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Code civil

Code civil. La responsabilité civile extracontractuelle. Le norme. Art. 1382 Qualunque fatto dell’uomo che arreca un danno ad altri, obbliga quello per colpa del quale è avvenuto a risarcire il danno Art. 1383

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Presentation Transcript


  1. Code civil La responsabilité civile extracontractuelle

  2. Le norme • Art. 1382 • Qualunque fatto dell’uomo che arreca un danno ad altri, obbliga quello per colpa del quale è avvenuto a risarcire il danno • Art. 1383 • Ognuno è responsabile del danno che ha cagionato non solamente per fatto proprio (dolo), ma anche per sua negligenza o per imprudenza.

  3. La faute • Per i francesi la colpa è elemento centrale per determinare la sussistenza dell’illecito • Vi è colpa: • Quando è violata una norma • Quando è leso un diritto soggettivo (in quanto protetto erga omnes): il diritto di credito può essere preteso solo dall’obbligato, ma godrebbe di protezione erga omnes

  4. Ampliamento della colpa • Vi è colpa anche quando: • Il debitore è inadempiente e questo inadempimento danneggia i terzi (Cass. Ass.pl., 6.10.2006: un sublocatore che non effettua manutenzione sul bene con danni per il proprietario) • È violata una regola deontologica o un uso professionale • E’ violata una regola di correttezza: • Trattative • Seduzione dolosa • Concorrenza sleale

  5. casistica • Non è responsabile il giornalista che non inserisce in un articolo su un processo tutti i nomi degli avvocati e la loro scheda, se non è avvenuto dolosamente (Cass. 17.7.1953) o la sintesi espositiva di un congresso che omette il nome di alcuni relatori (Cass. 31.1.1964) o l’omissione di alcuni alberghi in una guida turistica (Cass 3.12.1968) • Non è responsabile chi ha una relazione adulterina con un uomo sposato (Cass. 4.5.2000; 5.7.2001)

  6. Cable case • Cour de Cassation, 2ème chambre civile, 8 maggio 1970, in: Bull. civ. II 1970 n° 160 • Il convenuto, un’impresa edile, nell’esecuzione di lavori aveva per incuria danneggiato la conduttura di gas, appartenente alla Compagnie française du méthane, che riforniva lo stabilimento dell’attrice. Questa aveva dovuto interrompere la produzione e richiese di conseguenza il risarcimento dei danni. In prima istanza il convenuto era stato condannato. Con l’appello sostiene che all’attrice sarebbe derivato solo un danno indiretto e, di conseguenza, irrisarcibile. La Cour d’appel ritiene che il danno all’attrice era stato causato direttamente dalla rottura della conduttura, visto che la distruzione di quest’ultima aveva avuto come conseguenza la sospensione della produzione. Gli atti dannosi erano dunque in adeguata relazione causale con i danni arrecati all’attrice. La Cour de cassazion conferma la sentenza

  7. Abuso del diritto • Figura originariamente legate all’ipotesi dell’intenzione di nuocere dell’atto emulativo (il caso è quello del proprietario che intenzionalmente pianta dei pali per evitare che il terreno del vicino possa essere utilizzato come area di atterraggio e decollo per dirigibili:Cass. 3.8.1915) • La figura è estesa anche a comportamento colposi in relazione a danni derivanti dall’esercizio di un diritto.

  8. casistica • Si pone il problema se è responsabile per abuso del diritto il convivente che rompe improvvisamente il rapporto: il comportamento deve rivestire carattere illecito (Cass. 30.6.1992; Cass. 14.5.1995). • Si pone un problema di abuso del diritto nell’esercizio delle facoltà processuali • Si è responsabili per abuso di diritto (dolo) nel dare una informazione inesatta: Cass. 7.11.1995, su un esperto che afferma l’autenticità di un’opera d’arte senza aggiungere riserve; in caso di falso storico Cass. 15.6.1994 (anche Cass. 18.12.1995) • Non è illecito il comportamento della donna che ha un rapporto non protetto al primo incontro e che pretende il riconoscimento di paternità del figlio (Cass. 12.7.2007)

  9. Il danno legittimo • La lesione deve riguardare un interesse legittimo giuridicamente protetto • Tre problemi • Il danno riflesso per morte del convivente • Il danno da nascita indesiderata • La vittima in situazione illecita

