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I progetti strategici di Legacoop per il Sud

I progetti strategici di Legacoop per il Sud. Alfredo Morabito Direttore Promozione Attiva Coopfond Santa Caterina di Pittinuri - Cuglieri 13 ottobre 2010. Alcuni fattori rilevanti per il Paese.

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I progetti strategici di Legacoop per il Sud

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Presentation Transcript


  1. I progetti strategici di Legacoop per il Sud Alfredo Morabito Direttore Promozione Attiva Coopfond Santa Caterina di Pittinuri - Cuglieri 13 ottobre 2010

  2. Alcuni fattori rilevanti per il Paese • Il livello della disoccupazione rimane elevato e questo frena i consumi; l’incertezza sulla profittabilità e l’ampiezza della capacità produttiva inutilizzata frenano gli investimenti; il debito pubblico cresce e fatica a finanziarsi fiscalmente a fronte di una riduzione del reddito e dei consumi e a causa anche del permanere di evasione ed elusione fiscale sensibili. • In questo contesto, il recupero dell’economia italiana si prevede lento e difficile sia a causa dell’incertezza legata all’andamento del ciclo internazionale, sia a causa dei condizionamenti connessi alle debolezze strutturali del nostro Paese (per l’FMI: bassa produttività, ristagno dei redditi, gap di competitività, ampi divari territoriali, peso eccessivo del debito pubblico). • I divari territoriali di sviluppo non accennano a ridursi. Al di là delle responsabilità, che non sono soltanto esogene ai territori che questo minore sviluppo patiscono, la situazione crea importanti danni alle popolazioni di queste aree, ma più complessivamente al Paese intero.

  3. per il Mezzogiorno Come ha affermato nello scorso novembre il Governatore della Banca d’Italia: “Da lungo tempo i risultati economici del Mezzogiorno d’Italia sono deludenti. Il divario di PIL pro capite rispetto al Centro Nord è rimasto sostanzialmente immutato per trent’anni: nel 2008 era pari a circa quaranta punti percentuali. Il Sud, in cui vive un terzo degli italiani, produce un quarto del prodotto nazionale lordo; rimane il territorio arretrato più esteso e più popoloso dell’area dell’euro. Il processo di cambiamento è troppo lento. Mentre le altre regioni europee in ritardo di sviluppo tendono a convergere verso la media dell’area, il Mezzogiorno non recupera terreno. I flussi migratori verso il Centro Nord sono di nuovo ingenti, coinvolgono molti giovani anche con elevati livelli di scolarizzazione, impoveriscono il capitale umano del Sud. Il tasso di attività nel mercato del lavoro resta tra i più bassi d’Europa, soprattutto per i giovani e per le donne. Un quinto del lavoro è ancora irregolare, più del doppio che nel Centro Nord, che pure presenta valori superiori a quelli di Francia, Germania e Regno Unito. L’integrazione del Mezzogiorno nel sistema economico internazionale è modesta; da questa area, escludendo la raffinazione dei prodotti petroliferi, viene meno di un decimo delle esportazioni italiane. La crisi internazionale ha quindi trasmesso i suoi impulsi soprattutto attraverso la catena di subfornitura che si origina dalle imprese del Centro Nord; anche al Sud si sono allungati molto i termini di pagamento, sono peggiorate le condizioni di accesso al credito”

  4. per la Sardegna • In questo quadro la regione Sardegna già nel 2008 aveva fatto registrare livelli contenuti di attività economica. • Nel 2009 il PIL, secondo le stime di Prometeia, sarebbe sceso del 5,5% (una riduzione più elevata di quella del Mezzogiorno e dell’Italia) e la ripresa si prevede lenta e difficoltosa. • A fronte del calo degli ordinativi esteri (nonostante la tenuta dell’industria petrolifera) sono particolarmente in difficoltà i settori della chimica, della meccanica e della lavorazione dei metalli. • È ridotta la domanda interna e l’incertezza ha ridotto la spesa per investimento. • Il comparto delle costruzioni si è indebolito sia per la stagnazione delle opere pubbliche sia per la riduzione della domanda di edilizia residenziale. Nel settore dei servizi il rallentamento dell’attività è stato accentuato dalla contrazione della domanda, soprattutto di beni durevoli, espressa dalle famiglie, dall'espansione più contenuta del turismo a fronte della sostanziale stabilità dei trasporti in campo marittimo e aeroportuale.

