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VALSOLDA. V. ILLAGGI. A. NTICHI. OCALITA'. L. S. OLEGGIATE. O. VUNQUE. L. UOGHI. D. A. A. MMIRARE. Valsolda. Nord-ovest. Nord-est. Sud-ovest. Sud-est. NORD OVEST. Cerca nell’immagine. Alpe di Boglia 1121 m. Roverè 1013 m. Spelucco 1385 m. Denti della vecchia 1491 m.
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V ILLAGGI A NTICHI OCALITA' L S OLEGGIATE O VUNQUE L UOGHI D A A MMIRARE
Valsolda Nord-ovest Nord-est Sud-ovest Sud-est
NORD OVEST Cerca nell’immagine
Madonnina del faggioCappella posta sulle pendici del monte Boglia. La leggenda racconta che nel posto ove sorge la cappella, esisteva un colossale faggio nel tronco del quale, come in una nicchia, si vide un giorno apparire la figura di una Madonnina scolpita nella pietra. Verso il 1865, un uragano troncò il faggio proprio sopra la nicchia con la Madonna, la quale però restò illesa. I Valsoldesi eressero in quel posto una cappelletta per porvi l'effigie di pietra. Nel 1927 la cappella, ormai in rovina, fu ricostruita.
NORD EST Cerca nell’immagine
Buco di Noga Le campagne di scavi effettuati all’interno del buco di Noga o “Böcc de Noga”, hanno portato al ritrovamento di ossa di Ursus Spelaeus o orso delle caverne. Attualmente le ossa ritrovate in questa grotta sono al museo cantonale di Storia Naturale di Lugano. La grotta, con uno sviluppo di 50 m, è la più grande cavità della Valsolda e si trova in frazione di Dasio. L’itinerario è del tutto escursionistico, si sale da Dasio verso l’alpe Mapel, seguendo il sentiero che si snoda tra le Cime di Noga e il monte Pradé. La grotta si intravede solo quando si è in prossimità dell’ingresso.
SUD EST RANCÓ Cerca nell’immagine
DASIO Cerca nell’immagine
DASIO 580 m Il paese di Dasio, posto a 580 m, è il più alto della Valsolda. Lo sovrastano le cime rocciose di Noga e di Sasso di Monte. Da lì parte ancora l’antica via, ora sentiero delle 4 valli, che attraverso il Passo Stretto mette in comunicazione con il Lario e la Svizzera. Lungo i vicoli e le stradine si possono osservare caratteristiche case e vecchie stalle. Nella parte alta del paese c’è una fontana chiamata “Carciò” rinomata per la bontà della sua acque sorgive. Le stesse acque, due vie più sotto, vengono raccolte in un pittoresco lavatoio. All’ingresso del paese vi è la vecchia caserma della finanza, ormai diroccata, punto di controllo del contrabbando locale fino al dopoguerra. Sopra la chiesa c’è una palazzina con giardino che un tempo era adibita a locanda, lì soggiornò Fogazzaro per scrivere l’ultima parte del suo romanzo: ”Leila”. Annesso vi era il “gioco delle bocce”, svago in uso in Valsolda fino alla metà del 1900.
Il lavatoio Fontana di Carciò
L ‘albergo del Mimi dove Fogazzaro scrive il finale di “Leila” La vecchia scuola elementare
Chiesa di S. BernardinoAffresco Madonna del latteAltare maggioreVoltaSanti: MiroBernardinoLucio
Chiesa di S. Bernardino La chiesa di Dasio è dedicata a San Bernardino da Siena. È l'unica della Valsolda ad avere tre navate. Sul portale sono riprodotti i SS. Giovanni Battista e Stefano a cui era originariamente intitolata la chiesa. La parte più antica è la navata sinistra la cui parete presenta un affresco datato 1516, diviso in tre parti e sormontato da un lunettone. Sono rappresentati nella parte più a sinistra la Madonna del Latte e S. Antonio Abate; nella parte centrale la Madonna con Bambino, incoronata e in trono, con al fianco S. Caterina e S. Bernardino; a destra Cristo accolto dal Padre con a fianco una Madonna con Bambino. Nel lunettone si può vedere la Madonna Assunta tra San Miro e San Lucio. Sull'ancona dell'altare maggiore, in basso, ai piedi di una Madonna con Bambino. si notano le tre mitre che simboleggiano la rinuncia di San Bernardino per tre volte alla Cattedra Vescovile. All'interno della chiesa si trova una grossa campana che, durante la seconda guerra mondiale, fu trasportata a Como per essere fusa per utilizzare il metallo per la costruzione di cannoni; ritornò a Dasio poiché non fu utilizzata.
