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IFOA - Cosimo Scarafile

AVVIARE UN’IMPRESA FEMMINILE: I CONSIGLI PRATICI E LE TAPPE FONDAMENTALI. Dr. Cosimo Scarafile. Camera di Commercio di Rimini, 21 giugno 2007. IFOA - Cosimo Scarafile. AGENDA. NORME PER L’AVVIO DI UN’ATTIVITÀ IMPRENDITORIALE E OBBLIGHI DA ADEMPIERE

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  1. AVVIARE UN’IMPRESA FEMMINILE: I CONSIGLI PRATICI E LE TAPPE FONDAMENTALI Dr. Cosimo Scarafile Camera di Commercio di Rimini, 21 giugno 2007 IFOA - Cosimo Scarafile

  2. AGENDA • NORME PER L’AVVIO DI UN’ATTIVITÀ IMPRENDITORIALE E OBBLIGHI DA ADEMPIERE • La motivazione di base: l’idea “giusta” che spinge all’azione • I primi passi per decidere se intraprendere un progetto imprenditoriale • L’autodiagnosi “personale”: valutare le proprie competenze e capacità • Le informazioni preliminari per comprendere gli obblighi principali • COME REALIZZARE IL BUSINESS PLANNING DELLA PROPRIA ATTIVITÀ • Come effettuare la valutazione della fattibilità del progetto • Quali ostacoli bisognerà affrontare e come saranno superati • Dove trovare gli eventuali finanziamenti necessari • Quali costi si dovranno sostenere e quali ricavi si potranno realizzare • Quale veste giuridica è opportuno utilizzare • LE FORME SOCIETARIE POSSIBILI • Le forme societarie esistenti • Quale forma giuridica si adatta meglio all’idea che si intende realizzare

  3. AGENDA • ASPETTI E PROBLEMATICHE FISCALI • Quali sono gli aspetti fiscali da conoscere • A quali obblighi fiscali bisogna adempiere: tempi e modalità • IL RUOLO E IL SOSTEGNO DELLE C.C.I.A.A. E DELLE ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA ALLA FUTURA IMPRENDITRICE • Quali e quanti sostegni è possibile ricevere dalle CCIAA e dalle associazioni di categoria • In che modo questi enti possono fornire ausilio a progetto avviato • QUANDO RIVOLGERSI AD UN CONSULENTE • Quali sono le figure professionali di riferimento • Quando interpellare un consulente per avere un ausilio • Di quali figure è opportuno o necessario non fare a meno • CONCLUSIONI E DOMANDE • Chiarimenti, dubbi, curiosità e riflessioni

  4. IMPRENDITRICE:CHI HA UNA VISIONE CHE RIESCE A TRASFORMARE IN REALTÀ

  5. L’avvio dell’attività ATTIVITÀ IMPRENDITORIALE: 1) UN SOGNO CHE MIRA A VALORIZZARE PER LE PROPRIE ATTITUDINI: 2) UNA SCELTA DI "LAVORARE IN PROPRIO", PIUTTOSTO CHE DA DIPENDENTI, E CREARSI UNO SPAZIO NEL MONDO DEL LAVORO. 3) UN'ALTERNATIVA ALLA DISOCCUPAZIONE. COME SI FA AD AVVIARE UN'IMPRESA? QUALI REQUISITI OCCORRONO? QUALI VARIABILI BISOGNA CONSIDERARE? QUALI E QUANTI SONO GLI ADEMPIMENTI AMMINISTRATIVI E FISCALI RICHIESTI?

  6. L’avvio dell’attività MOMENTO CRITICO: INDIVIDUAZIONE DI UN’IDEA CHE DIVENTERÀ BUSINESS. L’IMPRENDITORIALITÀ È UNA CAPACITÀ UMANA UNIVERSALE; IMPRENDITRICE - DATE ALCUNE CONDIZIONI DI SCENARIO - PUÒ DIVENTARLO CHIUNQUE. LE VIE DELL’IMPRENDITORIALITÀ: - DREAMWAY - ONEWAY - BESTWAY

  7. L’avvio dell’attività • LE TAPPE DA AFFRONTARE: • CREATIVITÀ - COERENZA - FATTIBILITÀ • LE TRE DIMENSIONI FONDAMENTALI: • COMPETENZE - CAPACITÀ - ATTEGGIAMENTI • tecniche razionali verso la realtà gestionali manageriali verso se stessi commerciali relazionali verso gli altri

