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Legislazione. Giulia Magnanini Cecilia Scarpa Maria Del Pilar Samaniego Pérez. Introduzione Dichiarazione dei diritti del fanciullo Convenzione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza Principi fondamentali Integrazioni Comitato dei diritti del bambino e dell’adolescente

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Presentation Transcript


  1. Legislazione • Giulia Magnanini • Cecilia Scarpa • Maria Del Pilar Samaniego Pérez

  2. Introduzione • Dichiarazione dei diritti del fanciullo • Convenzione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza • Principi fondamentali • Integrazioni • Comitato dei diritti del bambino e dell’adolescente • Carta europea dei diritti del fanciullo • Garante per l’infanzia in Italia • Pipida • Raccomandazioni di Kofi Annan

  3. Introduzione Nel 2006 sono nati nel mondo più di 135 milioni di bambini: più della metà in Asia, poco meno di un quarto nell’Africa Subsahariana, l’8% nei paesi industrializzati. Nello stesso anno la popolazione sotto i 18 anni superava i due miliardi e duecentomilioni, dei quali più di 625 milioni sotto i cinque anni, con un tasso di crescita annua dell’1,4%. Quello che a livello di diritto internazionale viene definito mondo dell’infanzia e dell’adolescenza rappresenta quindi un terzo dell’umanità. Ma la parola bambino/adolescente assume diversi significati a seconda del luogo in cui viene pronunciata: nell’Africa Subsahariana il 35% dei bambini fra i 5 e i 14 anni lavorano; in Asia meridionale il 45% delle ragazze si sposa prima di aver compiuto i 18 anni; nel mondo un bambino su tre non viene registrato alla nascita; il neonato che è nato nel 2006 in Germania può sperare di vivere 79 anni mentre quello che è nato in Angola solo 42; nei paesi industrializzati il 96% dei bambini frequenta la scuola primaria contro il 65% dei paesi meno sviluppati; in Algeria l’86% dei bambini fra i 2 e i 14 anni subiscono violenze fisiche o psicologiche, in Vietnam il 93%.

  4. Dichiarazione dei diritti del fanciullo I primi documenti in cui veniva riconosciuta la necessità di concedere al bambino una protezione speciale erano stati la Dichiarazione di Ginevra del 1924 sui diritti dei fanciulli e la Dichiarazione dei diritti del fanciullo del 1959. In ambedue i testi però i minori venivano considerati oggetti di tutela e non soggetti di diritti pienamente usufruibili. Il bambino, considerato essere in formazione, doveva godere di una più o meno ampia tutela ma non poteva essere titolare di diritti autonomi. Il testo della Dichiarazione dei diritti del fanciullo rimase quasi sconosciuto e non contribuì alla crescita di una coscienza dei diritti dei bambini. Negli anni successivi crebbe un movimento di adulti sensibili al tema che iniziarono a promuovere l’idea che bambini e ragazzi avessero il diritto di essere il soggetto centrale di tutto ciò che li riguardava e che l’interesse del minore dovesse essere prioritario rispetto a quello, spesso dettato da logiche diverse, dell’adulto.

  5. Convenzione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza • Nel 1978 un gruppo di giuristi ed esperti internazionali iniziarono a lavorare a un testo che riuscisse a percepire le diverse appartenenze culturali, religiose, politiche e sociali, ma anche le differenti situazioni economiche laddove economie diverse ponevano il problema, per i paesi poveri, del finanziamento delle tutele che si andavano strutturando. Dopo una lunga mediazione si arrivò alla stesura del testo della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell'Adolescenza, che venne approvato dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 30° anniversario della Dichiarazione dei Diritti dei bambini, il 20 novembre 1989. • Strumento principe a disposizione della comunità internazionale per combattere questa realtà è la Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell'Adolescenza - in seguito indicata come CRC, acronimo di Convention on the Rights of the Child- approvata dall’Assemblea Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (Onu) il 20 novembre 1989, che stabilisce nell’art. 1 che “child” è ogni essere umano avente un’età inferiore a 18 anni, salvo che abbia raggiunto prima la maturità in virtù della legislazione applicabile.

