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Giovanni Borgarello, Assessore politiche sociali Torre Pellice - UNCEM

Torre Pellice, 6 ottobre 2007 FARE SALUTE IN MONTAGNA: verso la costruzione dei Distretti e dei Piani di Salute Un punto di vista territoriale. Valori e proposte. Giovanni Borgarello, Assessore politiche sociali Torre Pellice - UNCEM. I PROBLEMI DA CUI PARTIAMO.

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Giovanni Borgarello, Assessore politiche sociali Torre Pellice - UNCEM

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  1. Torre Pellice, 6 ottobre 2007FARE SALUTE IN MONTAGNA:verso la costruzione dei Distretti e dei Piani di SaluteUn punto di vista territoriale.Valori e proposte Giovanni Borgarello, Assessore politiche sociali Torre Pellice - UNCEM

  2. I PROBLEMI DA CUI PARTIAMO • un lungo periodo in cui vi è stato un ruolo marginale delle amministrazioni locali nei processi decisionali relativi alla sanità • una progressiva marginalizzazione dei territori montani a seguito dei processi di accentramento che caratterizzano molti settori (accorpamento ASL, i diversi ATO relativi ad acqua, rifiuti, i sistemi formativi ed educativi, ecc. …) • la mancanza di strumenti scientificamente validati per l’individuazione delle strategie e delle priorità • la mancanza di integrazione, tranne pochi esempi, tra attività sanitaria e sociale

  3. sentimenti di sfiducia da parte sia degli operatori che dei cittadini [per la perdita di servizi o della loro qualità; per la difficoltà a fare partecipazione su vari aspetti della vita e dello sviluppo territoriale] • si assiste all’affermarsi di un “consumismo sanitario”, con il conseguente aumento della richieste di prestazioni analitiche, strumentali e di visite mediche

  4. OPPORTUNITA’ OFFERTE dal PSSR Ruolo attivo del territorio Profili e piani di salute Distretti della salute Integrazione di sociale e sanitario Centralità della prevenzione

  5. I PIANI e PROFILI di SALUTE “il PePS è lo strumento con cui la comunità locale, a livello distrettuale, definisce il proprio profilo di salute, individua gli obiettivi di salute e produce linee di indirizzo volte ad orientare le politiche del territorio.”

  6. Il profilo di salute è: …. “una descrizione quantitativa e, soprattutto, qualitativa dello stato di salute del territorio considerato e dei suoi fattori di criticità, direttamente connessa alle funzioni di informazione e comunicazione del rischio, di selezione partecipata delle priorità e di valutazione di impatto degli interventi attuati”

  7. UN’IDEA di SALUTE Prodotto di molte politiche di molti fattori di molti soggetti

  8. Potere, leggi, proprietà, genere, accesso al credito, trasporti ecc. condizioni socio-economiche, culturali e ambientali generali condizioni di vita e di lavoro ambiente di lavoro disoccupazione reti sociali e comunitarie agricoltura ed alimentazione acqua e rifiuti stili di vita individuali servizi sociali età, sesso e fattori costituzionali servizi sanitari istruzione abitazione I determinanti della salute

  9. tutti gli specialisti in campo epidemiologico hanno verificato ormai da decenni che i rischi per la salute sono di tipo comportamentale, ad es. • NON FUMARE • NON BERE ALCOLICI • ADOTTARE UNA DIETA EQUILIBRATA • SVOLGERE ATTIVITÀ FISICA COSTANTE e se a ciò aggiungiamo • LA PREVENZIONE DEI RISCHI LAVORATIVI ED AMBIENTALI il quadro di intervento appare completo.

  10. SALUTE = apprendere Promuovere salute = educare alla salute x partecipazione x politiche pubbliche favorevoli alla salute

  11. Si tratta di passare dalla gestione della malattia alla promozione della salute

  12. UN’IDEA di TERRITORIO e di MONTAGNA Territori attivi capaci di progettualità … La Montagna offre servizi essenziali alla pianura e alla città E’ necessario allora sostenere gli abitanti della montagna, garantendo i servizi che consentono loro di restare ed abitare in montagna

  13. PERCHE’ I SERVIZI SONO IMPORTANTI PER LA MONTAGNA ? sostengono gli “abitanti” e le organizzazioni nell’ABITARE e LAVORARE producono COESIONE e FIDUCIA, LEGAMI SOCIALI Producono SAPERI attivano essi stessi ECONOMIA e OCCUPAZIONE rendono fruibili risorse altrimenti non utilizzabili sono contesto e strumento di GOVERNANCE

  14. Vanno riconosciuti i sovraccosti dei servizi quando questi sono fatti in montagna

  15. SOVRACOSTI dei servizi in montagna La Norvegia ha fatto alcune comparazioni di costo tra zone di montagna e zone metropolitane e livello nazionale • Healt Services - Sovracosto + 60,78 % • Servizi per gli anziani - Sovracosto + 27,41 % • Servizi culturali - Sovracosto + 34,43 % (ricerca Euromuontains: «Messa in rete delle regioni europee di montagna per la promozione di uno sviluppo territoriale durevole »

