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RUMOREDI FOGLIE Benito Pugnaccio a quella fredda sera di due anni fa in cui dopo cinque anni di matrimonio lasciò la figlia di Alfredo Scaldaferro che alla brutta notizia si tolse la vita.
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RUMOREDI FOGLIE Benito Pugnaccio a quella fredda sera di due anni fa in cui dopo cinque anni di matrimonio lasciò la figlia di Alfredo Scaldaferro che alla brutta notizia si tolse la vita. Torniamo a quel freddo venerdì d‘autunno, gli alberi sono spogli le nuvole grigie invadono i cieli, gli unici rumori presenti nelle strade sono le foglie secche che vengono mosse dal vento. Il signor Alfredo era in casa e come tutte le sere prima di andare prima di andare a letto osservava la foto della sua amata figlia ma quella sera, in quell’istante invece di andare a dormire si alzò, si recò nello scantinato e prese un bauletto, tirò fuori una custodia a forma quadrata, tornò di sopra e si mise il giubbotto, dei guanti e un cappello e prese una chiave e poi uscì di casa, entrò in macchina e silenziosamente guidò per tre isolati, poi si fermò davanti ad una grossa casa, spense il motore dell’auto, entrò nella proprietà sempre allo scuro e con la chiave aprì la porta nello stesso istante Benito era andato in cucina a bere un bicchiere di acqua ma non si accorse che dietro di lui un’ombra misteriosa si avvicinava finché non posò il bicchiere si giro e venne spinto contro il frigo bruscamente. Benito aprì gli occhi e vide il suo ex suocero, non che collega, che sorrideva sopra di lui; poi tirò fuori una custodia contenente una vecchia collezione di coltelli e volontariamente li scaraventò sul corpo del Signor Benito, ormai senza vita. Alfredo disse: questo è per mia figlia! E si allontanò scomparendo nell’ombra di quel freddo venerdì d’autunno. Inserire testo