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UNA TRADIZIONE SMENTITA : IL RESTAURO DEL CRISTO “NERO”. Oratorio di San Pietro al Parnasio Imperia, Porto Maurizio. Anna Rosa Nicola. SITUAZIONE DI DEGRADO.
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UNA TRADIZIONE SMENTITA : IL RESTAURO DEL CRISTO “NERO” Oratorio di San Pietro al Parnasio Imperia, Porto Maurizio Anna Rosa Nicola
SITUAZIONE DI DEGRADO Il restauro di questo grande crocifisso ligneo, realizzato in tempi record per la mostra sulla scultura lignea in Liguria tra XII e XVI secolo, si è rivelato molto delicato e piuttosto complesso. L’intervento è stato per noi motivo di grande interesse e soddisfazione ed ha rappresentato l’occasione per uno studio più approfondito del manufatto sia sotto il profilo storico-artistico sia sotto l’aspetto tecnico e materico. Il crocifisso era tradizionalmente noto come “Cristo nero” e così appariva, prima del restauro, per la presenza di una ridipintura scura completa, coperta a sua volta da uno spesso strato di cerature che conferivano a tutta la superficie uno stesso tono bruno scuro lucido. La figura del Cristo misura cm 265 di altezza x 200 circa di larghezza e circa cm 50 di spessore; la croce, comprese le integrazioni di restauro, cm 358 x 202 x 7
SITUAZIONE DI DEGRADO Attraverso alcune cadute di cromia e preparazione, al di sotto delle stesure più superficiali e ad uno spesso strato di rigessatura, già ad un primo attento esame, era possibile tuttavia scorgere alcune tracce di colore azzurro e frammenti d’oro in corrispondenza del perizoma, un diverso tono di incarnato sulla figura del Cristo e due stesure ocra e verde in corrispondenza della croce. Anche dal punto di vista strutturale l’opera mostrava alcune problematiche. Si notavano rotture e fenditure, danni diffusi causati dall’erosione del tarlo ed alcune cadute, molte delle quali profonde e coperte dalla ridipintura scura. Parti di modellato fine come ad esempio alcune dita dei piedi e delle mani erano state ricostruite in un precedente restauro. Tracce di coloriture e dorature sottostanti l’annerimento superficiale Ricostruzioni delle dita delle mani e dei piedi eseguite in passati restauri
ANALISI E RISCONTRI In un primo momento, accertato che il colore nero non poteva essere altro che una ridipintura piuttosto tarda, e considerando anche i tempi ristretti dettati dalla mostra, la decisione presa, congiuntamente con la Direzione Lavori, era stata quella di asportare lo strato scuro superficiale recuperando quello sottostante. Al di sotto delle cerature e della ridipintura a tempera bruna emerse un Cristo dall’incarnato rosa grigio pallido, con barba e capelli castani, cinto da un perizoma dorato orlato di grigio azzurro. Lo strato riportato in luce durante la pulitura, verosimilmente ottocentesco, non era però di buona qualità: la doratura era sì a foglia, ma era stata applicata a missione in modo grossolano e consunta “ad arte”. Anche la laccatura dell’incarnato, ad olio, aveva un tono piatto e sordo così come la tinta marrone stesa sulla barba e sui capelli in strato piuttosto spesso, tanto da riempirne il modellato. Primi saggi di pulitura Primi saggi stratigrafici in profondità
ANALISI E RISCONTRI Ben diversa e sicuramente più apprezzabile, già dai piccoli campioni eseguiti, emergeva la materia pittorica dello strato immediatamente sottostante. L’incarnato appariva meno sordo ed uniforme e la foglia d’oro zecchino, applicata a colla e brunita ad agata, oltre che sul perizoma era presente anche sui capelli e la barba. Saggi stratigrafici eseguiti ancora più in profondità rivelavano al di sotto di tale laccatura la presenza di altri strati dipinti ancora più antichi, alternati a rigessature. L’analisi stratigrafica ha evidenziato ben nove strati diversi, comprendendo le rigessature ed escludendo protettivi e strati di sporco individuabili osservando la sezione lucida tra uno strato dipinto e la rigessatura successiva. 1 – strato superficiale costituito da cera e oli 2 – ridipintura bruna a tempera 3 – ridipintura ad olio (tardo ottocentesca ?) 