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Il trade-off Efficienza-equità

Il trade-off Efficienza-equità. La riforma X aumenta l’efficienza del sistema (es. tassare i notai) Ma riduce il benessere di qualche gruppo sociale (i notai) Conflitto (i notai entrano in sciopero e non si possono registrare nuovi contratti ) Possibile perdita di PIL.

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Il trade-off Efficienza-equità

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Presentation Transcript


  1. Il trade-off Efficienza-equità • La riforma X aumenta l’efficienza del sistema (es. tassare i notai) • Ma riduce il benessere di qualche gruppo sociale (i notai) • Conflitto (i notai entrano in sciopero e non si possono registrare nuovi contratti) • Possibile perdita di PIL

  2. Nel tentativo di modificare le quote distributive….. …finiamo per ridimensionare le dimensioni del pil

  3. Il trade-off Efficienza-equità • Quando e come si presentano tali trade-off alla luce della teoria dell’Economia del benessere ?

  4. Il trade-off Efficienza-equità Prima proposizione Se vivessimo in un mondo di First Best il trade-off efficienza-equità non esisterebbe

  5. Il trade-off efficienza-equità Ma una situazione di First Best è solo ideale (esistono fallimenti del mercato) Partendo da un Second Best si pone l’alternativa tra efficienza (lasciare agire il mercato = rimuovere i fallimenti del mercato) ed equità (raggiungere un’allocazione socialmente preferibile) In ogni caso gli strumenti sono distorsivi si resta in una situazione di Second Best

  6. Second Best Per esempio: 1) il mercato degli immobili in affitto non è concorrenziale  immobili sfitti + regolamentazione delle nuove costruzioni 2) il mercato dei trasporti ferroviari non è concorrenziale (costi fissi della rete  monopolio naturale) Supponiamo di voler accrescere l’efficienza e, contestualmente, di redistribuire, via regolamentazione, a favore delle categorie “deboli” (inquilini e pendolari)

  7. Se lo Stato fissa il prezzo al di sotto del livello di equilibrio, ad esempio P2<P’, e non obbliga le imprese a servire tutta la domanda: es. equo canone Le imprese offrono solo Q2 SN dei consumatori: da A+C ad A+B SN delle imprese: da B+E+D a D C’ A C P’ B E P2 D B’ 0 Q2 Q’ • SN totale: da A+B+C+D+E ad A+B+D • Perdita secca: C+E = deadweight loss = riduzione del benessere sociale derivante dalla impossibilità di effettuare scambi per cui il beneficio eccede il costo Esempio: equo canone nel mercato degli affitti La quantità Q2-Q’ non può essere scambiata, anche se per essa B’>C’

  8. Es. Tariffe ferroviarie P2<P’ ma l’impresa deve servire tutta la domanda Q2’ SN dei consumatori: da A ad A+B+D SN dei produttori: da B+C a C-D-E A P’ E B D P2 C 0 Q’ Q2’ Q2 Nuovo SN totale = A+B+D + C-D-E = A+B+C-E  Perdita secca= E Il prezzo di equilibrio concorrenziale massimizza il benessere sociale, dato dalla somma di SC e SP

  9. CONCLUSIONE PRINCIPALE Abbiamo visto due ragioni generali dell’intervento pubblico. Da esse consegue che: Ogni intervento dello stato parte sempre da uno status quo che non è un First Best ma un Second Best (non esiste concorrenza perfetta) Ogni intervento pubblico genera inefficienze (non esistono lump-sumtaxes) In questo contesto può porsi il trade-off tra efficienza ed equità

  10. FALLIMENTI DEL MERCATO

  11. Ricordiamo alcuni quesiti di Teoria positiva Perché • la difesa della nazione è fatta dallo stato e non da imprese private? • in autostrada si paga un pedaggio e nelle strade normali no? • le attività artistiche sono sussidiate? • non esistono assicurazioni private contro il rischio di restare disoccupato?

  12. MERCATO E… La teoria neoclassica giustifica l’intervento pubblico nei casi in cui il mercato fallisce. Il mercato è il luogo ove si scambiano diritti di proprietà e di uso

  13. … FALLIMENTI DEL MERCATO Il mercato fallisce per: • difficoltà delle parti a realizzare un accordo potenzialmente vantaggioso • mancanza di controllo pieno sui beni • mancanza o incompletezza delle informazioni

  14. In quali casi si ha fallimento del mercato? In presenza di: 1. Beni pubblici 2. Monopolio 3. Esternalità 4. Rischio e Asimmetrie informative