  10. Tecniche di selezione • Al di fuori di questi problemi, la limitazione della posizioni tutelabili viene praticata attraverso due tecniche: • la rilevanza del nesso di causalità • la personalità del danno (certo, attuale e diretto) • Non tutte le posizioni lese comportano il risarcimento dei danni, ma la giurisprudenza è reticente sulle ragioni

  11. casistica • Non si può chiedere la demolizione della costruzione abusiva di un immobile, in presenza di un pregiudizio per il vicino, se non si trova una relazione diretta tra il pregiudizio e l’interesse tutelato dalla regola urbanistica violata (Cass. 19.2.1992; Cass. 11.2.1998) • La violazione delle regole in materia di assunzione costituisce un illecito, ma non vi è responsabilità per il datore di lavoro in caso incidente del lavoratore così assunto (Cass. 7.5.1943)

  12. Il danno riflesso: opinione tradizionale • In passato il danno riflesso per la morte del convivente non veniva risarcito, in quanto mancava un interesse legittimo giuridicamente protetto (Cass. 27.7.1937; 28.11.38; 6.11.40) • Per contro la donna che ha chiesto il divorzio non perde il diritto al risarcimento in caso di morte del marito (Cass. 23.12.1947) • Non aveva diritto al risarcimento dei danni patrimoniali e morali la fidanzata dell’ucciso: 19.10.1943

  13. Giurisprudenza attuale • Possono chiedere i danni morali per il dolore causato dalla morte di un uomo non solo i parenti (già Cass. 2.2.1931; tra cui gli zii Cass. 16.4.1996); anche la fidanzata (Cass. 5.1.1956) e la convivente dell’ucciso (Cass. 27.21970; Cass. 2.3.1982, anche se manca la coabitazione; Cass. 19.6.1975, anche se il rapporto è adulterino) • Giurisprudenza di merito estende il diritto al convivente omosessuale Belfort 25.7.1995, e al caso in cui il risarcimento è chiesto sia dalla sposa, sia dalla convivente Riom 9.11.1978 • Cass. 8.1.1985 nega invece il risarcimento a due compagne dell’ucciso, per il carattere precario di entrambi i rapporti sentimentali

  14. Danno non personale • Può chiedere il risarcimento la società calcistica in caso di morte di un calciatore professionista, secondo una sentenza di merito (Colmar, 27.4.1955) • Non l’impresario teatrale per l’uccisione dell’attore (Cass. 14.11.1958); non il datore di lavoro nei confronti dell’impiegato Cass. 27.6.1973) • Neanche il creditore dell’ucciso nei confronti dell’uccisore, in assenza di altri coobbligati (Cass. 21.2.1979; 26.6.89) • Non i soci sopravvissuti di una società in nome collettivo per la morte di un socio, in quanto non hanno potuto dimostrare che l’affare sfumato era causalmente connesso al decesso (Cass. 12.7.1961)

  15. Danno da nascita indesiderata • Due situazioni: • La prima è quella in cui il bambino nasce sano, ma non è desiderato (aborto o sterilizzazione mancata) • Non si ha diritto a risarcimento del danno: C. St. 2.7.1982 (salvo per quello provocato dal medico nel tentativo di aborto); Cass. 25.6.1991 • La seconda è quella in cui il bambino indesiderato, nasce malato

  16. Il precedente • Una donna di 42 anni chiede di effettuare una amniocentesi sul feto. L’ospedale non informa della sussistenza di un difetto genetico, colposamente non rilevato dal medico. Domandano il risarcimento del danno per la mancata informazione sia il figlio che i genitori. • Il Conseil d’Etat 14.2.1997 rigetta la domanda del figlio perché il danno non deriva dall’attività medica e accoglie quella dei genitori, in quanto chiedendo l’amniocentesi è dimostrato che la donna intendeva evitare il rischio della nascita di un figlio malato e che conseguentemente il difetto di informazione è direttamente connesso con il danno subito dai genitori (discorso poco convincente). • Viene riconosciuto il danno pecuniario dovuto per le spese speciali dovuto ai trattamenti specialistici e alle spese di istruzione, condannando al pagamento di un rendita; inoltre viene concesso il risarcimento del danno morale ed esistenziale (per la distruzione dell’esistenza).