4 – cromia quattro-cinquecentesca (riportata a vista con il restauro) sovrapposta ad una rigessatura coperrta da una mano di biacca 5 – incarnato chiaro con gocciolature di sangue, su rigessatura 6 – incarnato originale 7 – preparazione a gesso e colla 9° straterello bruno-nerastro: materiale organico di tonalità bruno-rosso discontinuo, solubile in alcool 8° strato bianco-rosato: spesso 30 caratterizzato da biacca con poche fini particelle rosse 7° Strato rosato: discontinuo spesso 30 caratterizzato da biacca con finissime particelle rosse di ferro 6° Strato bianco: spesso 20 caratterizzato da biacca e rare particelle verdi 5° Nuovo strato di preparazione: gesso spesso 260 4° Strato rosato: discontinuo spesso 30 caratterizzato da biacca con finissime particelle rosse di ferro 3° Nuovo strato di preparazione: gesso spesso 240 2° Strato rosato: spesso 40 caratterizzato da biacca con finissime particelle rosse a base di ferro 1° Strato di preparazione: gesso spesso 600 Le analisi chimico-stratigrafiche sono state eseguite per conto della S.P.S.A.D. Liguria da Giulio Predieri e Sergio Sfrecola – Lab. Analisi Ricerche Archeometriche (L.A.R.A., Genova)
ANALISI E RISCONTRI Tale situazione stratigrafica non si presentava omogenea su tutta la superficie decorata a causa delle vicissitudini conservative. Attraverso piccole campionature eseguite in più punti è stato però possibile, non senza difficoltà, ricostruire una corrispondenza tra i vari strati nelle diverse zone. Un primo restauro, molto antico, aveva coperto l’incarnato originale con una rigessatura totale e lo aveva ridipinto completamente di un tono rosato più chiaro mentre il perizoma era stato ripreso con un altro strato bianco. Il primo strato di incarnato, verosimilmente quello originale, aveva un tono rosa piuttosto carico; tale strato è ancora a vista sul dorso del Cristo, nella zona centrale mai ridipinta poiché nascosta dalla croce. 3 – ridipintura ad olio (tardo ottocentesca ?) 4 –cromia quattro cinquecentesca?) 5 – incarnato chiaro con gocciolature di sangue, su rigessatura 6 – incarnato originale 7 – preparazione a gesso e colla 8 - legno
ANALISI E RISCONTRI Con l’intervento successivo, non solo tutta la figura del Cristo fu nuovamente rigessata e ridecorata, ma ne venne profondamente cambiata anche la posizione sulla croce. Le braccia, in origine più chiuse e disposte ad Y, vennero allargate inserendo in corrispondenza delle spalle due cunei di legno inchiodati, chiaramente riscontrabili in radiografia. Il cambiamento di assetto aveva reso complanari le braccia con il dorso arretrando il corpo del Cristo che in origine invece pendeva dalla croce in avanti. Sull’elemento orizzontale della croce vennero spostati i fori dei chiodi che trattenevano le mani nella nuova posizione Il montante verticale della croce fu scavato nella parte interna per allogare il Corpo del Cristo e venne poi ridipinto completamente di un tono ocra. spostamento dei fori dei chiodi b a RX inserimento di cunei
INTERVENTI EFFETTUATI Mano a mano che venivano aperti nuovi saggi asportando la ridipintura tarda emergevano particolari raffinatissimi che facevano apprezzare questa fase decorativa. La scelta è stata quindi quella di conservare e riportare in luce questo strato, rimuovendo la ridipintura e la ridoratura più tarda, evitando però allo stesso tempo lo scoprimento di un originale che sarebbe inevitabilmente risultato molto lacunoso. La pulitura, condotta per gradi e seguita dall’analisi delle fluorescenze all’U.V. è stata realizzata in gran parte a bisturi, previo ammorbidimento della ridipintura ad olio con miscele di solventi organici modificate nel pH, applicate in un gel supportante. L’intervento si è rivelato molto delicato per la presenza di velature semitrasparenti usate per ombreggiare e dare volume al modellato, per le gocciolature di sangue sparse su tutto il corpo e realizzate con due toni di rosso diversi ed anche per le fragili decorazioni bianche a stampino sovrapposte alla doratura a foglia sul perizoma e le tracce di azzurro, del suo risvolto. Particolari della seconda pulitura
