1 / 58

NAPOLI

NAPOLI. Strade Piazze Opere d’arte Monumenti Castelli. VIA ROMA. CENNI STORICI.

svein
Download Presentation

NAPOLI

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. NAPOLI Strade Piazze Opere d’arte Monumenti Castelli

  2. VIA ROMA

  3. CENNI STORICI • Il percorso inizia da Piazza Dante e termina in Piazza Trieste e Trento. Nella sequenza della strada si diramano altre arterie di notevole importanza, piazze, qualche chiesa e palazzi nobiliari ed è una delle tappe dello shopping napoletano e della vita culturale fin dagli inizi del xx secolo. Nel corso dei secoli la sua fama è stata accresciuta tramite i viaggi del Gran Toud e di alcune citazioni delle canzoni napoletane.

  4. Nel xx secolo la via è stata devastata dagli sventramenti per la realizzazione del nuovo rione dei Guantai che portò ad una disomogenizzazione di essa. Inoltre, dal 1870 agli anni 80 nel secolo scorso cambiò nome in Via Roma in onore della neocapitale del Regno d’Italia.

  5. Le ragioni per cui questa strada simbolo della città di Napoli (il cui vero nome è "San Biagio dei Librai" nel segmento più rappresentativo) è da sempre chiamata Spaccanapoli appaiono ampiamente evidenti osservando questa foto, scattata dal piazzale di San Martino, sommità della collina del Vomero. Spaccanapoli taglia infatti in due buona parte della città, partendo dal rione della Pignasecca (ai piedi del Vomero), attraversando tutto il centro storico (tra cui via Roma, piazza del Gesù, piazza San Domenico, San Gregorio Armeno e via Duomo) e giungendo alle spalle di Castel Capuano, nei pressi della Stazione Centrale. Spaccanapoli

  6. Lungo il suo percorso, la strada assume -secondo la toponomastica ufficiale- sette nomi diversi, e vede succedersi chiese, palazzi e piazze tra i più interessanti della città: tra questi, i complessi di Santa Chiara e del Gesù Nuovo, i palazzi Filomarino, Carafa e Marigliano, le chiese di S.Angelo a Nilo, S.Domenico Maggiore, S.Nicola a Nilo, la cappella del Monte di Pietà, l'Ospedale delle Bambole, l'Archivio di Stato.

  7. Spaccanapoli-tipicità Spaccanapoli rappresenta indubbiamente uno dei luoghi più tipici della città, in cui si coniugano tradizione, arte e cultura napoletana. Negozi di artigianato locale, ricchissime pasticcerie, le celebri botteghe d'arte presepiale (nell'adiacente via S.Gregorio Armeno), i bar e locali notturni la rendono una tappa obbligata per i turisti e uno dei luoghi più vivaci e animati della città.

  8. PIAZZA DANTE

  9. CENNI STORICI • Piazza Dante è caratterizzata dal foro carolino di Carlo III di Borbone; le statue rappresentano la virtù del sovrano. La monumentale opera è stata eletta da Luigi Vanvitelli. • La piazza, prima di questa svolta veniva chiamata Largo Mercatello appunto perché oltre ai mercati e ad altri scambi commerciali, non rappresentava una snodo particolarmente rilevante.

  10. La piazza oggi è uno snodo cruciale per la città, inoltre è un importante meta turistica in quanto su di essa si affacciano tre chiese monumentali quali Santa Maria di Caravaggio, San Domenico Soriano e San Michele a Port’Alba. • Il convitto nazionale ospita due chiostri di cui uno è una rara testimonianza di architettura romano-gotica al centro la statua del poeta. Inoltre Piazza Dante conduce a una delle vie più famose di Napoli: Via Roma.

