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Ossigenoterapia. Chi? Come? Quando?. Obiettivi . 1) Ossigeno come farmaco 2) Pazienti che necessitano di ossigenoterapia 3) Modalità di somministrazione dell’ossigeno 4) Gestione e controllo ossigenoterapia. Definizione di medicinale (Direttiva Parlamento europeo 2004/27CE ).
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Ossigenoterapia Chi? Come? Quando?
Obiettivi 1) Ossigeno come farmaco 2) Pazienti che necessitano di ossigenoterapia 3) Modalità di somministrazione dell’ossigeno 4) Gestione e controllo ossigenoterapia
Definizione di medicinale(Direttiva Parlamento europeo 2004/27CE) E’ da intendersi come prodotto medicinale o medicinale: “Ogni sostanza o associazione di sostanze presentata come avente proprietà curative o profilattiche delle malattie umane”. “Ogni sostanza o associazione di sostanze che può essere utilizzata sull'uomo o somministrata all'uomo allo scopo di ripristinare, correggere o modificare funzioni fisiologiche, esercitando un'azione farmacologica, immunologica o metabolica, ovvero di stabilire una diagnosi medica”.
Quali pazienti acuti necessitano di ossigenoterapia ? Pazienti critici = target saturazione 94-98% Pazienti critici con documentata ipossiemia-ipercapnia = target saturazione 88-92% N.B. l’ossigeno è il trattamento dell’ipossia e non della dispnea (Linee guida BTS 2008)
Quali pazienti cronici necessitano di ossigenoterapia? (I) L’utilizzo dell’ossigeno è riservato ai pazienti che presentano un’ipossiemia stabile. L’ipossiemia è considerata stabile quando viene riscontrata: In almeno 4 determinazioni di emogasanalisi,effettuate in condizioni di riposo da almeno 30’/ 1 h.,rilevate a intervalli regolari di 15 gg. per 2 mesi consecutivi Dopo almeno 3 mesi da un episodio di riacutizzazione Se i valori di PaO2 si mantengono costantemente < 50 mmHg il tempo di osservazione può diminuire e deve essere valutato in base alle condizioni cliniche del paziente.
Quali pazienti cronici necessitano di ossigenoterapia? (II) IPOSSIEMIA STABILE PaO2 < 55 mmHg (indicazione assoluta!!) PaO2 > 55 e < 60 mmHg (indicazione relativa !!) purchè sia presente almeno uno dei seguenti criteri aggiuntivi: Policitemia (Hct > 55%) Segni di ipertensione polmonare Edemi periferici da scompenso cardiaco dx Cardiopatia ischemica.
Quali pazienti cronici necessitano di ossigenoterapia?(III) IPOSSIEMIA INTERMITTENTE Nei pz con malattie respiratorie croniche le desaturazioni durante il sonno e/o l’esercizio, spesso non prevedibili dai valori arteriosi a riposo, possono giocare un ruolo importante nello sviluppo di complicanze come l’ipertensione polmonare, il cuore polmonare e la morte improvvisa durante il sonno. L’efficaciadella OTLT in pazienti con ipossiemia intermittente non è provatama Le desaturazioni notturne ( < 90% per oltre il 30% del tempo di sonno) rappresentano un criterio di inclusione secondo le raccomandazioni ATS-ERS 2004
Sistemi di somministrazione dell’ossigeno (1) Cannule nasali: Basse concentrazioni massimali Oltre i 6 l/m secchezza ed irritazione della mucosa nasale. Ben tollerata ma imprevedibilità della concentrazione effettiva di O2 soprattutto per apertura della bocca
Sistemi di somministrazione dell’ossigeno (2) Maschere semplici : La Fi O2 massima erogabile è compresa tra 0.40 e 0.60 Sono dotate di aperture laterali per evitare il rebreathing e per garantire l’ingresso di aria ambiente
Sistemi di somministrazione dell’ossigeno (3) Maschere con reservoir a parziale rebreathing : FiO2 massima tra 0.6 e 0.9 Circa 1/3 del volume espirato penetra nel reservoir il resto fuoriesce dalle aperture laterali
Sistemi di somministrazione dell’ossigeno (4) Maschere non rebreathing con reservoir: Dotate di valvole unidirezionali (sul reservoir e lateralmente ) che impediscono all’aria ambiente di entrare nella maschera durante l’inspirazione e consentono la fuoriuscita di aria nell’espirazione
Sistemi di somministrazione dell’ossigeno (5) Maschera di Venturi : Effetto Venturi per erogare concentrazioni di O2 costanti FiO2 identificata da ugelli di diverso colore No Rebreathing
Effetti collaterali e tossicità dell’ossigenoterapia Ipercapnia fino alla carbonarcosi e arresto respiratorio Vasodilatazione sul circolo polmonare con effetto shunt Alterazione della clearance muco-ciliare Alterazioni del surfactante Aumento della permeabilità capillare Edema alveolare Fibrosi polmonare Danno oculare Crisi convulsive
Carbonarcosi da ossigenoterapia È una complicanza frequente nei pazienti con BOC in O2 terapia Presupposto Nel paziente BOC i centri respiratori sono insensibili allo stimolo della CO2 e sono attivati indirettamente dallo stimolo ipossico sui glomi carotidei.
Carbonarcosi da ossigenoterapia La somministrazione di ossigeno a flussi spesso anche non elevati può far venir meno lo stimolo alla ventilazione La ridotta ventilazione porterà inevitabilmente ad ipercapnia fino al coma ipercapnico, mentre la quota di ossigeno può rimanere nella norma o poco superiore