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COMUNE DI FORLI' Assessore alla qualità ambientale

COMUNE DI FORLI' Assessore alla qualità ambientale Verde – Benessere animale - Protezione civile – Servizi cimiteriali ANALISI PRODUZIONE RIFIUTI ATO n. 8 - Provincia Forlì-Cesena CONSUNTIVO 2007. Ass.re Palmiro CAPACCI -Comune di Forlì - P.zza Saffi 8, 47100 FORLI’

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Presentation Transcript


  1. COMUNE DI FORLI' Assessore alla qualità ambientale Verde – Benessere animale - Protezione civile – Servizi cimiteriali ANALISI PRODUZIONE RIFIUTI ATO n. 8 - Provincia Forlì-Cesena CONSUNTIVO 2007 Ass.re Palmiro CAPACCI -Comune di Forlì - P.zza Saffi 8, 47100 FORLI’ Tel. 0543/712234 segreteria Tel. 0543/712308 Fax 0543/712879 e-mail: palmiro.capacci@cofo.it

  2. COMUNE DI FORLI' Assessore alla qualità ambientale Verde – Benessere animale - Protezione civile – Servizi cimiteriali ANALISI PRODUZIONE RIFIUTI ATO n. 8 - Provincia Forlì-Cesena 2007 CONSUNTIVO PREMESSA Evoluzione nella produzione dei rifiuti. Negli ultimi anni si è assistito ad un notevole incremento nella produzione dei Rifiuti Solidi Urbani (+ 3,5 - 4% anno). Questo aumento deriva da diversi fattori: 1)      L’ingresso nel RSU dei rifiuti assimilati, prodotti dalle attività produttive (segature, sfridi, residui….) che possono, per le loro caratteristiche, essere assimilatati al RSU.; 2)      Dall’aumento della quantità-qualità dei consumi individuali. Si consuma di più (non tutti), perché aumenta il benessere e la popolazione e soprattutto cambia la confezione delle merci (es. vuoto a perdere, dosi monouso) 3)      Cambiamento degli usi e costumi, ormai nel cassonetto si butta di tutto, in campagna non è raro vedere riempire i cassonetti d'erba, per chi aveva un minimo di terra la si lasciava sul posto, magari vi si appiccava fuoco, oppure vi si gettano le macerie, in passato se non si poteva riutilizzarle si scaricavano lungo i fossi ma di metterle nei cassonetti non veniva in mente, infine molta più roba andava su per i caminetti. Altra causa d'incremento è stato l’allargamento del servizio in estrema periferia, ma questo ha avuto importanza negli anni ’90 ed ormai in questa fase ha esaurito la sua spinta propulsiva Si ritiene che la spinta principale dell’aumento degli ultimi anni sia dovuta all’assimilazione, che non è nuova produzione di rifiuto, ma diventa RSU ciò che prima era rifiuto speciale, questo spiega la gran parte di differenza nella produzione pro-capite di rifiuti fra i comuni, dove non vi sono attività produttive oppure dove più bassi sono i criteri d'assimilazione, più bassa risulta inevitabilmente la produzione.