  17. Caso Perruche • In un caso molto famoso la Corte di Cassazione 17.11.2000 - in presenza delle condizioni mediche per il ricorso all’interruzione di gravidanza - accoglie la richiesta di risarcimento sia del bambino malato, sia dei genitori, riconoscendo la sussistenza di un nesso causale tra la colpa del medico e la nascita del bambino disabile. • Il danno per i costi aggiuntivi viene riconosciuto al bambino o ai genitori. • Nello stesso senso Cass. 13.7.2001 e 28.11.2001.

  18. L. n. 303 del 4.3.2002 • “Nessuno può chiedere i danni per il solo fatto di essere nato. • Il bambino può chiedere i danni se il medico ha causato o non ha prevenuto la malattia • I genitori possono chiedere i danni per la negligenza medica in caso di nascita di un bambino la cui disabilità non è stata accertata durante la gravidanza, ma tali danni non possono coprire le spese aggiuntive derivanti dalla disabilità, la cui compensazione è materia per l’intervento pubblico”

  19. l. 102\05 • Con la legge n. 102 del 11.2.2005 la persona disabile ottiene il diritto da parte dello Stato alla compensazione delle conseguenze delle sue malattie quale che sia la natura e l’origine del suo difetto. • Vengono compensati direttamente alla persona disabile i costi per l’assistenza umana (anche data da familiari), per l’assistenza medica e tecnica, per l’adattamento della casa e del veicolo, etc.

  20. cedu • Con la sentenza CEDU del 6.10.2005 la Francia viene condannata al pagamento del risarcimento del danno per il mancato riconoscimento dei costi aggiuntivi, tra il 2002 e il 2005, ad una coppia il cui figlio era nato prima del 2002, in quanto la legge n. 303 avrebbe leso la legittima aspettativa dei genitori al risarcimento del danno in presenza di una disciplina generale dell’illecito, così come interpretata dalla giurisprudenza, che avrebbe ammesso il risarcimento del danno causato dalle spese aggiuntive. • Riconoscono il risarcimento del danno alle cause in corso al momento dell’entrata in vigore della legge: Cass. 24.1.2006; 24.2.2006; 8.7.2008;

  21. Danno in situazione illecita • Il danno deve provenire da attività lecita: viene negato il risarcimento: • Perdite di profitti da attività illecita in violazione della disciplina immigrazione: Cass. 30.1.1950; • Perdite per uso abusivo altrui di marchio comunque vietato: Cass. 22.6.1976 • Danno riflesso per la morte di un dipendente in nero Cass. 27.5.1999 • Guadagni in nero: Cass. 24.1.2002 • Giochi vietati: irrisarcibile il danno subito dal giocatore Cass. 22.2.2007.

  22. Caratteri del danno • Risarcibile il danno diretto certo e attuale (Cass. 24.11.1942), non quello eventuale e incerto (Cass. 1.6.1934). • Il pregiudizio futuro deve essere risarcito se appare ai giudici come la prosecuzione certa e diretta di un pregiudizio attuale (Cass. 1.6.1932)

  23. Danno e rischio • Non è danno certo (nel senso di lesione) il pregiudizio derivante dal rischio. • Scarpata pericolosa. • Esposizione ad agenti contaminanti, con esigenza di controllo e danni da stress (danno incerto?; in Italia caso Seveso) • A seguito della installazione di uno stimolatore cardiaco difettoso, con rischio per la salute, viene disposta sorveglianza medica e poi viene sostituito lo stimolatore, senza danni alla salute: Cass. 19.12.2006 • Malattia non aggressiva (epatite), con esigenza di controllo e danni da stress: danno certo Cass. 9.7.1966

  24. Danno incerto • A) Morte del figlio e perdita degli alimenti: danno incerto Cass. 3.11.1971; 22.1.1975; 12.2.1979; 4.10.1989 (In Italia il danno viene risarcito) • B) Incidente che impone ad una donna di trentanove anni di abbandonare il dottorato: perdite lavorative ipotetiche Cass. 10.10.1973 • Sub B è incerta la perdita patrimoniale; Sub A è anche incerta la sussistenza stessa del diritto agli alimenti

