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Problematiche dell osservazione

. Che cosa viene colto dall'osservazione? Come sono interpretabili le affermazioni degli scienziati?. . L'adeguatezza dei nostri modi di pensare e dei nostri linguaggi non riflette una struttura della realt che avremmo colto sub specie aeternitatis, da un punto di vista assoluto".(Ceruti M.,

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Problematiche dell osservazione

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Presentation Transcript


    1. Problematiche dell’osservazione

    2. Che cosa viene colto dall'osservazione? Come sono interpretabili le affermazioni degli scienziati?

    3. “L'adeguatezza dei nostri modi di pensare e dei nostri linguaggi non riflette una struttura della realtŕ che avremmo colto sub specie aeternitatis, da un punto di vista assoluto”. (Ceruti M., 1986)

    4. “E' sempre una adeguatezza (viability), hic et nunc, condizionata e costruita dai particolari fini e modelli dell'osservatore, come pure dai particolari tagli metodologici che questo adopera per accostarsi alla realtŕ" (Ceruti M., 1986)

    5. "Tutto ciň che é detto, é detto da un osservatore. L'operazione cognitiva fondamentale che un osservatore esegue é l'operazione di distinzione. Con questa operazione l'osservatore specifica una unitŕ come entitŕ distinta da uno sfondo ed uno sfondo come il dominio nel quale un'entitŕ é differenziata”. (Maturana, Varela, 1985)

    6. “Un osservatore caratterizza un'unitŕ, affermando le condizioni nelle quali essa esiste come unitŕ distinguibile, ma egli ne prende coscienza solo in quanto definisce un metadominio nel quale puň operare con l'entitŕ che ha caratterizzato” (Maturana, Varela, 1985)

    7. L’operazione di distinzione si presenta come il risultato di una transazione fra l'osservatore e il mondo osservato: essa si inscrive in una data cultura ed é questa che fornisce i paradigmi che consentono e impongono la distinzione (Morin, 1984)

    8. von Foerster sottolinea con forza il carattere sociale dell’organizzazione della conoscenza: questa non é un’operazione individuale prodotta all’interno della mente di ciascun individuo (Foerster H. von, 1985)

    9. Attraverso le pratiche quotidiane e il linguaggio, ogni epoca della storia umana produce una struttura immaginaria: la scienza é una sezione di queste pratiche sociali e le idee scientifiche sulla natura non sono che una dimensione di questa struttura immaginaria. (Varela F., 1987)

    10. L'immaginario scientifico muta radicalmente da un'epoca all'altra “la scienza é piů simile ad una saga novellistica che a una progressione lineare” (Varela F., 1987)

    11. La storia delle idee scientifiche consiste in una serie di modelli di 'maniere di vedere il mondo', che sono piů o meno utili per risolvere i problemi l'evoluzione scientifica consiste in una evoluzione della concezione stessa delle cose e del reale: la scienza si sviluppa attraverso rivoluzioni paradigmatiche (Kuhn T. S., 1962)

    12. i paradigmi sono quei principi che associano o dissociano alcune nozioni fondamentali che guidano e controllano tutto il discorso teorico. (Kuhn T. S., 1969)

    13. All'interno o al di sopra delle teorie, si trovano, inconsci o invisibili alcuni principi fondamentali che spesso in maniera occulta controllano e regolano la conoscenza scientifica organizzandola in una certa maniera. Tali principi non sono logici, o meglio non sono puramente e semplicemente i principi della logica (Kuhn T. S., 1969)

    14. Il paradigma dominante ha un'influenza enorme sull'attivitŕ scientifica e determina: quali dati verranno considerati significativi e reali quali metodi devono essere considerati validi quale sarŕ la posizione dello scienziato in relazione al suo oggetto di studio.

    15. Ogni paradigma o matrice disciplinare e cioč la condivisione, da parte delle comunitŕ scientifiche, di molte specie complesse di convinzioni e di "impegni cognitivi" forma l'ossatura per la teorizzazione e l'osservazione per un certo periodo di tempo e alla fine é sostituito da una nuova cristallizzazione da un nuovo quadro che getta una luce diversa sulle cose ed é utile per risolvere problemi differenti. (Kuhn T.S., 1972)

    16. I diversi di modelli forniscono una struttura orientativa e di opinione di base e fungono da "oggetti di impegno metafisico", cioč basati su premesse non verificabili (Kuhn T.S., 1972)

    17. In ultima analisi la 'veritŕ' scientifica poggia sull'intersoggettivitŕ e cioč sull'accordo della comunitŕ scientifica, socialmente e culturalmente connotata: č scientifico ciň che č riconosciuto come tale dalla maggioranza degli scienziati (Morin E., 1984)

    18. In questo quadro dei caratteri della scienza e dell’evoluzione della ricerca non possono non essere sottoposte a revisione critica una serie di posizioni che hanno tradizionalmente definito i criteri di scientificitŕ delle affermazioni degli scienziati.

