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Cibo e storia“La pasta” Cristina Rotondi
IntroduzioneIl vocabolo pasta viene dal termine păsta(m), dal greco πάστα con significato di 'farina con salsa’ che deriva dal verbo pássein cioè impastare.A partire dal 1310 vi furono le prime comparse di questa parola.Per cercare l’ origine della pasta, chiamata anche con altri nomi, si può tornare indietro fin quasi all'età neolitica nel momento in cui l'uomo cominciò la coltivazione dei cereali. Egli infatti imparò ben presto a macinarli, a impastarli con acqua , a cuocerli o seccarli al sole per poterli conservare a lungo. La pasta è un cibo universale di cui si trovano tracce storiche in tutto il continente euroasiatico. La pasta acquisisce infatti un ruolo particolarmente importante in Italia e in Cina dove si sono sviluppati due filoni di tradizione gastronomica. Cristina Rotondi
La storia della pasta attraverso i popoliLa pasta ha, come abbiamo già detto, attraversato numerose culture tra Europa ed Asia.Nonostante l’alimento in questione sia concettualmente lo stesso, l’interpretazione a livello culinario non è stata la stessa, ciò infatti caratterizza, oltre alle diverse ricette, anche diverse tecniche di cottura e strumenti per la preparazione.In primo luogo le farine utilizzate variano da paese a paese. Pur trattandosi ovviamente di farine vegetali, le materie prime vanno dalla semola di grano e altri cereali fino ad arrivare a farine di patate o soia.In secondo luogo possiamo notare differenze nella forma ma soprattutto nel loro utilizzo. Ad esempio è una tradizione tutta Italiana quella di accompagnare la pasta con diversi ed elaborati sughi, quando nella maggior parte dei popoli Europei ed Asiatici è spesso accompagnata a zuppe o brodi. Cristina Rotondi
Evoluzione della pasta L’invenzione ‘’utile’’ L’idea che rivoluzionò l’utilizzo della pasta fu quella introdotta nel Medioevo : la bollitura. La pasta, una volta essiccata, avrebbe potuto essere preparata in poco tempo proprio attraverso questa tecnica. L’invenzione permise così alla pasta di diffondersi grazie alla sua facilità di consumo. Da questa popolarità, ne scaturì un interesse variegato che la portò ad assumere le forme e le caratteristiche più fantasiose Cristina Rotondi
Le prime ricette testimoniate Nel Libro de arte coquinaria di Maestro Martino(‘400)si trovano le prime indicazioni tecniche per la preparazione dei "vermicelli", (per la prima volta il termine indica pasta corta forata) e "maccaroni romaneschi" Le ricette dell'epoca prevedevano che la pasta fosse servita come contorno ad altre vivande e specialmente con la carne. Questo gusto, insieme a quello per la pasta scotta, si trova ancor oggi fuori dall'Italia dove invece nel '600 Giovanni del Turco comincia a consigliare una cottura più breve che lasci i maccheroni "più intirizzati e sodi". Classico anche l'abbinamento con formaggio grattugiato, e col pomodoro attestato tra fine '700 e primi '800. Alla fine del XVI secolocomparvero i primi pastifici a conduzione familiare nella città di Gragnano, favorita da particolari condizioni climatiche, come una leggera aria umida che permetteva la lenta essiccazione dei "maccaroni". La produzione della pasta, in particolare dei "maccaroni", rese famosa nel mondo Gragnano che nell'Ottocento conobbe la sua epoca d'oro. La via Roma e la piazza Trivione, con i maccheroni appesi ad essiccare, diventarono così il centro della città. Cristina Rotondi
La pasta per tutti Nel ‘700 i primi rudimentali macchinari per la produzione industriale resero il costo della pasta accessibile anche al popolo meno ricco che fino ad allora ne era stato privato.La produzione dei maccaroni aumentò ancora dopo l'Unità d'Italia, quando i pastifici gragnanesi si aprirono ai mercati di città come Torino, Firenze e Milano e la produzione di pasta raggiunse quindi l'apice. Gragnano addirittura ottenne l'apertura di una stazione ferroviaria per l'esportazione dei maccheroni che la collegava a Napoli e quindi all'intero Paese. Il 12 maggio 1885, all'inaugurazione erano presenti il re Umberto I e sua moglie, la regina Margherita di Savoia . Arrivò l'energia elettrica e con questa i moderni macchinari che sostituirono gli antichi torchi azionati a mano.Negli anni '80 del secolo scorso, grazie all'apporto di giovani chef italiani, furono introdotte nuove tecniche di lavorazione della pasta riguardanti la sua colorazione con prodotti naturali. Cristina Rotondi
