma non era così per tutti. E poi la guerra era sempre lì minacciosa. Se qualche Grande una mattina si svegliava di cattivo umore non sapevi cosa poteva succedere. Ma un giorno accadde qualcosa di veramente straordinario …

  4. La maestra entra in classe. I bambini sono in piedi e stanno parlando animatamente tra di loro. Maestra: ”Buongiorno bambini” Nessuno le risponde. Maestra: ”Buongiorno bambini, a posto. Distribuite i raccoglitori blu.” Nessuno la considera. Maestra, alzando la voce: “ Bambini ho detto a posto. E’ suonata la campanella, dobbiamo cominciare a lavorare. Subito!” I bambini si zittiscono e si guardano l’un l’altro, senza però muoversi. Bambino: “Non possiamo lavorare” Maestra, guardandoli esterrefatta: “Perché? “ Silenzio. Maestra: “Insomma, si può sapere cosa succede stamattina? E’ atterrato un extraterrestre in giardino? E’ uscito un nuovo videogioco che vi ha dato dei superpoteri? Avete vinto il premio Nobel?“ Bambino: “Non abbiamo voglia di lavorare, siamo stufi di addizioni e sottrazioni …” Bambino: “ … per non parlare di verbi e letture di favolette …. Bambino: “ di passerotti infreddoliti …” Bambino: “ o peggio ancora di principesse sul pisello salvate da eroi che combattono contro draghi mostruosi ….”

  5. Bambino: “Sì, siamo stufi …” Maestra: ” Ah … e allora? Andiamo a casa? Giriamo i pollici fino alle quattro e mezza? … andiamo in cortile a giocare …” Alcuni bambini: “ Sì, andiamo in cortile a giocare!” Bambino: “Io voglio giocare a nascondino…” Bambino: “ Lo sai che la maestra non vuole che giochiamo a nascondino perché se ci nascondiamo non ci vede” Bambino: “Io voglio giocare a calcio” Bambino: “Lo sai che la maestra non vuole che giochiamo a calcio perché dice che quando vediamo una palla non vediamo più i pericoli.” Bambino: “Io voglio disegnare. Disegno libero. Questo va bene alla maestra. Io faccio un disegno per la maestra e le scrivo “Ti voglio tanto bene” e la maestra lo appende ed è contenta.” Bambino: “No … no” Bambino: “Vogliamo fare qualcosa di diverso” Bambino: “Sì, diverso” Bambino: “Molto diverso” Bambino: “Vogliamo raccontare come vorremmo il mondo …” Bambino: “Nessuno ci ascolta” Bambino: “Sì, vogliamo rifare il mondo

  6. Bambino: “A modo nostro” Bambino: “Cominciamo dalla scuola” Bambini in coro: “Sì” Maestra, sorridendo: “ … e per curiosità vorreste cambiare anche la maestra ?” Bambino: “No, no, la maestra , che poi sei tu, va bene.” Bambino: “ … tanto sono tutte fissate uguali …” Bambino, imitando la maestra: “ …questo lavoro non è ordinato ..” Bambino: “… non sei stato attento, a cosa pensavi? …” Bambino: “ …potresti fare meglio …” Maestra: “ Bene, allora per oggi lasceremo perdere più, meno, per, diviso … e proveremo a cambiare il mondo … Vi ascolto.” Io vorrei un mondo …

  7. Bambini: … senza guerra …dove le persone ricche aiutano le persone povere … di ovatta, senza pericoli, per non farsi male …dove le persone si vogliono bene … senza città, un unico luogo dove stare uniti, tutti amici … con più amore … senza ladri e assassini … senza auto, solo biciclette … solo di videogiochi … come il cartone animato Dragon Ball … di fate … di persone felici che fanno cose gentili …dove tutti hanno una famiglia … senza problemi …dove non si uccidono gli animali …senza tabelline … le tabelline sono belle

  8. “Io vorrei un mondo di persone civili” Maestra: “A cominciare da voi …” “Io spingo solo se gli altri spingono” “Io vorrei un mondo dove le case sono solo cascine” “Piscine ..che bello!” Coro: “Cascine!” “Ma cosa sono le cascine?” Risate “Io vorrei più spazio per giocare” “Io non vorrei cambiare niente” “A me non va bene niente!” “Io vorrei un mondo solo di femmine” Si scatena il putiferio da parte dei maschi “ … eh sì, noi andiamo su un altro pianeta!” “Se un maschio non si accoppia con una femmina, le femmine non partoriscono e non nascono altri bambini e quindi non ci sarebbe più nessuno”

