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3. Le capabilities collettive del lavoro

3. Le capabilities collettive del lavoro. Serafino Negrelli. Le capacità “collettive” del lavoro. Capabilities di voice ( Capright ): Rappresentanza sindacale (riconoscimento) Azione sociale (protesta, sciopero, voice) Contrattazione collettiva

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3. Le capabilities collettive del lavoro

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Presentation Transcript


  1. 3. Le capabilities collettive del lavoro Serafino Negrelli

  2. Le capacità “collettive” del lavoro • Capabilities di voice (Capright): • Rappresentanza sindacale (riconoscimento) • Azione sociale (protesta, sciopero, voice) • Contrattazione collettiva • Diritti di informazione, consultazione, partecipazione, democrazia deliberativa • Capabilities di lavoro (Le trasformazioni del lavoro): • Limitazioni del gruppo di lavoro (capitale sociale di solidarietà) • Lavoro di gruppo e capacità relazionali (capitale sociale di reciprocità capitale sociale e lavoro

  3. Le dimensioni della struttura contrattuale • Estensione • Centralizzazione (livelli, grado di controllo, portata) • Profondità (coinvolgimento) • Prerogative sindacali capitale sociale e lavoro

  4. Quadro legale/istituzionale 1. Titolarità legale a concludere accordi collettivi Status strutture sindacali: • Consigli di azienda titolari (paesi baltici, Ungheria 1998-2002) • Titolarità rinegoziale (Austria, Germania, Olanda, Spagna) • Il caso francese capitale sociale e lavoro

  5. capitale sociale e lavoro

  6. * Works councils can renegotiate certain collectively agreed standards at company level, if entitled by sectoral agreements. ** In companies with no union representation, unions can appoint 'mandated employees' to negotiate with the employer, but any agreement has to be confirmed by the union. *** There are agreements with 'normal' applicability covering trade union members only and agreements with erga omnes applicability covering all employees. **** National and sectoral agreements cover only trade union members, while company agreements cover all employees of the company. ***** Until recently extension was possible for multi-employer agreements, but following a ruling by the Constitutional Court, since April 2004 the Czech Republic's legislative provisions on extension of collective agreements have been rescinded. ***** Employee representatives are entitled to conclude collective agreements in companies where employees are not organised in trade unions, but works councils do not yet exist. Source: EIRO. capitale sociale e lavoro

  7. Quadro legale/istituzionale 2. Procedure di estensione contrattazione collettiva: • Principi erga-omnes, verso i non iscritti • Clausole di estensione, verso imprenditori non iscritti • Paesi senza clausole capitale sociale e lavoro

  8. capitale sociale e lavoro

  9. X = existing level of wage bargaining; XX = important, but not dominant level of wage bargaining; XXX = dominant level of wage bargaining; (XXX) = bargaining on national minimum wage. * Consultation on the minimum wage in the sense that the social partners will probably consult the government if they plan to modify the minimum wage. ** There are no figures on Irish bargaining coverage available, but coverage must be above 44.5% (which is the union density rate) since all union members are automatically covered by national agreements, while many non-union employees de facto receive the nationally agreed pay increases. *** There is one main intersectoral agreement covering all manufacturing sectors in Denmark; bargaining coverage refers to private sector only (it is almost 100% in the public sector). **** Bargaining coverage refers to west Germany - in east Germany bargaining coverage is only about 54%. ***** Bargaining coverage refers to Cypriot private sector only (it is almost 100% in the public sector). ****** There is automatic annual adjustment of wages to price developments in Malta; different studies estimate the proportion of employees covered by collective agreements at between 40% and 60%. ******* All employees in Romania are covered by the national agreement on minimum wages; no figures are available on the coverage of sectoral and company agreements, but it is estimated that a large proportion of employees are not covered by these agreements. Sources: EIRO; European Commission, Industrial Relations in Europe 2004. capitale sociale e lavoro

  10. Livello contrattuale dominante • Intersettoriale: B, Fi, Ir, Slo (4) • Settoriale: A, Bu, Da, Ge, Gr, I, Ol, No, Sp, Slk, Sw (11) • Decentrato aziendale: Rep. Ceca, Est, Hu, Lit, Let, Po, Ro, Cy, Mlt, Uk (10) • Misto settoriale/aziendale: Francia (1) capitale sociale e lavoro

  11. Estensione • Correlata al livello dominante (dal 100% Austria e Slovenia, settore; al 10% Lituania, aziendale); • Influenzata da procedure di estensione (Francia, Olanda, Italia), ma con eccezioni paesi Centro-Est Europa (procedure senza effetti!); • Influenzata dalla concertazione tripartita a livello nazionale (soprattutto sui salari). capitale sociale e lavoro

  12. Source: European Commission, Industrial Relations in Europe 2004 capitale sociale e lavoro

  13. capitale sociale e lavoro Source: European Commission, Industrial Relations in Europe 2004

  14. Source: European Commission, Industrial Relations in Europe 2004 capitale sociale e lavoro

  15. Source: European Commission, Industrial Relations in Europe 2004 capitale sociale e lavoro

  16. capitale sociale e lavoro

  17. capitale sociale e lavoro

  18. Rapporti tra livelli(grado di autonomia interna) • Nella maggior parte dei paesi rapporti gerarchici secondo principio del favor; • Livelli settoriali e intersettoriali definiscono spazi per la contrattazione decentrata integrativa; • In molti paesi, clausole opening, hardship, inability to pay, opt-out, drop-out, ecc.; • Accordi intersettoriali che fissano livello max incrementi salariali e linee guida per le imprese che vogliono pagare di più. capitale sociale e lavoro