  5. per la cooperazione sarda Legacoop • Si evidenziano alcune cooperative che incidono fortemente sugli andamenti della cooperazione Legacoop sarda (e quindi andrebbero attentamente monitorate e seguite): Assegnatari Associati Arborea (3A), Cooperativa Allevatori Ovini (CAO), Unione Pastori, Euralcoop, Vigilanza Sardegna, CTR sociale, Compagnia Opere Civili. Queste 7 cooperative infatti rappresentano quasi il 50% del Valore della Produzione 2008 delle aderenti a Legacoop regionale. • Nel triennio crescono il settore dei servizi, il settore sociale, quello agroalimentare, della pesca e del commercio. Frena il settore delle costruzioni e flette quello immobiliare. Particolarmente critica sembra divenire la situazione del settore immobiliare-abitativo. • Si conferma l’importanza economica e strategica, oltre che sociale e occupazionale del settore Sociale.

  6. Continua ad allarmare il dato della redditività complessivamente negativa (solo il settore sociale e quello delle costruzioni chiudono il 2008 con un leggero utile): il 53% delle cooperative chiude il 2008 in perdita. • La particolare struttura del sistema (poche cooperative medio-grandi e molte cooperative medio-piccole) offre potenziali punti di forza per una strategia di sviluppo e per una politica industriale di settore o di filiera; naturalmente comporta anche un attento presidio dei rischi strategici che si possono generare in conseguenza di eventuali punti di crisi. • Inoltre alcune tra le cooperative più grandi evidenziano performance fragili o critiche. Che fare per tentare di invertire la tendenza?

  7. L’ipotesi formulata da Legacoop • Accrescere la conoscenza della cooperazione associata, delle opportunità che esprime e delle criticità ad essa associata: non possiamo più pensare che il nostro lavoro si esprima nella sola rappresentanza politica. È sempre più necessaria una competenza in grado di leggere i processi in corso, di conoscere le principali tendenze future, di promuovere la progettualità e la creazione di reti imprenditoriali cooperative. Per ultimo, è opportuno diventare facilitatori nei processi di integrazione e fusione necessari alla riqualificazione dell’offerta cooperativa. • Si insiste pertanto nel lavoro per progetti che, partendo dai bisogni di sviluppo della cooperazione associata, legga i bisogni del territorio e progetti, con le cooperative sul campo, le potenziali risposte

  8. I progetti “bandiera” nazionali • Al fine di sperimentare il meccanismo proposto abbiamo concordato, in sede di Osservatorio Sud, la promozione su tutto il territorio del Mezzogiorno di sei progetti “bandiera”: • Progetto Salute (cooperazione nell’offerta sanitariae socio-sanitaria e cooperazione e mutualità dell’utenza ) • Un approccio strategico ai servizi all’infanzia (Asili Nido e servizi per l’infanzia) • Progetto Passepartout “In viaggio al Sud tra mito, arte e natura” (Turismo responsabile) • Progetto per lo sviluppo del settore olivicolo della cooperazione agroalimentare del Sud • Progetto Energia - Sistema Integrato Energetico SIE per Bacini Intercomunali • Assistenza tecnica (supporto tecnico, gestito dalla Rete Nazionale dei Servizi, in ambito amministrativo, legale, fiscale, lavoristico alle cooperative e ai loro consulenti)

  9. e in Sardegna

  10. Energia • Progetto agro-energetico di Arborea prevede la costituzione di una partnership tra la cooperativa 3A di Arborea, il gruppo cooperativo CPL Concordia, general-contractor nel settore energia, altri eventuali soggetti imprenditoriali, già partner di CPL, in grado di apportare know-how in campo agro-energetico, Coopfond ed eventuali altre strutture finanziarie Legacoop e/o Istituti di Credito. • Il progetto prevede attività negli ambiti: • Biogas: due impianti da 1 MW al servizio diretto dello stabilimento di trasformazione lattiero-caseario vaccino della 3A per coprirne i fabbisogni energetici e cinque impianti da 200 KW presso alcuni allevatori, soci della Cooperativa; • Eolico: cinque pale microeolico da 20 KW, presso altrettanti allevamenti dei soci; • Fotovoltaico: cinque impianti da 20 KW, presso altrettanti allevamenti dei soci in siti non idonei per l’eolico o presso siti particolarmente energivori.