  25. Danno futuro • E’ certa la spesa medica necessaria in futuro per il danno attuale alla salute: Cass. 7.11.1979 • E’ certa la perdita di salario futuro per il soggetto contaminato da HIV: Cass. 1.2.1995 • E’ incerto il danno derivante dal costo di una possibile nuova operazione per la vittima di un incidente: Cass. 20.6.1990 • Per il sieropositivo, il risarcimento dei danni derivanti dalla malattia HIV può essere subordinato al verificarsi della malattia: Cass. 20.6.1993

  26. Perdita di chance • Il pregiudizio può consistere in una perdita di chance: cioè un danno attuale causato dalla perdita dell’occasione favorevole (Cass 18.3.1969; 27.1.1970; 4.5.1972; 24 marzo 1981; 21.11. 2006; 4.6.2007). • Un rischio non è sufficiente a comportare il danno da perdita di chance (Cass.16.6.1998)

  27. Incertezza del nesso causale • Il danno è certo e attuale (la causa è persa, il paziente non è guarito, il lavoro non è stato ottenuto), ma è incerto il nesso di causalità tra il fatto illecito e il danno (non è detto che la causa persa sarebbe stata vinta; che il paziente sarebbe guarito; che il lavoro sarebbe stato ottenuto)

  28. Casistica • La vittima di un incidente che si era preparata specificamente per un determinato mestiere (hostess) può essere risarcita della perdita di chance (Cass. 17.2.1961); • Non è risarcibile, neanche a titolo di perdita di chance, il danno di un bimbo di 9 anni di accedere ad una situazione bene remunerata (Cass. 9.11.1983) o della ragazza che per un incidente non ha terminato gli studi secondari, rinunziando ad una carriera remunerata (Cass. 12.5.1966)

  29. Casistica • Costituisce una danno certo la perdita della possibilità di essere promosso al lavoro (Cass. 9.7.1954; 3.11.1983; 14.10.92; 20.9.05) • Può essere risarcita la perdita di chance di guarigione (Cass. 14.12.1965; 18.3.1969; 12.1.1970; 8.1.1985; 8.7.1997). • Risarcibile la perdita di chance ad una gara ippica (Cass. 6.6.90)

  30. Calcolo della chance • Il danno da perdita di chance deve essere pari alla chance perduta e non alla perdita totale corrispondente al pregiudizio che vi sarebbe stato in caso di realizzazione della chance Cass. 16.7.1998 • La perdita di chance di sopravvivere non può dare luogo ad una riparazione totale del danno causato dal decesso: Cass. 27.3.1973; 21.11.1978 • La perdita della chance di essere promosso non può corrispondere all’intero aumento di stipendio Cass. 3.3.1983

  31. Responsabilità precontrattuale • Secondo la giurisprudenza più recente non viene risarcito a titolo di perdita di chance una parte dell’interesse positivo derivante dal contratto non concluso a causa di recesso ingiustificato dalle trattative (abuso del diritto): Cass. 26.11.2003; Cass. 28.6.2006 • Favorevole Cass. 25.2.2003

  32. Riparazione integrale • Il risarcimento del danno ha la funzione di porre la vittima nella stessa condizione in cui era prima dell’illecito (Cass. 1.4.1963; 9.7.1981). • Il risarcimento del danno non deve provocare ne perdite né arricchimenti (Cass. 8.7.2004) e non può eccedere il pregiudizio (Cass. 26.6.1974; 3.3.1982; 14.2.1985).

  33. Danni morali • Il danno comprende anche i danni morali (Cass. 13.2.1923). • Il danno morale va concesso anche a chi è rimasto in stato vegetativo (Cass. 22.2.1995; 28.6.1995) • Il danno morale viene risarcito anche per la perdita di un cavallo, a cui il proprietario era particolarmente affezionato: Cass. 16.1.1962. Anche Cass. 27.1.1982

  34. Valutazione del danno • Il danno viene valutato al momento della sentenza (Cass. 15.7.1943); • La vittima non è tenuta a riparare il danno nell’interesse del responsabile (Cass. 19.6.2003) • In caso di danno alla persona, un successivo miglioramento non impone una riduzione del risarcimento (Cass. 12.10.1972; 9.12.1999); un successivo peggioramento può comportare una maggiorazione del risarcimento, anche in contrasto con il giudicato (Cass. 24.2.1955; 17.1.1974; 9.7.1996)