CuriositàLa testimonianza più antica di questo alimento è rintracciabile a circa 4000 anni fa, ed è data da un piatto di spaghetti di miglio rinvenuti nel nord-ovest della Cina.L'invenzione cinese viene tuttavia considerata indipendente da quella occidentale perché all'epoca i cinesi non conoscevano il frumento, caratteristico delle produzioni europee e arabe. Cristina Rotondi
«- E’ chiara la testimonianza per gli Etruschi fatta a Cerveteri dalla tomba della Grotta Bella, risalente al IV secolo a.C., alcuni rilievi sono a raffigurare degli strumenti ancora oggi in uso per la produzione casalinga della pasta come spianatoia, matterello e rotella per tagliare.- Per il mondo greco e quello latino numerose sono le citazioni fra gli autori classici, fra cui Aristofane e Orazio, che usano i termini làganon (greco) e laganum (latino) per indicare un impasto di acqua e farina, tirato e tagliato a strisce. Queste lagane, ancora oggi in uso nel sud d'Italia (da cui anche laina), considerate inizialmente cibo dei poveri, acquisiscono tanta dignità da entrare nel quarto libro del De re coquinaria del leggendario ghiottone Apicio. Egli ne descrive minuziosamente i condimenti tralasciando le istruzioni per la loro preparazione, facendo supporre che fosse ampiamente conosciuta.- Per gli Arabi, Ziryab, musicista, ma anche appassionato gastronomo del IX secolo d.C., descrive impasti di acqua e farina assimilabili alle paste.NeIl diletto per chi desidera girare il mondo o Libro di Ruggero pubblicato nel 1154, Al-Idrisi, geografo di Ruggero II di Sicilia, descrive Trabia, un paese a 30 km da Palermo, come una zona con molti mulini, dove si fabbricava una pasta a forma di fili chiamata itrya (dall'arabo itryah che significa "focaccia tagliata a strisce"), che veniva spedita con navi in abbondanti quantità per tutta l'area del Mediterraneo sia musulmano sia cristiano dando origine ad un commercio molto attivo. Questa è la prima testimonianza scritta sulla pasta che poi entrerà nella storia.» cit. Wikipedia Cristina Rotondi
Sitografiahttp://it.wikipedia.org/wiki/Pasta#cite_note-5http://www.lifeinitaly.com/food/pasta-history.asphttp://www.ilovepasta.ithttp://www.pasta.it/in.htmhttp://www.ilovepasta.orgwww.picnik.com (per modificare le immagini)Visitati il giorno 16/04/2011 Cristina Rotondi
Si ringrazia per la gentile e cortese attenzione, sperando che possiate mangiare il prossimo piatto di pasta con più gusto e consapevolezza! Cristina Rotondi
Cibo & Letteratura LA PASTA
Introduzione La pasta entra nell'immaginario collettivo diventando sinonimo di tradizione e semplicità. Gli italiani nel mondo saranno riconosciuti, e si riconosceranno sempre, come “Mangiamaccheroni". Gli ambienti, i fenomeni e le atmosfere che girano intorno ad un piatto di pasta entreranno prima nella letteratura e poi nel cinema offrendo lo spunto per molti capolavori.
Definizione La pasta o pasta alimentare è un alimento a base di semola o farina di diversa origine diviso in piccole forme regolari destinate ad una cottura con calore umido. Il termine pasta, come sineddoche di pastasciutta, può anche indicare un piatto dove la pasta alimentare sia l'ingrediente principale, accompagnato da una salsa, da un sugo o da altro condimento.
Il Milione Rustichello da Pisa – Marco Polo 1298 Parlando del reame di Fansur, Marco Polo scrive che “Qui à una grande maraviglia, che ci àn farina d'àlbori, che sono àlbori grossi e ànno la buccia sottile, e sono tutti pieni dentro di farina; e di quella farin[a] si fa molti mangiar di pasta e buoni, ed io più volte ne mangiai a cui… […]che la farina purgata et mondata, che rimane, s'adopra, et si fanno di quella lasagne, et diverse vivande di pasta, delle quali ne ha mangiato più volte il detto Marco Polo, et ne portò seco alcune a Venezia, qual è come il pane d'orzo, et di quel sapore....”
Già nel XIV secolo si fa leva sull'immaginario goloso dei lettori parlando di pasta, cibo già diffuso e comune nel Medioevo, che qui diventa simbolo di abbondanza alimentare.
