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Esperienza Spirituale e consigli evangelici. Istituto Francescano di Spiritualità Master in formazione Anno accademico 2010-2011. Per uno status quaestionis sulla teologia della vita consacrata. L’antefatto: un colloquio molto istruttivo sulla formazione alla vita religiosa…
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Esperienza Spirituale e consigli evangelici Istituto Francescano di Spiritualità Master in formazione Anno accademico 2010-2011
Per uno status quaestionis sulla teologia della vita consacrata • L’antefatto: un colloquio molto istruttivo sulla formazione alla vita religiosa… • Una volta si diceva… “per essere religiosi bisogna non essere umani” • Oggi si dice… “prima di essere religiosi bisogna essere umani” • Due rilievi: • manca il battesimo… • Quale il rapporto tra l’umano e il religioso?
Lumen Gentium 46: “Tutti infine abbiano ben chiaro che la professione dei consigli evangelici, quantunque comporti la rinunzia di beni certamente molto apprezzabili, non si oppone al vero progresso della persona umana, ma al contrario per sua natura le è di grandissimo profitto…”
“Infatti i consigli, volontariamente abbracciati secondo la personale vocazione di ognuno, contribuiscono considerevolmente alla purificazione del cuore e alla libertà spirituale, stimolano in permanenza il fervore della carità e soprattutto come è comprovato dall'esempio di tanti santi fondatori, sono capaci di assicurare al cristiano una conformità più grande col genere di vita verginale e povera che Cristo Signore si scelse per sé e che la vergine Madre sua abbracciò”.
Né pensi alcuno che i religiosi con la loro consacrazione diventino estranei agli uomini o inutili nella città terrestre. Poiché, se anche talora non sono direttamente presenti a fianco dei loro contemporanei, li tengono tuttavia presenti in modo più profondo con la tenerezza di Cristo, e con essi collaborano spiritualmente, affinché la edificazione della città terrena sia sempre fondata nel Signore, e a lui diretta, né avvenga che lavorino invano quelli che la stanno edificando”
1. La Chiesa per la vita consacrata - «Il raggiungimento della carità perfetta per mezzo dei consigli trae origine dalla dottrina e dagli esempi del Divino Maestro ed appare come una splendida caratteristica [praeclarum signum] del Regno dei cieli» (PC 1a) • «Tutti gli istituti partecipino alla vita della Chiesa» (PC 2d) • Essendo, poi, la Chiesa ad accogliere e disciplinare la donazione che i consacrati fanno di se stessi a Dio, essi devono vivere nella consapevolezza di essere «al servizio della Chiesa» (PC 5b); pertanto «amino fraternamente le membra di Cristo; con spirito filiale circondino di riverenza e di affetto i pastori; sempre più intensamente vivano e sentano con la Chiesa e si mettano a completo servizio della sua missione» (PC 6b-c).
Sintesi: La sequela di Cristo implica sempre l’ecclesialità della vocazione: la vita consacrata per sua natura richiede il sentire cum ecclesia e la partecipazione alla sua missione. Dunque: si tratta di formare ad una percezione ecclesiale della vita consacrata N.B.: La Chiesa per san Francesco • Fede in Dio, in Cristo, ma anche nelle “chiese” e nei “sacerdoti” (cf. Testamento) • Dimensione “sacramentale” della esperienza cristiana di san Francesco: la fede eucaristica (Ammonizione I) • La Chiesa “ferita” di san Damiano in cui si incontra Cristo analogia con la “ferita” del lebbroso • “I frati siano cattolici”: Rnb XIX,1; Rb II,1s
Il Senso ecclesiale della Approvazione della Protoregola: BENEDETTO XVI, 18 APRILE 2009: “Francesco avrebbe potuto anche non venire dal Papa. Molti gruppi e movimenti religiosi si andavano formando in quell’epoca, e alcuni di essi si contrapponevano alla Chiesa come istituzione, o per lo meno non cercavano la sua approvazione. Sicuramente un atteggiamento polemico verso la Gerarchia avrebbe procurato a Francesco non pochi seguaci. Invece egli pensò subito a mettere il cammino suo e dei suoi compagni nelle mani del Vescovo di Roma, il Successore di Pietro. Questo fatto rivela il suo autentico spirito ecclesiale. Il piccolo "noi" che aveva iniziato con i suoi primi frati lo concepì fin dall’inizio all’interno del grande "noi" della Chiesa una e universale.E il Papa questo riconobbe e apprezzò. Anche il Papa, infatti, da parte sua, avrebbe potuto non approvare il progetto di vita di Francesco. Anzi, possiamo ben immaginare che, tra i collaboratori di Innocenzo III, qualcuno lo abbia consigliato in tal senso, magari proprio temendo che quel gruppetto di frati assomigliasse ad altre aggregazioni ereticali e pauperiste del tempo. Invece il Romano Pontefice, ben informato dal Vescovo di Assisi e dal Cardinale Giovanni di San Paolo, seppe discernere l’iniziativa dello Spirito Santo e accolse, benedisse ed incoraggiò la nascente comunità dei «frati minori»”.