  9. “Io vorrei genitori ricchi” “Sì, bravo ” “ … così ci comprano i regali” “Tanti regali” “Io non sono d’accordo, quando abbiamo speso tutti i soldi per i giochi non ci resta più niente” “Non è vero quando vai a fare la spesa ti danno il resto” “Ti danno poco resto” “Il resto te lo danno quando paghi di più” “Essere troppo ricco non va bene, non è bello. Poi non sai cosa fare, cosa comprare” “Se hai tanti soldi, prima compri quello che ti serve, cibo, vestiti e poi le altre cose” Maestra: “Ma se hai tanti, tanti soldi, cosa ci puoi fare?” “ … i giochi costano tanto” “ … mettiamo i soldi in banca” “ … aiutiamo le persone povere”

  10. “Qualche papà conosce un amico che è un amico di un amico di una persona importante e glielo diciamo” “Chiediamo a un militare che conosce tutte le lingue del mondo, va da tutti gli eserciti del mondo e dice di smettere di fare la guerra, oppure dice una bugia e dice che la guerra è finita e così finisce” “Sì, finisce da una parte e poi ricomincia da un’altra” Maestra: “E allora come possiamo fare ?” “Possiamo dirglielo tante volte” “E quando si stancano di sentirselo dire, gli viene il mal di testa e lo fanno” “E se sono zucconi?” “Quando lo dici tante volte perde di valore e non ti ascoltano più” “Possiamo fare come quelli della pubblicità” “Quando ti fanno vedere una cosa, come una cosa utile, per fartela comprare” “Potremmo dirlo a tutti …” “ … così andremmo in televisione” “ … potremmo scriverlo sui giornali” “ …oppure sui cartelloni …” “ … come i ricercati che sono scappati” “ … come le persone famose che mettono sui cartelloni giganti”

  11. “Possiamo preparare dei cartelloni per dire quello che vogliamo cambiare” “Possiamo dirlo agli altri bambini” “Possiamo fare una manifestazione … con tutti i bambini del mondo” “Sì, facciamo una civiltà di bambini” “ … un esercito di bambini …” “Allora mettiamoci al lavoro e cominciamo a preparare i cartelloni … io voglio disegnare i bambini che non hanno da mangiare …” “Io voglio colorare con i pennarelli” “Io disegno i bambini con i vestiti strappati …” I bambini si mettono al lavoro. Quando i disegni sono pronti li attaccano sui muri della città. In breve tempo la città è piena di disegni di bambini. Ai bambini piace disegnare. E i bambini parlano con gli altri bambini e piano piano di paese in paese, di città in città, si stato in stato, il mondo si riempie di disegni di bambini che vogliono cambiare il mondo. I Grandi non possono far finta di non vedere.

  12. Marzo 2007 Noi abbiamo già iniziato … Voi cosa state aspettando ? Lavoro realizzato dagli alunni della classe II A – Plesso San Colombano Direzione Didattica Via Salerno, 3 Milano

  13. Aprile 2072 Nonno: ”Fu così che i bambini capirono che potevano cambiare il mondo. E il mondo diventò migliore. E’ vero che qualche volta i bambini avevano delle richieste furbette. Ogni tanto sui muri delle città si vedevano cartelloni che dicevano “I bambini hanno diritto alle patatine fritte una volta alla settimana” o “Niente compiti durante le vacanze”. Ma quando quei bambini diventarono Grandi portarono con sé il ricordo di quello che avevano fatto e ogni volta che dovevano prendere una decisione importante si chiedevano se fosse giusta o no.” Bambino: “E’ una storia quasi impossibile, nonno. Beh, sicuramente non è la solita storia. Ma ho capito cosa vuoi dirmi che ognuno di noi è responsabile di quello che fa.” Nonno: ”Sì, la storia è al limite del possibile. Ma quello che è straordinario è che quello che ti ho raccontato è vero. Ne parlarono anche i giornali. E da allora nulla fu più come prima. Fu meglio” Bambino: “Bene, nonno. Allora voglio preparare anch’io un cartellone da appendere sui muri della città” Nonno: “E cosa vuoi scrivere su questo cartellone?” Bambino: “Grazie, a tutti i bambini del passato, dai bambini del futuro.”

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