  19. Cambiamenti dagli anni ‘90 • Da settore o multi-employer a singole aziende (Uk); • Da livello intersettoriale a livello settoriale (Svezia); • Tendenze al decentramento ovunque, con eccezioni (Slovenia, in parte Spagna); • Copertura stabile per paesi più centralizzati (11), diminuisce in 6 (Bu, Cz, Ge, Po, Slk, Uk), cresciuta in Spagna; • Riorganizzazione sindacale (fusioni e concentrazioni) nei paesi Centro-Nord Europa, non al Sud. capitale sociale e lavoro

  20. Strategie future degli attori collettivi • Nessun cambiamento (A, B, Cy, Da, Gr, Ir, Mlt, Ol, Po, Sw, Uk); • Imprenditori per decentramento (Bu, Rep Ceca, Fi, Ge, No, Ro, Slo); • Sindacati contro decentramento (eccezioni Slovenia e Italia). capitale sociale e lavoro

  21. La contrattazione collettiva decentrata in Italia • Il livello decentrato aziendale o territoriale: indicatori produttività, qualità, redditività; • Il livello decentrato aziendale nel settore privato: 1/3 imprese +20 dip., 50% dei lavoratori industria e servizi • Il livello decentrato territoriale: artigianato, edilizia, agricoltura capitale sociale e lavoro

  22. Prospettive comparate • Il modello tedesco: contrattazione centralizzata dominata dal settore privato • Il modello francese: contrattazione centralizzata dominata dal settore pubblico (sviluppo accordi di intéressement) • Il modello inglese: contrattazione decentrata (collettiva, profit sharing, merit pay) • Il modello italiano: doppio livello contrattazione centralizzato-decentrato (collettiva, sviluppo superminimi individuali) capitale sociale e lavoro

  23. TERRITORI E POLITICHE SALARIALI • sindacati e imprese rispettivamente: potere prevalente sui salari e occupazione; • entrambi si comportano come attori razionali; • sindacati massimizzano salari reali e occupazione degli iscritti rappresentati; • imprese massimizzano profitti con vincoli funzioni domanda date e condizioni di costi marginali crescenti; • assenza di comportamenti cooperativi tali che una parte rinunci a sfruttare opportunità offerte dall’altra parte. capitale sociale e lavoro

  24. TERRITORIO E POLITICA SALARIALE Pressioni rivendicative + categoria -- azienda interconf. centralizzazione -- + capitale sociale e lavoro

  25. TERRITORIO E POLITICHE SALARIALI CONTRATTAZIONE DECENTRATA • impresa singola; • concorrenza: impossibilità di scaricare gli aumenti retributivi sui prezzi; • trade-off salari occupazione severo! capitale sociale e lavoro

  26. L’AGGIUSTAMENTO DELLE POLITICHE SALARIALI CONTRATTAZIONE DI CATEGORIA • aumentano possibilità di trasferire sui prezzi parte dell’incremento salariale; • controllo degli accessi: union shop (obbligo di iscriversi ai sindacati); closed shop (obbligo di assumere iscritti); • trade-off favorevole al sindacato! capitale sociale e lavoro

  27. L’AGGIUSTAMENTODELLE POLITICHE SALARIALI CONTRATTAZIONE INTERCONFEDERALE • la possibilità di trasferire sui prezzi aumenti salariali dipende dal quadro istituzionale (apertura internazionale) e dalla politica monetaria; • cambi fissi: aumento salariale ha pochi effetti sui prezzi, molti sull’occupazione; • politica monetaria accomodante: aumenti salariali si traducono in inflazione; • centralizzazione RI: moderazione salariale e rivendicazioni, coinvolgimento grandi attori; • trade-off meno severo! capitale sociale e lavoro

  28. L’AGGIUSTAMENTO DELLE POLITICHE SALARIALI TENDENZE NELL’UNIONE EUROPEA • aumenta il grado di centralizzazione della contrattazione collettiva • sistemi centralizzati e decentrati più efficienti di quelli intermedi capitale sociale e lavoro

  29. La contrattazione collettiva dei salari nell’Unione Europea • Costo orario del lavoro prima della moneta unica (1996, dati Eurostat): media UE 18 euro, 25 Germania, 5 Portogallo • Le disparità di paga crescono con l’ingresso dei Paesi dell’Est (2004): 41.437 euro Germania, 21.095 Italia, 7-9.000 Est (impiegato d’ordine: retribuzione annua fissa+variabile) • Gap per genere, classi di età, provenienza extra-comunitaria, meno per lavoro “atipico” • Lavoratori low paid e working poors capitale sociale e lavoro

  30. La contrattazione collettiva dei salari nell’Unione Europea • Riduzione della quota salari sul valore aggiunto nell’UE dal 76 al 68% nell’ultimo ventennio (in Italia dal 69,8% del 1993 al 65,3% nel 2003): crisi del “rapporto salariale fordista” • Onda lunga di reazione imprenditoriale e innovazione tecnologica in risposta alle rivendicazioni sindacali? • Fattori di natura macro-economica? • Gli accordi di coordinamento della contrattazione salariale • Istituzioni e salari: il salario minimo capitale sociale e lavoro

  31. Modelli e tendenze della contrattazione decentrata aziendale e territoriale • La riforma del modello contrattuale • Le proposte della “Commissione Giugni”: le forme di derogabilità (vedi Germania) • Il modello dell’artigianato: produttività e recupero inflazione a livello regionale • Il modello dei metalmeccanici: la produttività distribuita a livello nazionale di categoria capitale sociale e lavoro

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