  8. BACKGROUND PERSONALE DELL’IMPRENDITRICE • Contesto familiare • Contesto socio-culturale • Esperienze professionali passate • PROFILO PROFESSIONALE DELL’IMPRENDITRICE • Attitudini e comportamenti • Conoscenze e competenze • Motivazione • VARIABILI AMBIENTALI RILEVANTI • Realtà economica • Situazione politica • Contesto sociale • Risvolti giuridici AVVIO DI UNA NUOVA IMPRESA L’avvio dell’attività

  9. L’avvio dell’attività CAMBIAMENTO, TRASFORMAZIONE, INNOVAZIONE. ALTERNANZA DI EPOCHE IN CUI NON ACCADE NULLA DI NUOVO E PERIODI DI RAPIDA TRASFORMAZIONE. CERTEZZE E CONVINZIONI VENGONO MESSE A DURA PROVA. OGGI, VIVIAMO UN PERIODO CARATTERIZZATO DA CAMBIAMENTI SEMPRE PIÙ INCALZANTI E REPENTINI.

  10. L’avvio dell’attività UNA DOTE FONDAMENTALE: CAPACITÀ DI COMPRENDERE GLI EFFETTI DEI CAMBIAMENTI. L’ARMA MIGLIOREDI CUI DISPONIAMO: LA CONOSCENZA (SOPRATTUTTO DI “SE STESSI”). BISOGNA SAPER OSSERVARE QUELLO CHE SUCCEDE INTORNO A NOI, CON L'INTENZIONE DI CAPIRE "IL PERCHÉ".

  11. L’avvio dell’attività EVOLUZIONE DEL CONCETTO DI BISOGNO: NELL’ERA DEL MARKETING DEL VALORE, L’OFFERTA CREA LA DOMANDA. DALL’EPOCA DEL FERRO ALL’EPOCA DEL BIT: - CAMBIAMENTO, SCOMPARSA E NASCITA DI MESTIERI. - TUTTI I MESTIERI SI ARRICCHISCONO DI CONTENUTI IMMATERIALI. - OCCORRONO NUOVE ABILITÀ PROFESSIONALI.

  12. L’avvio dell’attività ANALISI DEL RAPPORTO IDEA-PERSONA • AUTOANALISI PER SVILUPPARE LA CONSAPEVOLEZZA DEL RAPPORTO CHE ESISTE TRA SE STESSA E L’IDEA IMPRENDITORIALE; • MASSIMIZZARE LA COERENZA TRA LE PARTI. • LE DOMANDE: • Come è nata l’idea ? • È qualcosa che parte da me ? • È qualcosa che ho visto fare in altri contesti ? • È una suggestione che proviene dall’ambiente familiare ?

  13. L’avvio dell’attività ANALISI DEL RAPPORTO IDEA-PERSONA • In cosa consiste precisamente l’idea imprenditoriale ? • A chi mi rivolgo ? • Chi saranno i miei clienti ? • Ci sono concorrenti che fanno le stesse cose o cose simili ? • In che modo mi organizzerò? • È un’idea davvero realizzabile ? • Quali sono le competenze tecniche e gestionali necessarie ? • Quali condizioni dovrebbero verificarsi affinché la mia idea diventi concretamente realizzabile ?

  14. L’avvio dell’attività ANALISI DEL RAPPORTO IDEA-PERSONA • LE DOMANDE SU DI SÉ (AUTOANALISI PERSONALE): • Cosa mi spinge a mettermi in proprio e avviare un’impresa? • Perché voglio realizzare questa idea? • È l’idea in sé che mi attira o potrei realizzare altre idee? Quali? • Quali sono le mie esperienze/competenze tecniche che potrei utilizzare per la realizzazione dell’idea? • Quali sono le mie esperienze/competenze gestionali? • Ho una rete di relazioni, conoscenze personali che mi può aiutare? • Quali sono le risorse personali su cui posso contare (creatività, ottimismo, perseveranza)? • Quali sono le risorse economiche e finanziarie che posso investire nell’iniziativa? • Sono disponibile al cambiamento di vita che inevitabilmente comporterà il “mettermi in proprio” ?