  6. Principi fondamentali • La CRC, suddivisa in un preambolo e tre parti per un totale di 54 articoli, risulta attualmente ratificata da 193 paesi si fonda su quattro principi fondamentali: • - il principio di non discriminazione: sancito all'art. 2, impegna gli Stati parti ad assicurare i diritti ivi sanciti a tutti i minori, senza distinzione di razza, colore, sesso, lingua, religione, opinione del bambino e dei genitori; • - il principio di superiore interesse del bambino: sancito dall'art. 3, prevede che in ogni decisione, azione legislativa, provvedimento giuridico, iniziativa pubblica o privata di assistenza sociale, l'interesse superiore del bambino debba essere una considerazione preminente; • - il diritto alla vita, sopravvivenza e sviluppo: il principio è sancito dall'art. 6 che prevede il riconoscimento da parte degli Stati membri del diritto alla vita del bambino e l'impegno ad assicurarne, con tutte le misure possibili, la sopravvivenza e lo sviluppo; • - il principio sancito dall’articolo 12 prevede che i bambini vengano ascoltati e che vengano prese in considerazione le loro opinioni in relazione al livello di maturità e alla capacità di comprensione raggiunta in base all’età.

  7. Integrazioni Fra i molti pregi della CRC vi è anche quello di essere un documento “aperto” a modifiche e a integrazioni. Così il testo approvato nel 1989 si è arricchito nel 2000 di due protocolli opzionali: il Protocollo opzionale concernente il coinvolgimento dei bambini nei conflitti armati e il Protocollo opzionale sulla vendita di bambini e la prostituzione dei bambini e la pornografia rappresentante i bambini. I due protocolli, redatti grazie al lavoro di advocacy e di sensibilizzazione di coalizioni formate da Agenzie, ONG, Associazioni e movimenti della società civile, sono stati fino a questo momento ratificati rispettivamente da 120 e da 126 paesi e hanno comportato, soprattutto in merito al problema dello sfruttamento, la promulgazione di leggi nazionali molto severe.

  8. Comitato dei diritti del bambino e dell’adolescente Al fine di esaminare i progressi compiuti dagli Stati nell'esecuzione degli obblighi contratti con la ratifica della CRC, l'art. 43 istituisce il Comitato dei diritti del bambino e dell'adolescente al quale gli stati devono presentare rapporti periodici (inizialmente dopo due anni dalla ratifica e successivamente ogni 5 anni) sui provvedimenti adottati. Il Comitato è composto da 18 membri di alta moralità in possesso di una competenza riconosciuta nel settore dell’infanzia e dell’adolescenza; i membri vengono eletti a scrutinio segreto fra quelli proposti dagli Stati parti secondo il criterio di un'equa ripartizione geografica e in considerazione dei principali ordinamenti giuridici. Il Comitato, al termine dell’esame del rapporto presentato dallo Stato, può sottoporre una serie di suggerimenti e raccomandazioni mirate a una sempre maggiore applicazione dei contenuti della CRC. Il Comitato sui Diritti, inoltre, si occupa di individuare i punti critici della CRC e di chiarirne, attraverso documenti specifici, il senso, le finalità e i campi di intervento e applicazione. Interessanti risultano al riguardo i Commenti Generali dedicati alle finalità dell'educazione, ai diritti dei minori nella giustizia minorile, ai bambini separati dalle famiglie, alle misure di attuazione della CRC, alla salute e sviluppo degli adolescenti.

  9. L’Onu ha dedicato all'infanzia una sessione speciale (UNGASS) dall'8 al 10 maggio 2002. Erano presenti 60 capi di Stato e di governo; hanno partecipato ai lavori anche rappresentanti del mondo degli affari, dell'arte, della cultura, all'universo accademico e religioso, e oltre 500 giovani provenienti da 158 diversi paesi. Al termine dei lavori è stato approvato il documento Un mondo a misura di bambino nel quale è stato tracciato il piano di azione per il miglioramento della salute e del benessere dei bambini e dei ragazzi. I progressi compiuti sono stati discussi in occasione di UNGASS+5, sessione che si è tenuta all'Onu l'11 dicembre 2007. La dichiarazione finale ribadisce la volontà di lavorare “per rompere il cerchio/circolo della povertà, raggiungere gli obiettivi di sviluppo internazionalmente concordati, inclusi gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, creare un ambiente che giovi al benessere dei bambini e realizzi tutti i diritti del bambino”.