  3. L’assimilazione. Da noi come, in tutta la nostra Regione, elevati sono i criteri d'assimilazione, d’altronde quando vige il sistema a cassonetti non si può fare diversamente, in quanto il rifiuto sarebbe comunque gettato in gran parte dentro. In linea generale ritengo che un'elevata assimilazione sia positiva a prescindere dal sistema di raccolta, in quanto gran parte del rifiuto rischierebbe di ritornare nell’ombra, inoltre per le piccole attività è un servizio utile, il produttore spende forse un pò di più, ma evita un sacco di problemi, non deve ricercare glielo smaltisce, non deve compilare tutta una serie di moduli, non rischia multe e denunce in caso di controllo ambientale. Al cittadino conviene in quanto generalmente ciò consente tariffe più basse. A chi non conviene assimilare è al grande produttore, specialmente per chi produce rifiuto che rifiuto nei fatti non è, in quanto ha un mercato (segatura, ferro, sfridi di materiale vario) quindi l’assimilazione risulta onerosa rispetto ai vantaggi. Non è un caso che fra i grandi oppositori dell’assimilazione vi è la Confindustria e naturalmente fra i sostenitori vi sono i gestori dei Servizi di Nettezza Urbana. Il Decreto Ambientale nelle sue ultime modifiche riduce drasticamente la possibilità d'assimilazione, ciò cambierà radicalmente il quadro di riferimento della nostra realtà. Lo sgravio. Rappresenta una mediazione fra l’assimilazione e la non assimilazione, una ditta è tenuta a pagare la tariffa per il RSU anche nei locali di produzione, tuttavia può richiedere una detrazione della tariffa (18 euro) per ogni tonnellata che smaltisce in proprio presso terzi. Naturalmente si tratta di materiali che sono “venduti” o comunque ceduti ad un costo che è vantaggioso considerando le detrazioni. Si tratta quindi di materiali riciclabili. Il resto del rifiuto prodotto dalla ditta è smaltito come RSU se assimilabile, oppure presso ditta autorizzata se Tossico/Nocivo. Nel nostro caso questi quantitativi sono aggiunti dal gestore ai propri quantitativi di raccolta differenziata. Va precisato che queste ditte cedevano anche prima questi materiali e che quindi da un punto di vista sostanziale cambia solo la contabilità. La Raccolta differenziata. Qui si parla della raccolta differenziata “istituzionale” al fine del recupero di materia ed energia. Alcuni decenni fa di raccolta differenziata per la N.U. non si parlava, ma in realtà si recuperava per necessità assai di più, c’erano i raccoglitori di ferrivecchi, di carta, di tessuti e in generale si gettava via assai poco. Altri tempi anche se non lontani. Forlì alla fine degli anni ’90 iniziò a promuovere la R.D. nell’ambito del Servizio Nettezza Urbana. I livelli erano ancora bassi, tuttavia in ambito regionale si era all’avanguardia. Poi ci fu un periodo di stasi, rimanendo praticamente fermi e nel 2004 ci trovammo fra gli ultimi della Regione. Solo Rimini riusciva a fare peggio di noi. Dal 2004 è ricominciata la crescita che ci ha riavvicinato alla realtà regionale. Il confronto con la regione è pertinente in quanto ci sono caratteristiche simili: normativa, qualità della vita, tessuto produttivo, livelli d'assimilabilità, sistemi di raccolta a cassonetti. Il "porta a porta" o raccolta domiciliare nella nostra regione si è incominciato ad introdurlo solo di recente e in dimensioni limitate. La provincia più avanti nel p.a.p è Piacenza in cui fra breve i cittadini serviti con tale sistema dovrebbero raggiungere gli 80.000. Nella nostra realtà il p.a.p è finora presente solo nel Comune di Forlimpopoli.

