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PAZIENTE ANZIANO E FATTORI DI RISCHIO

PAZIENTE ANZIANO E FATTORI DI RISCHIO. MANAGEMENT MULTIDISCIPLINARE DELLE ULCERE CRONICHE. “Trattamento e prevenzione del piede diabetico e delle piaghe da decubito nell’anziano”. PROF. V. MARIGLIANO. ROMA 26 MAGGIO 2011. ATTESA DI VITA IN ITALIA.

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PAZIENTE ANZIANO E FATTORI DI RISCHIO

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  1. PAZIENTE ANZIANO E FATTORI DI RISCHIO MANAGEMENT MULTIDISCIPLINARE DELLE ULCERE CRONICHE “Trattamento e prevenzione del piede diabetico e delle piaghe da decubito nell’anziano” PROF. V. MARIGLIANO ROMA 26 MAGGIO 2011

  2. ATTESA DI VITA IN ITALIA A partire dalla prima metà del secolo scorso, nei paesi occidentali la durata della vita si è rapidamente allungata 77.8 anni per gli uomini 83.7 anni per le donne

  3. INVECCHIAMENTO BIOLOGICO Perdita di strutture e funzioni dell’organismo Minore riserva funzionale FRAGILITA’

  4. INVECCHIAMENTO BIOLOGICO L’ottanta per cento degli anziani è portatore di due o più malattie croniche spesso irreversibili Compromissione dell’autonomia del soggetto

  5. INDAGINE CENSIS (2005) “La perdita dell’autosufficienza è la paura principale dell’anziano”

  6. DETERMINANTI DELLA SALUTE 40% abitudini di vita 30% predisposizione genetica 15% condizione sociale 10% assistenza sanitaria 5% rischio ambientale

  7. OROLOGIO BIOLOGICO 20-30% Patrimonio Genetico • 70-80% • Ambiente (Epigenetica) • Alimentazione • Attività fisica • Abitudini voluttuarie • Fattori psichici • Stress ossidativo

  8. COMPONENTE EREDITARIA DELLA LONGEVITA’ Nei centenari presenza di markers biologici con una forte componente genetica: • Il sesso femminile (due cromosomi X) • Il gruppo sanguigno 0 (minore incidenza di diabete in malattie cardiovascolari) • Livelli elevati di colesterolo HDL e di lipoproteinaA (minore incidenza di ictus e di infarto del miocardio) • Livelli più bassi di pressione arteriosa diastolica ( minore usura delle pareti dei vasi arteriosi)

  9. Essere anziani non significa trascurare la propria salute e vivere negativamente questa parte di vita Come ottenere uninvecchiamento disuccesso?

  10. Non possiamo decidere il nostro patrimonio genetico possiamo minimizzare l’aggressione dei fattori di rischio per le diverse patologie MA e...

  11. …salvaguardare la funzionalità dei diversi organi Preservare la RISERVA FUNZIONALE

  12. “Conquistare una longevitàdisuccesso per arrivare fino all’ultimo giorno in modo felice” Come si può fare?

  13. MEDICINA PREDITTIVA Studia i vari polimorfismi genetici e la loro interazione con l’ambiente al fine di …

  14. Prevenire e/o rallentare lo sviluppo di malattie suggerendo stili di vita e/o terapie personalizzate OBIETTIVI Identificare i fattori di rischio di malattia Prognosticare la storia clinica del singolo individuo

  15. FATTORI DI RISCHIO Stesso significato nel soggetto giovane e nell’ anziano ?

  16. FATTORI DI RISCHIO TRADIZIONALI “Non modificabili” (età, sesso e fattori genetici) “Potenzialmente Controllabili” (iperlipidemia, ipertensione, fumo, Diabete, fattori ambientali, Nutrizionali, psicologici e ,sociali)

  17. IPERTENSIONE ARTERIOSA Nei soggetti giovani: Pressione arteriosa sistolica 140-160 mmHg Ipertensione arteriosa di stadio 1: importante fattore di rischio cardiovascolare che necessita di trattamento terapeutico

  18. COSA SUCCEDE nell’ ANZIANO? Un lieve aumento della pressione arteriosa facilita il flusso arterioso nei territori ischemici in caso di: • Stenosi carotidea • Ictus ischemico (fase acuta) • Arteriopatia obliterante degli arti inferiori

  19. SISTEMI DI CONTROLLO DELL’OMEOSTASI PRESSORIA Nel soggetto anziano: • Aumento noradrenalina plasmatica • Ridotta sensibilità dei barocettori • Ridotto volume plasmatico • Ridotta attività reninica plasmatica • Aumentata rigidità delle pareti arteriose PLoS One. 2011 May 4;6(5):e18742. Screening for future cardiovascular disease using age alone compared with multiple risk factors and age. Wald NJ, Simmonds M, Morris JK.