  11. PIAZZA PLEBISCITO

  12. CENNI STORICI • La Piazza del Plebiscito di Napoli fu per secoli uno slargo irregolare, dove si svolgevano le feste popolari attorno alle cosiddette macchine da festa, che venivano periodicamente innalzate da grandi architetti. Fu solo dall'inizio del Seicento in poi fu gradatamente "regolarizzata", anche a causa della costruzione del nuovo Palazzo Reale, opera di Domenico Fontana. A questa graduale trasformazione si successero, dalla metà del Settecento in poi, degli interventi sempre più radicali, attuati dagli architetti che lavoravano sul vicino Palazzo Reale. • Ma fu solo all'inizio dell'Ottocento, durante il periodo Napoleonico, che la piazza cambiò completamente volto. Per ordine dei monarchi francesi, essa fu interamente ridisegnata e ripensata: furono demoliti i troppi edifici religiosi che ne limitavano lo spazio ed impedivano di inserirla al meglio nel contesto urbano circostante ed in luogo di essi vennero eretti palazzi di stato.

  13. PALAZZO REALE

  14. CENNI STORICI • Il Palazzo Reale di Napoli: le dimensioni sono quelle di una reggia, si affaccia maestoso sull'attuale Piazza del Plebiscito, fu costruito nel 1600 da Domenico Fontana, su commissione dell'allora viceré conte di Lemos. Esso avrebbe dovuto ospitare il re Filippo III di Spagna, atteso a Napoli con la sua consorte per una visita ufficiale che non avvenne mai. Il palazzo divenne la residenza dei vice ré spagnoli e poi di quelli austriaci ed, in seguito, dei re di casa Borbone. Dopo l'Unità d'Italia fu eletta residenza napoletana dei sovrani di Casa Savoia. • Durante quel periodo furono aggiunte alla struttura L'Ala delle Feste e una nuova facciata prospiciente il mare, caratterizzata da un basamento di bugnato e da una torretta-belvedere. Ad angolo con il Teatro San Carlo fu invece creata una piccola facciata in luogo del Palazzo Vecchio di don Pedro de Toledo.

  15. TEATRO SAN CARLO

  16. CENNI STORICI • « Gli occhi sono abbagliati, l’anima rapita. [...] Non c’è nulla, in tutta Europa, che non dico si avvicini a questo teatro, ma ne dia la più pallida idea. »(Stendhal, Roma, Napoli e Firenze nel 1817) • Il Real Teatro di San Carlo, meglio noto come Teatro San Carlo, è il più importante teatro della città di Napoli ed uno fra i più celebri del mondo. • È il più antico teatro lirico d'Europa, fra quelli oggi esistenti, ed uno tra i più grandi teatri italiani. • Riconosciuto dall'UNESCO come patrimonio dell'umanità, può ospitare tremila spettatori e conta cinque ordini di palchi disposti a ferro di cavallo, più un ampio palco reale, un loggione ed un palcoscenico lungo circa trentacinque metri.

  17. GALLERIA UMBERTO

  18. CENNI STORICI • La zona su cui sorge la Galleria era già intensamente urbanizzata nel XVI secolo ed era caratterizzata da un groviglio di strade parallele raccordate da brevi vicoli, che da via Toledo sboccavano di fronte a Castel Nuovo. Questi vicoli godevano di cattiva fama in quanto vi si trovavano taverne, case di malaffare e vi si consumavano delitti di ogni genere. La fama conquistata nei secoli dalla zona si mantenne per quasi tutto l'Ottocento. • Nel 1885 fu approvata la Legge per il risanamento della città di Napoli,che ricevette una nuova definizione territoriale. Furono presentate varie proposte, il progetto che risultò vincente fu quello dell'ingegner Emmanuele Rocco. Tale progetto prevedeva una galleria a quattro braccia che si intersecavano in una crociera ottagonale coperta da una cupola. Le demolizioni degli edifici preesistenti iniziarono il 1 maggio 1887 ed il 5 novembre fu posta la prima pietra dell'edificio. Nel giro di tre anni, il 19 novembre 1890, la nuova galleria veniva inaugurata.

