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Timeo - Platone. “Non entri chi non è geometra”. Elena Brusamarello III E a.s. 2010/2011. Premessa al testo. Il cosmo, padre dell’anima.
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Timeo - Platone “Non entri chi non è geometra” Elena Brusamarello III E a.s. 2010/2011
Il cosmo, padre dell’anima • L’obiettivo di Platone è iniziare dall’origine ontologica del cosmo per giungere alla descrizione della genesi della natura degli uomini (il fine ultimo era dunque la descrizione dell’anima). [19 B-C] • Si può dunque intendere il Timeo come una prosecuzione della Repubblica. • L’opera si può dividere in tre parti: • ricapitolazione dei primi 5 libri della Repubblica(17A-20C) • narrazione di Crizia del mito di Atlantide (20C-25D) • discorso cosmologico di Timeo (27C-92E)
Introduzione e mito di Atlantide • L’introduzione è puramente narrativa, mentre quando Crizia prende la parola si procede a raccontare il mito di Atlantide. Nella leggenda, giunta a Crizia attraverso il nonno e che risale a Solone, si racconta come novemila anni prima dei tempi di Solone Atene avesse goduto di istituzioni identiche a quelle descritte nei primi 5 libri della Repubblica. Gli Ateniesi della preistoria si scontrarono così contro i re confederati di Atlantide, un’isola nell’oceano Atlantico, e li batterono. Poi un’inondazione aveva colpito entrambe le città. Il racconto si basa probabilmente sul maremoto avvenuto effettivamente nel 373 a.C.
Discorso cosmologico di Timeo • Il discorso copre tutto il campo della conoscenza naturale, dall’astronomia alla patologia ed alla psicofisica. • E’ suddivisibile a sua volta in tre parti: i fondamenti teoretici e le operazioni del Demiurgo, il principio materiale e la natura dell’uomo (anatomia e fisiologia).
I fondamenti teoretici • l’essere che è sempre non è oggetto del divenire, ma intelligibile • Il divenire è “inquinato” dalla doxa,, dunque non è vero essere • Il mondo sensibile, per essere tale, “diviene” • Tutto ciò che “diviene” ha una causa ed è dunque il prodotto di un agente. [PRINCIPIO DI CAUSALITA’] Si tratta perciò dell’opera di un δημιουργός (=Demiurgo). Poiché l’Artefice in questo caso è la migliore di tutte le cause e l’oggetto che egli fa è il migliore di tutti gli effetti, il modello di cui il mondo sensibile è una copia è eterno. Di conseguenza la sua copia sensibile è in divenire, rendendone qualsiasi tipo di conoscenza “spurio” (cfr Repubblica) • L’Artefice ha due modelli generati – imperfetti eterni - intelligibili v 30 A
Le conclusioni del prologo • “Esiste un essere puro coglibile solo dall’intelligenza; proprio a questo modello guarda il demiurgo per realizzare il mondo sensibile e diveniente. Di conseguenza, il mondo sensibile risulta essere un’immagine di una realtà metasensibile, realizzata dal Demiurgo.” (Reale) • Distinzione (dualismo) tra causa efficiente del mondo, il Demiurgo, e causa formale, il modello a cui Egli guarda. • La ragione ultima della creazione del mondo è quindi la Bontà del Demiurgo.
L'intelligenza cosmica e le sue operazioni Il mondo nasce come fusione di terra e fuoco (=luce). I due elementi necessitano però (come in una proporzione) di due medi proporzionali. Entrano così in scena l’aria e l’acqua, secondo Fuoco : Aria = Aria : Acqua = Acqua : Terra • Lo plasmò a forma di sfera e successivamente si interessò di dotarlo di una ψυχή(anima). • L’anima del mondo ha tre costituenti: • un “Essere” intermedio tra ciò che è sempre e ciò che diviene • una forma, analogamente intermedia, di “Identità” • una di “Dissimiglianza” • E’ perciò definita “un tertium quid fra l’eterno ed il temporale” (Taylor) • Egli divise infine i risultati (che potremmo immaginare come un nastro) in accordo con intervalli musicali (quattro ottave e una sesta), lo tagliò a metà e lo richiuse come un anello, formando meridiano ed equatore.
Creazione del tempo, degli astri e degli dèi Creò dunque il tempo, “immagine in movimento dell’eternità” e di conseguenza corpi percepibili, dotati di movimenti uniformi che servivano come misura di esso: il sole e gli altri ‘pianeti’. Li dotò di un moto di rotazione ed uno di rivoluzione intorno ad un’orbita. La νουςscoprì l’idea di “essere vivente” e plasmò con puro fuoco gli dèi-stelle. Dopo la creazione degli dèi, affidò loro il compito di plasmare anche gli uomini, le cui anime immortali “cadono” sui corpi e si incarnano.
Rapporti con Eudosso • Non è presente alcun riferimento alle teorie di Eudosso (408-355): Platone non parla mai di sfere. • Eudosso, un allievo di Platone, sviluppò un primo modello geocentrico complesso il cui obiettivo era rendere conto dei movimenti dei pianeti. • Il primo a concretizzare le sfere puramente matematiche di Eudosso fu Aristotele ed i pianeti sono per Platone non un’entità astronomica, ma una manifestazione dell’anima del mondo. Modello di Eudosso
Il principio materiale • Si tratta di uno schema dei princìpi di una scienza geometrica della natura. • Analisi “provvisoria e verosimile” (48 D) • Riduzione dei principi che regolano la creazione del cosmo a scienza geometrica. • Caratteristiche del principio: • necessità – causa errante • ricettacolo • spazialità • origine dai quattro elementi
Necessità = casualità, privazione di finalità e di ordine (47 E) • Ricettacolo = realtà amorfa, quindi plasmabile in molti modi secondo i modelli, mediante gli enti matematici [cfr paragone padre, madre, prole, 50 D] • Spazialità (χώρα) è postulata dall’esistenza del ricettacolo: è quindi sede dell’impressione ad opera del Demiurgo
I quattro elementi 45° 30° • cubo = terra • tetraedro = fuoco • ottaedro = aria • icosaedro = acqua • chimica platonica (v Dalton)