  20. IPERTENSIONE ARTERIOSA Nei soggetti anziani: Pressione arteriosa sistolica < di 140 mmHg o <160 mmHg Nessuna differenza nella incidenza di morbilità e mortalità

  21. IPERTENSIONE ARTERIOSA Per l’età anziana il valore a cui la pressione arteriosa sistolica diventa un fattore di rischio cardiovascolare è 160 mmHg NO INTERVENTI TERAPEUTICI AGGRESSIVI! PLoS One. 2011 May 4;6(5):e18742. Screening for future cardiovascular disease using age alone compared with multiple risk factors and age. Wald NJ, Simmonds M, Morris JK.

  22. NATIONAL CHOLESTEROL EDUCATION PROGRAM Valutazione del rischio cardiovascolare di pazienti di sesso maschile con colesterolo totale > 280 mg/dL 8 punti a soggetti di 40-49 anni trattamento aggressivo 1 punto a soggetti di >70 anni

  23. STUDIO CASTEL L’ipercolesterolemia non è un fattore di rischio per la mortalità cardiovascolare dopo 12 anni di follow up in un confronto tra soggetti anziani normo- ed ipercolesterolemici Acta Diabetol. 2007 Sep;44(3):99-105. Epub 2007 Aug 26. Serum uric acid shows a J-shaped trend with coronary mortality in non-insulin-dependent diabetic elderly people. The CArdiovascular STudy in the ELderly (CASTEL). Mazza A, Zamboni S, Rizzato E, Pessina AC, Tikhonoff V, Schiavon L, Casiglia E.

  24. IPERCOLESTEROLEMIA: Fattore di rischio cardiovascolare meno importante nel soggetto anziano Minor valore predittivo di patologie cardiovascolari

  25. DIABETE MELLITO Studio Rotterdam: Il rischio di sviluppare demenza aumenta in soggetti diabetici trattati con insulina e/o ipoglicemizzanti orali con ricorrenti episodi ipoglicemici Prev Med. 2007 Mar;44(3):272-8. Epub 2006 Dec 20. Incidence and risk factors of disability in the elderly: the Rotterdam Study. Taş U, Verhagen AP, Bierma-Zeinstra SM, Hofman A, Odding E, Pols HA, Koes BW. Source

  26. DIABETE MELLITO Obiettivo nell’anziano: Mantenere valori glicemici adeguati senza ridurli eccessivamente

  27. Per gli anziani spesso non sono validi i parametri di riferimento estrapolati dai soggetti giovani Anche perché…

  28. DESTINO DEI FARMACI Nell’anziano, cambiano: • La farmacocinetica (vol. di distribuzione, metabolismo, eliminazione) • La farmacodinamica (risposta dell’organo bersaglio al farmaco) Start low, go slow!

  29. SPECIFICITA’ NELL’ANZIANO • Modificazioni fisiologiche • d'organo e d’organismo • ridotta riserva funzionale • precarietà dell’omeostasi • presentazione atipica • delle patologie • fenomeno iceberg

  30. SPECIFICITA’ NELL’ANZIANO aumentato rischio iatrogeno polifarmacologia polifarmacologia complicanze a cascata e circoli viziosi difficoltà di diagnosi e terapia polipatologia

  31. CONDIZIONE SOCIALE DELL’ANZIANO Il decadimento psicofisico ( “failure to thrive”) colpisce il 30% degli anziani Paradosso della disabilità: “la salute dipende non solo dalla condizione dell’organismo, ma anche dallo stato psicoaffettivo e dal rapporto sociale” International Classification of Functioning, Disability and Health

  32. FATTORI PSICOLOGICI • Disabilità fisiche persistenti • Disturbi del sonno • Isolamento abitativo • Comparsa di nuovi sintomi fisici • Non adattamento a trasformazioni di sé • Malattie somatiche croniche Fonti di stress cronico