  35. Compensatio • Il danno per l’assistenza da parte di terze persone non può essere ridotto in caso di assistenza familiare (Cass. 14.10.1992; 14.11.2002; 5.6.2003) • Nel caso di danno patrimoniale da morte di un congiunto non si tiene conto in compensazione delle entrate che il congiunto ottiene in via di successione ereditaria (Cass. 2.2.1994; 1.6.1999)

  36. Risarcimento in forma specifica • Il risarcimento del danno causato ad una cosa si riferisce alle spese di rimessione in pristino della cosa o al pagamento del valore (Cass.17.12.1959). • La scelta è rimessa al giudice (Cass. 9.7.1981) • Il risarcimento delle spese di ripristino non è subordinato all’esecuzione dei lavori (Cass. 2.12.2003). • Il diritto al risarcimento delle spese di ripristino di una cosa trova limite nel costo di sostituzione (Cass. 18.6.1973; 4.2.1982; contra Cass. 17.12.1969) non nel valore venale della cosa (Cass. 4.2.1982).

  37. Criteri di imputazione • Colpa oggettiva • Rilevanza della soggettività • Malato o handicappato: devono comportarsi con particolare prudenza • Minore: deve comportarsi come un minore diligente • Irrilevanza della soggettività: • Condizioni di debolezza di ordine mentale, psicologico, caratteriale

  38. Incapaci • Prima dell’emanazione del codice si ammetteva che i dementi rispondessero con il loro patrimonio dei danni da loro compiuti. • Nel 1866 la giurisprudenza, argomentando dai principi di libertà, negò l’imputabilità dei dementi e questa regola fu mantenuta ferma per oltre un secolo. • In base ad una legge del 1968, che ammetteva la responsabilità per gli atti illeciti sotto “l’impero di una perturbazione mentale” e ad una successiva giurisprudenza che ha riferito la norma a qualsiasi incapace perché insano di mente (Cass. 4.5.1977) rispondono dei danni tutti i malati di mente

  39. Minori • La regola è stata estesa dalla giurisprudenza anche ai bambini che possono essere condannati senza che occorra valutare la capacità di discernere le conseguenze dei propri gesti (Cass. 9.5.1984; Cass. 12.2.1996: bambino di otto anni che corre verso un amico con una pentola di acqua bollente; Cass. 20.11.1996; Cass. 19.2.1997).

  40. Responsabilità oggettiva • Ipotesi di legislazione speciale: • L. 9.4.1898 (infortuni sul lavoro: indennizzo automatico, forfettario e limitato) • Responsabilità attività pericolose • Responsabilità circolazione autoveicoli (5.7.1985) • Responsabilità del produttore • Responsabilità medica (l. 4.3.2002)

  41. Art. 1384, c. 1 - 3 • Ciascuno parimenti è tenuto non solo per il danno che cagiona con il proprio fatto, ma anche per quello che viene arrecato con il fatto delle persone delle quali deve essere garante o con le cose che ha in propria custodia. • Tuttavia, colui che detiene a qualsiasi titolo tutto o una parte dell’immobile o del bene mobile dal quale l’incendio ha trovato origine sarà responsabile nei confronti dei terzi dei danni causati dall’incendio, se si provi che sia da attribuire a sua colpa o alla colpa di persone di cui risponde. • La precedente norma non si applica ai rapporti tra proprietari e locatari

  42. Altre disposizioni • Art. 1385 • Il proprietario di un animale o quello che se ne serve per il tempo in cui ne usa è responsabile per il danno cagionato da esso, tanto che si trovi sotto la sua custodia , quanto che sia smarrito o fuggito • Art. 1386 • Il proprietario di un edificio è tenuto per i danni cagionati dalla rovina di esso, quando sia venuta in conseguenza di mancanza di riparazione o per un vizio di costruzione.

  43. Danno da cosa • Gli articoli 1385 e 1386 prevedono la risarcibilità del danno causato da animali e da rovina di edificio (per difetto di costruzione o di manutenzione) come ipotesi di responsabilità oggettiva. • La regola del 1384, 1 c., era all’origine considerata meramente riassuntiva delle regole successive. • La giurisprudenza a partire dalla seconda metà dell’ottocento fonda su questa norma una responsabilità oggettiva nei confronti del cosiddetto custode della cosa.

