160 likes | 578 Views
La nascita della tragedia. Da Schopenhauer a Nietzsche. Schopenhauer. Nasce a Danzica nel 1788 Studia a Gottinga (Kant, Platone) A Weimar nel salotto della madre Johanna conosce Goethe e l’orientalista Mayer (lettura dei Veda)
E N D
La nascita della tragedia Da Schopenhauer a Nietzsche
Schopenhauer • Nasce a Danzica nel 1788 • Studia a Gottinga (Kant, Platone) • A Weimar nel salotto della madre Johanna conosce Goethe e l’orientalista Mayer (lettura dei Veda) • 1819: a Dresda pubblica:”Il mondo come volontà e rappresentazione”. • 1820: a Berlino: scontro con Hegel
Per lui Hegel • È un accademico mercenario, • Un ciarlatano di mente ottusa, • Ha corrotto un’intera generazione, • Usa la filosofia come mezzo di lucro, • E’ il sicario della verità, • Rende la filosofia serva dello Stato e colpisce la libertà di pensiero • La sua invece è una “verità non rimunerata”.
Principi filosofici • Il mondo è una mia rappresentazione • Che ha due metà: il soggetto (colui che conosce) e l’oggetto (ciò che è conosciuto) • L’oggetto è condizionato dalle forme a priori dello spazio e del tempo. • Il soggetto è invece fuori di queste forme. • Ciascuna delle due metà non esiste senza l’altra • Il principio di causalità ordina gli oggetti.
Il mondo come volontà • Il mondo come rappresentazione non è la cosa in sé ma fenomeno (sogno e veglia sono pagine di un medesimo libro). Non può cogliere la cosa in sé.E’ apparenza: è il velo di Maya. • L’uomo con il suo corpo è rappresentazione e fenomeno, ma essendo anche soggetto conoscente è anche volontà. • La volontà squarcia il velo di Maya e ci fa pervenire alla cosa in sé.
Dolore e noia • L’essenza del mondo è volontà insaziabile. • La volontà produce conflitto, lacerazione, dolore; è tensione continua verso una soddisfazione, che una volta raggiunta non è durevole. • La vita è bisogno e dolore. • Se il bisogno viene soddisfatto, si piomba nella sazietà e nella noia. • Perciò la vita umana e la storia in genere oscilla come un pendolo fra il dolore e la noia. • La storia è cieco caso, destino, non razionalità e progresso (Hegel). Il progresso è un’illusione.
L’arte • Ci si può liberare dal dolore e dalla noia attraverso l’arte e l’ascesi. • Nell’esperienza estetica l’uomo si annienta come volontà e si trasforma in “puro occhio del mondo” e scorge idee, modelli al di fuori dei principi di spazio, tempo,causalità. • Per un istante ci si libera di ogni desiderio e preoccupazione.
L’ascesi • L’arte libera solo per un istante. • La liberazione totale avviene solo sopprimendo la volontà di vivere attraverso la realizzazione della: • Giustizia: gli altri sono uguali a me (permane però il principium individuationis, che mi contrappone agli altri); • Bontà (agaph>charitas) che è compassione • L’ascesi: castità perfetta, la povertà volontaria, la rassegnazione, il sacrificio (voluntas>noluntas)
Nietzsche • “Io non sono un uomo, sono una dinamite…uomo del destino”. (precursore del nazismo?) • Nasce a Rocken nel 1844. Studia filologia classica a Bonn e a Lipsia, dove legge “Il mondo come volontà e rappresentazione”. • 1869: (24 anni) cattedra di filologia classica a Basilea. • 1872: “La nascita della tragedia”, dedicata a R. Wagner. (In lui scorgeva il prototipo dell’artista tragico) E’ ferocemente attaccato da Wilamowitz-Moellendorf
Nascita della tragedia • Dal libro di Sch.: solo l’arte può offrire all’individuo la forza di dire sì alla vita. • Nella civiltà greca presocratica scopre il coraggio davanti al fato, l’accettazione ebbra della vita. • Il segreto di quel mondo era nello spirito di Dioniso: forza istintiva, salute, ebbrezza, passione, umanità in pieno accordo con la natura. • Mentre l’apollineo è visione di sogno, è misura, ordine, moderazione. • Dalla fusione dei due elementi nacque la tragedia.
Apollo e Dioniso • Lo sviluppo dell'arte è legato alla duplicità di • - apollineo: arti figurative e poesia epica > dal sogno, illusione : Omero=I'uomo artista oggettivo • - dionisiaco : la musica > dall' ebbrezza. • Archiloco (e in genere la poesia lirica) = l'uomo opera d'arte - artista soggettivo • APOLLO = prototipo delle divinità olimpiche, create dalla necessità di sublimazione dell'esistenza, della quale i Greci ebbero una concezione profondamente pessimistica (vedi il mito di Mida e Sileno). E' il dio della misura e del "conosci te stesso". • DIONISO = L'eccesso, la gioia nata dal dolore.
Morte della tragedia • La tragedia greca è morta suicida: sopravvisse solo in una forma degenerata: la commedia attica nuova. • Colpevole di quella morte: Euripide, il quale secondo N. eliminò gli elementi dionisiaci. “Egli spinse lo spettatore, l'uomo della vita quotidiana, sulla scena. Ora lo spettatore vedeva sulla scena il suo sosia e si rallegrava che quello sapesse parlare tanto bene. Anzi nei drammi di Euripide anche gli spettatori imparano a parlare (cfr le Rane). Euripide si sentiva molto al di sopra della massa, ma non al di sopra dei suoi due spettatori: la massa la portò sulla scena e quei due spettatori li rispettò come i soli giudici competenti e maestri della sua arte.
Euripide • Di questi uno è Euripide stesso, come pensatore, non come poeta, l'altro è Socrate. Eliminato l'elemento dionisiaco, fu impossibile raggiungere l'effetto apollineo dell'epos. Euripide ricorse allora a due nuovi eccitamenti: - pensieri freddi (in luogo delle intuizioni apollinee), - passioni roventi (in luogo delle estasi dionisiache); gli uni e le altre imitati in modo realistico, non artistico. • Le Baccanti costituiscono una specie di tardiva ritrattazione, fatta quando ormai il tempio era crollato.
Socrate • Causa di questa rivoluzione fu il principio estetico socratico: "Tutto deve essere razionale per essere bello ". Tale principio è chiaramente ispiratore dei prologhi euripidei che vogliono spiegare tutto. "La virtù è il sapere; si pecca solo per ignoranza: il virtuoso è felice ". In queste tre forme fondamentali di ottimismo sta la morte della tragedia e il primo passo verso la sua dissoluzione fu 1' eliminazione del coro e in genere della musica. • Socrate fu ostile alla vita, volle morire, disse di no alla vita
Influsso di Socrate sulla scienza • Socrate è il mistagogo della scienza, per la sua fede incrollabile nelle possibilità del pensiero di giungere fino alla profondità dell'essere e alla conoscenza della natura delle cose. Di fronte al pessimismo dell'artista sta l'ottimismo dello scienziato: la conoscenza è una medicina universale. • Di qui lo sviluppo delle scienze e delle scuole filosofiche in epoca ellenistica. Tutto il mondo moderno è ancora preso nella rete della cultura alessandrina