  4. I RIFIUTI SOLIDI URBANI NEL 2007 I quantitativi totali I dati del 2007 sono molti interessanti e degni d'attenzione. ( Vedi Allegato A) La produzione totale di RSU conteggiata da HERA è stata di 288.970 contro le 274.300 del 2006 con un aumento di 14.670, più 5,3%. Sembra che prosegua nel solito trend che vedeva un aumento annuo del 3,5-4% annuo, in realtà questo trend di aumento era riferito al rifiuto effettivamente ritirato da HERA mentre le quantità sopra riportate comprendono il cosiddetto “sgravio” che è stato nel 2007 pari a 26365 ton. contro le 11.132 ton dell’anno precedente. Se ci concentriamo su ciò che entra realmente nel circuito del RSU, il rifiuto raccolto nel 2007 è stato di 262.604, nel 2006 era stato di 263.168 con una diminuzione di 564 ton.(meno 0,21%). L’anno precedente l’aumento reale era stato del 3,46 %. L’aumento del rifiuto totale si è assestato, anzi c’è una leggera flessione, i fenomeni descritti in premessa sembra abbiano esaurito la loro forza propulsiva, compreso l’aumento dovuto all’assimilazione di nuovo rifiuto che in questi ultimi anni è stato certamente il fattore predominante Più in dettaglio il Comprensorio Forlivese ha avuto le migliori performance, (- 1,11%), quello Cesenate (+ 0,62%). Su 30 comuni della nostra ATO, 17 hanno visto una diminuzione dei rifiuti. . (Vedi all. B) Forlimpopoli è calato del 17,1% e la qual cosa ha destato molto clamore per il dibattito sulla migrazione dei rifiuti, tuttavia abbiamo anche il Comune di Civitella che diminuisce del 15,5% pur mantenendo il sistema a cassonetti. Occorre ricordare che fra i dati quello della riduzione rifiuti è il più importante e significativo da un punto di vista economico ed ambientale e solo in seconda istanza il riutilizzo. Vedi grafico 1 L’indifferenziato. Il quantitativo di rifiuto indifferenziato nel 2007 è stato di 180.514 ton, nel 2006 era di 190.410 ton. Con una diminuzione di 9.956 ton. Ciò è determinato dall’aumento reale della RD in una situazione di lieve diminuzione del quantitativo totale. Questo dato è fondamentale per il dimensionamento degli impianti di smaltimento dei rifiuti: inceneritori e discariche. In uno scenario che tiene fermo le condizioni attuali di produzione ed assimibilità, e con una raccolta differenziata del 65% (quella che dovremo avere fra tre anni) la quantità di rifiuto da avviare allo smaltimento sarebbe di 92.339 ton, ciò è in sintonia con le previsioni del Piano Provinciale Gestione Rifiuti (PPGR). Va precisato che a questo quantitativo bisogna aggiungere la frazione dello “scarto” proveniente dalla R.D. , che al momento non sono in grado di quantificare per mancanza di dati. Sotto questo aspetto non è importante solo il dato della R.D. ma anche della sua qualità; diverso è il discorso se si ha uno scarto è il 50% o solo il 10%. Su 30 comuni della nostra ATO solo 11 mostrano un aumento del rifiuto indifferenziato, la maglia nera è il Comune di Longiano con un più 13,9%, interessante è che il Comune di Bertinoro, additato il luogo in cui i forlimpopolesi che aborrano il p.a p., aumenta solo di un 4,3%. ( Vedi all.B)

  5. La raccolta differenziata. La raccolta differenziata dell’ATO 8 (FC) formalmente comunicata da HERA è stata nel 2007 di 108.456 ton pari al 37,5% con un aumento sul 2006 di 24.626 ton., più 7,0% sul totale rifiuti.. Nel Comune di Forlì è stata di 37.611 ton pari al 41,1%, più 7,4%. Nell’ambito del sistema di raccolta, e di calcolo, adottato vi è stato un indubbio miglioramento in pochi anni, nel 2004 non si era nemmeno al 25%. A prescindere dalla qualità della R.D. col sistema a cassonetti vi sono margini per un ulteriore miglioramento (cassonetti di prossimità) per arrivare ad un 40-45% come registrano le migliori realtà che adottano questo sistema. Un buon risultato che rimane tale ma è ridimensionato se nel computo totale si toglie il quantitativo di R.D. derivante dal cosiddetto “sgravio”, pratica discutibile e dubbia legittimità.(Vedi all. G e vedigrafico 2) Se facciamo il conto col rifiuto reale, cioè quello effettivamente ritirato è gestito da HERA la R.D. effettiva è stata di 82.090 pari al 31,3%, (lo “sgravio” ammonta a 26.365ton., era di 11.132 ton. nel 2006); per il Comune di Forlì la percentuale reale di R.D. è del 36,0%, per Cesena il 29,2%. (Vedi all.B) Va anche notato che la R.D. è diminuita in 6 comuni (Castrocaro, Cesenatico, Civitella, Modigliana, Portico e Sogliano), non è detto che questo significhi una caduta del senso civico dei cittadini di quei comuni, il calo può essere semplicemente dovuto al fatto che ha chiuso una industria che produce molto assimilato raccolto come R.D. (Vedi grafico 3)  La raccolta differenziata mostra una forte variabilità fa i comuni dell’ATO, considerando quella reale si va dall’11,3% di Verghereto al 41,7 di Modigliana, Forlimpopoli col 68,7% è un caso a parte perché ha il p.a p.,( Vedi all. A) tuttavia prima di gettare la croce su Verghereto e sugli altri 23 comuni che sono al di sotto della media provinciale occorre tener presente che la gran parte della R.D. proviene dall’assimilato e in genere i comuni che hanno poca R.D. è perché hanno poche industrie e quindi poco rifiuto da assimilare, infatti sono fra i più virtuosi per la loro bassa produzione di rifiuti. Va, inoltre, aggiunto che hanno standard di servizio meno elevati, per questo pagano anche meno di tariffa. Quando entreranno in gioco le sanzioni saranno comunque essi a pagarle maggiormente. La provenienza della R.D. – Domestico ed assimilabile E’ indubbio che buona parte della R.D. proviene dalla raccolta dell’assimilato, ed è altrettanto indubbio che i miglioramenti di questi anni provengono in larga misura da questa componente, ovvero dai rifiuti prodotti dalle imprese, questo è meno vero per il Comune di Forlì e per quei comuni che erano gia passati da tassa a tariffa prima del 2004 perché questo passaggio includeva già una forte assimilazione. Che la R.D. si sviluppi in primo luogo nelle industrie è del tutto logico, perché qui il rifiuto nasce già per la gran parte già come differenziato, ed anche precedentemente all’assimilazione una larga quota di esso se ne andava già al recupero anche se non come RSU ma come rifiuto speciale.