  15. L’avvio dell’attività APPLICAZIONI PRATICHE

  16. L’avvio dell’attività • ELEMENTI DI VERIFICA: RICERCA DI MERCATO • MACRO-AMBIENTE • CLIENTI • CONCORRENTI • ULTERIORI ELEMENTI DI VERIFICA • PREZZI • UBICAZIONE • COSTI • “NON ECCEDERE NEI DETTAGLI”

  17. L’avvio dell’attività: obblighi principali ADEMPIMENTI PRINCIPALI DA ASSOLVERE: - LA RICHIESTA DI ATTRIBUZIONE DEL NUMERO DI PARTITA IVA. - LA SCELTA DEL REGIME CONTABILE. ADEMPIMENTI DI NATURA AMMINISTRATIVA: ENTRO 30 GIORNI DALL'INIZIO DELL'ATTIVITÀ QUASI TUTTE LE IMPRESE (SIA INDIVIDUALI CHE SOCIETARIE) HANNO L'OBBLIGO DI ISCRIVERSI NEL REGISTRO DELLE IMPRESE E NEL REPERTORIO ECONOMICO AMMINISTRATIVO (REA), REGISTRI TENUTI PRESSO LE C.C.I.A.A.

  18. CHE COSA È UN BUSINESS PLAN? Strumento di analisi e pianificazione dell’attività • Per chiarirsi le idee su tutti i vari aspetti dell’avvio di una nuova impresa. • Per presentare l’idea a potenziali soci, finanziatori, clienti e banche. • Per negoziare condizioni favorevoli per lo svolgimento dell’attività. Strumento di comunicazione con i propri interlocutori • Per presentare domande di finanziamento agevolato. • Per usufruire delle disposizioni legislative a favore della creazione d’impresa. Strumento di accesso alle forme di finanziamento • Per fare riferimento, nella prima fase di avvio dell’impresa, a una guida impostata in prima persona in base a precise scelte. • Per avere una guida anche nella gestione corrente degli anni successivi, tramite l’aggiornamento di anno in anno del business plan. Strumento di avvio e di gestione della propria impresa

  19. INDICE DEL BUSINESS PLAN Premessa Sommario esecutivo Capitolo 1. - L’idea imprenditoriale 1.1 - Descrizione dell’idea 1.2 - Genesi dell’idea 1.3 - Promotori dell’iniziativa 1.4 - Obiettivi previsti Capitolo 6. - Strategie di mercato e marketing mix 6.1 - Obiettivi e strategie 6.2 - Il prodotto/servizio: caratteristiche 6.3 - Il prezzo 6.4 - Il sistema distributivo del prodotto 6.5 - Piano di comunicazione Capitolo 2. - La localizzazione 2.1 - Localizzazione dell’impresa e motivazione della scelta 2.2 - Situazione economica del territorio Capitolo 7. - Piano operativo e organizzazione 7.1 - Programma di realizzazione 7.2 - Organizzazione: chi fa che cosa 7.3 - Aspetti di qualità totale Capitolo 3. - Il settore 3.1 - Caratteristiche del settore 3.2 - Grado di attrattività del settore 3.3.- Fattori critici di successo Capitolo 8. - La struttura giuridica 8.1 - La forma giuridica 8.2 - Aspetti e iter burocratici Capitolo 4. - Il mercato 4.1 - Situazione della domanda 4.2 - Le motivazioni d’acquisto 4.3.- Caratteristiche dei potenziali clienti Capitolo 9. - Piano economico-finanziario 9.1 - Piano degli investimenti 9.2 - Budget economico 9.3 - Budget patrimoniale 9.4 - I flussi di cassa Capitolo 5. - La concorrenza 5.1 - Concorrenza diretta e indiretta 5.2 - Punti di forza e di debolezza della concorrenza 5.3 - Il marketing mix della concorrenza

  20. Il business planning della propria attività ANALISI DEGLI ASPETTI CHIAVE PER VALUTARE LA REALIZZAZIONE DEL PIANO SOTTO IL PROFILO ECONOMICO, COMMERCIALE E FINANZIARIO. • FATTORI CRITICI DI SUCCESSO • RISORSE NECESSARIE (UMANE, FINANZIARIE, TECNOLOGICHE) • TEMPI DI REALIZZAZIONE • RISULTATI DA RAGGIUNGERE (ECONOMICO-FINANZIARI, DI MERCATO, ECC…)

  21. PARTE ANALISI DEL MERCATO PARTE TECNICO- OPERATIVA PARTE QUANTITATIVA MONETARIA PARTE INTRODUTTIVA Descrizione dell’idea imprenditoriale Analisi di fattibilità dell’idea imprenditoriale Analisi della organizzazione dell’attività Previsione economico-finanziaria dell’idea imprenditoriale • Attività organizzativa • Logistica • Localizzazione • Procedure burocratico-amministrative • Forme giuridiche • Macroambiente • Mercato • Settore • Concorrenza • Cliente • Prodotti • Punti di forza • Attitudini • Aspirazioni • Creatività • Esperienze lavorative • Motivazioni • Studi effettuati • Contabilità • Bilancio • Preventivo economico- finanziario Il business planning della propria attività LA STRUTTURA

