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LA COMUNICAZIONE DI MASSA

LA COMUNICAZIONE DI MASSA.

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LA COMUNICAZIONE DI MASSA

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Presentation Transcript


  1. LA COMUNICAZIONE DI MASSA

  2. Mondini e Semenza nel 2006 raccontano un caso di neuropsicologia clinica di una paziente che era affetta da lesioni neurodegenerative della corteccia temporale e che mostrava un selettivo deficit cognitivo. La signora era attenta, pronto a rispondere, con linguaggio fluente ma non riusciva a riconoscere e ricordare il nome di piante, vegetali e volti delle persone. Se andava al mercato non sapeva la differenza tra cipolla e mela, e aveva difficoltà a riconoscere i volti dei parenti stretti. Sottoposta ad un test cognitivo in cui le si chiedeva di riconoscere il volto di 15 personaggi pubblici, li sbagliò tutti tranne uno: BERLUSCONI.

  3. Dopo 6 mesi fu ritestata. Tutte i suoi deficit precedenti erano spaventosamente peggiorati, ormai non riconosceva più nessuno dei suoi famigliari. Ma l’unica cosa che continuava a riconoscere era ???? BERLUSCONI !!!! *

  4. Infatti il primo strumento di comunicazione di massa era la RADIO. Con la quale Wells creò il famoso fenomeno di ISTERIA DI MASSA facendo credere a migliaia di persone che gli extraterresti erano atterrati sulla terra. La branca della psicologia che si occupa della comunicazione di massa è recente, ma i primi studi risalgono addirittura al 1935. Ma la stessa radio era servita come strumento di ILLUSIONE DI MASSA che veniva usato dai fascisti per convincere le persone dell’idea folle che la pulizia etnica avesse un significato sociale e biologico importante .

  5. Lasswell nel 1935 afferma che gli effetti psicologi che i mezzi di comunicazione di massa producono sulle persone sono metaforicamente come quelli di un gigantesco AGO IPODERMICO, mediante il quale alle moltitudini di ascoltatori vengono iniettate sostanze dannose come idee soversive, appelli all’odio etc…

  6. Bandura nel 1960, sottoponeva i suoi bambini a visione di film violenti (mentre altri invece guardavano cose neutre). La riproposizione dei MODELLI COMPORTAMENTALI di violenze visti in televisione, unitamente al fatto che se rinforzati questi modelli non si estinguevano più, dimostravano la mostruosa efficacia della comunicazione di massa di indurre comportamenti simili in tante persone differenti. La psicologia che studia la comunicazione di massa ha cominciato a studiare questo fenomeno prima di tutto in un ottica comportamentista

  7. Dopo i comportamentisti sono arrivati i cognitivi che più che cercare le base organiche dell’influenza dei mezzi di comunicazione, erano interessati a come questi influenzassero l’elaborazione delle informazioni del cervello umano. L’approccio cognitivo quindi si traduceva in un’analisi degli effetti dei mezzi di comunicazione suo processi di pensiero, di memoria. Oltre a questa corrente di studi, sempre i comportamentisti si dedicarono anche agli aspetti più organistici della visione di immagini violente, misurando i movimenti oculari, la pressione del sangue etc…

  8. Questa teoria, (chiamata TEORIA DELLA COLTIVAZIONE) si basa su un assunto che la società, di cui i mezzi di comunicazione son parte integrante, interagiscono continuamente nell’ambito di un processo dinamico, creando iun ambiente simbolico entro cui ciascuno di noi entra fin dal momento della nascita. Il più clamoroso effetto della violenza presente nei media non è tanto un aumento dell’aggressività (come diceva Bandura) ma un più diffuso clima di paura che si insinua nei fruitori della comunicazione i quali tendono a sovrastimare la presenza di atti criminosi nella comunità In quest’ottica sono fondamentali di Gerbner (1994) secondo cui i mezzi di comunicazione di massa sono dei veri e propri plasmatori dell’elaborazione del mondo che compie ognuno di noi.

  9. Una dimostrazione di questa teoria, fu la prova che l’influenza di un film violento girato in america sulla popolazione america, portava degli australiani a sovrastimare la presenza di atti crimonisi nella loro comunità ma non in America !!! All’interno di questa teoria ci sono due concetti chiave: 1) MAINSTREAMING: il processo attraverso il quale la visione TV conduca a una omogeneizzazione nelle concezioni dell’audience. Questa conclusione nasce dagli studi su soggetti che guardano molte ore di televisioni rispetto a chi la guarda pochissimo. I primi tendono ad avere opinioni su argomenti di cultura generale molto più simili tra di loro. Mentre i secondi mostrano una varietà di risposte molto più ampio

  10. 2) RESONANCE: accentuazione degli effetti dei media nei casi in cui vi siano altre cause esterne che si muovono nella medesima direzione. La percezione di vivere in una società violenta viene amplificata o meno, dal fatto che la TV ci dice che il nostro quartiere è violento o meno.