2. La vita consacrata per la Chiesa • Dono “necessario” o solo “possibile” alla Chiesa? Ad es.: Se in una diocesi mancasse la vita religiosa, mancherebbe qualche cosa di essenziale? • Lumen Gentium 44: «Lo stato, dunque, che è costituito dalla professione dei consigli evangelici, pur non riguardando [non spectet] la struttura gerarchica della Chiesa, appartiene [pertinet] tuttavia indiscutibilmente alla sua vita e santità». • Il Decreto Perfectae Caritatis riconosce il sorgere della vita religiosa «e consilio divino» affinché la Chiesa appaia «sicut sponsa ornata viro suo» (PC 1); e successivamente quando si dichiara che la vita vissuta secondo i consigli evangelici possiede un «necessarium munus» (PC 1d).
Vita Consecrata 29: «La concezione di una Chiesa composta unicamente da ministri sacri e da laici non corrisponde […] alle intenzioni del suo divino Fondatore quali ci risultano dai Vangeli e dagli altri scritti neotestamentari». • Sacramentum Caritatis 81: “Il contributo essenziale che la Chiesa si aspetta dalla vita consacrata è molto più in ordine all'essere che al fare”.
Sorge una domanda: quale “l’essenza” della vita religiosa perché possa essere sentita come essenziale alla vita della Chiesa? • La difficoltà di definire la vita religiosa implica la difficoltà di definirne l’essenza • Le classiche definizioni della VR vengono dal Concilio Vaticano II attribuite perlopiù ai cristiani come tali: • Santità (V capitolo della LG) • Sequela • tensione escatologica (VII capitolo della LG) • anche dei consigli evangelici al Lumen Gentium ne parla nel capitolo V: vocazione universale alla santità…
Alcune considerazioni dalla storia: • Considerazione moderna della “eccellenza” della verginità sul matrimonio (Concilio di Trento); con una visione molto separata delle vocazioni nella Chiesa • Processo di secolarizzazione nella modernità (etsi Deus non daretur): cf. in particolare il cambiamento della parola “laico”. • Esaltazione ecclesiale delle vocazioni particolari al sacerdozio e alla vita consacrata rispetto alla vita “nel secolo” • Perdita della soggettività battesimale; sua visione essenzialmente passiva • Si pensi a: • Professione religiosa come “secondo battesimo” • Il cambiamento del “nome” (Battesimo) • Una certa visione “funzionale” della vita consacrata • Basso profilo della figura laicale nella vita religiosa (i fratelli laici)
CONCILIO VATICANO II • La riscoperta del laico cristiano e della sua indole secolare (Lumen Gentium, cap. 4) • La riscoperta della vocazione universale alla santità di tutti i battezzati in tutti gli stati di vita (Lumen Gentium, cap. 5). • GaudiumetSpes, n. 22: la vocazione è una sola, quella divina. • Il “successo” dei movimenti ecclesiali e nuove comunità: - riscoperta della soggettività battesimale - I movimenti ecclesiali e i consigli evangelici • Come capire in tutto questo l’elemento specifico della vita religiosa in relazione con tutta la Chiesa?