  22. Il business planning della propria attività REQUISITI FONDAMENTALI • COMPRENSIBILITÀ • SINTETICITÀ • CREDIBILITÀ • DEFINIZIONE DEGLI SCOPI • IDENTIFICAZIONE DELLE INCERTEZZE • DINAMICITÀ • FLESSIBILITÀ

  23. MERCATO CONCORRENTI ISTITUZIONI FORNITORI BARRIERE MINACCE OPPORTUNITÀ PUNTI DI FORZA PTI DI DEBOLEZZA MERCATO RISORSE PERSONA IDEA Il business planning della propria attività LE FORZE IN CAMPO E “LA PARTITA”

  24. Il business planning della propria attività GLI ERRORI PIÙ COMUNI DA EVITARE INNAMORARSI DELL’IDEA E LASCIARSI PRENDERE DALL’ENTUSIASMO SENZA VALUTARNE LA CONVENIENZA, I RISCHI E LE VARIE PROBLEMATICHE.

  25. Il business planning della propria attività GLI ERRORI PIÙ COMUNI DA EVITARE CONSIDERARE IL BUSINESS PLAN COME UN PURO OBBLIGO FORMALE O UN SUPERFLUO ADEMPIMENTO.

  26. Il business planning della propria attività GLI ERRORI PIÙ COMUNI DA EVITARE RITENERE CHE IL BUSINESS PLAN NON SIA NECESSARIO PER REALTÀ AZIENDALI DI PICCOLE DIMENSIONI.

  27. Il business planning della propria attività GLI ERRORI PIÙ COMUNI DA EVITARE FERMARSI DI FRONTE ALLE PRIME INEVITABILI DIFFICOLTÀ.

  28. Il business planning della propria attività GLI ERRORI PIÙ COMUNI DA EVITARE RITENERE DI AVERE TUTTE LE CONOSCENZE SULLE FONTI DI INFORMAZIONI DEI DATI NECESSARI.

  29. 3. CLIENTI / FORNITORI 2. POTENZIALI FINANZIATORI IMPRENDITORE Il business planning della propria attività A CHI SERVE IL BUSINESS PLAN: I DESTINATARI E GLI UTILIZZI

  30. ALL’IMPRENDITORE È UTILE PER: Il business planning della propria attività A CHI SERVE IL BUSINESS PLAN: I DESTINATARI E GLI UTILIZZI • COLLABORATORI, SOCIchiarisce obiettivi, ruoli, comportamenti e responsabilità di ognuno nel progetto. Soprattutto se la nuova impresa è fatta da più persone, ognuno è più motivato e consapevole degli obiettivi da raggiungere e del proprio ruolo. • PER L’IMPRENDITORE STESSOdiventa uno strumento che consente decisioni basate su una visione realistica dei fatti e non sull’onda di impulsi.

  31. 2. AI POTENZIALI FINANZIATORI È UTILE PER: Il business planning della propria attività A CHI SERVE IL BUSINESS PLAN: I DESTINATARI E GLI UTILIZZI • RICHIEDERE FINANZIAMENTI PER IL PROGETTO Le banche valutano il progetto da finanziare sulla base del business plan. Tale documento è richiesto obbligatoriamente nel caso di ammissione a contributi pubblici o a varie agevolazioni di legge. • RICERCARE LA COLLABORAZIONE DI PARTNER IN TERMINI DI COMPETENZE E RISORSE, NON SOLO FINANZIARIE Il business plan evidenzia i vantaggi del progetto e la convenienza dello stesso.

  32. 3. AI CLIENTI / FORNITORI È UTILE PER: Il business planning della propria attività A CHI SERVE IL BUSINESS PLAN: I DESTINATARI E GLI UTILIZZI • FACILITARE I RAPPORTI COMMERCIALI Nel caso di inizio di una nuova attività il business plan rappresenta un “biglietto da visita”, in quanto, evidenziando le potenzialità del progetto, fornisce credibilità all’impresa e potere contrattuale.