    19. Lo stesso metodo sperimentale, assunto a partire dal XVII secolo come “Il Metodo” l’unico in grado di produrre una conoscenza certa e definitiva va sottoposto ad una profonda revisione.

    20. Alla luce delle elaborazioni che l’Epistemologia della Complessitŕ propone ogni teoria, ogni modello, ogni affermazione seppure sperimentalmente provata va messa in connessione con le condizioni di osservazione dalle quali č prodotta.

    21. Non si tratta di negare l’importanza fondamentale e l’utilitŕ del metodo sperimentale, ma piuttosto di accedere ad una “scienza con coscienza” (Morin E., 1984)

    22. la coscienza della relativitŕ di qualsivoglia affermazione rispetto al sistema di osservazione/percezione/concezione che deve essere osservato, percepito, concepito nella osservazione/percezione/concezione del sistema osservato (Morin E., 1984)

    23. Questo puň consentire di affrontare il problema della conoscenza con minori rischi di riduzionismo e avviare un approccio conoscitivo piů corretto.

    24. Tutto questo rimanda contemporaneamente, ad un problema di consapevolezza epistemologica, teorica e metodologica ed alla necessitŕ di una strumentazione concettuale e metodologica “complessa” per l’osservazione.

    25. Le modalitŕ e gli “strumenti “ dell’osservazione

    26. Il punto focale della verificabilitŕ scientifica sembra essersi spostato: dall'attenzione ai procedimenti classici della generalizzazione basata sulla ripetibilitŕ e sulla quantificazione di realtŕ 'oggettivamente' date e rappresentabili

    27. all'attenzione alle teorie e ai modelli, ai dispositivi di osservazione, all'esplicitazione dei principi e dei metodi, nonchč dei contenuti dell'osservazione (E. Morin, 1984; M. Ceruti,1986; G. Lo Verso, 1989; F. Giannone, G. Lo Verso, 1994)

    28. La scientificitŕ, si connota come l'esplicitazione dei quadri teorici e metodologici che guidano ogni ricerca delle variabili sottoposte ad osservazione della relazione tra esse e con il contesto in cui l'osservazione ha luogo.

    29. Questo principio attraversa tutta la scienza senza distinzioni di ambito di applicazione.

    30. L’osservazione appartiene ad un ordine categoriale piů ampio sovra-ordinato rispetto a quello del metodo sperimentale.

    31. Il metodo sperimentale rappresenta uno strumento metodologico fondamentale di convalida di una molteplicitŕ di costrutti ma non č scientificamente corretto ridurre ai procedimenti della riduzione, della disgiunzione, della quantificazione, della ripetibilitŕ la qualificazione scientifica della ricerca.

    32. Della sperimentazione sembra piuttosto importante richiamare la struttura concettuale di fondo: individuazione e precisazione di un problema formulazione di un’ipotesi definizione di un progetto precisazione dell’impianto metodologico (strumenti, misure organizzative...) definizione delle modalitŕ di verifica (Giannone F., 1988)

    33. Un’attenzione rigorosa a tali aspetti del procedere del lavoro di ricerca all’interno della piů ampia consapevolezza epistemologica sembra la strada per qualificare come scientifica una ricerca

    34. In conclusione all'inizio di ogni operazione conoscitiva, anche della distinzione su cui poi si opererŕ con il metodo sperimentale c'č comunque un atto soggettivo

    35. una soggettivitŕ singolare che poggia su una "soggettivitŕ collettiva“ su un accordo intersoggettivo connesso con la struttura immaginaria di una specifica epoca.

    36. Che cos’č allora la Scienza? la scienza č un campo sempre aperto dove sono in lotta non soltanto le teorie, ma anche i principi di spiegazione cioč le visioni del mondo e i postulati metafisici. (Popper)

    37. Ma tale lotta possiede e mantiene le sue regole del gioco: il rispetto dei dati E l'obbedienza a criteri di coerenza.

    38. E' proprio l'obbedienza a questa regola del gioco da parte dei contendenti-lottatori che accettano questa regola senza equivoco che assicura la superioritŕ della scienza su ogni altra forma di conoscenza (Morin E., 1984)

    39. “La Scientificitŕ č una prassi aperta al controllo intersoggettivo che dŕ definizione chiare dei concetti e dei postulati usa procedure leggibili e ripetibili si avvale di un metodo razionalmente fondato per la convalida delle ipotesi teoriche” I metodi per tale convalida sono molteplici. (Di Nuovo S., 1992)

    40. Per una osservazione “complessa”

    41. I principi generali gli“oggetti” dell’osservazione sono complessi sono influenzati da molteplici variabili sono "isolabili" dai loro contesti, solo per comoditŕ di osservazione “esistono” in rapporto a specifici vertici teorico-metodologici ed all’interno di specifiche culture

    42. Gli orientamenti metodologici definire in modo non riduttivistico l’oggetto. individuare piů ampiamente possibile le variabili che lo compongono e ne influenzano il funzionamento. 'mettere in relazione' gli elementi o parti di un insieme tra loro, con l'insieme che costituiscono e con il piů ampio contesto in cui sono inseriti.