  6. Quanta parte della R.D. proviene dall’assimilato? Una risposta precisa non è possibile perché i cassonetti non distinguono e si riempiono anche con l’assimilato (ed anche con rifiuti che assimilati non sarebbero), una stima sufficientemente esatta è tuttavia possibile, il gestore non l’ha fatta o perlomeno non ne ha comunicato i dati. Una stima più grossolana si può fare coi dati in nostro possesso. Se dalla R.D. togliamo i quantitativi che certamente provengono dall’assimilato (sgravi, assimilato,multimateriale, pneumatici e la gran parte del legno) vediamo che solo essi rappresentano il 14,3% del 36,8% di R.D. (Vedi Allegato n. C) Questo dato è certamente molto sottostimato perché anche le altre categorie (carta, organico, metalli ecc.) hanno quote di assimilato (basta guardare ad esempio, i dati di Cesena e Modigliana per capire che l’organico raccolto proviene in buona parte dall’assimilato). L’unico dato fornito da HERA è relativo al Comune di Forlimpopoli che pur avendo il il p.a p. per l’assimilato mantiene un meccanismo del tutto simile agli altri comuni (con la differenza della non possibilità di scaricare nei cassonetti delle vie urbane), qui HERA ha dichiarato che il 70% di R.D. ivi conseguito è composto di un 42% proveniente dal domestico ed un 28% dall’assimilato, ora a Forlimpopoli la somma delle tipologie di assimilato sopra considerate rappresenta solo il 9%, quindi il 19% che manca è inserito nelle altre tipologie di R.D. , (Vedi Allegato D ) Anche ammettendo che HERA ha sovrastimato il dato della componente dovuta agli assimilati, si deve concludere che a livello di ATO il grosso dell’attuale R.D. proviene dall’assimilato. La raccolta differenziata del domestico in provincia è sicuramente inferiore del 20%, questo dato è fondamentale alle luce delle ultime modifiche del Decreto Ambientale che non consente più di assimilare molti rifiuti speciali (produttivi). Non è uno scenario fantasioso vedere il prossimo anno dimezzarci le percentuali di R.D. Per il Comune di Forlì vale lo stesso discorso pur con performance migliori della media provinciale. La composizione della R.D.(vedi grafico 4)   Questa parte dell’analisi si rimanda a quando saranno disponibili dati sull’effettivo recupero dei materiali della R.D., sul costo del loro trattamento e gli introiti sulle specifiche categorie, anche se già con i dati disponibili emergono aspetti interessanti. Analizzando e confrontando i dati fra i Comuni si nota una grande variabilità e delle particolarità, ad esempio dal confronto fra i tre Comuni che hanno la percentuale più alta : Forlimpopoli, Longiano e Rocca S. Casciano, è particolarmente interessante si nota come il p.a p. è particolarmente efficiente per l’organico e plastica, ma anche per alzare la raccolta di vetro e carta, due categorie particolarmente “nobili” da avviare al recupero. (Vedi all. E) Fra le particolarità si fa notare che Tredozio ha raccolto molti inerti (macerie) e Modigliana ha elevati quantitativi di vegetali ed organico che c’è da supporre derivino da qualche ditta locale. Si allega anche il confronto fra le tipologie di R.D. di Forlimpopoli, Forlì, e Provincia in cui si possono notare le differenze fra i due sistemi di raccolta. ( Vedi all.F)