  19. LA CERTOSA DI SAN MARTINO

  20. CENNI STORICI • Sulla sommità del colle che domina l’intero golfo di Napoli sorge la Certosa di San Martino, fondata nel 1325 da Carlo d’Angiò. • Il complesso fu realizzato da Tino di Camaino, e Attanasio Primario, ma della loro opera sono rimasti solo i sotterranei gotici. • Tra la fine del Cinquecento e l’inizio del Settecento Tre architetti e i migliori pittori, rinnovarono la Certosa dandole l’aspetto attuale.

  21. Capodimonte

  22. Il palazzo presente nel parco un tempo era la residenza estiva dei re borboni. • Veniva anche utilizzato per risiedervi durante le battute di caccia che i reali ed il suo seguito frequentemente facevano nel parco liberandovi prima gli animali da cacciare.

  23. Oggi il palazzo viene utilizzato come una delle sedi distaccate del Ministero per i Beni e le Attività Culturali ed utilizzato come museo. • In esso, vengono infatti frequentemente organizzate mostre di opere d’arte.

  24. La ceramica Nel 1743 a Napoli, durante la dominazione borbonica il re Carlo e sua moglie, la regina Maria Amalia di Sassonia, fondano la scuola di ceramica all'interno della famosa Reggia di Capodimonte, oggi Museo, dando inizio ad una tradizione che non è mai finita.

  25. La porcellana che si produce in questa zona ha delle caratteristiche peculiari che la contraddistinguono dalla porcellana nord europea. • Al sud Italia, infatti, non c'è il caolino pertanto l'impasto si compone di una fusione di varie argille provenienti dalla cave del sud miste al feldespato.

  26. Basilica dell’Incoronata Madre del Buon Consiglio • La chiesa fu fortemente voluta da Maria di Gesù Landi. Ella già da bambina dimostrava fervide vocazioni spirituali e si distinse per la sua grande devozione alla Madonna del Buon Consiglio.

  27. Segue Basilica dell’Incoronata • Maria Landi nel 1884 mostrò al popolo l'immagine della Madonna del Buon Consiglio e l'epidemia di colera che attanagliava Napoli in quel periodo, cessò immediatamente.

  28. La chiesa fu fondata nel 1920 ad opera del Marchese Innocenzo Mazza per creare un luogo di culto per i pochi contadini locali: fu intitolata alla Madonna del Buon Consiglio in quanto era presente un'edicola votiva dedicata proprio alla Madonna.

  29. Essa fu edificata su progetto dell'architetto Vincenzo Veccia ad imitazione della Basilica di San Pietro in Vaticano, sia all’interno che all’esterno.

  30. Il bosco • Il parco di Capodimonte è il polmone verde della città di Napoli. • Il bosco costituiva (come già detto) la riserva di caccia voluta da Carlo III di Borbone nel 1734 e circonda l'omonima reggia, oggi sede di un ricco museo nazionale.

  31. Nel corso dell'Ottocento il bosco venne gradual= mente modellato con la introduzione di vaste zone a "giardino inglese", con l'inserimento di specie nuove ed esotiche di alberi, trasformandolo in parco. • Degli antichi orti oggi rimane solo il Giardino Torre alla estremità nord-est del bosco.

  32. Le Catacombe di S. Gennaro

  33. Le Catacombe di San Gennaro risalgono al II secolo d.C. e devono il loro nome al fatto che nel V secolo, per volere dell'allora vescovo di Napoli, vi vennero trasferite le reliquie di San Gennaro.

  34. All'interno di queste catacombe si trovano le sepolture dei primi vescovi della città. L'ingresso alle catacombe è collocato attualmente nei pressi della Chiesa della Incoronata a Capodimonte.