  33. 4. PUNTI DI FORZA E DI DEBOLEZZA 1. ANALISI DELLA DOMANDA Segmentazione 6. STRATEGIA 3. OPPORTUNITÀ E MINACCE 5. OBIETTIVI 2. ANALISI DELL’OFFERTA Concorrenza Posizionamento 7. MARKETING MIX Prodotto Prezzo Comunicazione Vendita 8. CONTROLLO Il business planning della propria attività LE FASI DELLA PIANIFICAZIONE DEL MARKETING

  34. Il business planning della propria attività ANALISI FINANZIARIA • PIANO DEGLI INVESTIMENTI NECESSARI • DETTAGLIO DELLE FONTI DI COPERTURA • PREVISIONI DI VENDITA • STATO PATRIMONIALE E CONTO ECONOMICO PREVISIONALE • ANALISI DEL CASH FLOW • ANALISI DEL BREAK-EVEN • ANALISI DEI PRINCIPALI INDICI DI BILANCIO

  35. Il business planning della propria attività IL PIANO DEGLI INVESTIMENTI NECESSARI TALI IMMOBILIZZAZIONI SI POSSONO CLASSIFICARE COME SEGUE: • IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI – IMMOBILI, IMPIANTI, MACCHINARI ED ATTREZZATURE, ARREDI PER UFFICIO, AUTOMEZZI, COMPUTER, ETC.; • IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI – BREVETTI E LICENZE, MARCHI REGISTRATI, SPESE DI COSTITUZIONE, ETC.; • IMMOBILIZZAZIONI FINANZIARIE – CAUZIONI PER L’AFFITTO DEGLI IMMOBILI, CAUZIONI PER L’ALLACCIAMENTO DI UTENZE, ETC.

  36. Il business planning della propria attività DOVE TROVARE I FINANZIAMENTI FONTI INTERNE • IL CAPITALE PERSONALE DELL’IMPRENDITORE • PRESTITI PROVENIENTI DA FONTI PRIVATE • UTILI NON DISTRIBUITI FONTI ESTERNE • PRESTITI BANCARI O SOCIETÀ DI CREDITO • PRESTITI CONCESSI DAI FORNITORI MEDIANTE DILAZIONI DI PAGAMENTI • FINANZIAMENTI A FONDO PERDUTO O PRESTITI AGEVOLATI FINANZIATI ATTRAVERSO LEGGI EUROPEE, NAZIONALI O REGIONALI • SOCIETÀ DI VENTURE CAPITAL

  37. Il business planning della propria attività VALUTAZIONE CONVENIENZA ECONOMICA • ACCURATEZZA = CREDIBILITA’ DEL PIANO D’IMPRESA • CONNESSIONI TRA “COSTI - VOLUMI - PREZZI” • ANALISI APPROFONDITA DELLA STRUTTURA DEI COSTI

  38. AREA DI PROFITTO RICAVI TOTALI 1400 1200 1000 800 600 400 200 PUNTO DI PAREGGIO(BEP) COSTI TOTALI COSTI TOTALI E RICAVI AREA DI PERDITA COSTI FISSI 200 400 600 800 1000 1200 1400 1600 VOLUMI Il business planning della propria attività COME PROGRAMMARE IL FATTURATO MINIMO: PUNTO DI PAREGGIO

  39. Il business planning della propria attività COME PROGRAMMARE IL FATTURATO MINIMO: PUNTO DI PAREGGIO PUNTO DI PAREGGIO TRA COSTI TOTALI E RICAVI TOTALI Q BEP = Cf / (Pu - Cvu) PIÙ È ALTO IL PUNTO DI PAREGGIO, PIÙ AUMENTANO I RISCHI DI PERDITA. L’IMPRENDITORE DEVE ESSERE IN GRADO DI STIMARE IL PROFITTO CHE POTRÀ ESSERE RAGGIUNTO A UN PARTICOLARE LIVELLO DI ATTIVITÀ.

  40. Il business planning della propria attività COME IDENTIFICARE I PRODOTTI/SERVIZI PIÙ REDDITIZI: IL MdC SE NON ESISTE ALCUN VINCOLO DI MERCATO E SI PUÒ SCEGLIERE SENZA LIMITAZIONI IL PRODOTTO PIÙ CONVENIENTE, ALLORA IL PRODOTTO PIÙ PROFITTEVOLE È QUELLO CHE HA IL MARGINE DI CONTRIBUZIONE (IN VALORE ASSOLUTO) PIÙ ELEVATO.