  7.  GLI SCENARI FUTURI Le norme di legge Esaminiamo innanzitutto cosa prevede il D.L.vo n. 152/06, come modificato dal D.L.vo n. 4/08: “ Art 195 (…) e)….Ai rifiuti assimilabili, entro un anno, si applica esclusivamente una tariffazione per le quantità conferite al servizio di gestione dei rifiuti urbani (…) Non sono assimilabili ai rifiuti urbani i rifiuti che si formano nelle aree produttive, compresi i magazzini di materie prime e di prodotti finiti, salvo i rifiuti prodotti negli uffici, nelle mense, negli spacci, nei bar e nei locali al servizio dei lavoratori o comunque aperto al pubblico; allo stesso modo non sono assimilabili ai rifiuti urbani i rifiuti che si formano nelle strutture di vendita con superficie due volte superiori ai limiti di cui all’art.4, comma 1, lettera d) del decreto legislativo n. 114/98. Art. 205 (Misure per incrementare la raccolta differenziata). 1 - In ogni ambito territoriale ottimale deve essere assicurata una raccolta differenziata dei rifiuti urbani per le seguenti percentuali minime dei rifiuti prodotti: a)      almeno il 35% entro il 31 dicembre 2006; b)      almeno il 45% entro il 31 dicembre 2008; c)      almeno il 65% entro il 31 dicembre 2012. 2 - (soppresso) 3 - Nel caso in cui a livello di ambito territoriale ottimale non siano conseguiti gli obbiettivi previsti dal presente articolo è applicata un’addizionale del venti per cento al tributo di conferimento dei rifiuti in discarica, a carico dell’Autorità d’ambito……. Che ne ripartisce l’onere tra quei comuni del territorio che non abbiano raggiunto le percentuali previste…. “   Per chi è un po’ addentro alla materia vede subito che questa è una rivoluzione, e meraviglia come a tutti i livelli queste norme siano ignorate e si continui a ragionare come se non esistessero e nel frattempo il tempo passa. Ho già affermato che sono favorevole ad una elevata assimilazione del rifiuto produttivo, aggiungo che questa è anche una necessità quando si è adottato il sistema di raccolta coi cassonetti, in quanto il rifiuto da produzione sarà comunque in gran parte scaricato al loro interno senza più alcun onere da parte delle ditte con un conseguente incremento della tariffa per le famiglie che dovranno pagare per lo smaltimento di rifiuti che non sono i propri. Questo è lo scenario che si prospetta nella nostra realtà. Altra conseguenza sarà che togliendo la gran parte degli assimilabili le nostre percentuali di raccolta differenziata si dimezzeranno, o quasi, quindi il raggiungimento degli obbiettivi fissati dall’art. 205 del D.Lvo 152/06, ammesso che prima fossero perseguibili, oggi diventano semplicemente una chimera. In questo contesto prepariamoci pure ad un forte incremento delle tariffe che saranno anche aggravate dalle sanzioni previste.

  8.   Nella nostra ATO al termine del 2008 scade il contratto di affidamento col gestore, questo non significa che si andrà a gara, HERA ha per legge l’affidamento fino al 31 dicembre 2011, tuttavia si dovranno andare a definire le modalità di effettuazione del servizio di Nettezza Urbana, è evidente che esso non potrà essere un mero aggiornamento o “potenziamento” di quello attuale, il rischio è di trovarci nelle condizioni del Titanic in cui il capitano della nave decide di non cambiare rotta anzi di accelerare la velocità, per noi, a differenza del capitano di quella nave, quell’iceberg è già visibile, ignorarlo per conservare il nostro “modus vivendi” non ci salverà dal “cozzo”.  La conclusione che deriva dai dati sopra riportati è che si deve cambiare rotta e l’unica alternativa possibile è la massiccia introduzione del sistema di raccolta “porta a porta” in tutto il territorio urbanizzato della nostra ATO, questa è condizione per rispettare i limiti posti dalla legislazione vigente ma anche per non dover aumentare le tariffe dei cittadini che si troveranno i cassonetti riempiti, senza onere, dagli ex rifiuti assimilati provenienti dal sistema produttivo. Forlì, 21 aprile 2008 L’assessore alla qualità ambientale Palmiro Capacci GRAFICO 1

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