  11. AGENDA SETTING: L’assunto di questa teoria è che il modo in cui i fruitori della comunicazione definiscono le questioni più importanti, i problemi più urgenti che agitano il mondo politico, è il risultato di un processo che si origina nell’enfasi e nella priorità che i mezzi di comunicazione concedono alla notizia. Secondo questa teoria, i mezzi di comunicazione non dicono COME la gente deve pensare, ma semplicemente suggeriscono A COSA la gente deve pensare, fissando l’ordine del giorno che guida le aspettative delle persone. I mezzi di comunicazione fanno da filtraggio e da amplificatori selettivi, relativamente ad una gerarchia di importanze.

  12. A questo punto i ricercatori si sono chiesti: può il semplice variare della posizione all’interno dell’agenda del pubblico modificare anche il modo in cui le persone considerano l’argomento ? La ricerca ha evidenziato che è più probabile che la preferenza di voto in occasione di elezioni vada a candidati ben conosciuti attraverso i media, piuttosto che a candidati meno conosciuti, e questo a prescindere dal programma politico.

  13. GRATIFICAZIONE

  14. Una teoria che và completamente in senso opposto a quest visione è quella chiama “USI e GRATIFICAZIONE” di Katz, Blumer e Gurevitch 1974. Questa linea di ricerca si pone di studiare i motivi che spingono le perosne ad usare i mezzi di comunicazione e i bisogni che vengono soddisfatti dall’uso di tali mezzi. Il concetto di base di tutte le teorie psicologiche viste fin’ora era il concepire il fruitore della comunicazione di massa come un passivo ricettore.

  15. GLI ASSUNTI DI BASE SONO: l’uso dei mezzi di comunicazione è diretto a uno scopo e ha carattere propositivo I mezzi di comunicazione sono usati per soddisfare bisogni e desideri Gli effetti prodotti dai media devono essere studiati utilizzando il filtro delle differenze individuali di personalità e ponendo attenzione ai fattori ambientali E’ possibile cogliere una sorta di compentizione tra l’uso dei media e altre forme di comunicazione Per gran parte del tempo il fruitore dei media è in una posizione di controllo

  16. L’IPOTESI DI FONDO E’ CHE TRA TUTTE LE OFFERTE DISPONIBILI OGNI INDIVIDUO SELEZIONA QUELLE CHE MAGGIORMENTE LO GRATIFICANO E CHE RIFLETTONO LE SUE CARATTERISTICHE PSICOLOGICHE

  17. I bisogni principali che spingono le persone a cercare qualcosa nei media sono: La ricerca di informazioni utili, per desiderio di conoscenza o di guida delle proprie azioni per aiutare a definire la propria personalita’. La possibilità di fare propri gli argomenti con cui sostenere le proprie posizioni durante le comunicazioni interpersonali Nella possibilità di realizzare delle interazioni parasociali Nel desiderio di intrattenimento e svago

  18. MA NON ESISTONO SOLO RADIO E TELEVISIONI NELLA COMUNICAZIONE DI MASSA ESISTONO ANCHE ALTRE FORME COME I MESSAGGI PUBBLICITARI

  19. L’IMPORTANZA DELLA PUBBLICITA’ ALL’INTERNO DEI MEZZI DI COMUNICAZIONE DI MASSA E’ COSA NOTA

  20. ANCHE SE LA SPESA STA’ AUMENTANDO COMUNQUE I DATI STATISTICI MOSTRANO CONTINUI CROLLI DELLE VISUALIZZAZIONI, DA PARTE DEI FRUITORI, DURANTE LE PAUSE PUBBLICITARIE. PER QUESTO MOTIVO IL MONDO DELLA PUBBLICITA’ SI STA’ SPOSTANDO SU ALTRI SETTORI DOVE VIGE UN PRINCIPIO PSICOLOGICO SEMPLICE: INTERI PROGRAMMI TELEVISIVI, FICTION, STAGIONI, VENGONO PROGRAMMATE NON PERCHE’ POSSONO O MENO INTERESSARE MA SOLO SULLA BASE DI QUANTI SOLDI POSSONO PRODURRE IN BASE AL PUBBLICO CHE LE GUARDA.