  44. Primi casi • Cass. 18.6.1896: riguardava l’ipotesi di un incidente di lavoro; il legislatore intervenne poi con una disciplina apposita (l. 9.4.1898 cit.). • Cass. 16.11.1920: riguardava la propagazione dell’incendio da un edificio all’altro, con responsabilità per il custode del primo edificio incendiato. • Anche in questo caso intervenne il legislatore, con l. 7.11.1922, che introdusse un secondo e un terzo comma nell’art. 1384 (esclusione del caso di incendio dal danno da cosa) • Implicita copertura legislativa alla soluzione giurisprudenziale

  45. Affaire Jand’heur • Cass. Ass. pl. 13.2.1930 incidente stradale: “La presunzione di responsabilità stabilita dall’art. 1384, c.1, a carico di colui che ha in custodia la cosa non animata che ha cagionato un danno ad altri, non può essere confutata se non dando la prova di un caso fortuito o della forza maggiore o di una causa esterna che non sia a lui imputabile; non è sufficiente provare di non avere commesso nessun atto colposo o che la causa dell’evento sia rimasta sconosciuta; non si distingue a seconda che la cosa sia azionata o meno dalla mano dell’uomo; non è necessario che essa inerisca ad un vizio suscettibile per sua natura di cagionare un danno perche la disposizione ricollega la responsabilità alla custodia della cosa e non alla cosa stessa”.

  46. La cosa • La norma si applica • sia alle cose mobili che a quelle immobili (ascensore: Cass. 6.3.1928; alberi: 12.5.1966; alle rocce che cadono: 16.6.1961; 15.11.1984; etc) • sia alle cose pericolose che a quelle non pericolose (anche se sul punto vi è giurisprudenza altalenante) • sia alle cose aventi un meccanismo proprio, sia alle cose azionate dalla mano dell’uomo (automobili, sino alla emanazione della legge speciale: l. 5.7.1985)

  47. Il fatto della cosa • Il fatto della cosa necessita della dimostrazione di due elementi: • la partecipazione materiale della cosa (anche senza contatto: caso del bang dell’aereo che provoca il crollo di un muro o della macchina che costringe l’altra ad una manovra dannosa: Cass. 22.1.1940; 13.5.1981; 16.3.1983) • il nesso causale (che il danno dipenda dal fatto della cosa) • se la cosa è dinamica o pericolosa, il nesso causale si presume (Cass. 9.6.1939) • se la cosa è inerte (un’auto posteggiata), bisogna specificamente dimostrare il ruolo attivo della cosa Cass. 16.11.1964 (era posteggiata in modo anomalo: 22.11.1984)

  48. custode • Il custode secondo la giurisprudenza consolidata (Cass. S.u. 2.12.1941; 4.12 1981) è colui che ha l’uso, la direzione e il controllo della cosa, per cui non risponde il proprietario di una cosa rubata, ma il ladro (Cass. 27.12.1984). • Il proprietario si presume custode della cosa, se non dimostra che la custodia è stata trasferita ad un terzo: 3.7.1934; 10.4.2008; 13.11.2008.

  49. distinzioni • Si distingue tra custode dell’attività e custode della struttura (Cass. 10.6.1960; 12.11.1975; 14.11.1979; 30.11.1988; 12.10.2000; contra Cass. 13.12.1973; 3.10.1979; 12.11.1975; 14.11.1979): • se l’evento dannoso trae origine da un vizio della cosa, ne risponde il proprietario o il fabbricante • se trae origine dall’uso della cosa, ne risponde che la utilizza

  50. Forza maggiore • La prova liberatoria deve essere un fatto estraneo alla cosa dannosa, imprevedibile e inevitabile (Cass. 14.4.2006). • Esempi: • tracce d’olio miste ad acqua nella strada: 28.10.1965 • irruzione di un cane nella strada: 10.4.1964 • una tempesta di gravità eccezionale: 27.1.1973 • Non è forza maggiore: • il rimbalzo del proiettile su una pietra: 19.3.1956 • la caduta massi per effetto di erosione: 17.3.1993

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