Il Decameron Giovanni Boccaccio 1349 -1351 « ...una contrada che si chiamava Bengodi, nella quale si legano le vigne con le salsicce, e avevasi un'oca a denaio e un papero giunta, ed eravi una montagna tutta di formaggio parmigiano grattugiato, sopra la quale stavan genti che niuna altra cosa facevan che far maccheroni e raviuoli, e cuocergli in brodo di capponi, e poi gli gittavan quindi giù, e chi più ne pigliava più se n'aveva... » (VIII 3)
Leopardi - Quaranta Nel 1835 Giacomo Leopardi, componendo i “Nuovi Credenti”, non si fa scrupolo ad attaccare duramente il popolo napoletano spiritualista beffandosi del suo amore per i maccheroni. Egli è nell'ultima fase della sua poetica dove appare più sicuro della sua concezione materialistica del mondo e più deciso a sostenerla contro la fede del suo tempo nella provvidenza cristiana e nel progresso politico e tecnico. Suscita la reazione dei napoletani, i quali però, più che le tesi filosofiche, pensano a difendere proprio l'amore per la pasta.
Maccheronata Gennaro Quaranta – 1832 Senza badare al Dialogo di Tristano e di un amico già pubblicato nel 1832, dove Leopardi scagiona il suo pessimismo imputato unicamente alla sua malattia, Gennaro Quaranta nella poesia “Maccheronata”, risponde: «E tu fosti infelice e malaticcio, o sublime Cantor di Recanati,che bestemmiando la Natura e i Fati, frugavi dentro te con raccapriccio.Oh mai non rise quel tuo labbro arsiccio, né gli occhi tuoi lucenti ed incavati,perché... non adoravi i maltagliati, le frittatine all'uovo ed il pasticcio!Ma se tu avessi amato i Maccheroni più de' libri, che fanno l'umor negro,non avresti patito aspri malanni...E vivendo tra i pingui bontemponigiunto saresti, rubicondo e allegro, forse fino ai novanta od ai cent'anni...»
Manifesto della Cucina Futurista Filippo Tommaso Marinetti – 20 gennaio 1931 Marinetti auspica una vera e propria crociata contro gli spaghetti, accusando la pasta di uccidere l'animo nobile dei napoletani. Ne propone addirittura l'abolizione che, a parere suo e di Benito Mussolini ispiratore della polemica, avrebbe liberato l'Italia dal costoso grano straniero e favorito l'industria italiana del riso.
« [...] vi annuncio il prossimo lanciamento delle cucina futurista per il rinnovamento totale del sistema alimentare italiano, da rendere al più presto adatto alle necessità dei nuovi sforzi eroici e dinamici imposti dalla razza. La cucina futurista sarà liberata dalla vecchia ossessione del volume e del peso e avrà, per uno dei suoi principi, l'abolizione della pastasciutta. La pastasciutta, per quanto gradita al palato, è una vivanda passatista perché appesantisce, abbrutisce, illude sulla sua capacità nutritiva, rende scettici, lenti, pessimisti. È d'altra parte patriottico favorire in sostituzione il riso. » Filippo Tommaso Marinetti - 1931
Curiosità… La questione si risolve però rapidamente con un Marinetti immortalato nel ristorante Biffi di Milano nell'atto di mangiare un bel piatto di spaghetti. Immancabile segue una derisione popolare che usa soprattutto questa frase: "Marinetti dice Basta, messa al bando sia la pasta. Poi si scopre Marinetti che divora gli spaghetti”.
Sitografia • http://www.google.it/images • http://it.wikipedia.org/wiki/Futurismo • http://it.wikipedia.org/wiki/Pasta • http://it.wikipedia.org/wiki/Milione_(Marco_Polo) • http://it.wikipedia.org/wiki/Decameron (visitati il giorno 16/04/2011)
Cibo & musica Emilia Battaglia
L’amore per la pasta « ...il nostro più che un popolo è una collezione. Ma quando scocca l'ora del pranzo, seduti davanti a un piatto di spaghetti, gli abitanti della Penisola si riconoscono italiani... Neanche il servizio militare, neanche il suffragio universale (non parliamo del dovere fiscale) esercitano un uguale potere unificante. L'unità d'Italia, sognata dai padri del Risorgimento, oggi si chiama pastasciutta » C. Marchi, quando siamo a tavola, Rizzoli,1990 La storia ci insegna che dall'origine dei tempi tavola e musica convivono perfettamente insieme. Dai banchetti luculliani dell'antica Roma, ai convivi del Medioevo e del Rinascimento, fino alle cene settecentesche, la musica ha sempre trovato un posto d'onore in tavola. Perfino il grande Giuseppe Verdi volle esprimere la felicità del vivere con il cibo, il vino e la musica nella sua ultima opera "Falstaff".Ai tempi di Dante, nel "De mia farina" scopriamo che abili musici fiorentini dedicavano pezzi musicali al "come fare buone lasagne". Nel '600 la musica da tavola (Tafelmusik) veniva eseguita durante i banchetti, nelle corti e nei castelli nobiliari. Aveva andamento scorrevole, quasi una musica leggera dell’epoca.