  35. Le catacombe di San Gennaro sono aperte al pubblico dal martedì al sabato: dalle ore 09.00 alle 15.00 (cadenza oraria). • domenica: dalle ore 09.00 alle 12.00 (cadenza oraria). • lunedì: chiuso.

  36. IL CRISTO VELATO

  37. CENNI STORICI • Il Cristo velato è una scultura marmorea di Giuseppe Sammartino conservata nella Cappella Sansevero, edificio situato in via Francesco De Sanctis a Napoli. Realizzata nel 1753, é considerata uno dei maggiori capolavori della scultura mondiale ed è meta di migliaia di visitatori ogni anno. • Tra i suoi estimatori ci fu Antonio Canova, che tentò di acquistare l'opera e si dichiarò disposto a dare dieci anni della sua vita "pur di essere l'autore di un simile capolavoro."

  38. IL MISTERO DEL VELO • Il mistero del velo che appare sul corpo del Cristo è descritto nell’Archivio Notarile Distrettuale di Napoli - Scheda Notaio Liborio Scala anno 1752:“L'Ecc.mo Pnpe obbliga la sua persona ad apprestare una Sindone di tela intessuta la quale doverà essere depositata sovra la scultura; acciò dipoiché Esso Sig.Pnpe l'averà lavorata secondo sua propria creazione: e cioè una deposizione di strato minutioso di marmo composito in grana finissima soprapposto a velo. Il quale strato di marmo dell'idea del D.Sig. Pnpe, farà apparire per la sua finezza il sembiante di Nostro Signore dinotante come fosse scolpito di tutto con la statua.”

  39. PORTA CAPUANA • Porta Capuana accoglieva nei secoli passati le migliaia di visitatori che si recavano a Napoli. Porta Capuana fu eretta nel 1488 per volere di Ferrante I d’Aragona.

  40. La costruzione della nuova porta alta 23 metri mirava anche a celebrare l’incoronazione di Ferrante come re di Napoli. La parte esterna è ricoperta di marmo di Carrara scolpito raffigurante trofei e armi. Al centro dell’arco era raffigurata una chiave a squame con la rappresentazione dell’incoronamento di Ferrante. Questo stemma fu sostituito nel 1535 con quello di Carlo V: rappresentava la sua entrata a Napoli. Ai lati della porta troviamo due statue di due Santi protettori San Gennaro e Sant ’Agnello.

  41. LA TERMINAZIONE DELLA PORTA. • La porta fu terminata nel 1495. In alcuni documenti si prova infatti che la porta nell’entrata di Carlo VIII era gia ricca di battenti. Nel 1656 Napoli fu invasa dalla peste e così la gente fece affliggere su ogni porta la Vergine Maria e la prima porta fu proprio Porta Capuana.

  42. COM’E’ OGGIPORTA CAPUANA • Oggi porta Capuana è diventato un monumento di Napoli visitato da molti turisti per la sua bellezza e le sue fonti storiche.

  43. Porta Capuana si è sempre trovata in un posto molto vitale di Napoli e rappresenta il luogo di aggregazione artistico e culturale. • Porta Capuana viene chiamato anche Quartiere Latino ovvero il luogo dove si incontravano gli artisti più famosi di Napoli.

  44. PRIMA, DOPO.

  45. MASCHIO ANGIOINO

  46. CENNI STORICI • Castel nuovo o meglio noto come Maschio Angioino, è uno dei simboli della città di Napoli. Domina la scenografia di Piazza Municipio. • Il castello è sede della Società napoletana di storia patria e del comitato di Napoli dell’istituto per la storia del risorgimento Italiano. • Nel complesso è situato anche il museo civico della città di Napoli da cui si protendono la cappella palatina e i percorsi museali del primo e secondo piano.

  47. Carlo I d’Angiò assegnò il progetto all’architetto francese Pierre de Chaule ed i lavori per la costruzione del castello ebbero inizio nel 1279. • Il re tuttavia non vi dimorò mai.

More Related