Madonna con bambino Volta
S. Bernardino Religioso francescano, fu grande e popolare predicatore del nome di Gesù. Attraversò villaggi e città dell'Italia settentrionale e centrale portando, con la parola e con l'esempio, intere popolazioni a un profondo rinnovamento cristiano. Lavorò per la riforma dell'Ordine francescano. Di lui restano alcuni scritti in lingua latina e volgare. Nato nel 1380 a Massa Marittima, morì nel 1444 nella città dell'Aquila, dove nel corso delle prediche che si era prefissato vi giunse ormai morente. Bernardino fu canonizzato nel 1450 a soli sei anni dalla morte.
S. Lucio S. Lucio di Cavargna conosciuto anche come Luguzzone o Uguzo, ha il centro del suo culto nel piccolo Oratorio di S. Lucio, sperduto trai pascoli montani, all’estremo limite della Val Cavargna, al confine con la Svizzera tra i laghi di Lugano e di Como, a 1669 m sul livello del mare; la parrocchia è quella di Cavargna della diocesi di Milano, benché sia in provincia di Como.Dall’antico “Catalogus Sanctorum Italiae” edito nel 1613, si apprende che Lucio sarebbe stato un pastore di armenti, dipendente di un padrone, dal quale fu licenziato dopo essere stato accusato di furto; perché aveva fatto con gli averi del padrone, piccoli doni alla Chiesa ed ai poveri.Fu assunto da un nuovo padrone più accondiscendente e successe che, mentre le ricchezze di questo aumentavano, diminuivano quelle del padrone precedente; il quale sia per odio, sia per invidia, lo uccise.Sul posto dove fu ucciso, sgorgò una sorgente così abbondante da formare un laghetto, alle cui acque accorrono gli ammalati degli occhi per guarire. L’antico oratorio di S. Lucio di Cavargna divenne meta di pellegrinaggi di devoti, i quali gli si rivolgevano per impetrare la pioggia o il tempo sereno; inoltre conserva un pregevole dipinto del Cinquecento su rame, che raffigura il santo pastore che distribuisce ai poveri il formaggio; soggetto anche di altre raffigurazioni.Il culto è diffuso in una cinquantina di località del Nord Italia e del Canton Ticino; la sua festa è il 12 luglio.
S. Miro È venerato a Sorico, sul lago di Como. Nacque a Canzo paese sullo stesso lago, verso il 1306. Da giovane donò tutto ciò che possedeva ai poveri e si mise a condurre vita eremitica, prima nei dintorni del paese natio, Canzo, poi a Sorico, in diocesi e in provincia di Como, sulla Riviera del Lario. Alcuni studiosi lo classificano appartenente al Terz’Ordine Francescano, altri lo negano. Dopo una vita durata 75 anni, in gran parte dedita all’eremitaggio ed alla mortificazione nella povertà, Miro morì nel 1381 e venne sepolto a Sorico nella chiesa di S. Michele (oggi chiamata di S. Miro), situata su un vicino colle.
Puria Cerca nell’immagine
Puria 504 m La frazione di Puria è un antico insediamento esteso su un dosso soleggiato in lieve pendio con la chiesa all'estremo limite orientale, nel cuore di una verde valle aperta a ventaglio verso sud. Puria è stata, in passato, un nodo viario importante all'interno della valle. Vi convergeva la via proveniente dal lago di Como, nella quale confluivano le mulattiere delle valli Sanagra, Cavargna, Colla (CH), Rezzo (Passo Stretto), e le vie provenienti da Castello, da Bré e dall'alto Luganese. Vi arrivava il sentiero da Loggio e ne usciva quello per Dasio. La via centrale all'interno del paese è la via Salomone, che alla fine si allarga e prosegue rettilinea per una cinquantina di metri col nome di Via al Tempio fino al sagrato dell' Assunta, la parrocchiale, la cui facciata le fa da fondale. Sulla piazza del Congresso si trova Palazzo Pozzi (eretto verso il 1741) sulla cui facciata sono ancora visibili alcune decorazioni. Don Filippo Maria Pozzi possedeva in questo palazzo un oratorio privato che oggi è stato incorporato in un'abitazione. All'oratorio si accedeva per una rampa detta «Via dell'oratorio», nome che ha ancor oggi. Gli arredi del soppresso oratorio Pozzi servirono all'oratorio di San Pietro e della Madonna delle Grazie eretto nel centro del paese sopra una raccolta di acque stagnanti detta Pozzaracca.