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Javier Cercas. Nasce nel 1962 a Ibahernando (Cáceres). Svolge attività di giornalista, collabora con l’edizione catalana di “El País”. Ha insegnato due anni nell’Università dell’Illinois, e dal 1989 insegna letteratura spagnola all’Università di Gerona.
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Javier Cercas Nasce nel 1962 a Ibahernando (Cáceres). Svolge attività di giornalista, collabora con l’edizione catalana di “El País”. Ha insegnato due anni nell’Università dell’Illinois, e dal 1989 insegna letteratura spagnola all’Università di Gerona. Ha scritto vari romanzi e raccolte di saggi: • El móvil (raccolta di racconti, 1987) • El inquilino (romanzo, 1989) • La obra literaria de Gonzalo Suárez (saggi, 1994) • El vientre de la ballena (romanzo, 1997) • Una buena temporada (saggi, 1998) • Relatos reales (saggi, 2000) • Soldados de Salamina (romanzo, 2001) • La velocidad de la luz (romanzo, 2005) • Anatomía de un instante (romanzo, 2009)
Rafael Sánchez Mazas (1894-1966) • Giornalista e scrittore, ha pubblicato – oltre a moltissimi articoli e saggi − alcuni romanzi (Pequeñas memorias de Tarín, 1915; La vida nueva de Pedrito de Andía, 1951), racconti (Las aguas de Arbeloa, 1956) e poesie (Quince sonetos para quince esculturas de Moisés de Huerta, 1917; Sonetos de un verano, post., 1971; Poesías, post., 1990); • Con José Antonio Primo de Rivera, è stato uno dei fondatori della Falange spagnola, un movimento rivoluzionario – ispirato ai movimenti fascisti dell’epoca – che nasce nel 1934, e che avrà un ruolo importante nella Guerra civile e nella successiva vittoria del franchismo; • Sarà ministro nel secondo governo di Franco, tra il 1939 e il 1940
Tra ricerca storica e vita privata Luigi Contadini, Soldados de Salamina: Storia di una salvezza possibile (“Confluenze”, vol. 3, n. 1, 2011): “[Il narratore] vive una sorta di risveglio a una nuova vita che diventa fondamentale per il lavoro in cui è impegnato. Parallelamente all’avanzare della ricerca, infatti, la vita del narratore (che ha solo in parte chiari riferimenti autobiografici) subisce cambiamenti sostanziali. […] Indagare sul passato della guerra civile, evidenziando episodi di salvezza, diventa dunque un modo per salvare anche la propria vita nel presente e ipotecare questa salvezza per il futuro”.
Il significato politico del romanzo Javier Cercas, Intervista di Bruno Arpaia, “Il Secolo XIX”, 8 feb. 2002: “Domanda: L'ennesimo romanzo sulla guerra civile spagnola? Risposta: Il mio problema è stato proprio quello di non scrivere un altro romanzo sulla guerra civile, uno dei tanti. Dipende da come si affronta il tema. Io, per fortuna, ho la necessaria distanza da quegli avvenimenti, per esempio mio padre e mia madre non sono mai stati perseguitati, e questo fa in modo che io possa avere uno sguardo particolare, meno coinvolto. Ciò non toglie che sia necessario parlare ancora di quegli anni. Gli uomini di Aznar dicono che a quell'epoca nessuno dei due fronti combatteva per la libertà. Questo è falso, è un'opera di revisionismo storico più retrive.
Il significato politico del romanzo Javier Cercas, Intervista di Bruno Arpaia, “Il Secolo XIX”, 8 feb. 2002: In realtà, dopo la morte di Franco, la transizione spagnola si è basata su un patto d'oblio: facciamo finta che non sia successo nulla. Oggi possiamo ammettere che quel patto è stato un male minore, un tacito accordo che ha permesso alla Spagna di entrare in Europa e di diventare un paese in cui si vive abbastanza bene, ma il prezzo altissimo che abbiamo pagato è questa nebbia di mezze verità e di bugie che regna su quel periodo. Abbiamo dimenticato uomini di destra come Sánchez Masas, sì, ma soprattutto tantissimi Miralles, di cui nessuno si ricorda, perché sono scomodi. Raccontare le loro storie è un modo per non farli morire, per non dimenticare”.
Tra esperienza storica e finzione Luigi Contadini, Soldados de Salamina: Storia di una salvezza possibile: “Se il narratore Cercas insegue con caparbietà le tracce di Miralles, l’autore Cercas, nel gioco scivoloso e ingannevole che si crea tra livelli diegetici e riferimenti (certificati o presunti) alla realtà, principalmente immagina quel personaggio che, infatti, risulta essere uno dei pochi del romanzo che non ha riferimenti storici concreti. […] Ciò che importa, quindi, non è attestare l’esistenza di Miralles o le azioni da lui compiute, quanto mettere in primo piano l’importanza della memoria e i rischi che la democrazia corre se si mantiene l’oblio sulle vicende luttuose del passato. Miralles diventa una figura simbolica orientata a rappresentare questa forte esigenza della nazione spagnola”.
Tra esperienza storica e finzione Javier Cercas, Intervista di Bruno Arpaia, “Il Secolo XIX”, 8 feb. 2002: “Domanda: Il libro è un felicissimo intreccio tra romanzo e réportage, tra storie del passato e del presente, è una mescola di generi, è il racconto di avvenimenti reali, ma anche quello del processo di formazione di un romanzo, del modo in cui si costruisce la scrittura. Però il tuo protagonista ripete spesso che non si tratta di un romanzo, ma di un “racconto reale”.Risposta: Non c'è nulla di nuovo in questo ibrido tra finzione e realtà. C'è una lunga tradizione in questo senso, anzi direi che l'assenza del romanzo è meticcia. Il romanzo è un genere di generi, un genere degenerato.
Tra esperienza storica e finzione Javier Cercas, Intervista di Bruno Arpaia, “Il Secolo XIX”, 8 feb. 2002: Il suo statuto è proprio quello di nascere plebeo, di non avere uno statuto, e questo non è difetto, ma la caratteristica essenziale di un genere che si definisce per il carattere quasi infinitamente proteico, per la sua capacità quasi infinita di assimilare tutto ciò che può assimilare, fagocitando di volta in volta la poesia, la filosofia, il giornalismo. Il fatto è che appena qualcuno comincia a narrare, già si muove nel territorio dell'invenzione. Il “racconto reale” di cui parlo nel libro in fondo è impossibile”.
Tra esperienza storica e finzione Mario Vargas Llosa, El sueño de los héroes (recensione al romanzo, “El País”, 3 set. 2001): “Il narratore di Soldati di Salamina insiste molto sul fatto che ciò che racconta non è un romanzo ma ‘una storia reale’, e sicuramente ci crede, proprio come i tanti che hanno celebrato il libro come una rigorosa ricostruzione di un fatto degno di fede. […] Ma questo non è certo; se lo fosse, il valore del libro sarebbe dovuto solo ai dati che contiene e la sua esistenza, come nel caso di un reportage giornalistico, dipenderebbe interamente da una realtà esterna ad esso, che l’investigazione raccontata nel libro avrebbe contribuito a illuminare. La verità è un’altra: Soldati di Salamina è più importante di Rafael Sánchez Mazas e della fucilazione a cui scampò per miracolo […], perché nelle sue pagine la dimensione letteraria finisce per prevalere su quella storica, mentre l’invenzione e la parola manipolano la memoria del vissuto per costruire un’altra storia, di natura essenzialmente letteraria, cioè fittizia”.