  33. “La prevalenza di depressione in soggetti con diabete mellito è associata al sesso, al livello di istruzione, al trattamento insulinico, alla bassa autonomia. Durante la visita dei pazienti diabetici sarebbe necessario includere test di screening della depressione”

  34. FATTORI DI RISCHIO PSICOSOCIALI • Cambiamenti di residenza • Ricoveri ospedalieri • Furti in casa, violenza e scippi • Problemi economici • Isolamento abitativo

  35. FATTORI DI RISCHIO EMERGENTI • IL 17; IL 6; TNF α • Lipoproteina a • Apolipoproteina A-1 • Apolipoproteina B-100 • Fibrinogeno • Omocisterina • Proteina C ad alta sensibilità • D Dimero AZIONE SINERGICA DI QUESTI FATTORI NEL DEFINIRE IL RISCHIO CARDIOVASCOLARE GLOBALE

  36. PREDISPOSIZIONE GENETICA AD UN PATTERN PROINFIAMMATORIO Fenomeni infiammatori in patologie croniche dell’anziano (malattia di Alzheimer, BPCO, piaghe da decubito) Squilibrio tra l’azione di citochine infiammatorie ed antinfiammatorie: rilascio di IL 17, IL 6, TNF α da parte di linfociti T helper GENOMA

  37. INTERLEUCHINA 17 Citochina prodotta in loco dall’attivazione del sistema immunitario (linfociti Thelper 17) Presidia ad infezioni batteriche o virali nei tessuti esposti come la pelle, le vie aeree e l’intestino

  38. INTERLEUCHINA 17 Contribuisce all’infiammazione sistemica e vascolare nell’aterosclerosi; i cambiamenti indotti dalla IL-17 nella composizione della placca aterosclerotica potrebbero modulare la stabilità della stessa Arterioscler Thromb Vasc Biol. 2011 Apr 7. [Epub ahead of print] Role of Interleukin 17 in Inflammation, Atherosclerosis, and Vascular Function in Apolipoprotein E-Deficient Mice. Madhur MS, Funt SA, Li L, Vinh A, Chen W, Lob HE, Iwakura Y, Blinder Y , Rahman A, Quyyumi AA, Harrison DG.

  39. AZIONE DELL’IL-17

  40. “Nelle piaghe da decubito il centro della ferita rappresenta il sito d’azione dei neutrofili, mentre ai margini della ferita, macrofagi e linfociti T che producono interleuchina 17 svolgono un ruolo importante nella formazione dell’ulcera”

  41. “L’interleuchina 17 amplifica efficientemente reazioni infiammatorie poiché i T linfociti sono reclutati nel sito dell’infiammazione cutanea capace di contribuire direttamente al danno Tessutale”

  42. FATTORI DI RISCHIO per PIAGHE DA DECUBITO Malnutrizione Deficit di proteine, vit C, zinco e Sarcopenia La nicotina altera la circolazione e il fumo riduce la quantità di ossigeno nel sangue Fumo Umidità, scarsa o corretta igiene Macerazione della cute e predisposizione alle infezioni

  43. Alterazioni neurologiche (neuropatia, alterato deficit della sensibilità) e alterazioni del microcircolo Il diabete Deficit della sensibilità e della mobilità, incontinenza, deplezione proteica Lesioni midollari

  44. SCALA DI NORTON

  45. COME PREVENIRE LE PIAGHE DA DECUBITO NELL’ ANZIANO PREDISPOSTO? • Cambiamento frequente di posizione • Adeguata igiene del corpo • Attenzione alla malattie esistenti (patologie neurologiche, metaboliche, neoplastiche) • Utilizzo di ausili specifici e presidi idonei

  46. 10 REGOLE D’ORO

  47. 1. LA TESTA INNANZITUTTO La salute inizia dal cervello. E’ uno degli organi più vitali del corpo e ha bisogno di cure e attenzione.

  48. 2. DAL CERVELLO AL CUORE Ciò che è buono per il cuore è buono per il cervello. Fare qualcosa tutti i giorni per prevenire malattie cardiache, ipertensione, diabete e ictus: possono aumentare il rischio di Alzheimer.

  49. 3. I NUMERI CHE CONTANO Tenere sotto controllo peso, pressione, colesterolo e glicemia

  50. 4. NUTRIRE IL CERVELLO Assumere meno grassi e più sostanze antiossidanti.

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