INTERVENTI EFFETTUATI Pulitura, consolidamenti e fissaggi, ottenuti mediante infiltrazioni localizzate di adesivo si sono quindi inevitabilmente alternati in modo da garantire l’adesione degli strati profondi oltre che di quello da recuperare. Analogamente è stata anche consolidata la tela di incammottatura presente in corrispondenza delle giunzioni tra i vari settori lignei assemblati. Sono state recuperate lumeggiature chiare a biacca e ombreggiature brune a velatura che esaltano il modellato del viso e del corpo sottolineandone particolari quali le rughe d’espressione ai lati della bocca, il contorno degli occhi, la piega sotto il collo e il costato. Sotto le ascelle sono stati riscoperti i peli arricciati dipinti con un pennello sottile. Nelle fenditure presenti dopo la rimozione delle ampie stuccature, sono stati inseriti innesti a cuneo e reintegrate le mancanze, prima con polvere di legno e resina e quindi con stucco a gesso e colla. L’espressione del volto del Cristo è risultata molto diversa a pulitura terminata: la bocca, da chiusa ed esangue, si è aperta quasi in un sorriso bonario più che non in una smorfia di dolore, mostrando labbra rosee e denti bianchi. Sul capo del Cristo, dopo la rimozione e reintegrazione della stuccatura che riempiva un’ampia mancanza lignea, è stata riproposto l’andamento a rilievo delle ciocche dei capelli.
INTERVENTI EFFETTUATI Le ricostruzioni plastiche eseguite in passato in corrispondenza delle dita delle mani e dei piedi, parzialmente disarticolate o rotte, sono state conservate e riassemblate mediante l’inserimento di pioli lignei. Le dita erano ricoperte solamente dall’ultima ridipintura nerastra, stesa direttamente sul legno. Tale ridipintura è stata rimossa e le dita sono state adeguate al tono della coloritura riportata a vista, pur lasciando visibile l’intervento a distanza ravvicinata. Anche le due parti innestate sulla croce sono state conservate ed equilibrate con il tono riportato a vista. Per coerenza con l’intervento effettuato sulla figura del Cristo, è stata riportata in luce non la coloritura verde originaria, bensì lo strato intermedio color ocra sovrapposto ad uno strato bianco di biacca e riemerso immediatamente al di sotto della ridipintura bruno nerastra più recente. È verosimile che lo strato ocra sulla croce appartenga alla stessa fase riportata in luce sul Cristo, dal momento che entrambe le laccature si sovrappongono ad una “base” bianca a biacca evidenziata anche dalle analisi stratigrafiche. Revisione delle vecchie reintegrazioni plastiche Sostituzione delle stuccature inadeguate
INTERVENTI EFFETTUATI Sulla croce però era stato cambiato il cartiglio con la scritta INRI: in un vecchio intervento - difficile stabilire quale – il cartiglio ligneo era stato ricoperto con un cartone piuttosto spesso, verosimilmente la coperta di un libro, su cui in un primo tempo le lettere erano state dipinte in nero. Sullo stesso cartone, forse nel restauro seguente, erano state poi incollate delle lettere di cartoncino chiaro e leggero cambiando la scritta da INRI in JNRI. Il cartone è stato staccato e riconsegnato a documentazione, recuperata invece la scritta presente sulla prima ridipintura ocra. Tutte le cadute di colore sulla figura del Cristo sono state stuccate a livello con gesso e colla e reintegrate in tono o sottotono leggero prima ad acquerello e rifinite a vernice. Sulla croce invece non è stata eseguita stuccatura se non dove necessaria ai fini conservativi e la reintegrazione, leggera, non ha coperto dove già a vista, la coloritura verde originaria, ma si è limitata a ricreare un equilibrio non fastidioso lasciando coesistere i due strati. Il cartiglio scolpito con la cromia relativa al restauro antico quattro-cinquecentesco Chiusura delle fenditure, incollature ed innesti lignei
L’OPERA DOPO IL RESTAURO Dopo Prima
FINANZIAMENTO:GENOVA 2004 per la mostra “LA SACRA SELVA” DIREZIONE LAVORI: Dr. Franco Boggero Soprintendenza per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico della Liguria RESTAURATORI :Anna Rosa Nicola e Nicola Pisano con la collaborazione di: Gigliola Baruffi Manuela Dal Canton Paola Gai Sergio Pompele Rita Vai NICOLA RESTAURI S.r.l. Aramengo (Asti) ANNO:2004