Una ipotesi interessante: il particolare nell’universale; ogni vocazione è comprensibile solo in rapporto all’altra • A partire dal principio della Chiesa come comunione: • Christifideles Laici 55: CfL 55: «lo stato di vita laicale ha nell'indole secolare la sua specificità e realizza un servizio ecclesiale nel testimoniare e nel richiamare, a suo modo, ai sacerdoti, ai religiosi e alle religiose il significato che le realtà terrene e temporali hanno nel disegno salvifico di Dio. A sua volta il sacerdozio ministeriale rappresenta la permanente garanzia della presenza sacramentale, nei diversi tempi e luoghi, di Cristo Redentore. Lo stato religioso testimonia l'indole escatologica della Chiesa, ossia la sua tensione verso il Regno di Dio, che viene prefigurato e in qualche modo anticipato e pregustato dai voti di castità, povertà e obbedienza».
Una intuizione di Balthasar: • “la presenza di uomini totalmente presi e consacrati a Cristo non è solo auspicabile, ma anche necessaria per la Chiesa, necessaria nell’essere stesso dei consacrati più che nella loro attività ministeriale o di altro genere” • “La vita dei consigli resterà fino alla fine del mondo il guardiano della totalità del Vangelo e in ogni epoca la Chiesa sarà tanto viva quanto saranno vivi gli ordini attivi e contemplativi”.
Comprendere la vita consacrata all’interno della relazione tra “Istituzione – carisma” • La problematicità della parola “carisma” • Non univocità del senso biblico che può essere inteso sia in senso istituzionale sia in senso di libero dono dello Spirito ai fedeli • Uso anti-istituzionale nei gruppi spiritualisti esoterici all’inizio del cristianesimo che si emancipano dalla struttura ecclesiale, dai sacramenti e dalla Bibbia. • Sintesi tomista: “gratia gratis data” – “gratia gratum faciens” • Ritorno del tema nella Mystici Corporis (1943) di Pio XII
Il tema è ripreso in ambito cattolico prima del Concilio Vaticano II ed elaborato poi dal Concilio. • La Lumen gentium ha parlato a questo proposito inequivocabilmente di «doni gerarchici e doni carismatici»LG 4 • Cf. anche 12: «lo Spirito Santo non si limita a santificare e a guidare il popolo di Dio per mezzo dei sacramenti e dei ministeri, e ad adornarlo di virtù, ma “distribuendo a ciascuno i propri doni come piace a lui” (1 Cor 12,11), dispensa pure tra i fedeli di ogni ordine grazie speciali, con le quali li rende adatti e pronti ad assumersi vari incarichi e uffici utili al rinnovamento e alla maggiore espansione della Chiesa secondo quelle parole: “A ciascuno la manifestazione dello Spirito è data perché torni a comune vantaggio” (1 Cor 12,7). E questi carismi, dai più straordinari a quelli più semplici e più largamente diffusi, siccome sono soprattutto adatti alle necessità della Chiesa e destinati a rispondervi, vanno accolti con gratitudine e consolazione».
Diverse visioni di relazione: • Visione contrappositiva • Visione giustappositiva • Visione integrativa: la coessenzialità tra carisma e istituzione: • Mutuae relationes, 34: «Grave errore sarebbe rendere indipendenti - e assai più grave quello di opporle tra loro - la vita religiosa e le strutture ecclesiali, quasi potessero sussistere come due realtà distinte, l'una carismatica, l'altra istituzionale; mentre ambedue gli elementi, cioè i doni spirituali e le strutture ecclesiali, formano un'unica, anche se complessa, realtà».
Uno schema: Istituzione/Sacramento------grazia---------- Credente Cristo -------------------------charisma----- Credente • Il carisma è ciò che permette alla grazia sacramentale di portare frutto nel singolo/nella comunità credente. • Struttura obiettiva/universale della grazia (sacramenti, vangelo, istituzione) e dono particolare (Carisma) si implicano vicendevolmente • Struttura istituzionale: più stabile • Struttura carismatica: più flessibile secondo le diverse culture • Il carisma della vita religiosa: culmine della risposta credente alla grazia mediante il dono totale di se stessi: “avvenga di me quello che hai detto”