    43. Gli orientamenti metodologici usare la logica e/e invece che la logica o/o, per non escludere e disgiungere ma connettere ipotesi, modelli differenti, verso una visione integrata delle molteplici sfaccettature della realtŕ. privilegiare il concetto di connessione tra i fatti rispetto a quello di causa.

    44. Gli orientamenti metodologici procedere come se le variabili necessariamente “distinte” fossero effettivamente rappresentative dell’oggetto in analisi. sottoporre ad osservazione principi e modalitŕ dell'osservare, la relazione tra osservatore e osservato e lo stesso soggetto osservante.

    45. Gli orientamenti metodologici accettare il criterio che la ricerca definisce veritŕ molteplici, connesse agli specifici dispositivi di osservazione adoperati. aprire al controllo intersoggettivo poiché la 'veritŕ' scientifica e clinica poggiano sull' intersoggettivitŕ e cioč sull'accordo della comunitŕ scientifica e professionale, esse stesse socialmente e culturalmente connotate.

    46. Gli orientamenti metodologici studiare ed esplicitare il dispositivo di osservazione - Set(ting) - costruito per visualizzare i dati che poi verrano studiati.

    48. Riferimenti alla clinica

    49. Quanto ha valore in riferimento alla problematica generale della conoscenza e della ricerca scientifica ha ugualmente valore per la ricerca psicologica, clinica, psicoterapeutica: ognuna delle questioni affrontate puň essere riferita all’ambito dell’indagine sullo psichico.

    50. In questo senso l’epistemologia é interna alla psicologia, alla clinica, alla psicoterapia.

    51. Le diverse teorie psicologiche esplorano aspetti parti diverse della complessa realtŕ dello psichico mettendone a fuoco problematiche differenti e definendo “veritŕ” strettamente connesse agli specifici principi e dispositivi di osservazione che le caratterizzano.

    52. In termini di operativitŕ ciň vuol dire che di fronte alla stessa situazione clinica persone con formazione differente daranno rilievo ad aspetti differenti ed etichette esplicative diverse a ciň che osservano

    53. “uno psicoanalista freudiano parlerŕ di complesso edipico un terapeuta familiare strutturale noterŕ confini diffusi un terapeuta familiare sistemico parlerŕ di matrimoni privilegiati un analista transazionale di parti bambine in interazione” (Telfner U., 1996).

    54. Questo é in qualche modo inevitabile. Tuttavia, procedere “come se” il proprio modello fosse “vero” non é in sé un male. Anzi a volte questa impostazione é parzialmente utile per padroneggiare parti piů definite e semplificate della complessitŕ del reale

    55. L’importante é la consapevolezza del “come se”, che aiuta a relativizzare e contenere il riduttivismo e a lasciare la possibilitŕ di ulteriori strade di pensiero. (Lo Verso G., 1989)

    56. Scegliere quale tra le diverse descrizioni ed interpretazioni sia piů corretta non é il problema fondamentale piů importante é procedere secondo una logica e/e, avvicinando, connettendo, mettendo in relazione...

    57. Ciň vale per il rapporto tra le diverse discipline tra le diverse teorie all’interno di una stessa disciplina ma anche per oggetti di osservazione che spesso la ricerca ha guardato con ottica riducente, separante.

    58. Cosě le frontiere della ricerca mostrano l’utilitŕ di connettere l’antropologia, la biologia, la filosofia, la psicologia... sempre piů spesso psicologi dinamici dialogano con gli sperimentalisti, i gruppoanalisti con i cognitivisti, i sistemici... le elaborazioni piů recenti ci mostrano come le antiche dicotomie mente-corpo, individuo-gruppo, mondo interno-mondo esterno, biologico-culturale, conscio-incoscio, siano fuorvianti e parziali.

    59. Ancora riguardo alla necessitŕ della logica del connettere dai vari campi della ricerca psicologica emerge come sia impossibile isolare il soggetto dal contesto con il quale é in relazione. La relazione anzi, si caratterizza come lo specifico oggetto di indagine in grado di aiutarci a comprendere la fondazione e lo strutturarsi dello psichico.

