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Didattica conversazionale strategie utili per la comprensione a scuola

Didattica conversazionale strategie utili per la comprensione a scuola. In una situazione di insegnamento/apprendimento, è impossibile distinguere il ruolo di chi insegna e il ruolo di chi apprende

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Didattica conversazionale strategie utili per la comprensione a scuola

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Presentation Transcript


  1. Didattica conversazionalestrategie utili per la comprensione a scuola • In una situazione di insegnamento/apprendimento, è impossibile distinguere il ruolo di chi insegna e il ruolo di chi apprende • Se un insegnante non conosce come uno studente apprende/insegna fa più fatica ad insegnare, se uno studente non conosce come un insegnante insegna/apprende fa più fatica a imparare • All’interno di un rapporto istituzionalmente asimmetrico esiste una profonda simmetria tra insegnare e apprendere

  2. Non chi parla (o chi ascolta) insegna (apprende) ma la conversazione dell’uno con l’altro • Un insegnamento di ritorno è sempre in corso • Gli imprevisti, gli sbagli, gli elementi inattesi sono una risorsa per perfezionare la qualità dell’attesa e dell’attenzione fra i partecipanti alla conversazione • Una comprensione emerge attraverso la qualità del domandare e del rispondere tra partecipanti a una dinamica conversazionale, attraverso la reversibilità dell’insegnamento/apprendimento che consente di rispettare l’integrità di ogni distinzione prodotta

  3. TEACH BACK Insegnamento di ritorno FORME • Diretta - abilità del domandare • Indiretta - capacità di spostarsi in un altro contesto (narrativo, metaforico…) • Riflessiva - rivolgendosi a se stessi • Relazionale - considerando la relazione e il ruolo giocato in essa dall’altro

  4. TEACH BACK classe 1a elementare • INS - se non ci ascoltiamo non ci capiamo • AL - Tu ci fai ripetere sempre le cose • AL - così le impariamo • AL - no, così le capiamo • INS - cosa vuoi dire? • AL - se io le ripeto le capisco • INS - perché succede questo secondo te? • AL - per dirle a te ci devo pensare, così me le spiego anche a me

  5. CLASSE QUARTA •  INS. Propongo ad Emanuele di fare da tutor ad Opoku (Opoku è stato inserito quest’anno in classe, proviene dal Ghana ed ha una conoscenza nulla della lingua italiana); Emanuele alla fine dell’attività: • “facendo da maestro ad un bambino che viene da lontano si capisce che è molto dura per lui. Ha difficoltà anche il maestro ma il bambino di più.”

  6. Anna riferendosi al suo ruolo di insegnante durante La Settimana Fantastica ( ) “Per certi bambini bisogna usare certe parole facili. Quando io ho fatto la maestra solo alcuni bambini hanno capito, molti hanno fatto una cosa totalmente diversa da quella che io volevo. Bisogna spiegare in modo diverso a bambini diversi”. • Giulia a proposito dell’esperienza de La Settimana Fantastica “Un insegnante deve essere disponibile a cambiare il proprio progetto di lavoro; se ci si accorge che qualcosa non va bisogna cambiare il proprio percorso e non continuare per forza nello stesso modo, bisogna fare delle modifiche perché altrimenti gli alunni si annoiano e non imparano”.

  7. ERRORE • ipotesi, punto di vista corretto dell’osservatore, in quel momento • ombra della conoscenza • Spia - fibrillazione nella rete della comunicazione • occasione di passaggio dalla comunicazione alla conversazione • occasione di pedinamento cognitivo

  8. ERRORE DI FEDERICOCLASSE 4a ELEMENTARE • Il papà di Luca percorre ogni giorno con la sua auto 15 chilometri per recarsi in ufficio. Al ritorno percorre la stessa strada. Quanti chilometri percorre in una settimana? • Dati 15 N.Km che percorre all’andata 15 N. Km che percorre al ritorno ? Km in una settimana • RISPOSTA In una settimana il papà di Luca percorre 150 chilometri.

  9. AVENDO A PRIORI IN MENTE UN RISULTATO CUI L’ALUNNO DEVE GIUNGERE, UNA RISPOSTA PER COSÌ DIRE ATTESA, SI CORRE IL RISCHIO AL PRIMO IMPATTO DI VEDER BALZARE SUBITO AGLI OCCHI I PRESUNTI ERRORI E FORTE PUÒ ESSERE LA TENTAZIONE, L’IMPULSO IMMEDIATO DELLA CORREZIONE (ins. Classe 4a) Il risultato “atteso” era 210 chilometri Federico spiega, il suo procedimento: la settimana che lui considera non è di sette giorni ma, poiché è lavorativa, di cinque giorni;

  10. L’ERRORE DI CARMINECLASSE 3a ELEMENTARE • Gli alunni devono colorare una tabella classificando NOMI COMUNI DI PERSONA- ANIMALE-COSA • Francesco: sole non è una persona, non è un animale…è un nome comune di cosa • Carmine: Maestra tu avevi detto che nome proprio è proprio il suo, non ce n’è un altro, allora SOLE E’ NOME PROPRIO • Alia: ma non si chiama per nome • Guardiamo il dizionario • Il dizionario conferma che Sole, nell’uso scientifico astronomico è nome proprio

  11. Gli errori visti dagli alunni • Lo sbaglio è l’istinto, per esempio, se io sono abituata a scrivere 10 può capitare di scrivere 10 anche quando devo scrivere 100 e così sbaglio. • Sbagliamo perché crediamo che quello sia il modo esatto di fare le cose; • Quando uno sbaglia un compito non se ne accorge, è sicuro che è giusto perciò o la maestra non ha spiegato bene o lui non aveva capito bene. • Alcuni non sono errori perché io faccio nella mia mente un ragionamento che è giusto, altri sono invece proprio degli errori • Sbagliare è anche una cosa giusta perché così fai capire alla maestra cosa non hai capito bene, per cui io non ho paura di sbagliare tranne alcune volte.

  12. L’errore è un ragionamento, non è un errore vero e proprio perché un bambino non la fa a caso un’operazione di matematica che poi, quando correggiamo, non è esatta ma fa un suo ragionamento • La maestra dovrebbe spiegare in modo diverso a secondo dei bambini perché se alcuni capiscono e altri no non significa che non spiega bene ma che deve spiegare in modi diversi a bambini diversi. Per evitare molti errori le consegne dovrebbero essere più chiare. • errori di ortografia – ( lettere maiuscole) io ho guardato il cartellone delle lettere ma ho sbagliato ugualmente…. è come se non avessi visto il cartellone….. ero concentrato sulla mia mano per sentire se mi faceva male…. ho dimenticato le lettere….... non le ho viste

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