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Gita Costiera Amalfitana, Capri e Pompei 20-23/04/2010 Classi 2^A ITC & 2^B ITI. Amalfi.
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Gita Costiera Amalfitana, Capri e Pompei20-23/04/2010Classi 2^A ITC & 2^B ITI
Amalfi Amalfi, forse quella delle repubbliche marinare che raggiunse per prima un'importanza di primo piano, aveva sviluppato intensi scambi con Bisanzio e con l'Egitto. I mercanti amalfitani sottrassero agli Arabi il monopolio dei commerci mediterranei e fondarono nel X secolo basi mercantili nell'Italia meridionale ed in Medio Oriente. Tra le testimonianze più importanti della grandezza di Amalfi, sono le Tavole Amalfitane, un codice che raccoglieva le norme del diritto marittimo rimasto valido per tutto il medioevo. Per lungo tempo, sulla base di un'erronea tradizione, ad Amalfi è stata attribuita l'invenzione della bussola (Flavio Gioia). Amalfi nel 1137 fu saccheggiata dai Pisani, in un momento in cui era indebolita da catastrofi naturali (gravi inondazioni) e dall'annessione al regno normanno. Dopo la conquista da parte dei Normanni, iniziò una rapida decadenza e venne sostituita nel suo ruolo di principale polo mercantile campano da Napoli.
LaCattedrale Nell’ anno 987 avvenne un fatto straordinario per la storia della Chiesa amalfitana e della sua cattedrale: il duca di Amalfi Mansone I ottenne dal pontefice Giovanni XV l’elevazione a sede arcivescovile e metropolitana della diocesi amalfitana. In virtù di questo notevole riconoscimento, Mansone edificò una nuova cattedrale, fondata su tre navate, accanto a quella vecchia dell’ Assunta. Dato che S. Andrea Apostolo era già da tempo diventato il protettore dell’ intera diocesi, il nuovo tempio fu dedicato proprio a lui. Venne così a costituirsi un complesso architettonico formato da due basiliche accostate e comunicanti, quindi una “duplice cattedrale”, che rendeva l’ edificio sacro amalfitano più simile ad una moschea araba che ad una chiesa cristiana. Infatti alcune coppie di colonne classiche scanalate e lisce sono venute fuori nel corso di saggi effettuati lungo la parete divisoria tra le due cattedrali.
Il sentiero degli dei Il sentiero degli dei è un percorso a piedi che si snoda lungo la Costiera Amalfitana, tra le località di Bomerano (frazione di Agerola) e Nocelle (frazione di Positano), immerso in un tratto di costa campana famosa per le sue bellezze geografiche. Il sentiero si estende mediamente attorno ai 500 m sul livello del mare ed offre una vista impareggiabile che da Praiano e Positano spazia fino all’isola di Capri ed al Cilento.
Il territorio conserva tracce di frequentazioni dal Paleolitico. La leggenda vuole Positano fondata da Poseidone, il dio del mare Nettuno, per amore della ninfa Pasitea da lui amata. Certo è che i Fenici e Greci, nei loro viaggi verso occidente, posero piede in questa contrada allora forse abitata da Oschi o Piceni. I Romani costruirono nei pressi della spiaggia Grande una ricca villa patrizia, ora sepolta dai giardini e dalla Chiesa dell’Assunta. Con la caduta dell’Impero Romano Positano entrò a far parte della Repubblica di Amalfi, prima Repubblica marinara, e attraversò un periodo floridissimo grazie al commercio marittimo con gli altri paesi del Mediterraneo. Positano
Capri Lo storico e geografo greco Strabone, nella sua Geografia, riteneva che Capri fosse stata un tempo unita alla terraferma. Questa sua ipotesi è stata poi confermata, recentemente, sia dall’analogia geologica che lega l’isola alla penisola sorrentina sia da alcune scoperte archeologiche. Coesistono sull'isola due realtà urbane, diverse tanto per la naturale separazione geografica quanto per tradizioni e origine etnica: Capri e Anacapri. Tale differenziazione si spiega con la naturale vicinanza di Capri al mare: la presenza del porto ha infatti agevolato gli scambi commerciali e culturali con il Regno di Napoli e determinato, di conseguenza, un suo maggiore benessere economico. Le due comunità erano in eterno conflitto, impegnate a difendere ognuna i propri diritti, esasperate dalla mancanza di vera autonomia che le costrinse ad accettare, nel corso dei secoli, le pressanti pretese degli amministratori inviati dal continente come controllori dell'economia locale.
Pompei L'eruzione del 79 d.C è senza dubbio la più nota eruzione del Vesuvio e forse la più nota eruzione vulcanica della storia. Questa è stata descritta da Plinio il Giovane in due famose lettere a Tacito, che costituiscono dei preziosi documenti per la vulcanologia. Nelle lettere egli racconta della morte dello zio, Plinio il Vecchio, partito da Miseno con una nave per portare soccorso ad alcuni amici. Da qui la denominazione di eruzione pliniana per questo tipo di fenomeno particolarmente violento e distruttivo. In epoca romana, all'inizio del primo millennio, il Vesuvio non era considerato un vulcano attivo e alle sue pendici sorgevano alcune fiorenti città, che si erano sviluppate grazie alla bellezza e alla fertilità dei luoghi. Nel 62 d.C. l'area vesuviana fu colpita da un forte terremoto, che provocò il crollo di molti edifici e produsse danni anche a Nocera e a Napoli. All'epoca non fu ipotizzata alcuna relazione tra il terremoto e la natura vulcanica dell'area. Il 24 agosto dell'anno 79 d.C. il Vesuvio rientrò in attività dopo un periodo di quiete durato probabilmente circa otto secoli, riversando sulle aree circostanti, in poco più di trenta ore, circa 4 Km3 di magma sotto forma di pomici e cenere.