  16. Ricerca europea denominata “La montagna: metodi e criteri di misura degli svantaggi relativi” Alcuni risultati: • Distribuzione del gas: la conformazione del territorio montano incide molto sulla produttività della distribuzione del gas (la produttività in città è di 6,7 a 1 rispetto la montagna) • Raccolta rifiuti: a causa dell’altitudine e della dispersione della popolazione da servire il costo del servizio raccolta di rifiuti in area montana è pari a 2,4 volte a quello che si svolge in pianura. • Depurazione acque: i costi medi in montagna sono 2,45 volte più elevati rispetto alla pianura. • Trasporti: i trasporti pubblici segnalano una diminuzione di produttività dell’8,6 % in montagna.

  17. UN’IDEA di PARTECIPAZIONE La partecipazione fa bene alla salute La partecipazione si realizza se si creano le condizioni per poter conoscere e comprendere/apprendere attraverso dati elaborati e ipotesi esplicitate. Si tratta di creare le condizioni perché chi partecipa possa entrare in contatto con elementi che permettano di: - ampliare lo sguardo che abitualmente ha rispetto varie questioni; - de-centrarsi dai propri interessi particolari; - riconoscere delle opzioni di fondo da confrontare con le proprie.

  18. Partecipare permette di scoprire modi nuovi di considerare i problemi e di interagire con gli altri cittadini, con gruppi, con gli stessi amministratori, con professionisti esperti e da qui si scopre anche la necessità di connessioni, perché i problemi e la realtà per essere compresi vanno visti nelle inter-relazioni

  19. UN’IDEA di DISTRETTO luogo elettivo per la promozione della salute e per l’integrazione tra i servizi… … luogo di riferimento sanitario e socio sanitario per l’incontro tra istanze espresse dalla comunità e l’insieme delle risposte disponibili da parte del Servizio sanitario nazionale … …. al centro va posta la globalità della presa in carico dei destinatari, delle persone

  20. UN’IDEA di INTEGRAZIONE Non di facciata ma …. …. sostanziale … !!!

  21. “PERCORRERE LE STRADE DELLA INTEGRAZIONE SOCIO-SANITARIA” IDEA FORTE P.S.N. “CONDIZIONE ESSENZIALE PER MIGLIORARE LA EFFICACIA DEGLI INTERVENTI, INCIDENDO SULLA CONTINUITA’ ASSISTENZIALE; VALORE AGGIUNTO DELLA INTEGRAZIONE INVERTENDO I RAPPORTI FRA OSPEDALE E TERRITORIO, FRA CURE RESIDENZIALI E DOMICILIARI, FRA MEDICINA GENERALE E SPECIALISTICA” LE PREMESSE DEL PROCESSO DI INTEGRAZIONE LA PROGRAMMAZIONE ZONALE “PRIORITA’ STRATEGICA” NEI P.S.R. RISORSE VINCOLATE NELLE “AREE AD ELEVATA INTEGRAZIONE SANITARIA” LE TRE DIMENSIONI DELLA INTEGRAZIONE ISTITUZIONALE GESTIONALE PROFESSIONALE ILDISTRETTO IL LUOGO ORGANIZZATIVO “LA STRUTTURA OPERATIVA CHE MEGLIO CONSENTE DI GOVERNARE I PROCESSI INTEGRATI FRA ISTITU-ZIONI GESTENDO UNITARIAMENTE DIVERSE FONTI DI RISORSE” “LA STRUTTURA OPERATIVA CHE GARANTISCE LA INTEGRAZIONALE GESTIONALE” Elettivamente destinato alla integrazione Fosco Foglietta

  22. LE PROPOSTE I. La costruzione partecipata del Piano di Salute II. Percorsi territoriali di promozione della salute: a) prevenzione dell’abitudine al fumo b) Prevenzione Obesità c) Prevenzione dei rischi lavorativi e ambientali III. Una sperimentazione ampia ed approfondita dell'Assistenza Domiciliare sociale e sanitaria in area di montagna

  23. IV. Una sperimentazione sulla valutazione V. Sperimentare i gruppi di cura primaria

  24. I. La costruzione partecipata del Piano di Salute “ … Il Comitato dei Sindaci di Distretto per esplicare le sue funzioni di elaborazione, proposizione, consultazione e valutazione ed in ottemperanza al principio di sussidiarietà di cui all’art. 118 - Titolo V della Costituzione, attiva percorsi di lavoro territoriale coinvolgendo, oltrechè tecnici ed operatori dell’ASL e degli Enti locali, i soggetti operanti sul territorio: le associazioni di volontariato, i soggetti del terzo settore, le organizzazioni sindacali e di rappresentanza, le imprese, gli operatori della salute, i cittadini “competenti”, le istituzioni scolastiche …”. Regolamento dei Distretti dell'ASL 10, art. 5

