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linguaggio. Fino ad ora abbiamo visto gli effetti della categorizazzione su diversi processi cognitivi (memoria, percezione, attivazione) abbiamo però preso in considerazione solo un tipo di etichetta linguistica per. Esempio Black (ma non Nigger)

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Presentation Transcript


  1. linguaggio • Fino ad ora abbiamo visto gli effetti della categorizazzione su diversi processi cognitivi (memoria, percezione, attivazione) • abbiamo però preso in considerazione solo un tipo di etichetta linguistica per. Esempio Black (ma non Nigger) • non abbiamo però analizzato come differenti etichette linguistiche possano però avere degli effetti distinti sui processi prima menzionati

  2. linguaggio • Relazione tra etichette e accessibilità di esemplari in memoria • Il tipo di etichetta linguistica che utilizziamo per definire una categoria è in grado di attivare un set di esemplari differenti • Nella lingua italiana (ma anche per altre lingue) esistono forme linguistiche distinte per descrivere esemplari di sesso femminile (donne) ed esemplari di sesso maschile (uomini)

  3. linguaggio • Quando però ci si deve riferire ad una categoria generale, sovraordinata, utilizziamo spesso il termine uomo • diciamo: il destino dell’uomo, la storia dell’uomo, l’uomo preistorico, i diritti dell’uomo • Anche per le professioni spesso esistono solo etichette linguistiche che hanno un unico genere, quello maschile • diciamo: pretore (e non pretora) chirurgo (e non chirurga)

  4. linguaggio • Da un punto di vista sociologico è possibile che queste professioni siano nate come tipicamente (o esclusivamente) maschili e solo in anni successivi siano state occupate anche da donne • Non sempre però vi è stato un cambiamento nell’etichetta linguistica che potesse includere anche le donne

  5. linguaggio • Per altre professioni, tipicamente femminili, l’ingresso degli uomini ha comportato una ridefinizione dell’etichetta linguistica designante la categoria • Per esempio: hostess --> tipicamente femminile, dopo l’ingresso degli uomini -->assistenti di volo

  6. linguaggio • Gli annunci vengono spesso espressi soltanto utilizzando il maschile generico • Gli studenti universitari, i malati… • Ma è poi così vero che questo maschile generico sia effettivamente generico? Quando siamo esposti al maschile generico ne subiamo un qualche effetto? Riusciamo a rappresentarci la categoria in maniera imparziale?

  7. linguaggio • Stahlberg e collaboratori • presentarono un brano tratto da un giornale riguardante un convegno scientifico i cui i partecipanti • g1: erano ricercatori (maschile) • g2: persone coinvolte nella ricerca (neutralizzante il genere) • g3: erano ricercatori e ricercatrici (associati)

  8. linguaggio • I partecipanti dovevano stimare il numero di donne e di uomini che avevano partecipato alla conferenza • percentuale di donne • g1: maschile • g2: neutralizzante il genere • g3: associati

  9. linguaggio • I partecipanti dovevano stimare il numero di donne e di uomini che avevano partecipato alla conferenza • percentuale di donne • g1: maschile --> % più bassa • g2: neutralizzante il genere --> %intermedia • g3: associati --> % più alta

  10. linguaggio • La stima degli esemplari femminili era sistematicamente determinata dall’etichetta linguistica • E’ possibile che questo bias nella stima sia stato determinato da un bias nell’accessibilità degli esemplari? A chi pensiamo (esemplari) quando siamo esposti a queste etichette?

  11. linguaggio • Stahlberg, Sczesny, Braun (2001) • chiedono ai partecipanti (maschi e femmine) di pensare a …. • G1: hero in a novel • G2: heroic character in a novel • G3: heroine or hero in a novel • Lo stesso compito viene effettuato per musicisti, atleti attori

  12. linguaggio • Risultato • G1: hero in a novel: --> % più bassa • G2: heroic character in a novel --> % intermedia • G3: heroine or hero in a novel --> % più alta

  13. linguaggio • Stesso compito ma con stimoli diversi • G1: Politiker • G2: Politikerinnen und Politiker • G3: PolitikerInnen

  14. linguaggio • Stesso compito ma con stimoli diversi • G1: Politiker 2.37 • G2: Politikerinnen und Politiker 2.67 • G3: PolitikerInnen 4.6

  15. linguaggio • Le etichette linguistiche relative al genere hanno un impatto sulla stima della percentuale degli esemplari maschili e femminili • Le etichette linguistiche relative al genere hanno un impatto sulla accessibilità di esemplari maschili e femminili • per ridurre il bias utilizzare entrambe le etichette, forme di neutralizzazione del genere o utilizzare la lettera maiuscola per definire la categoria sovraoordinata

  16. Linguaggio ed espressione dell’identità • Analizzeremo il linguaggio all’interno del contesto inter-gruppi • Ricordandoci alcuni fenomeni ben consolidati: l’ingroup bias (o favoritismo per il proprio gruppo) • Ingroup bias = è la tendenza sistematica a valutare più positivamente il proprio gruppo o i suoi membri rispetto ad un outgroup di comparazione