  15. Beni pubblici

  16. Un bene pubblico presenta due caratteristiche: • NON RIVALE nel consumo: il consumo del bene da parte di un agente non impedisce che quella stessa unità del bene venga consumata anche da altri • In altri termini, il costo marginale del consumo del bene da parte di una persona in più è 0 • (un bene è invece rivale se il consumo da parte di una persona impedisce che esso possa essere consumato anche da altri) • NON ESCLUDIBILE: non è possibile impedire a qualcuno di consumarlo (ad esempio imponendo il pagamento di un biglietto, con l’introduzione di una specifica tecnologia)

  17. Beni tariffabili: Tv via cavo o via satellite, autostrada Beni privati: un gelato, una mela Beni comuni: Una affollata strada pedonale il sabato pomeriggio, i pesci del mare Beni pubblici: La difesa nazionale L’illuminazione stradale Beni privati: Una mela è un bene rivale perché il mio consumo impedisce ad altri di consumare la stessa mela E’ escludibile perché è facile escludere altri dal consumo del bene

  18. Beni tariffabili: La tv via cavo è escludibile perché esiste un meccanismo di esclusione: solo se pago l’abbonamento posso guardarla È non rivale perché, una volta superato il meccanismo di esclusione, aggiungere uno spettatore davanti alla tv non costa nulla Beni di proprietà comune (commons): I pesci dell’oceano sono non escludibili: tutte le navi possono pescarli Ma sono rivali: se io pesco un pesce, quello stesso pesce non può essere preso da altri Anche l’aria è un bene di proprietà comune Beni pubblici: La difesa nazionale è un bene non rivale perché il costo marginale dell’offerta ad un consumatore in più è zero E’ anche non escludibile perché nessun cittadino italiano può essere escluso dal suo godimento

  19. Esempi di beni pubblici: • Difesa nazionale • Sicurezza pubblica • Politiche antinquinamento • Programmi radiofonici e televisivi • Illuminazione pubblica • Giustizia • Il sistema di regole che una società si è data • Il servizio di pronto soccorso?

  20. Una unità di bene privato può essere consumata da una sola persona Per un bene privato, la condizione di efficienzaèC’ = B’ Una unità di bene pubblico viene consumata da tutti quindi conviene produrla fino a quando il suo costo marginale di produzione è uguale alla somma dei benefici marginali che i consumatori traggono da essa Per un bene pubblico, la condizione di efficienzaè C’ = ΣB’

  21. Rappresentare graficamente la condizione di efficienza nella fornitura di un bene privato è facile: B’>C’ B’=C’ B’<C’

  22. Come si può rappresentare graficamente la condizione di efficienza nella produzione di un bene pubblico? La curva di domanda aggregata per un bene privato si ottiene sommando orizzontalmente le curve di domanda di ciascun individuo La curva di domanda aggregata per un bene pubblico si ottiene sommando verticalmente le curve di domanda di ciascun individuo

  23. Bene privato: la domanda aggregata è la somma orizzontale delle domande individuali p 2consumatori: A e B. Se il prezzo è p*, A consuma qa, e B consuma qb. La somma di qa e qb è qa+qb Ripetendo il ragionamento per altri livelli di prezzo (ad esempio p2), otteniamo la curva di domanda aggregata per il bene privato DA Da+b p* P2 DB 0 qb qa+qb qa q

  24. Bene privato: la domanda aggregata è la somma orizzontale delle domande individuali p p1 p2 p3 0 q

  25. Per trovare l’equilibrio, dobbiamo aggiungere la curva di offerta p C’=B’ In equilibrio, prezzo unico, quantità diverse P* 0 q*=qa+qb q qa qb

  26. Bene pubblico: la curva di domanda si ottiene sommando verticalmente le curve di domanda individuali p 0p* = 0pa+ 0pb S Da+b Db p* pb Da pa q q* 0

  27. Bene rivale X = XA + XB • Bene non rivale X = XA = XB

  28. Cm = p = pA + pB = B’A + B’B=B’soc. Bene non rivale costo marginale = prezzo = = SOMMA dei benefici marginali La non rivalità modifica le condizioni di offerta efficiente valide per i beni privati

  29. Un bene pubblico è non rivale e non escludibile

  30. Gioco di rivelazione del B’ B’1>B’2 (A contro Soc.) -5 5 10 0 Payoff: B’ netto (B’-P) Per tutti è ottimale essere free-rider (B’2) il bene non viene prodotto

  31. Gioco di rivelazione del B’ B’1>B’2 (A contro B) -5,0 5,5 0,-5 0,0 Payoff: B’ netto (B’-P) Per tutti è ottimale essere free-rider (B’2)solo se anche l’altro lo è il bene potrebbe essere prodotto (25%)  soluzione: “free” talk

  32. La non escludibilità causa il Free Riding Il mercato fallisce perché gli individui non hanno interesse a rivelare le proprie valutazioni marginali dei beni