    60. Dai paradigmi sistemici al costruttivismo, agli studi psicodinamici che indagano sulla relazione madre-bambino, sulle relazioni familiari, sulla fondazione transpersonale dello psichismo, sulla psicopatologia come emergenza da campi mentali saturi...

    61. l’individuo non puň piů essere spiegato esclusivamente in una prospettiva intrapsichica o biologico-genetica ma va considerato come elemento parte di un insieme piů ampio, di un contesto che lo definisce in maniera significativa e che non puň non essere preso in considerazione insieme con lo specifico individuo oggetto di osservazione (Winnicott, Laing, Sullivan, Mitchell, Bowlby, Stern, Sameroff, Emde, Kaes, Foulkes, Napolitani, Pontalti, Menarini, Lo Verso...)

    62. Infine, con sempre maggiore chiarezza emerge l’implicazione dello psicologo, dello psicoterapeuta nella relazione clinica: dal suo essere presente con le proprie teorie psicologiche, metapsicologiche, con la teoria della tecnica... al suo essere presente con le proprie caratteristiche personali, emozioni, psicopatologie. (Lo Verso, 1989; Giannone F., Lo Verso G., 1994, 1995)

    63. In questo senso dŕ un contributo anche la recente teorizzazione secondo la quale pazienti e terapeuti contribuiscono insieme nel set(ting) alla creazione ed alla evoluzione del campo terapeutico (campo co-transferale)

    64. Tutto questo riconduce ancora una volta alla necessitŕ che lo psicologo, lo psicoterapeuta stesso, i suoi principi e le modalitŕ del suo intervento la sua relazione con il/i pazienti siano a loro volta sottoposti ad osservazione.

    65. Per una scientificitŕ del Qualitativo

    66. Č possibile studiare scientificamente la sfera del qualitativo? l’identitŕ, la realizzazione di sé, l’affettivitŕ, le emozioni, le rappresentazioni, le fantasie, i sogni, la relazione...

    67. I luoghi per eccellenza del simbolico, della soggettivitŕ, dell’irripetibile... luoghi complessi, difficili, sfuggenti del “qualitativo” Possono essere oggetto di indagine scientifica?

    68. La “Scientificitŕ del Qualitativo” č possibile Essa poggia sugli stessi criteri generali della scienza, vista nell’ottica della complessitŕ.

    69. Come in ogni altro ambito l’indicazione metodologica per l’osservazione complessa č l’esplicitazione dei quadri teorici e metodologici che guidano la ricerca, delle variabili sottoposte ad osservazione, della relazione tra tali variabili e tra esse ed il contesto in cui l’osservazione ha luogo.

    70. Si tratta di: definire nel modo piů possibile preciso il proprio oggetto indicare i procedimenti attraverso cui si vuole conoscerlo, specificando le procedure in modo che altri ricercatori, in altri siti possano ripetere il percorso di conoscenza.

    71. Focalizzando l’attenzione sulla psicologia clinica e sulla ricerca sulla relazione terapeutica: i significati soggettivi o relazionali sono leggibili intersoggettivamente, se esistono modalitŕ condivise per tradurli in dati

    72. sia il funzionamento della mente, che il lavoro tendente a modificarlo, possono essere testimoniati da indicatori che certo riducono la complessitŕ, ma consentono un'analisi di alcuni importanti aspetti di essa, su cui basare una analisi sia quantitativa che qualitativa del procedere del cambiamento, delle regolaritŕ e delle congruenze o incongruenze in esso riscontrate.

    73. L’esplicitazione del Set(ting) č l’indicazione metodologica di base per effettuare una valutazione della relazione terapeutica. Su questo sfondo, č possibile condurre ulteriori analisi, di parti, aspetti, componenti, del processo e degli esiti del lavoro terapeutico, a cui č possibile applicare metodi di rilevazione empirica, di quantificazione.

    74. L’applicazione dei principi del paradigma della complessitŕ alla relazione clinica, psicoterapeutica apre alla ricerca di un’integrazione tra strumenti e metodi anche diversi volti ad esplorare, all’interno di un progetto coerente e “pensato” aspetti, parti, della molteplicitŕ di componenti, processi, configurazioni che caratterizzano tali situazioni relazionali.

    76. Nella nuova visione della scienza la ricerca scientifica si occupa di oggetti complessi che vanno affrontati in un’ottica quanto piů possibile ampia e comprensiva non riduttivistica attenta a connessioni ed implicazioni molteplici.

    77. L’approccio galileiano, che comprende le categorie della quantitŕ, generalitŕ, astrattezza, ripetibilitŕ, riducibilitŕ, determinismo, ordine… e l’approccio darwiniano che comprende le categorie della qualitŕ, contingenza, concretezza, irripetibilitŕ, complessitŕ, mutevolezza, disordine, ecc. vanno integrati piuttosto che contrapposti. (Lo Verso G., 1989)

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