  10. Carta europea dei diritti del fanciullo Grazie al recepimento dei contenuti della CRC altri importanti documenti sono sono stati predisposti in difesa dell’infanzia, nel corso degli ultimi anni, anche da vari organismi europei: - Il Parlamento Europeo approva in data 8 luglio 1992 la Carta europea dei diritti del fanciullo - Risoluzione A3-0172/92 - nella quale si invita la Commissione Europea a presentare un progetto di Carta comunitaria dei diritti del fanciullo che contenga i principi già enunciati nella CRC; - La Conferenza dell’Aja di diritto internazionale privato ha adottato in data 29 maggio 1993 la Convenzione sulla protezione dei minori e sulla cooperazione in materia di adozione internazionale, entrata in vigore il 1° maggio 1995 e ratificata in Italia con legge 31 dicembre 1998, n. 476; - Il Consiglio d'Europa ha adottato il 25 gennaio 1996 la Convenzione Europea sull'esercizio del diritti dei minori, entrata in vigore il 1° luglio 2000. La Convenzione è stata firmata dall'Italia al momento dell'adozione e ratificata con legge n. 77 del 20 marzo 2003; - La Commissione Europea ha adottato il 4 luglio 2006 la comunicazione Verso una strategia dell'Unione Europea sui diritti dei minori. Sono state fatte luglio 2007 e nel marzo 2008 due edizioni del Forum Europeo dei diritti dei bambini con l’intento di sviluppare e realizzare strategie per promuovere i diritti dei minori sul piano nazionale e internazionale.

  11. Garante per l’infanzia in Italia In tutti i documenti approvati in sede Onu e in sede di Comunità Europea viene sottolineata anche l’importanza dell’individuazione e della nomina in ogni paese di un Garante per l’infanzia e l'adolescenza che goda di autonomia, indipendenza e specifica e comprovata competenza in materia di diritti dell'infanzia e dell'adolescenza. In Italia, nonostante le raccomandazioni contenute nelle Osservazioni Conclusive presentante dal Comitato sui Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza nel 2003, tale figura non è stata ancora istituita ma 14 regioni si sono dotate di una legge per la nomina di garanti regionali.

  12.  Pipida A livello di società civile nel 2000 ha iniziato la propria attività il PIDIDA – Per i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza - un libero tavolo di confronto e coordinamento aperto a tutte le Associazioni, ONG e le realtà del Terzo Settore che si occupano di promozione e tutela dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza in Italia e nel mondo. Nato per concordare un documento comune da presentare alla Sessione Onu dedicata all'infanzia nel 2002, il tavolo ha continuato il proprio lavoro strutturandosi in gruppi di lavoro che si occupano di verificare l'attuazione delle linee contenute nel documento “Un mondo a misura di bambino”, della partecipazione e dell'approfondimento dei contenuti della CRC. Fra le tante attività promosse va sottolineata la pubblicazione di rapporti periodici sull'applicazione della CRC nelle varie regioni italiane. Alcune delle associazioni aderenti al PIDIDA hanno dato vita, inoltre, ad un gruppo di lavoro che opera al fine di garantire un sistema di monitoraggio indipendente sull'attuazione in Italia della CRC e delle Osservazioni conclusive del Comitato Onu. Dopo la redazione nel 2001 de I diritti dell'infanzia e dell'Adolescenzsa in Italia – La prospettiva del terzo settore, rapporto supplementare rispetto a quello del Governo Italiano presentato al Comitato Onu sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, il lavoro è proseguito con la pubblicazione di quattro rapporti di aggiornamento.

  13. Raccomandazioni di Kofi Annan L'8 dicembre 2006, in occasione del 60° anniversario della fondazione dell'UNICEF – Agenzia delle Nazioni Uniti per l'infanzia –allora Segretario Generale dell'Onu, ha ricordato come “oggi comprendiamo più e meglio che mai in passato che la costruzione di un futuro migliore comincia dai bambini - comincia dall'assicurare che siano in salute, istruiti, al sicuro e amati. Quando si dà loro la possibilità di cominciare la vita al meglio, i bambini possono crescere e attuare tutte le loro potenzialità da adulti”. E' questa la sfida che attende la politica e la società civile: tradurre in azioni concrete i diritti affinché realmente i bambini possano crescere in un mondo che li rispetti, li riconosca, li renda partecipi del loro presente e del loro futuro, un mondo che sia davvero a misura di bambino.

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