  17. Linguaggio ed espressione dell’identità • Secondo la Teoria dell’Identità Sociale, gli individui si definiscono anche attraverso l’appartenenza gruppale (identità sociale), ossia attraverso i gruppi a cui si identificano • L’ autostima è tanto più elevata, tanto più il mio gruppo è valutato positivamente • Cerco/o costruisco i confronti inter-gruppo che mi permettano di valutare più positivamente il mio gruppo

  18. Linguaggio ed espressione dell’identità • Press & ingroup bias… • Una maniera per favorire sistematicamente il proprio gruppo è la manipolazione delle cause • Se un comportamento positivo è messo in atto da un membro ingroup allora la causa sarà disposizionale

  19. Linguaggio ed espressione dell’identità • Cause disposizionali  sono stabili nel tempo  non variano col variare del contesto  fondo assieme l’attore con il proprio atto  appartengono alla persona • E.g. Un membro ingroup dà dei soldi ad un mendicante prima di entrare in chiesa  ha agito così perché generoso

  20. Linguaggio ed espressione dell’identità • Se un comportamento positivo è messo in atto da un membro outgroup allora la causa sarà situazionale • Cause situazionali non sono stabili nel tempo  variano col variare del contesto  giusticano il comportamento in riferimento alla situazione  non appartengono alla persona • E.g. Un membro outgroup dà dei soldi ad un mendicante prima di entrare in chiesa  ha agito così perché c’era gente sul sagrato che lo osservava

  21. Linguaggio ed espressione dell’identità • Per i comportamenti negativi messi in atto dall’ingroup  attribuzione situazionale • Eccezionalità, dipendenza dal contesto • Per i comportamenti positivi messi in atto dall’outgroup  attribuzione disposizionale • Abitudine, dipendente dall’attore

  22. Linguaggio ed espressione dell’identità • Per esprimere il favoritismo verso l’ingroup racconto gli eventi variando le cause (disposizionale vs. situazionale) in funzione della valenza di un evento (positivo vs. negativo) e dell’appartenenza gruppale del protagonista (ingroup vs. outgroup)

  23. Linguaggio ed espressione dell’identità • Esiste però una maniera più tendenziosa, in cui il favoritismo per l’ingroup si può esprimere • Linguistic Inter-group Bias (LIB), Anne Maass

  24. Linguaggio ed espressione dell’identità • Diversi livelli di astrazione linguistica per il medesimo comportamento • A colpisce B  verbo descrittivo d’azione • A fa male a B  verbo interpretativo d’azione • A odia B  verbo di stato • A è violento  aggettivo

  25. Linguaggio ed espressione dell’identità • verbo descrittivo d’azione concreto • verbo interpretativo d’azione • verbo di stato • aggettivo astratto Astratto: risulta stabile nel tempo/contesto, informa circa le caratteristiche dell’attore, non può essere sottoposta ad una verifica diretta Concreto: è informativa della situazione, la sua corrispondenza descrittiva è facilmente controllabile

  26. Linguaggio ed espressione dell’identità • Indipendentemente dal livello di descrizione scelto, la descrizione è ‘corretta’, non si dice il falso se si sceglie un livello di astrazione differente • Ovviamente…il livello di astrazione scelta ha delle implicazioni psicologiche importanti

  27. Linguaggio ed espressione dell’identità • Maass, Corvino e Arcuri (1994) • Intorno al 1980 ci fu un incontro tra la squadra di Basket Ignis Varese e la Maccabi di Tel Aviv • Gruppi di Neofascisti esibirono striscioni con svastiche e scritte antisemite • Il tutto ripreso e mandato in onda Tv, riportato sui giornali

  28. Linguaggio ed espressione dell’identità • Lo scopo dell’esperimento era quello di verificare come l’episodio fosse riportato dalla stampa Italiana non ebrea (Giorno, Corriere della sera, La Repubblica, La Notte, La Stampa) e dalla stampa Italiana ebrea (Ha Keillah, Bollettino della Comunità Israelitica di Milano, Shalom) • Sia per quanto riguarda gli aggressori che gli aggrediti • Utilizzando il modello LIB

  29. Linguaggio ed espressione dell’identità • Aggressore Vittima • conc. astr. conc. astr. • Ebrea 75% 25% 72% 28% • Non Ebr. 96% 4% 76% 24%

  30. Linguaggio ed espressione dell’identità • Maass, Salvi, Arcuri & Semin (1989) • Partecipanti due team di calcio • Venivano presentate delle vignette dove per il 50% il protagonista era un membro dell’ingroup e il 50% il protagonista era un membro dell’outgroup • Inoltre, metà delle vignette rappresentavano comportamenti positivi e metà rappresentavano comportamenti negativi

  31. Linguaggio ed espressione dell’identità • Accanto ad ogni vignetta erano riportati i quattro livelli di astrazione linguistica come potenziali descrittori dell’evento • I partecipanti dovevano decidere quale dei descrittori fosse più appropriato per definire la vignetta

  32. Linguaggio ed espressione dell’identità comp. + comp. – Ingroup 2.69 2.51 Outgroup 2.47 2.8 Media della scelta linguistica in funzione della membership e della valenza del comportamento. Più alto è il punteggio, più astratta è la scelta del descrittore

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