  11. I risultati previsti sono: • copertura del fabbisogno energetico dello stabilimento 3A; • valorizzazione dei sottoprodotti agroindustriali, utilizzandoli come materia prima per gli impianti a Biogas; • riduzione dell’inquinamento generato in quanto le biomasse sono prodotte all’interno di un’area ridotta limitrofa all’impianto; • risoluzione del problema di gestione dei rifiuti zootecnici; • utilizzo dell’energia termica prodotta dall’impianto a biogas; • possibilità di ricevere quote di utili, prodotti dalla vendita di energia, in relazione alla partecipazione al Consorzio. • Il progetto complessivo prevede un mix energetico per un totale di 12 MW. Il costo dell’investimento è stimato in circa 60 mln €. • Legacoop regionale si è impegnata a operare per la ricerca di fondi comunitari per il finanziamento del progetto. L’area interessata all’intervento è da tempo al centro dell’attenzione per il forte carico di bestiame (circa 8.000 capi vaccini in un area molto ridotta) e per l’enorme massa di liquami e scarti agricoli che vengono ancora oggi precariamente smaltiti: si cercherà un accordo con la Regione per la progettazione e il finanziamento di azioni che agevolino la soluzione del problema.

  12. Nidi e servizi per l’infanzia • Costituzione di un sistema integrato di strutture e servizi educativi per la prima infanzia. L’obiettivo generale è quello di migliorare la qualità e l’accessibilità dei servizi e potenziarne le dotazioni strumentali e infrastrutturali. Si propone la realizzazione di spazi per la prima infanzia che rispondano alle esigenze dei bambini. Si promuoveranno opportunità intersettoriali e interterritoriali con i settori della cooperazione di costruzioni, di consumo e di servizi. Le azioni con le amministrazioni locali saranno finalizzate al recupero, alla valorizzazione e alla gestione di lunga durata di strutture pubbliche dimesse. Nel corso del progetto si ipotizza la creazione di una rete di servizi e di un eventuale marchio. • Inoltre, con alcune cooperative si sta ipotizzando di progettare strutture polivalenti da adibire a case di riposo/comunità alloggio per anziani e strutture per l’infanzia, strutture nelle quali ciascun servizio abbia spazi, tempi e ritmi propri ma al contempo abbia la possibilità di un incontro e una progettualità comune nel rispetto dei vissuti e delle scelte individuali.

  13. Turismo • È stato progettato il “villaggio marino globale”: un luogo, in località Su’Pallosu, dedicato alla ricerca nel capo della biologia marina e al turismo naturalistico, con forti riferimenti alla cultura e tradizioni della Sardegna. Le attività promosse riguarderanno la pesca, la didattica e l’osservazione degli ecosistemi marini e lagunari. La realizzazione avverrà in collaborazione con l’Università di Cagliari. La Regione Sardegna ha manifestato il proprio interesse al progetto e si sta valutando l’opportunità di ricorrere a fondi pubblici per finanziare parzialmente le opere. • Una realtà come la Sardegna, in cui vi sono molte cooperative operanti nel campo turistico, potrebbe implementare la progettualità e la creazione di reti e filiere in questo ambito.

  14. Altri progetti • LegacoopSardegna sta sviluppando idee e proposte in relazione al bando pubblicato dalla Fondazione per il Sud per presentare proposte di Progetti Esemplari nelle Regioni del Sud d’Italia volti alla promozione e al rafforzamento dell’infrastrutturazione sociale del Mezzogiorno in alcune aree a forte disagio socio-economico. Per quanto riguarda la Sardegna sono coinvolti alcuni comuni della Provincia di Oristano. Si è attualmente nella fase di individuazione dei soggetti da coinvolgere nell’idea progettuale.

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