Pasta in musica • Quando Dumas nella sua Seconda lettera a un sedicente buongustaio napoletano, del 1864, ebbe modo di scrivere :“Se conoscete la mia ricetta di maccheroni, è come se conosceste la musica di Porpora, Paisiello, Pergolesi e Cimarosa, senza suonarla” sapeva bene che tra la musica e la pasta correva buon sangue. Mentre odi, cicalate, capitoli e dialoghi celebravano lasagne e maccheroni accadeva anche che qualcuno giocasse con le parole sulla pasta e le mettesse in musica. • Si sviluppava così un vero e proprio filone musicale arricchitosi di arie e canzoni narranti, con uno sguardo a Napoli, ma ben oltre i confini di Napoli, la fame e l’arguzia di un Pulcinella inventore dei maccheroni, le glorie gastronomiche di questo cibo, il suo potere seduttivo e fascinoso, la sua capacità di generare gioia, piacere e beatitudine in chi ne mangi. D’altra parte maccarone, secondo l’abate Ferdinando Galiani, economista napoletano del settecento, deriverebbe dal greco "makarios", cioè felice, beato.
“Pasta diva” • Pasta diva, pasta diva hai del sol il bel calor del mare, il sale la lussuria al pomodoro al fuoco rosso del Vesuvio, al fuoco verde del basilico, lo sai, lo sai, lo sai, lo sai, tu, Pasta diva sai che Parigi proverà la bella Napoli di qua... Fosti diva, fosti diva eri la divina tra le stelle, il palcoscenico traballa sotto li peso dei talento e del silenzio del tuo fascino, lo sai, lo sai, lo sai, lo sai, lo sai, lo sai, lo sai,... tu fosti diva, ritorna diva ancora per noi la bella diva che tu sei... Paolo conte, Razmataz (2000)
Spaghetti a Detroit • Spaghetti, pollo, insalatinae una tazzina di caffèa malapena riesco a mandar giùInvece ti ricordiche appetito insieme a tea Detroit.Guardavi solo mementre cantavi " China Town "l'orchestra ripeteva " Schubi-du ".Mi resta solo un discoper tornare giù da tea Detroit.Lola ho fatto le pazzie per te.Ricordi che notti di follie a Detroit.Spaghetti, insalatinae una tazzina di caffèa malapena riesco a mandar giùla gente guarda e ridenon è stata insieme a noia Detroit.Lola pazzie che non farò mai piùRicordi che notti di follie a Detroit.Spaghetti, insalatinae una tazzina di caffèa malapena riesco a mandar giùla gente guarda e ridema non piange insieme a meper te Lolaa Detroit. Fred Bongusto
la sveglia sta suonandoma fatela tacereperche' di andare a scuola proprio voglia non ne hoalzarsi cosi' prestonon e poi salutare... ragazzi prima o poi mi ammalero'invece oltre la scuolacento cose devo faringlese pallavolo e perfino latindancee a fine settimana non ne posso proprio piu'mi serve una ricarica per tirarmi suma un sistema rapidoinfallibile e genialefortunatamente io ce l'hose me lo chiedete per favoreil segreto io vi svelero'( ma si ma daima diccelo anche a noi)sono le tagliatelle di nonna pina un pieno di energiaeffetto vitamina mangiatecalde col ragu' (col ragu')ti fanno il pieno per sei giorni ed anche piu' perche' le tagliatelle di nonna pinason molto piu' efficaci di ogni medicinasensazionali a pranzoa cena e credi a meson buone anche al mattino al posto del caffe' yeahla situazione e' graveed anche i miei amicison tutti un po' stressatiper il troppo lavoraril tempo pieno a scuolanon lo vogliamo fare vogliamo star con mamma e papa'ma intanto mi hanno iscrittoanche a un corso di kung fusfruttando l'ora buca fra chitarra e ciclocrosse' veramente troppoio non ce la faccio piu'mi serve una ricarica per tirarmi suma un sistema rapidoinfallibile e genialefortunatamente io ce l'hose me lo chiedete per favoreil segreto io vi svelero'( ma si ma daima diccelo anche a noi) sono le tagliatelle di nonna pinaun pieno di energiaeffetto vitaminamangiate calde col ragu' (col ragu')ti fanno il pieno per sei giorni ed anche piu'perche' le tagliatelle di nonna pinason molto piu' efficaci di ogni medicinasensazionali a pranzoa cena e credi a meson buone anche al mattino al posto del caffe'viva le tagliatelle di nonna pinaun pieno di energia effetto vitaminasensazionali a pranzo a cena e credi a meson buone anche al mattino al posto del caffe'e allora forza daima che problema c'e'ci pensa nonna pina a toglierti lo stressyeah Le tagliatelle di nonna Pina
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