  33. Produzione sub-ottimale di bene pubblico con free riding parziale p S Da+b p* p1 Da+b(free rider) q q* 0 q1

  34. Non rivalità ed escludibilità Se un bene è non rivale, ma escludibile sono possibili anche soluzioni “private” (beni tariffabili, club)

  35. PROBLEMA: CON QUALI MECCANISMI ISTITUZIONALI LO STATO PUO’ DEFINIRE L’OFFERTA EFFICIENTE DI BENI PUBBLICI? Meccanismi di decisione politicaLa rivelazione delle preferenze per i beni pubblici è di fatto attuata attraversomeccanismi di delega politica: il voto.Si tratta però di meccanismi molto imperfetti

  36. Seconda causa di fallimento del mercato: il Monopolio

  37. L’assenza di condizioni di concorrenzaperfetta è causa di fallimento del mercato per la difficoltà delle parti a trovare un accordo potenzialmente vantaggioso

  38. Condizione di max profitto del monopolista:Rm=Cm p Curva di domanda inversa, o del ricavo medio A pm Cm B Rm Q 0 Qm

  39. In concorrenza perfetta (p=Cm):SN cons. = DCp*SN prod.=zero benessere soc.=DCp* In monopolio (Rm=Cm): SN cons.=DApm SN prod.= pmABp*  Benessere soc.= DABp* p D La differenza nel benessere sociale è pari al triangolo ABC = perdita di benessere sociale causata dal monopolio A pm C p* Cm B Rm Q 0 Qm Q* monopolio monopolio concorrenza

  40. Il monopolio non è una situazione efficiente perché sarebbe possibile aumentare il benessere di qualcuno (i consumatori) senza ridurre il benessere degli altri (l’impresa)  appropriarsi collettivamente della DWL ABC • se fosse possibile un accordo tra consumatori e imprese, per aumentare la produzione fino a Q* (e p*), il benessere dei consumatori aumenterebbe del trapezio pmACp*, superiore alla riduzione del profitto del monopolista (pmABp*) ma questo non è un miglioramento paretiano. • In alternativa, si potrebbe restituire il profitto al monopolista consentendogli la discriminazione di prezzo • (Pm per Q<Qm e P* per Qm<Q<=Q*) • Es. asili privati ma regolamentati (prezzo basato sulla dichiarazione dei redditi)

  41.  E’ giustificato l’intervento pubblico. • Come? • Promuovendo l’entrata di nuove imprese nel mercato • Ma in alcuni casi la libera entrata non risolve il problema del fallimento del mercato (Monopolio naturale)

  42. MONOPOLIO NATURALE il costo di fornire una data quantità da parte di una sola impresa è inferiore alla somma dei costi che potrebbero sopportare imprese di dimensioni minori ciascuna delle quali contribuisca solo parzialmente all'offerta complessiva (subadditività dei costi) C(Q)<ΣCi(Qi)con Q=ΣQi Oppure (costi medi) C(Q)/Q<Σ[Ci(Qi)]/Q  C(Q)/Q<Σ[Ci(Qi)/Qi]

  43. MONOPOLIO NATURALE In questo caso il permanere del monopolio è una soluzione più efficientedella concorrenza. Ciò accade in particolare nei servizi a rete (telefono, acqua, elettricità, trasporti ferroviari, ecc.). Costi fissi molto elevati (rispetto alla domanda)  la domanda interseca il costo medio in un punto in cui esso è ancora ampiamente decrescente Basso costo medio solo per alto Q

  44. Monopolio naturale p D Qualunque impresa entrerebbe nel mkt del monopolista con perdite pm pe AC Cm Q 0 Qm De=D-Qm Qm Qm

  45. Monopolio naturale p regolamentazione nazionalizzazione pm E p1 A* B CM p* Cm D C Q 0 Qm Q** Q*

  46. Soluzione privata? • I consumatori potrebbero restituire la perdita al monopolista, e avere comunque un vantaggio pari al triangolo EDC. • E’ però un accordo difficile da stringere: problema di coordinamento, rischi di free riding.

  47. RIMEDI AL FALLIMENTO DEL MERCATO • Produzione pubblica (nazionalizzazioni) e regolamentazione delle tariffe • Regolamentazione e controllo della produzione (privata) di servizi pubblici • Soluzione privata (restituzione delle perdite al produttore da parte dei consumatori) accordo difficile da stringere: problema di coordinamento, rischi di free riding.

  48. 3. Esternalità

  49. si genera una esternalità se il profitto di un produttore o l'utilità di un consumatore sono direttamente influenzati dalla decisione di produzione o di consumo di un altro soggetto e tale effetto non è valutato o compensato.

  50. OTTO TIPOLOGIE DI ESTERNALITÀ Produttore Consumatore Consumatore Produttore esternalità positive esternalità negative

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