  25. PER FARE PARTECIPAZIONE CI VUOLE ORGANIZZAZIONE dialogo tra livello politico/amministrativo TAVOLOTAVOLO e POLITICOTECNICO livello tecnico momenti di confronto e FORUM di partecipazione ampi Percorsi di approfondimento GRUPPI di LAVORO e progettuali o TAVOLI TEMATICI

  26. FASI di costruzione dei I PIANI e PROFILI di SALUTE

  27. III. Una sperimentazione dell'Assistenza Domiciliare sociale e sanitaria in montagna progettare una sperimentazione che veda un’altra integrazione tra il comparto sociale e sanitario, nonché tra Ospedale e territorio … Magari utilizzando tra la Comunità Montana e il Distretto, la stessa sede operativa … Ciò garantirebbe una forte integrazione progettuale e organizzativa con il raggiungimento di risultati assai positivi. UN ACCORDO di PROGRAMMA tra l’ASL e la Comunità Montana per stabilire i Livelli Essenziali di Assistenza nell’area dell’integrazione socio-sanitaria per l’alternativa al ricovero non necessario, con riferimento: • all’articolazione delle cure domiciliari nella fase di lungo assistenza; • all’articolazione dell’assistenza territoriale, semi residenziale e residenziale a favore di anziani non autosufficienti; • all’articolazione dei servizi e degli interventi socio sanitari per le persone con disabilità.

  28. IV. Una sperimentazione sulla valutazione La valutazione è un elemento essenziale in tutti i processi di produzione di servizi. E lo è per diverse ragioni: • in situazioni di lavoro in cui operano una molteplicità di soggetti è necessario valutare per poter modulare percorsi di lavoro, capire cosa non va e poter così portare correttivi; • modalità di valutazione condivise rappresentano uno dei più potenti mezzi per realizzare l'integrazione socio-sanitaria • valutare per rendere disponibili dati significativi per consentire la partecipazione dei cittadini • valutare infine per consentire ai decisori di ogni ordine e livello di prendere decisioni e allocare risorse

  29. V. Sperimentare i gruppi di cura primaria Il GCP deve configurarsi come punto di riferimento per i cittadini, dove essi possono rivolgersi nel caso sorga un problema sanitario o sociale e trovare una risposta (in loco o in altri “nodi” del sistema dei servizi) Caratteristiche: • presenza pluriprofessionale (Nucleo base: MMG/PLS, infermieri ASL, personale amministrativo, operatori sociali; nucleo eventuale: specialisti dipendenti o convenzionati, non in attività libero professionale, operatori della prevenzione, altro; associazioni di volontariato,…) • condivisione delle impostazioni di lavoro, con caratteristiche che devono essere adattabili alle specificità dei territori dove operano.

  30. I MMG che partecipano ai GCP devono costituirsi come medicina di gruppo • La sede del gruppo dovrà essere considerata come punto delle rete informatica aziendale

  31. … e ancora, altre proposte … PERCORSI di LAVORO TERRITORIALE SU: VI. La prossimità e/o l'accessibilità dei servizi VII. Una continuità di cura efficace VIII. Maggiore attenzione alla salute mentale. IX. Una comunicazione efficace.

  32. VI. La prossimità e/o l'accessibilità dei servizi Il tema dell'accessibilità include diversi tipi di aspetti: • un sistema di trasporti locale che consenta di il collegamento con i servizi senza troppi passaggi, cambi e tempi di percorrenza • la semplificazione delle procedure relativamente a prenotazioni, ritiro esami, invio di documenti sanitari, ecc. • servizi di medicina di base e di diagnostica più articolati ed integrati [gruppi di cura primaria] • una comunicazione puntuale e "amichevole" attivare gruppi di lavoro nell'ambito della definizione dei PePS, che coinvolgano anche soggetti come i titolari di linee di autobus ed i rappresentanti delle ferrovie.

  33. VII. Una continuità di cura efficace …. ….dall'ospedale alla casa e alla famiglia, con l'attivazione degli interventi e delle diverse strutture intermedie necessari, nonché le integrazioni e comunicazioni tra gli operatori dei diversi nodi della "filiera di cura"

  34. VIII. Maggiore attenzione alla salute mentale. innanzitutto pensare la salute mentale non solo come qualcosa che riguarda alcune persone che vivono gravi disagi psichici, ma come qualcosa che riguarda la qualità dei climi e delle reti di relazioni territoriali. …molte cose che possono essere sperimentate per migliorare il modo di affrontare la salute mentale: dalla presenza di persone che possono aiutare i famigliari in occasione di un primo ricovero in reparto psichiatrico, alla predisposizioni di luoghi per il tempo libero, ecc. …

  35. FARE SALUTE ….UN’OCCASIONE di SPERANZA …. L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n'è uno, è quello che è già qui, l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio …. [I. Calvino, Le città invisibili]

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