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Le azioni da attuare in caso di sospetto morbillo

Le azioni da attuare in caso di sospetto morbillo. Piano Nazionale di eliminazione del morbillo e della rosolia congenita 2003-2007. Sequenza dei problemi da affrontare. Verificare la diagnosi Predisporre per la conferma di laboratorio Stabilire dove è avvenuto il contagio

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Le azioni da attuare in caso di sospetto morbillo

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Presentation Transcript


  1. Le azioni da attuare in caso di sospetto morbillo Piano Nazionale di eliminazione del morbillo e della rosolia congenita2003-2007

  2. Sequenza dei problemi da affrontare Verificare la diagnosi Predisporre per la conferma di laboratorio Stabilire dove è avvenuto il contagio Definire i contatti Definire i soggetti a rischio fra i contatti Vaccinare i soggetti a rischio Verificare l’osservanza delle misure di profilassi Programmare le vaccinazioni “opportunistiche” Effettuare il follow up del caso Informare tutti gli interessati

  3. Verificare la diagnosi Le azioni devono essere attuate in tutti i casi di sospetto morbillo, quindi anche se il medico sospetta la diagnosi ma l’esantema è esordito da meno di tre giorni

  4. Definizione di caso di morbillo (Decisione della Commissione Europea del 19 marzo 2002 - G.U.E. L86/44 del 03.04.2002) Possibile (sospetto): un caso diagnosticato da un medico come morbillo. Probabile: un caso clinicamente compatibile. Confermato: un caso confermato in laboratorio oppure un caso clinicamente compatibile con un collegamento epidemiologico con un caso confermato. Un caso confermato in laboratorio non deve necessariamente rispettare la definizione di caso clinico.

  5. Caso di morbillo clinicamente compatibile • febbre superiore a 38°C • esantema generalizzato di durata superiore a 3 giorni • con la presenza di almeno uno dei seguenti segni e sintomi: • rinite • tosse • congiuntivite • macchie di Koplik

  6. Predisporre per la conferma di laboratorio La diagnosi di laboratorio diventerà sempre più importante con la diminuzione del numero di casi, per cui già da ora è opportuno cercare sempre la conferma di laboratorio, almeno per i primi casi. Per i successivi il legame epidemiologico costituisce già una conferma. La procedura per le indagini di laboratorio deve essere ben conosciuta da tutti gli operatori di sanità pubblica che dovranno collaborare con i medici curanti per l’esecuzione del prelievo e l’invio del campione.

  7. Stabilire dove è avvenuto il contagio Ricostruire la catena di trasmissione è fondamentale. Se un soggetto ha il morbillo lo deve aver contratto da qualcun altro. Questo può essere avvenuto da 7 a 18 giorni prima dell’esordio dell’esantema. Se non esistono casi in zona deve risultare un viaggio, o comunque una occasione di esposizione a qualcuno che veniva da fuori. Altrimenti ci deve necessariamente essere qualche altro caso nel vostro territorio. Se la malattia è stata contratta altrove è importante comunicarlo sempre alla ASL dove è avvenuto il contagio.

  8. Definire i contatti L’identificazione dei contatti è lo strumento per interrompere la catena di trasmissione. Va fatta mediante una intervista approfondita che tenderà ad identificare tutti coloro che, a partire dai 5 giorni precedenti la comparsa dell’esantema, hanno avuto contatti con il caso. I soggetti che rientrano nella definizione di “contatti stretti” sono a rischio maggiore.

  9. Classificazione dei contatti • contatti stretti: • conviventi (fratelli e sorelle, ma anche cugini e altri parenti con periodi prolungati di permanenza nella stessa stanza) • compagni di classe specialmente nelle scuole materne ed elementari • compagni di gioco o di associazioni sportive, religiose e sociali con i quali il soggetto malato è stato in relazione stretta durante il periodo di infettività (allenamenti, riunioni, ecc.) • soggetti che hanno condiviso il trasporto scolastico durante il periodo di infettività

  10. Classificazione dei contatti • Contatti non stretti: • compagni di scuola ma non di classe • frequentatori temporanei dell’ abitazione • soggetti presenti nella sala d’attesa del medico durante la visita • altri individui venuti occasionalmente a contatto con il malato durante il periodo di infettività non compresi nelle precedenti categorie

  11. Definire i soggetti a rischio fra i contatti La prima cosa da fare è verificare lo stato vaccinale. I non vaccinati vanno contattati subito per verificare se hanno effettuato la vaccinazione in altre sedi o se hanno già avuto il morbillo. La vaccinazione ai non vaccinati va proposta immediatamente. In corso di epidemia, è importante proporre anche la seconda dose. La vaccinazione può essere proposta anche ai soggetti con pregresso morbillo (per le altre due componenti)

  12. Vaccinare i soggetti a rischio I soggetti a rischio vanno vaccinati entro le 72 ore. Si comincia dai contatti più stretti fino ad arrivare a quelli meno a rischio La distinzione non è sempre facile, quindi meglio enersi larghi. Passate le 72 ore si continua a vaccinare.

  13. Verificare l’osservanza delle misure di profilassi I casi non vanno dimenticati: è opportuno ricordare agli interessati le misure di isolamento domiciliare per la durata del periodo di contagiosità. E’ indicata anche la sorveglianza dei contatti, specie di quelli che non si sono vaccinati: è sufficiente una telefonata per avvisare di far sapere se compaiono sintomi.

  14. Programmare le vaccinazioni opportunistiche L’insorgenza di casi di morbillo è una buona opportunità per vaccinare i soggetti non vaccinati in precedenza quindi, effettuate tutte le vaccinazioni dei contatti, si può procedere a proporre la vaccinazione anche ad altri. La presenza di morbillo può essere resa nota anche attraverso comunicati stampa o altri mezzi di informazione. In ogni caso l’effettuazione delle vaccinazioni opportunistiche non deve rallentare quelle dei contatti.

  15. Effettuare il follow up del caso Tutte le informazioni relative al caso vanno acquisite e registrate: caratteristiche cliniche conferma di laboratorio esito della malattia

  16. Informare tutti gli interessati L’esistenza del caso di morbillo, la ricerca epidemiologica, la conferma del caso, le vaccinazioni, l’esito del caso, l’esito della epidemia e tutto quanto viene effettuato, deve essere comunicato a tutti gli operatori coinvolti direttamente e anche ai non interessati. E’ fondamentale che l’informazione esca dai servizi e arrivi ai Pediatri, compresi gli ospedalieri, ai MMG e, quando opportuno, agli Amministratori

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