  21. IL MESSAGGIO PUBBLICITARIO PASSA MOLTO PIU’ RAPIDAMENTE SE IL SOGGETTO FRUITORE E’ PASSIVO SPETTATORE, QUINDI HA ABBASSATO LE DIFESE DELLA COSCIENZA ATTIVA. QUANDO HO IL TELECOMANDO IN MANO E GUARDO LA TELEVISIONE DECIDO IO COSA GUARDARE E COSA NON MI PIACE. QUINDI, IO PRODUTTORE DURANTE UNA TRASMISSIONE TELEVISIVA DI 3 ORE, RISCHIO DI NON FAR VEDERE NUMEROSI SPOT AI MIEI FRUITORI. QUINDI LO SCOPO E’ COSTRINGERE IL FRUITORE A GUARDARE IL MIO SPOT. COME FACCIO ????

  22. NEI BAR, NELLE METRO, NEGLI AUTOBUS, SULLA STRADA, ALL’USCITA DI UNO SVINCOLO AUTOSTRADALE DOVE C’E’ SEMPRE TRAFFICO O ADDIRITTURA FACCIO COME LA VIRGIN CHE HA DISEGNATO TUTTA LA VIA DI ATTERRAGGIO DELL’AEREOPORTO DI JOHANNESBURG CON LA PROPRIA SCRITTA. METTO LA PUBBLICITA’ ALL’INTERNO DI LUOGHI DOVE IL FRUITORE NON PUO’ OPPORSI NEL VEDERLI E DOVE DI SOLITO NON RIFIUTA LA VISIONE:

  23. LE FASI IN CUI SI ARTICOLA L’OPERA DI PERSUASIONE DI UN MESSAGGIO SONO: • ESPOSIZIONE • ATTENZIONE • COMPRENSIONE • ACCETTAZIONE DELLE SUE CONCLUSION • RITENZIONE DEL NUOVO ATTEGGIAMENTO • TRADUZIONE DELL’ATTEGGIAMENTO IN COMPORTAMENTO QUINDI SE LA PUBBLICITA’ SUI MEZZI DI COMUNICAZIONE COSTA TANTO SIGNIFICA CHE CHI INVESTE VUOLE IL RITORNO SICURO. PER QUESTO MOTIVO DEVE ESSERE PERSUASIVA POCO PROLISSA E IMMEDIATAMENTE FRUIBILE.

  24. LA PARTE FONDAMENTALE E’ L’ESPOSIZIONE E L’ATTENZIONE, SENZA DI QUESTE IL MESSAGGIO NON ARRIVERA’ E TUTTE LE ALTRI FASI SARANNO NULLE. I MEZZI PER STIMOLARE QUESTE DUE FUNZIONI COGNITIVE UMANE IN MANIERA INCOSCIA (CIOE’ SENZA CHE IL SOGGETTO LO DECIDA) SONO:

  25. Oppure utilizzando gli stimoli subliminali: 1) Esperimento della Coco-Cola durante un famoso film per ragazzi 2) Esperimento di Psicologia Cognitiva durante la visione di un film e la successiva ricognizione di parole

  26. Perché restiamo sempre più connessi a FB Il primo parametro del nuovo algortimo che gestiste FB ruota intorno al fatto che non tutti gli amici sono uguali: ci sono quelli che seguiamo di più, che abbiamo inserito in cerchie più strette o con cui abbiamo iniziato a interagire frequentemente negli ultimi 50 giorni (quest’ultimo elemento è noto come Last Actor). Il secondo, il peso, è una valutazione del singolo contenuto (post, foto, qualsiasi elemento) in base a like, condivisioni e commenti raccolti. Il terzo è la freschezza dell’intervento, ritoccata l’estate scorsa con l’opzione battezzata “story bumping”, che permette cioè di continuare a rendere visibili in bacheca aggiornamenti vecchi che però raccolgono ancora interazioni. Il quarto parametro premia invece di più contenuti multimediali, quindi non meramente testuali, oltre ai link estesi rispetto agli short url.

  27. Perché restiamo sempre più connessi a FB "La strategia di evoluzione di Facebook è quella di essere molto più di un social network, per diventare l’ombelico della nuova internet, una porta di accesso al web basata non solo su tutte le azioni compiute su internet dal singolo utente, come fa benissimo Google, ma anche sull’analisi delle sue relazioni con gli altri. A questo scopo, Zuckerberg punta a far rimanere gli utenti più tempo possibile su Facebook, in ogni occasione. Per farlo, utilizza l’incredibile patrimonio di dati dinamici fornita dagli utenti stessi, che hanno fatto della piattaforma una learning machine capace di interpretare i comportamenti di ogni singolo individuo analizzando i dati del profilo, le amicizie, le azioni compiute, le preferenze di ricerca e i like. Ma da questo, oggi sta diventando sempre più anche una suggestion machine, in grado di offrire agli utenti suggerimenti continui di news, immagini, ma anche prodotti e servizi".

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