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Jugendstil

Jugendstil. Ästhetische Opposition oder bürgerliche Fluchtbewegung. Critica e crisi del moderno fine secolo e prima guerra mondiale. Le circostanze “oggettive” sono cambiate troppo velocemente per permettere un’adeguato adattamento da parte dell’uomo.

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Presentation Transcript


  1. Jugendstil Ästhetische Opposition oder bürgerliche Fluchtbewegung

  2. Critica e crisi del modernofine secolo e prima guerra mondiale • Le circostanze “oggettive” sono cambiate troppo velocemente per permettere un’adeguato adattamento da parte dell’uomo. • La posizione ambivalente e contraddittoria nei confronti del moderno può essere visto come il segno dell’epoca. • Avversione contro la metropoli come rumorosa, frenetica e volgare, anonima e distruggente per quanto riguarda i rapporti umani e sociali. • Un movimento di nazionalismo per conservare le particolarità di tutto che veniva considerato tedesco. • Un desiderio di riavvicinarsi al familiare, al conosciuto, agli usi e costumi tradizionali. • Il movimento della gioventù con il ritorno alla natura e la liberazione dalle costrizioni autoritarie e convenzioni borghesi incluso la liberazione del corpo.

  3. La posizione della borghesia • La borghesia aveva come obiettivo: a) nascondere gli evidenti inconvenienti sociali tramite una cultura di vita e del modo di abitare artistico e stilizzato. b) legittimare la loro supremazia tramite uno stile di vita eclettica di epoche storiche fiorenti. c) soddisfare il desiderio di riposo dalla realtà. • Lo Jugendstil era, dopo un primo spavento, accettabile per la borghesia, perché non violava la massima che l’arte dovrebbe rappresentare il bello, risp. l’ipotesi “Il bello è il vero”. • Anzi, lo stile era una reazione sull’industrializzazione con il suo motto “Il vero (che significa al fine secolo ancora la realtà) deve essere fatto bello” oppure “Il bello deve diventare il vero” (cioè reale e – nel caso delle arti applicate – concreto).

  4. Il gusto cambiò, ma non la teoria estetica. • Il bello era ancora il buono e si distingui quindi dal non-bello come migliore e supremo. • La borghesia si poté assolutamente identificare con ciò senza mettere in dubbio la sua supremazia sul proletariato degli operai. • L’operaio era meno aperto per nuove tendenze perché non aveva l’istruzione necessaria ed era più legato al sistema tradizionale. • Non era l’intenzione dello Jugendstil di scoprire e far vedere a tutti la brutta realtà, ma di rendere la realtà bella per ognuno e tutto ciò con la conservazione dello stato patrimoniale e sociale esistente. • La pretesa degli artisti dello Jugendstil, soprattutto degli artigiani e degli architetti, era di produrre prodotti alla portata di tutti, ma in fine i loro oggetti rimasero decorazione per i pochi benestanti.

  5. Il naturalismo e l’espressionismo • Al contrario dello Jugendstil il naturalismo e il suo erede l’espressionismo rompevano l’ordine forzato “Il bello è il buono”. • La consapevolezza del proprio valore da parte del borghese fu minacciato con la rappresentazione del ceto degli operai e contadini. • Qui non si tratta solo di uno spostamento estetico, ma di una rottura con il nuovo motto: “Il bello non è vero, non è reale” risp. “La realtà è non-bella”. • Con ciò la fuga in un idillio artificiale, che spesso fu cambiato per un mondo ideale artistico, fu resa difficile in misura crescente. • Rimane però il fatto che qualsiasi espressione artistica poté raggiungere solo quelli che erano aperti e abbastanza istruiti e di conseguenza già convinti dalla necessità di un cambiamento sociale.

  6. Jugendstil – Intenzione e realtà • Abbiamo potuto notare che esiste una contraddizione dello Jugendstil tra l’intenzione degli artisti di creare qualcosa di nuovo e – nel caso delle arti applicate – anche qualcosa di moltiplicabile tramite produzione industriale – e il reale consumo dello stile da parte degli intellettuali e dell’alta borghesia, che lo percepiscono come una varietà formale accanto agli stili tradizionali. • Quindi i due postulati:opposizione estetica o fuga borghese non si escludono in realtà. • Si può vedere lo stile liberty sotto entrambi i punti di vista, l’artista, anche se era partito con un’intenzione sociale e rivoluzionario dovette ben presto adattarsi alla fascia esclusiva dei consumenti e si creò un’intesa quasi a-sociale tra artista e mecenate.

  7. Jugendstil: rivoluzione contro lo storicismo • Gli artisti dello Jugendstil sono spesso stati gli insegnanti di artisti moderni che hanno trovato una altro linguaggio artistico che era rivolto verso il futuro. • In questo senso lo stile può essere visto come un germe per soluzioni moderne. • Giudicato da un punto di vista dell’epoca significa senz’altro una manifestazione di trasparenza, di luce e di disciplina decorativa. • Non dobbiamo dimenticare il ruolo di passaggio e il carattere sperimentale del movimento: Nel periodo tra il 1894 e il 1902 furono sviluppate le basi per un funzionalismo che era l’unico garante per un uso adeguato delle forme di produzione industriale. Il disegno moderno del ‘Werkbund’, di un Walter Gropius o Marcel Breuer era un ulteriore sviluppo del linguaggio formale al di là del classico con una conseguente semplificazione.

  8. L‘opposizione contro il progresso • Come abbiamo potuto vedere, gli artisti si oppongono in vari modi al progresso: • Con un romantico orientamento retro, con una fuga in idilliache illusioni, con un tono aggressivo e provocatorio. • La metafora per il progresso è la frenesia del tempo, un‘estrema accelerazione non frenabile dell‘uomo, della quale l‘uomo stesso si sente vittima. • L‘opposizione contro il progresso è oggi più forte che mai e si esprime in una nuova cultura che esalta la lentezza, che paradossalmente viene percepita come il vero progresso. • Movimenti come „slow food“, la meditazione, la medicina asiatica, lo yoga vengono stimati per il benessere che procurano all‘uomo. • La complessità e contemporaneità degli eventi storici di un mondo sempre più inteso come globale fanno dubitare la governabilità dell‘andamento degli eventi. • L‘uomo si vede sempre meno come soggetto libero, ma più come oggetto dei cambiamenti (buco dell‘ozono, inquinamento, sovrappopolamento ecc.). La premessa essenziale del progresso: la fede nel miglioramento è stata minata e ha lasciato l‘uomo con un profondo senso di disorientamento.

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