  41. Il business planning della propria attività BILANCIO PREVISIONALE EQUILIBRIO ALL’INTERNO DELL’AZIENDA, NEI SUOI TRE ASPETTI: - EQUILIBRIO ECONOMICO: RICAVI > COSTI - EQUILIBRIO FINANZIARIO: ENTRATE > USCITE - EQUILIBRIO PATRIMONIALE: COORDINAMENTO TRA FONTI E IMPIEGHI DI CAPITALE.

  42. Il business planning della propria attività BILANCIO PREVISIONALE DOCUMENTI CHE COMPONGONO IL BILANCIO PREVISIONALE: 1) LO STATO PATRIMONIALE 2) IL CONTO ECONOMICO 1) INDICA LA PROVENIENZA (FONTI) DELLE RISORSE FINANZIARIE UTILIZZATE E LA LORO MODALITÀ DI IMPIEGO (IMPIEGHI O INVESTIMENTI) 2) MISURA L’AUMENTO (O LA DIMINUZIONE) DEL PATRIMONIO AZIENDALE DATO DAI RISULTATI DELLA GESTIONE (“UTILE” NEL PRIMO CASO E “PERDITA” NEL SECONDO).

  43. IMPRESA DA SOLO/A CON FAMILIARI CON UNO O PIÙ SOCI Impresa Individuale Società collettiva Impresa familiare Impresa coniugale LE FORME GIURIDICHE

  44. SOCIETÀ SOCIETÀ DI CAPITALI SOCIETÀ DI PERSONE Responsabilità illimitata dei soci Responsabilità limitata dei soci Società per azioni Società a responsabilità limitata Società in accomandita per azioni Società semplice Società in nome collettivo Società in accomandita semplice LE FORME SOCIETARIE

  45. LE FORME SOCIETARIE TABELLA - FORME GIURIDICHE DELLE PICCOLE IMPRESE

  46. REGIMI CONTABILI • LA SCELTA DEL REGIME CONTABILE CONDIZIONERÀ GLI OBBLIGHI NEI CONFRONTI DEL FISCO; TALE SCELTA DIPENDE DA MOLTEPLICI FATTORI, TRA CUI: • VOLUME D'AFFARI PRESUNTO • FORMA GIURIDICA ADOTTATA • DIMENSIONI AZIENDALI • POSSIBILITÀ DI USUFRUIRE DI SEMPLIFICAZIONI, SIA PER LA TENUTA DEI REGISTRI CONTABILI CHE PER IL CALCOLO DELLE IMPOSTE.

  47. REGIMI CONTABILI I REGIMI CONTABILI

  48. REGIMI CONTABILI • REGIME ORDINARIO Si tratta di un regime sempre obbligatorio per le società di capitali. Per le società di persone e le ditte individuali, la tenuta della contabilità ordinaria è obbligatoria solo se nel periodo di imposta precedente sono stati conseguiti ricavi superiori ai seguenti importi: • 309.874,14 euro, nel caso di attività di prestazione di servizi; • 516.456,90 euro, negli altri casi. Al di sotto di tali limiti il regime ordinario è facoltativo.

  49. REGIMI CONTABILI • REGIME SEMPLIFICATO La contabilità semplificata si applica, indipendentemente dall'attività svolta, alle imprese individuali e alle società di persone che, nell'anno precedente a quello in corso, e relativamente a tutte le attività esercitate, abbiano conseguito ricavi non superiori ai seguenti limiti: • 309.874,14 euro, nel caso di attività di prestazione di servizi; • 516.456,90 euro, negli altri casi.

  50. REGIMI CONTABILI REGIME SUPER-SEMPLIFICATO È il regime contabile previsto per i contribuenti cosiddetti "minori", vale a dire le sole ditte individuali esercenti attività d'impresa che nell'anno solare precedente hanno rispettato tutti i seguenti requisiti: - volume d'affari non superiore a 15.493,71 euro per le attività di prestazioni di servizi e a 25.822,85 euro negli altri casi; nell'ipotesi di contemporaneo esercizio di attività di cessione di beni e di prestazioni di servizi occorre far riferimento all'attività prevalente; - acquisti (al netto di Iva) non superiori a 18.075,99 euro in caso di cessione di beni ovvero a 10.329,14 euro negli altri casi; - costo complessivo dei beni strumentali utilizzati (anche in leasing), al netto degli ammortamenti, non superiore a 25.822,85 euro; - compensi corrisposti a dipendenti o collaboratori stabili (esclusi gli occasionali) per importi complessivi non superiori al 70% del volume d'affari di cui sopra (si tiene conto anche dei contributi previdenziali ed assistenziali).

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